Antonia Pozzi
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Vicenda d'acque

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Vicenda d'acque

 

 

 

La mia vita era come una cascata

inarcata nel vuoto;

la mia vita era tutta incoronata

di schiumate e di spruzzi.

Gridava la follia d'inabissarsi

in profondità cieca;

rombava la tortura di donarsi,

in veemente canto,

in offerta ruggente,

al vorace mistero del silenzio.

 

Ed ora la mia vita è come un lago

scavato nella roccia;

l'urlo della caduta è solo un vago

mormorio, dal profondo.

Oh, lascia ch'io m'allarghi in blandi cerchi

di glauca dolcezza:

lascia ch'io mi riposi dei soverchi

balzi e ch'io taccia, infine:

poi che una culla e un'eco

ho trovate nel vuoto e nel silenzio.

 

Milano, 28 novembre 1929


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