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Corre incontro al sereno il folle vento
un'infinita, prodigiosa attesa.
Tornano i passi a strade abbandonate,
e la certezza
oh, tu ancora mi attendi
mascherato d'edera nera!
ancora, ancora
e me le baci
Urta il folle vento e si spezza
contro un cumulo greve di nubi.
senza respiro.
Oh, tu non torni,
tu non puoi tornare!
Ben altra pena,
ben altro sangue
dietro le nebbie grigie il sereno.
senza più sogni.
E il cielo è ormai tutto di perla
contro le croci nere dell'edera,
una fioraia ha deposto i suoi fiori.
e a consolarmi l'anima
che il grande ignoto miracolo,
della mia attesa prodigiosa,
si chiuda in queste bocche protese
che mordono con labbra di viola
che nella malinconia di una sera
calata sopra un'orma di vento,
per la mia primavera.