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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
88. — Come abbiamo premesso le macchine pneumatiche a stantuffo, funzionanti
col principio dianzi spiegato, son dotate di perfezionamenti costruttivi
destinati a migliorarne gli effetti. — Così nel modello più comune (fig. 70) la
valvola z è sostituita da un tappo conico che viene direttamente
manovrato, nel senso opportuno, col moto alternativo dello stantuffo. E inoltre
lavorano insieme due corpi di tromba, anzichè uno, in modo che l’uno discende
quando l’altro sale. Questa disposizione, oltre al vantaggio della maggiore
rapidità, permette di eliminare l’inconveniente grave del grande sforzo che
occorre per sollevare lo stantuffo (contro la pressione atmosferica che gli
grava sopra) appena comincia la rarefazione all’interno; a tal fine le aste
reggenti gli stantuffi sono impegnate in un’unica ruota a denti, così da controbilanciare,
per il loro moto contrapposto, gli effetti del peso esercitato dall’atmosfera.
Un organo importante della macchina pneumatica è il provino (fig. 71) costituito da un tubo a U chiuso a un estremo e pieno (tranne che nella parte superiore del ramo aperto) di mercurio. Quando la pressione dell’aria che grava sul mercurio del ramo aperto comincia a diminuire, al di sotto di un certo limite, il mercurio discende dal ramo chiuso, ove si forma il vuoto torricelliano. E si porterebbe allo stesso livello nei due rami se l’aria della campana potesse estrarsi interamente. In realtà con le macchine pneumatiche descritte si riesce solo a rarefare l’aria fino a un certo limite, e il dislivello raramente è inferiore ad alquanti millimetri. Con altre macchine, di cui daremo ora un accenno, la pressione nel recipiente può essere ridotta a una frazione piccolissima di millimetro.