Antonia Pozzi
Parole

INEDITI

La stazioncina di Torre Annunziata

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

La stazioncina di Torre Annunziata

 

ad A.M.C.

 

 

C'era un disordinato andirivieni

di valige sfrangiate, penzoloni

su ghette e scarpe gialle da provincia,

che schizzavano dentro l'atrio grigio

dagli sbadigli bianchi delle porte

aperte sulla piazza e sui binari.

Gli sportelli sbarravano sul muro

uno stupore lucido, verdone;

un ombrello, testardo, s'impuntava

contro terra in un suo capriccio nero.

Né tu né io ci guardavamo in viso:

ma i miei occhi sentivan d'incontrarti.

Dove, non so. Forse in quel po' di cielo

che si vedeva sopra la tettoia

o in mezzo alle fumate carnicine

che il Vesuvio sbuffava senza posa

e il vento senza posa smozzicava.

Io mi sentivo libera e leggera

come quei fiocchi bianchi di pelurie

che si sprigionano dai pioppi, in maggio

e cercan l'alto come delle preci.

La tua voce era un mare di purezza:

ogni ombra di materia vi affogava.

A tratti le parole si frangevano

in sfumature lunghe di silenzio

e all'anima sembrava di vibrare

nuda nel vento e di sfiorare Dio.

 

Milano, 17 aprile 1929


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License