Gian Pietro Lucini
Prose e canzoni amare

Poesia

Per chi?

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Per chi?20

 

 

Per chi volli raccogliere

questo mazzo di fiori selvaggi;

stringerli in fascio nel gambo spinoso ed acerbo?

 

Tutti i fiori vi sono di sangue e di lagrime,

raccolti lungo le siepi delle lunghe strade;

dentro le forre delle boscaglie impervie;

sui muri sgretolati delle capanne lebbrose;

lunghesso i margini che lambe e impingua

il rivolo inquinato dai veleni,

decorso, dal sobborgo, alla campagna.

Tutti i fiori vi son, che, pei giardini urbani e decaduti,

tra le muffe ed i funghi, s’ammalan da morirne,

e li altri che sboccian sfacciati e sgargianti,

penduli al davanzale d’equivoci balconi meretrici:

tutti i fiori cresciuti col sangue e colle lagrime ai detriti.

 

Per chi io canto questi fiori plebei e consacrati

dal martirio plebeo innominato,

in codesto sdegnoso rifiuto di prosodia,

per l’odio e per l’amore,

per l’angoscia e la gioja,

e pel ricordo e la maledizione,

per la speranza acuta alla vendicazione?

 

Ed è per voi, acefale ed oscure falangi,

uscite da un limbo di nebbie e di fumi,

tra il vacillar di fiamme porporine, in sulla sera,

dai portici tozzi e sospetti di nere officine?

ed è per voi, pei quali non sorride il sole,

schiavi curvi alla terra, che vi porta,

e rinnovate al torneo dell’annata,

ma non vi nutre, vostra?

ed è per voi, pallide teorie impietosite

di giovani, di vecchie e di bambine

inquiete tra la fede e i desiderii,

tra la tentazione della ricca città

e il pudor permaloso della verginità?

 

Per chi, per chi, questa lirica nuova,

che bestemia, sorride, condanna e sogghigna,

accento sonoro e composto dall’anima mia,

contro a tutti, ribelle e superbo,

in codesto rifiuto imperiale d’astrusa prosodia?...





20 Da Revolverate.



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