Antonia Pozzi
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Notturno invernale

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Notturno invernale

 

 

Così lieve è il tuo passo, fanciullo,

che quasi non t'odo,

dietro me, sul sentiero.

E così pura è l'ora, così puro

il lume delle grandi stelle

nel cielo viola

che l'anima schiarisce

dentro la notte

come i tetri pini che albeggiano

nel biancore della neve.

Un alto sonno tiene la foresta

ed i monti

e tutta la terra.

Come una grazia cade

dal cielo il silenzio.

Ed io ti sento l'anima battere,

dietro il silenzio,

come un filo vivo di acque

dietro un velo di ghiaccio

e il cuore mi trema,

come trema il viandante

quando il vento gli porta

attraverso la notte

l'eco d'un altro passo

che segue il suo cammino.

Fanciullo, fanciullo,

sopra il mio cammino,

che va per una landa senza ombre,

sono i tuoi puri occhi

due miracolose corolle

sbocciate a lavarmi lo sguardo.

Fanciullo, noi siamo

in quest'ora divina

due rondini che s'incrociano

nell'infinito cielo,

prima di mettersi in rotta

per plaghe remote.

E domani saremo

soli

col nostro cuore

verso il nostro destino.

Ma ancora, nel profondo, tremerà

il palpito lontano delle ali sorelle

e si convertirà

in nuova ansia di volo.

 

gennaio 1931


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