Antonia Pozzi
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Vertigine

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Vertigine

 

 

 

Afferrami alla vita,

uomo. La cengia è stretta.

E l'abisso è un risucchio spaventoso

che ci vuole assorbire.

Vedi: la falda erbosa, da cui balza

questo zampillo estatico di rupi,

somiglia a un camposanto sconfinato,

con le sue pietre bianche.

Io mi vorrei tuffare a capofitto

nella fluidità vertiginosa;

vorrei piombare sopra un duro masso

e sradicarlo e stritolarlo, io,

con le mie mani scarne;

strappare gli vorrei, siccome a croce

di cimitero, una parola sola

che mi desse la luce. E poi berrei

a golate gioiose il sangue mio.

 

Afferrami alla vita,

uomo. Passa la nebbia

e lambe e sperde l'incubo mio folle.

Fra poco la vedremo dipanarsi

sopra le valli: e noi saremo in vetta.

 

Afferrami alla vita. Oh, come dolci

i tuoi occhi esitanti,

i tuoi occhi di puro vetro azzurro!

 

Pasturo, 22 agosto 1929


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