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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
46. Rifrazione attraverso a un prisma. — Un mezzo rifrangente limitato da due facce piane AB, AG (fig. 52), e da una superficie qualsiasi BG, dicesi in Ottica prisma. Un raggio luminoso come SI, di un sol colore, devia alla prima faccia, prendendo la direzione IR; e uscendo dalla seconda faccia subisce una nuova deviazione secondo RT che, come la prima, lo allontana dal vertice A. La deviazione totale del raggio è misurata dall’angolo d; l’angolo i dicesi di incidenza, l’angolo e di emergenza.
La
deviazione d muta inclinando diversamente, rispetto alla faccia AB, il
raggio incidente SI; e si dimostra che essa acquista il più piccolo valore
quando l’angolo i è eguale all’angolo e, e perciò quando il raggio IR entro il prisma è normale alla
bisettrice dell’angolo A, ovvero il triangolo AIR è isoscele. In conseguenza,
lasciando fermo il raggio incidente SI e ruotando in modo continuo il prisma,
ruota pure il raggio rifratto; e questo per una conveniente posizione del
prisma si allontana meno dalla primitiva direzione, e se ne allontana più per
tutte le altre.
La deviazione diminuisce impiccolendo l’angolo rifrangente A del prisma; e per un angolo zero, cioè per due facce parallele (fig. 53), il raggio RT diviene parallelo al raggio incidente SI, subendo solo uno spostamento laterale.