Antonia Pozzi
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Sera sul sagrato

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Sera sul sagrato

 

 

 

Scesa dal monte, la chiesa

stupì – quando vide

il lago – e bianca

si fermò qui.

 

Ora sorregge

con la sua porta chiusa le mie spalle

stanche: s'aduna

nei miei occhi la pace

del suo gran volto

per guardare la sera.

 

Io guardo i cipressi vicini,

il villaggio, le sponde,

l'isola lunga, fasciata

di luci e di onde:

nell'isola,

nel profondo del bosco,

una casa, la casa del sogno

 

Io sento le tombe vicine

che pure non scorgotremare

in ogni erba che sgorga

ai miei piedi.

 

Io penso che ormai possa il cuore

sostare

se per lui laggiù battono

i grandi cuori invisibili

dei campanili

se un unico cielo

arde lento e confonde

in una luce estrema

i sogni, gli assenti

e i dolenti

desideri dei vivi

placa – facendoli veri

ed eterni.

 

3 novembre 1933


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