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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
36. Camera
oscura. — Supponiamo adesso che avanti a un foro sottile, praticato
in una parete di una stanza buia, sia disposto un oggetto luminoso o
illuminato, per es. il triangolo ABC fig.
34); la parete opposta sia invece tappezzata con un foglio di tela o di carta
bianca. Ciascun punto dell’oggetto, come A, manda raggi in tutte le direzioni, ma nella stanza buia
penetra attraverso il foro solo un fascetto conico che ha per vertice A, e illumina una porzione
ellittica A’ della parete opposta, lasciando al buio tutto il resto: il
punto B farà lo stesso in B’, il punto C in C’, cosicchè sullo schermo si vedranno delle macchiette ellittiche
luminose, in corrispondenza dei punti A, B, C, e disposte in modo da riprodurre la
successione dei punti luminosi ABC. Si avrà un’immagine A’B’C, capovolta, composta di tante
piccole ellissi quanti sono i punti luminosi dell’oggetto ABC. Così se
un punto del triangolo è nero, mancherà in A’B’C’ la piccola ellisse
corrispondente; e si vedrà perciò un pezzetto dell’immagine non illuminata,
come se vi fosse un punto nero. L’immagine sarà tanto più netta quanto più il
foro è sottile, come è facile intendere, nè la forma del foro avrà alcuna
influenza, poichè se essa fosse, ad esempio, quadrata o triangolare, l’immagine
sarebbe ancora riconoscibile, pur essendo formata da tanti piccoli quadrilateri
o triangoli, che a distanza appariranno sempre come punti; così come noi
riconosciamo la forma delle lettere nelle grandi iscrizioni delle réclames luminose,
qualunque sia la forma di ciascuna delle lampadine il cui insieme rappresenta
le lettere.