Antonia Pozzi
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L'operaio delle luci

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L'operaio delle luci

 

 

 

E sempre queste travi e questa polvere.

A volte

la tela ruvida dello scenario

si gonfia – accanto

alle mie mani, al mio viso.

Quando è stretta la scena

– una camera da letto

la tela allora va distante:

c'e aria

qui intorno al mio quadrante

d'interruttori bianchi e neri.

Una sera

ho guardato dall'orlo del sipario:

c'erano siepi pallide di volti

come pani crudi

in attesa nel forno di velluto.

Stanotte dovrò spegnere le luci

a metà della scena d'amore:

arrossiranno

laggiù le facce smunte, continuando

sole in mezzo al frastuono

il desiderio

di quel che non s'avvera.

 

Mi passerà vicina, calda, bianca,

abbrividendo con le spalle nude

all'aria dei ventilatori:

credo

che sarà verde stasera la sua veste.

 

n.d.




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