Antonia Pozzi
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I morti

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I morti

 

 

 

Siedon sul grembo dei prati

a un crocicchio di strade:

odon fruscìo di ruote per la china,

bimbi e cavalli saltare le siepi.

 

Sentono il tuono venire,

gli scrosci sul nudo fieno

(quando gli uomini per salvarlo

escono dalle case

coi corpi protesi alla terra).

 

Ogni sera,

prima che il campanile verde sbocci in suono,

si domandan se la cresta del monte

non disegni un bambino riverso

dormente su loro.

 

Poi, quando nel cavo degli occhi

corolle sperse di campane

scendono a bere,

lenti essi volgono il volto

ai cancelli:

se d'autunno un pastore s'attardi

senza timore a rompere il suo pane

e il gregge chiaro si prema alle sbarre.

 

Allora ridono i morti

piano fra loro:

sognano lieve e più calda la notte.

 

Pasturo, 8 settembre 1937


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