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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Bambina, ho visto che stasera hai pianto,
mentre la mamma tua sonava: pochi,
per questo pianto, i tuoi quindici anni.
So che forse noi siamo creature
nate tutte da un'ansia eterna: il mare;
e che la vita, quando fruga e strazia
l'essere nostro, spreme dal profondo
un po' del sale da cui fummo tratte.
Ma non sono per te le salse lagrime.
Lascia ch'io sola pianga, se qualcuno
suona, in un canto, qualche nenia triste.
La musica: una cosa fonda e trepida
come una notte rorida di stelle,
come l'anima sua. Lascia ch'io pianga.
Perch'io non potrò mai avere – intendi? –
né le stelle,
né lui.
Varese – Milano, 11 luglio 1929