Antonia Pozzi
Parole

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Solitudine

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Solitudine

 

ad A.M.C.

 

 

Ho le braccia dolenti e illanguidite

per un'insulsa brama di avvinghiare

qualchecosa di vivo, che io senta

più piccolo di me. Vorrei rapire

d'un balzo e poi portarmi via, correndo,

un mio fardello, quando si fa sera;

avventarmi nel buio, per difenderlo,

come si lancia il mare sugli scogli;

lottar per lui, finché mi rimanesse

un brivido di vita; poi, cadere

nella più fonda notte, sulla strada,

sotto un tumido cielo inargentato

di luna e di betulle; ripiegarmi

su quella vita che mi stringo al petto

e addormentarla – e anch'io dormire, infine...

No: sono sola. Sola mi rannicchio

sopra il mio magro corpo. Non m'accorgo

che, invece di una fronte indolenzita,

io sto baciando come una demente

la pelle tesa delle mie ginocchia.

 

Milano, 4 giugno 1929


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