Cap.

  1   1|         NERA  La parola «Coloniali» era dipinta, tanti tanti anni
  2   1|         candele di una cassetta che era prossima a lei e che lei
  3   1|             Pinciana. La «Svizzera» era piccola piccola, con degli
  4   1|      bitorzoluto, un cappello sodo. Era scalzo, ma sembrava avesse
  5   1|    granaioli; cosa che meravigliava era la sua voce forte, come
  6   1|         piazza c'erano i baracconi, era colto dalla paura che gli
  7   2|           La casa, che fu dei miei, era acchiocciata sotto gli ardui
  8   2|           uno dei tanti suoi figli) era ammusato, mio nonno si conturbava
  9   2|             certo, qualche castagno era stato abbattuto dai venti
 10   2|       frantoio lo consolava; quello era segno d'annata d'olio buono
 11   2|               Un fornetto portatile era piazzato all'aperto; tra
 12   2|         intrisa in un piatto in cui era olio di legittime olive.
 13   4|             La gente della montagna era andata in perdizione per
 14   4|        Andrea, e se qualche paranza era sullo scalo in costruzione
 15   4|     giornata; la misura del riposto era la votazzòla di legno che
 16   4|           s'ormeggiavano nel canale era uno spettacolo: la notizia
 17   4|           il pietrato ove il mostro era stato sbarcato e tutti volevano
 18   4|            doppia elica seghettata, era stravaccato sulle pietre,
 19   4|             non sei.~Quella cattura era riguardata dai pescatori
 20   5|             in queste sacre istorie era il nano Pellegrino, nativo
 21   5|    Montesacrato. Il nano Pellegrino era stato pellegrino di nome
 22   5|             al nano Pellegrino, che era odiato da tutti gli altri
 23   5|          insinuò che Pellegrino non era il nome di battesimo del
 24   5|            Macendore, e che egli si era messo da se stesso il nome
 25   5| accattarotto, un giorno che il nano era attorniato da una folla
 26   6|             la terrazza della villa era di continuo movimentata: «
 27   7|        schiarimenti».  prossima c'era una rimescita di vino padronale,
 28   7|             davanti al cui ingresso era infissa sul terreno, con
 29   8|           ardua come un baluardo, c'era acchiocciata la casa dei
 30   8|         acqua corrente dei Serchio, era situato al centro della
 31   8|             che hanno fiero odore») era situato lontano dalla casa
 32   8|        senza strepito ogni affanno, era l'unico prodotto che il «
 33   8|             porci.~Nel «celliere» c'era allogato anche il telare:
 34   8|           dei fili. Anche il telare era sacro nella gran casata
 35   8|            Essendo il capoccia, non era mai contraddetto da nessuno: «
 36   8|             grazia di Dio ai porci.~Era la Milla che trafficava
 37   8|         lustravano come verniciati; era lei che condiva nei tondini
 38   8|       cipressi, su un verde agro, c'era il cimitero piccolo come
 39   9|             questo è cibo». Il cibo era una ventina di libri che,
 40   9|            ove albergava l'omettino era stivata di libri e vi alitava
 41   9|        libri, – disse una donna che era occultata da una tenda di
 42   9|          sei!~Uno scaffale di libri era nel fondo: quattro dentiere
 43   9|        vostre!~La fungaia dei libri era ammucchiata in un canto;
 44  10|     castello di Montramito al mare, era popolato da una folla compatta
 45  10|             un mezzo braccio l'uno, era esposto sui merli del torrione,
 46  10|             conobbe a prova ch'egli era tempo perso; e gli Empolesi
 47  10|        parlavano, – un asino che si era distrattamente sbrancato
 48  10|         alla via della gola, se non era il re della foresta a intromettersi.~ ~♦~ ~
 49  10|       procinto di spiccare il volo, era segno manifesto che l'annata
 50  10|             e le baldorie, la fiera era rotta. Le brenne, che per
 51  11|          appoggiata alla gran croce era di sostegno a Nicodemo.
 52  11|          equipaggio che quell'olivo era stato colto negli oliveti
 53  11|         negli oliveti del paese, ed era stato benedetto nella domenica
 54  13|                  Il «Francobarbone» era un signore inglese glabro
 55  13|           suo e il cane barbone che era amato dal padre con la tenerezza
 56  13|       fusione. Il «Francobarbone» s'era affissato laggiù lontano
 57  13|          dopo dal «Francobarbone» c'era un vecchio navigatore dell'
 58  13|      cravatta di sopracolore su cui era una perla che, fiammata
 59  13|       carattere del «Francobarbone» era uno di quelli che sono assai
 60  13|            scorgere, così lungo com'era, sulla via bianca di polvere
 61  13|           corpo efebico di Shelley, era deserto: uno squallido ondeggiare
 62  13|            a un metro dalla porta c'era una vetriata istoriata come
 63  13|            e la casa dell'«Inglese» era per tutti un mistero. La
 64  13|           Il «Francobarbone» non si era mai visto scappellare a
 65  13|            che, a memoria d'uomo, s'era intesa dalla bocca del «
 66  13|           bocca del «Francobarbone» era stato quello «yesse» che,
 67  13|             anche la famosa perla s'era velata come un occhio che
 68  13|           il legno: anche suo padre era così.~– Approvo.~ ~♦~ ~Repentinamente
 69  14|          nella tavola soprastante c'era scritto: «Oggi tortelli».~
 70  14|           s'è accorto che la moneta era d'argento ha gridato:~–
 71  15|           uno di questi sciabicotti era cieco, di corporatura salcigna,
 72  15|             Sagginato di pelame com'era, sulla carnagione cerea
 73  15|          non udire.~Quando la barca era riportata all'ancoraggio
 74  15|            da nicchi, al cui timone era seduto un vecchio anchilosato.
 75  15|           dei fondali paurosi. Egli era impassibile e freddo come
 76  15|        freddo come una statua; ma v'era chi asseriva di averlo visto,
 77  15|         notte che il ponte levatoio era rimasto, per negligenza,
 78  15|      inverdito da limo: pratico com'era si aggranfiò ad un palone
 79  15|         corse verso il luogo da cui era venuto il rumore e si gettò
 80  16|            infiammato dentro, tanto era rosso. Quand'ebbi ultimato
 81  17|     sospettosi di un volpacchiotto, era afflitto per il nome che
 82  17|           Angiò.~Se, quando il nano era di viaggio fresco (cioè
 83  17|            vino buriano.~Ma il nano era sospettoso. Se scorgeva
 84  17|       cavallo fiumatico. Un giorno, era seduto ad un tavolinetto
 85  17|        anche la spiaggia di ponente era tutto un mareggiare di tomboli
 86  17|           sorgevano sulla duna: una era la bettola di Calena, l'
 87  17|          bettola di Calena, l'altra era lo studio del pittore tribolato
 88  17|        pittore tribolato e l'ultima era quella del nano Angiò. Quando
 89  18|           roncola del naso la bocca era sigillata con la ceralacca
 90  19|             Credo. A quei tempi, si era gravemente infermato il
 91  19|         soprannominato Carnot. Egli era il secondo dei quattro figli
 92  19|       alcova ridotta tana di gatti, era abitato dai più prepotenti,
 93  19|      voltoni spaziosi, dove un  c'era, con lo sfondo di lecci
 94  19|        degli antichi tempi».~Carnot era allettato (ammattonato potrebbe
 95  19|      ammattonato potrebbe dirsi chè era lungo disteso sui mattoni)
 96  19|          autunno del 1820 il casone era sfolgorante. Palazzo Santini,
 97  19|             la Signoria di Lucca si era traslocata a Viareggio.
 98  19|           di pescatori e rimesse, – era come il piccolo Faubourg
 99  19|         preso stanza l'arcivescovo, era il ritrovo serale di tutta
100  19|             alla suocera.~La Reggia era l'attuale Palazzo Comunale,
101  19|              fuori al palazzo reale era schierata la compagnia dei
102  19|              Alberto Nicoletti, che era analfabeta, ma vivo d'intelligenza,
103  20|        colpo: provare e riprovare». Era la massima di Galileo. Ma
104  20|        soverchio dell'acque marine, era chiusa, le rane gracidavano
105  20|          bottega. Quando l'ebanista era nel retrostanza, i ragazzi
106  20|           Quando usciva di , egli era sempre rabbuffato.~Vicino,
107  20|            bottega dell'ebanista, c'era il mio studio, un androne
108  20|             quelle di un carcere, c'era soltanto un crocifisso di
109  20|      retrostanza, un tavolo, su cui era una specie di colossale
110  20|            nel centra del buratto c'era un pilastro, al cui vertice
111  20|            pilastro, al cui vertice era invitata una puleggia d'
112  20|           come quello da far calze, era da una parte. L'ebanista
113  20|             spinta, quando la ruota era collocata sul vertice del
114  20|       fermasse lo sportello, da cui era penetrata.~Capitò anche
115  21|             destino, tutta la città era deserta, tutte le porte
116  21|            l'invito, il refrattario era seduto sopra una colonnetta
117  21|         punto entrò nella casa dove era stato convitato, ma nessuno
118  22|        Signoria in Firenze); bianca era la carta protocollo già
119  22|            gotta, da perfidiosa che era, pareva diventasse serena.
120  22|          nepote dell'infermo che si era preso l'ardire di parlare
121  22|                    Il nepote che si era preso l'ardire di parlare
122  22|          terra e andò in due pezzi; era un mattone camuffato a libro.
123  22|           segreta che la biblioteca era sua, dovette imbrigliare
124  22|         occupato tutti i piani e si era allargata, e sdraiata quasi,
125  22|        intorno a un tavolone su cui era centrato il bustone giallo,
126  22|        sapete che il nostro parente era un gran bel tipo?~Quello
127  23|        defunto Raffaello Martinelli era il «Bava», il maestro di
128  23|           Martinelli la parola Bava era (come soleva dir lui severamente) «
129  23|   campanella del faro, quella a cui era sempre teso l'orecchio del
130  23|            La salma del «Bava», che era di corporatura gigantesca,
131  23|           fino al mare d'Arcangelo, era composto sotto un disegno (
132  23|             dell'universo mondo gli era incognita.~I libri-scartafaccio,
133  23|          dolori, che per tanti anni era stata venerata a poppavia
134  23|         sapienza nautica del «Bava» era fatta di esperienza; le
135  23|       travagliata vita del mare, si era messo a trafficare di vino
136  24|                   Tutta la comitiva era mascherata e dipinta, sulla
137  24|            staccato con un morso ed era ridotto una maschera di
138  24|         terra dura, chè il suo viso era conformato sulle schiaccine,
139  24|           alle Gabelle delle città, era piantata in un appezzato
140  24|             appezzato di cipolle ch'era davanti all'osteria, e su
141  24|         raccontò inoltre che lui si era scaltrito da ragazzo 
142  24|            cartello di legno su cui era scritto in nero fumo: «Proibito
143  25|            signore seduto da Andrea era proprio lui, – ma con la
144  25|           come una iena (che quando era sborniato si sdraiava sul
145  25|     spelazzato, guercio e smagrito, era legato a una calocchia piantata
146  25|            Gli dette da bere perchè era assetato, gli dette da mangiare
147  25|            dette da mangiare perchè era affamato, lo rivestì perchè
148  25|         affamato, lo rivestì perchè era ignudo, corse dal contadiname
149  25|             signora, vedova e sola, era andata da un mio collega
150  25|            fiaschi.~ ~♦~ ~La tavola era imbandita: tovaglioli aculeati
151  25|          piatto maiolicato; il vino era in una boccia di cristallo.
152  25|        bicchieri distinti. Il rumme era entro una bottiglia impagliata: «
153  25|      Digiuno» che dalle arruotature era ridotto soltanto un palmo,
154  26|           reali.~Dirimpetto a noi c'era la statua di Garibaldi con
155  26|     Università degli apuani, di cui era magnifico rettore il poeta
156  26|            il più fresco e compatto era di loro. Dal viso dei «consumatori
157  26|            arguiva che la loro vita era trascorsa in archivi, anagrafe
158  27|          tetto dell'auto, tal altro era preso dal mal di mare e
159  27|          lupo a bocca spalancata; c'era chi era travagliato dalla
160  27|         bocca spalancata; c'era chi era travagliato dalla benzina:
161  27|            di seicento tonnellate c'era da fasciarla tutta. I ciuchi
162  27|         vino esce la vergogna, – si era addormentato sopra il parapetto
163  28|           Mirto» il Piazzoncino che era davanti al Palazzo dei Borboni,
164  28|            paese, fin dal tempo che era composto di quattro case,
165  28|           io a te. Il viso di S. E. era olivastro, un occhio gelato,
166  29|           timone d'un carro, su cui era caricato il simulacro del
167  29|         della fame, quando la gente era ridotta allo stremo, ed
168  29|        omaggio reso al Volto Santo. Era solenne decreto che ogni
169  29|        contado recarsi in Lucca non era agevole, al Volto Santo
170  31|           Sopra un'aia impietrata v'era come uno spettacolo a cui
171  31|             della bastardella e che era venuta per portarla seco.~
172  31|           quale cigolava la «Ruota» era l'«Ospizio», che salvava
173  31|         suoi movimenti, tosto che v'era deposto l'innocente, con
174  31|          quindicina di giorni che s'era allogata, girottolò la città
175  31|        giovanotto ben portante. Chi era? Lei non lo seppe mai, 
176  31|            la voce, la sua figliola era stata una donna di servizio:
177  31|           sfumino: così celeste com'era sembrò una lama. Quando
178  32|        pensiero verso il Re di Alba era la possibilità di annegare:
179  32|    possibilità di annegare: Tiberio era tanto logorato dall'uso
180  32|           della sorte incostante, s'era ridotto a gestire nel Castellare
181  32|              Narciso del Castellare era basso e grasso come una
182  32|           ritratto della salute, ed era l'impresario di una festa
183  32|  sciaguattare i bicchieri avvinati.~Era molto diffusa la superstizione,
184  32|        asseriva che anche Teofrasto era di questo parere.~ ~♦~ ~
185  32|             si chiamava Federico, – era un gobbo venditore di giornali
186  32|      raccorciassero la statura, che era già così negligente. Per
187  32|        chiosco. La sera il Federigo era sfinito: «Me ne potrei tenere
188  32|       sentiva ancora perduto perchè era anche rabdomante e segnalava
189  32|     impietrato di un vicolo; l'uomo era sopraffatto dal vino. Interrogato
190  32|            non trascurabili. Udite, era una notte piovorna e tuonava
191  32|             di un albergo nel quale era rimasta libera soltanto
192  33|         povero la cui fisionomia mi era nota; ma dove ripescarlo,
193  33|           teso l'insidia. L'amico s'era anche sbarbato di fresco
194  34|            e il «Bisunti». Il primo era della teoria del più pesante
195  34|       pesante dell'aria, il secondo era della teoria del più leggero. «
196  34| cannocchiale e un fagotto di panni, era sul crinale del monte su
197  34|         mattina di sole la macchina era sull'orlo del cornicione
198  34|         delle rondini. «Zizzania» v'era seduto sopra con il cipiglio
199  34|           che con tanto ardimento s'era seduto sul precipizio. E «
200  35|           la Commedia di Dante, non era ancora passato di moda l'
201  36|          addosso e quando trovò che era un cane, invece di un cristiano,
202  36|           resta». Il nome allora mi era del tutto nuovo, ma se il «
203  36|            matricolato in furberia, era uno di quei poveri cristi
204  37|            ognun vigili, ecc.». Non era ancora in circolazione la
205  37|           carra, sulle vie maestre, era ascoltato da gente pietrificata
206  37|            forno; un di loro che si era scaltrito  per la Francia
207  37|        uomini di pena, che il Monti era nato  per la Romagna,
208  37|             romano a quei tempi non era la tritumaglia d'oggidì,
209  37|           Tutti tacquero perchè lui era capo delle comparse, e i
210  37|           il Cajo Gracco. Monti gli era ormai familiare: – Metti
211  37|        piena di semi... ma... ma... era così. Un guindolo!~I giovinastri,
212  37|           sincopare, – il tuo Monti era un miserabile sì fatto?~–
213  37|        anche nella vita del Monti c'era un filo di logica... di
214  38|                   Seppi tardi che v'era un libro intitolato Il Cuore,
215  38|             lo finisco. – La scuola era distante duecento braccia
216  38|             vecchio amico, il quale era andato   per addottorarsi,
217  38|           perniciosi e che l'autore era un illuso. La cosa che più
218  38|             la via XX Settembre non era stata ancora artefatta.
219  38|        Santissimo. L'Antitutto, che era uno stronco d'uomo e si
220  39|             che il pregevole arazzo era stato rubato dalla grande
221  39|             semplicità dei custodi, era occultata da rozze vernici
222  39|          calcolo mentale che Ezione era sparito. «Se paga, – pensò
223  40|             e il muro, nella sala c'era la gente così fitta che
224  40|         ammattonato. Ma sotto non c'era la buca fonda, dal buco
225  40|     innocente.~Il processo Musolino era terminato da qualche settimana
226  40|            Tutto il corso del fosso era insolitamente vigilato da
227  40|             del berretto greggio si era indotti a pensare che l'
228  41|           un pino altissimo: e se n'era andato quando fu certo che
229  41|         quando fu certo che l'amico era spirato e che soltanto i
230  41|    gastronomici quello del boia non era il peggiore dei mestieri.~
231  41|           la sua casetta sulle mura era pronta per ospitarlo. In
232  41|       commesso. Autore del misfatto era Michele Petroni, di Colognora
233  41|          sua fermezza, dimostrò che era superfluo ricorrere agli
234  41|          Cappellano del popolo», ed era sempre l'auriga di tutte
235  42|        Francesco Domenico Guerrazzi era acceso in volto quando,
236  42|             che Garibaldi possedeva era caduta nella tinozza. Il «
237  42|        disoneste ed ingiuste di cui era posto segno nei tempi passati;
238  43|           oceano: l'arcano silenzio era rotto dal roco crocitare
239  43|          eretta sul collo gagliardo era intrepida con gli occhi
240  43|             e pensoso: anche quando era tra i familiari soleva guardare
241  43|             verde setato sugli orli era incendiato d'oro; sullo
242  44|             regna in eterno».~ ~♦~ ~Era da poco consacrato vescovo
243  44|       adducendo che la risurrezione era avvenuta per miracolo dei
244  45|      Calvani – (col C),  presso c'era la via Galvani – che per
245  45|             di pesce, disse che non era prudente tramescolare la
246  45|          che per la gente curiosa c'era un paradiso apposta, e che
247  45|             paradiso apposta, e che era meglio credere troppo che
248  45|         sospirarono le donne, a cui era rimasta per la gola il Guidiccioni,
249  45|             frati.~– Se mi dici chi era il Guidiccioni t'incorono, –
250  45|           lui ascoltava se il perno era unto a dovere.~– Ecco, mi
251  45|           per avergli dimandato chi era il Guidiccioni. Ma chi è
252  45|            via del Fabbretto (e lui era sempre vivo e vegeto) che
253  45|           con una corda sola, e che era una meraviglia del mondo,
254  46|      Bisenzio, l'Ombrone, l'Elsa, l'Era, il canale di Usciano, la
255  46|           Mazzarini; se l'argomento era impegnativo, egli allora
256  46|          fedeli della Valdiserchio, era strepitoso e giocondo.~Eccolo
257  46|             vini. Ma più a suo agio era all'«Osteria dei quattro
258  46|            lunga opera del Rossini; era da qualche tempo passata
259  47|          basculla e pesare, e non c'era verso di frodare perchè
260  47|          gran salone della Biennale era stato decorato da G. A.
261  47|          grassi e i magri. L'autore era presente in un circolo di
262  47|            inferno.~ ~♦~ ~Il corteo era straordinario: i bandisti,
263  47|             tanto più che ognuno si era rimesso in salute. Lo sbarco
264  48|           alla striscia di lardo ch'era la sua colazione, impallinati
265  48|           al mare.~Vicino al mare s'era stabilita «la mamma dei
266  48|      diseredata come una mendica, s'era congregata con questa donna
267  48|             casa della scrittrice c'era una tal cananea da mettere
268  48|      lettuccio e intorno al letto c'era l'uggiolìo di tutta la sturma
269  48|        sturma dei cani; qualcuno si era accucciato ai piedi sì come
270  48|            la mazza di malacca; e v'era anche qualche signora combusta
271  48|         scena, dissero peritanti: – Era protestante, la portano
272  49|      gagliardo, nel cui sottotitolo era scritto: «Soffia la sera
273  49|          del «Regio Casino», su cui era steso un giornale, sul quale
274  49|   secondogenito di Angelo: il primo era nato durante una furiosa
275  49|      bandiera italiana.~Ma il Carlo era destinato a tragica fine:
276  49|   perdizione: tutto l'equipaggio si era radunato a poppa; i colpi
277  50|          come quella d'un romito ed era diventato nero come i mori
278  50|           poesia; a quei tempi egli era uno dei più appassionati
279  50|            della «Vignetta», e ce n'era di bravissimi. Anche per
280  50|           bottega di «Pezzo duro» c'era l'officina di Tonin Giorgetti,
281  51|             La «chiusa» paraguayana era stata battezzata così dagli
282  51|         rilievo:~ ~Un Ulisside egli era,~perpetuo desìo della terra~
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