Antonia Pozzi
Parole

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La porta che si chiude

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La porta che si chiude

 

 

 

Tu lo vedi, sorella: io sono stanca,

stanca, logora, scossa,

come il pilastro d'un cancello angusto

al limitare d'un immenso cortile;

come un vecchio pilastro

che per tutta la vita

sia stato diga all'irruente fuga

d'una folla rinchiusa.

Oh, le parole prigioniere

che battono battono

furiosamente

alla porta dell'anima

e la porta dell'anima

che a palmo a palmo

spietatamente

si chiude!

Ed ogni giorno il varco si stringe

ed ogni giorno l'assalto è più duro.

E l'ultimo giorno

– io lo so

l'ultimo giorno

quando un'unica lama di luce

pioverà dall'estremo spiraglio

dentro la tenebra,

allora sarà l'onda mostruosa,

l'urto tremendo,

l'urlo mortale

delle parole non nate

verso l'ultimo sogno di sole.

E poi,

dietro la porta per sempre chiusa,

sarà la notte intera,

la frescura,

il silenzio.

E poi,

con le labbra serrate,

con gli occhi aperti

sull'arcano cielo dell'ombra,

sarà

– tu lo sai

la pace.

 

Milano, 10 febbraio 1931


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