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Alfabetica [« »] buzzo 1 byron 1 c 1 c' 86 ca 1 cabale 1 cabotaggio 2 | Frequenza [« »] 88 nelle 88 quella 87 questo 86 c' 86 fa 86 vino 82 giorno | Lorenzo Viani Il nano e la statua nera Concordanze c' |
Cap.
1 1| inconsapevole che sulla piazza c'erano i baracconi, era colto 2 6| scoppia una gomma, e non c'è il pezzo di ricambio, e 3 6| dove sia un telefono, non c'è da sgomentarsi; chè, da 4 6| cavallo e cavaliere, – non c'è da stupirsi che esca fuori 5 7| al telaio: sul cinghione c'è pirografato Rocca di Manselice. 6 7| schiarimenti». Lì prossima c'era una rimescita di vino 7 7| labirinto di stelle, dicono che c'è Marte, Saturno, Venere, 8 7| brutto è parlar quando non c'è bisogno.~L'astrografo asserisce 9 8| ardua come un baluardo, c'era acchiocciata la casa 10 8| dei porci.~Nel «celliere» c'era allogato anche il telare: 11 8| cipressi, su un verde agro, c'era il cimitero piccolo come 12 9| quelli del mio rango, in cui c'è ancora il disordine degli 13 12| sui paglioli e in coperta c'è una stenderia di corbe 14 13| dopo dal «Francobarbone» c'era un vecchio navigatore 15 13| color ombra, ai cui lati c'erano due conchini di terracotta 16 13| a un metro dalla porta c'era una vetriata istoriata 17 13| con sicurezza:~– Di qui c'è passato il «Francobarbone».~ 18 14| nella tavola soprastante c'era scritto: «Oggi tortelli».~ 19 14| accattarotto – in questo paese c'è di molto fumo, ma arrosto 20 17| ma in tutti quei nomi non c'è mica tramescolato uno sbeffo?~– 21 17| Se mi assicurate che non c'è menda di sbeffo, avvicinatevi 22 19| voltoni spaziosi, dove un dì c'era, con lo sfondo di lecci 23 19| tenore. «Mah.... Eccellenza, c'è una certa parola!». «Che 24 19| certa parola!». «Che parola c'è?». «C'è l'amore». «Eh, 25 19| parola!». «Che parola c'è?». «C'è l'amore». «Eh, via! cantatela 26 19| battaglione, prima compagnia!». C'erano quelli soli. «Bene, 27 20| Sulla sua fronte aperta c'è la serenità della predestinazione; 28 20| alla bottega dell'ebanista, c'era il mio studio, un androne 29 20| come quelle di un carcere, c'era soltanto un crocifisso 30 20| nel centra del buratto c'era un pilastro, al cui vertice 31 21| due poli della povertà, c'è l'intermedio, quello che 32 21| San Gerbone, che stasera c'è la zuppa di magro.~Il povero 33 22| diventasse serena. Di nero c'erano l'inchiostro e l'umore 34 22| consegnò il bustone.~– Qui c'è il mio testamento; vivete 35 22| lui che ha detto: – Qui c'è il mio testamento; vivete 36 22| è la speranza, e finchè c'è fiato c'è speranza!~– Grazie 37 22| speranza, e finchè c'è fiato c'è speranza!~– Grazie amici, 38 23| l'idea del titolo:~– Ma, c'è un ma, – dissi.~– Parlate, – 39 24| sulla battima del mare, c'è stata l'assegnazione dei 40 24| urlando alla brava: «Qui c'è mio», ha infilzato il tortello, 41 24| han gridato in coro: «Qui c'è di tutti». Naso a pesetto 42 25| le scale. Nel salottino c'è un tavolinetto coperto 43 25| entro una cristalliera c'è un servizio per sei persone, 44 26| reali.~Dirimpetto a noi c'era la statua di Garibaldi 45 26| tiraggio di fiato medesimo, c'erano gli sperperatori d' 46 26| arguisco principe del foro c'è una signora bella, tenera 47 26| Vicino alla ipotetica «Mimì» c'è un signore severo dalle 48 26| uno spruzzo pietrificato, c'è la statua di Mercurio, 49 26| della sala di conversazione c'è un putto di marmo, ma roseo, 50 27| lupo a bocca spalancata; c'era chi era travagliato dalla 51 27| nave di seicento tonnellate c'era da fasciarla tutta. I 52 27| spettatori. Dietro la giostra c'è il vagone zingaresco, verde 53 30| rossa torre di Donato Benti, c'è gran baldoria per la solennità 54 30| olio è rifritto, e nel vino c'è stato messo l'acido tartarico, 55 30| un fiasco.~– Poi?~– Poi c'incastrò dell'acqua...~– 56 32| siete in troppi e qui non c'entrate, – e l'albergatore 57 33| questi monti neri d'abeti c'è il santuario di San Pellegrino 58 33| quel colle – là a levante – c'è uno stabilimento che dà 59 33| cavalluccio a una colonnetta c'è un vecchio mendico il quale, 60 33| ombrellino color rosa stinto c'è la sua mercanzia, aghi, 61 33| senso di tranquillità. Poi c'è l'arte d'accattare. L'accattonaggio 62 35| debitamente lavorata dai tarli, c'è l'Apocalisse «discifrata 63 36| scardinano, nei parchi ombrosi c'è un chiacchierio fitto fitto 64 36| a questi veri pellegrini c'è anche frammischiato quella 65 37| lo studente scettico, – c'è da farci poco assegnamento.~– 66 37| anche nella vita del Monti c'era un filo di logica... 67 39| Sì, per me! E che male c'è? – ribattè Ezione.~– Che 68 39| ribattè Ezione.~– Che male c'è? – echeggiò cupo il padrone. – 69 40| uscio e il muro, nella sala c'era la gente così fitta che 70 40| ammattonato. Ma sotto non c'era la buca fonda, dal buco 71 41| tristo ordigno oltramontano; c'eran un cappellano, per il 72 44| alle loro case, altrimenti c'è da dare in mattia.~Il dimani 73 45| angolo dell'orto dei frati c'è un fabbricante di casse 74 45| più in là del fabbretto c'è una donna che fabbrica 75 45| Calvani – (col C), lì presso c'era la via Galvani – che 76 45| che per la gente curiosa c'era un paradiso apposta, 77 45| qui sotto. Una via in cui c'è sempre una cananea dalla 78 47| basculla e pesare, e non c'era verso di frodare perchè 79 47| sullo specchio celeste, c'erano scritte in biacca queste 80 48| Nella casa della scrittrice c'era una tal cananea da mettere 81 48| lettuccio e intorno al letto c'era l'uggiolìo di tutta la 82 48| pare esposto a cuocere, c'è il corpo strutto e scarnato 83 50| di sarmento. Della vigna c'è rimasto soltanto il nome; 84 50| entrato ha dimandato: «Cosa c'è? S'è mosso l'Ottavo Bersaglieri?». 85 50| non lo sai che a Napoli c'è l'adunata dei vecchi soldati 86 50| bottega di «Pezzo duro» c'era l'officina di Tonin Giorgetti,