Antonia Pozzi
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Largo

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Largo

 

 

 

O lasciate lasciate che io sia

una cosa di nessuno

per queste vecchie strade

in cui la sera affonda

 

O lasciate lasciate ch'io mi perda

ombra nell'ombra

gli occhi

due coppe alzate

verso l'ultima luce

 

E non chiedetemi – non chiedetemi

quello che voglio

e quello che sono

se per me nella folla è il vuoto

e nel vuoto l'arcana folla

dei miei fantasmi

e non cercate – non cercate

quello ch'io cerco

se l'estremo pallore del cielo

m'illumina la porta di una chiesa

e mi sospinge a entrare

 

Non domandatemi se prego

e chi prego

e perché prego

 

Io entro soltanto

per avere un po' di tregua

e una panca e il silenzio

in cui parlino le cose sorelle

Poi ch'io sono una cosa –

una cosa di nessuno

che va per le vecchie vie del suo mondo

gli occhi

due coppe alzate

verso l'ultima luce

 

Milano, 18 ottobre 1930


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