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18. Forze. — È adunque necessario l’intervento di una causa esterna perchè si abbia una modificazione nella velocità e nella direzione del moto di un corpo; a queste cause esterne si dà il nome di forze.
Lanciando verso l’alto un corpo pesante, la sua velocità va progressivamente diminuendo per l’azione della forza di gravità; per la medesima forza abbandonando un corpo da una certa altezza esso si muove verticalmente con velocità crescente, e, sempre per essa, un proiettile lanciato in una certa direzione viene deviato a ogni istante nel suo moto che diviene perciò curvilineo. In tutti i casi in cui si constata una variazione di velocità in un corpo in moto si può riconoscere l’azione di una o più forze, alcune acceleratrici, se agiscono nel senso del moto, altre ritardatrici se agiscono in senso opposto, e i cui effetti si elidono solo quando il moto del corpo è uniforme e rettilineo, o se il corpo resta in riposo. Si dice allora che le forze si fanno equilibrio.
Si può quindi riconoscere la presenza di una forza dal fatto che un corpo resta in quiete, malgrado su esso agisca già un’altra forza. Così se noi cerchiamo di separare con le mani un corpo in due parti e non vi riusciamo, diciamo subito che tra le parti del corpo si esercitano delle forze che si oppongono al loro allontanamento; sono le forze molecolari o di coesione, che nell’esempio citato si oppongono alle nostre forze muscolari.