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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
discende quieta in grembo alla valle.
Passa sotto le nude volte dei castani
il morto fogliame dell'inverno,
il verde gracile che si rinnova
sulle prode scoperte. Le cose,
fatte più grigie, sembrano raccogliersi
persino la bianca acqua, che scende
da lontano, dall'alto e che stamane
in una mano, strettamente, i miei fiori
ripercorro il sentiero.
Nessuna donna, a ginocchi, risciacqua
lungo il fossato i suoi panni:
gli sgabelli spostati, capovolti
impediscono il passo.
C'è un'aria d'abbandono, oggi, pei campi,
un'aria di solitudine festiva
che fa più triste la tristezza dell'ora.
Ma davanti al cancello
del mio giardino
Per guardarmi,
per vedere com'è fatta
questa cosa curiosa che son io.
Me li trovo davanti all'improvviso,
senza scomporsi:
che ho io di loro assai più vergogna
che non essi di me.
del mio corpo, troppo pesanti,
Ed ecco, vorrei essere come loro,
più vicina alla loro piccolezza,
e non aver da dire
non aver da sorridere
come dietro una porta impenetrabile.
e chiudere
mi sento morire, mi sento morire di vergogna
davanti ai loro occhi tondi di passeri
che mi guardano di là dalle sbarre;
davanti alle loro animette
dagli uscioni sgangherati
senza smuovere mai
l'enorme catenaccio arrugginito...