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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
89. — Macchina a
mercurio di Geissler. — Una camera di vetro A (fig. 72) comunica,
per mezzo della canna di vetro C e del tubo di gomma D, con un pallone mobile
B, pieno di mercurio. — Portando questo in alto per mezzo della manovella M, il
mercurio invade il pallone A, il quale attraverso la serie di rubinetti L, I e
l’imbuto N comunica con l’aria libera, mentre attraverso il rubinetto E
comunica coll’essiccatore C e quindi con i tubi H ove son innestati i
recipienti da vuotare.
Durante il sollevamento di B teniamo chiuso E e apriamo L ed I; il mercurio invaderà la camera A, scacciandone l’aria attraverso la via LIN. Quando il mercurio sarà giunto in I, chiudiamo i rubinetti I ed L e abbassiamo il pallone B. Il mercurio contentato in A tornerà indietro verso B, lasciando il vuoto dietro a sè, cosicchè aprendo E l’aria del recipiente da vuotare si precipiterà nella camera A. Torniamo a chiudere E, e solleviamo B in modo da espellere per L ed I l’aria di A; riabbassando B si riformerà il vuoto in A, e così di seguito, fino a raggiungere la rarefazione richiesta.
Nelle
pompe più moderne, fondate sul principio di quella di Geissler, son soppresse
le manovre dei rubinetti, mentre le comunicazioni tra le diverse parti della
macchina sono affidate allo stesso mercurio, che le compie automaticamente
nelle salite e discese di B. Si ha con ciò l’altro vantaggio di eliminare le
chiusure dei rubinetti, che non possono essere ermetiche. È poi indispensabile,
oltre che evitare le chiusure difettose, disseccare con la massima cura la
pompa e il recipiente da vuotare.