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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
48.
Lenti convergenti. — Con le restrizioni suddette si dimostrano
per le lenti convergenti le seguenti
proprietà, analoghe a quelle trovate per gli specchi.
1°. Un fascio di raggi paralleli all’asse principale converge dopo la rifrazione in un punto F dell’asse chiamato fuoco principale (fig. 56). Ci saranno perciò due fuochi dalle due parti della lente, e a eguale distanza da questa nelle lenti sottili.
2°. Un fascio di raggi, partenti da un punto, dopo la rifrazione passa ancora per un altro punto, detto fuoco coniugato del primo.
3°. Un raggio passante pel centro ottico prosegue il suo cammino come se la lente non esistesse.
4°. Un raggio passante pel fuoco emerge parallelamente all’asse principale.
In base a queste
regole si può trovare (fig. 57) facilmente il punto coniugato del punto
luminoso B; il raggio BM si rifrangerà per la regola 1a in MF’; il
raggio BO proseguirà indisturbato per la regola 3a; e tutti i raggi
partiti da B concorreranno nel punto B’ d’incontro di MF’ e BO, per la regola 2a.
Come riprova il raggio BF che, per la regola 4a, emerge
parallelamente all’asse principale, incontra gli altri due nello stesso punto
B’. La lente adunque trasforma il cono divergente BMON in un cono convergente
in B’; e se il punto B è vivamente luminoso, e si dispone al di là della lente
un foglio di carta , questa taglierà il cono dei raggi emergenti in una regione
illuminata, che diverrà più stretta e più luminosa quando il foglio si avvicina
a B’; e se il foglio è in B’A’, si avrà su di esso un punto vivamente
illuminato, imagine reale del punto B. Ai diversi punti più o meno
luminosi di un oggetto AB corrisponderanno dei punti immagine similmente
disposti sul foglio, e su questo si dipingerà una imagine reale capovolta
dell’oggetto stesso.
La posizione dell’immagine cambia, come negli specchi, portando l’oggetto a diverse distanze dalla lente. Si possono prevedere con le regole grafiche e ritrovare con l’esperienza le seguenti proprietà, rappresentate nella fig. 58.
1.
Quando l’oggetto si sposta da una distanza grandissima fino a una distanza
doppia di quella focale l’immagine è reale, capovolta e impiccolita, e si
sposta dal fuoco fino al doppio della distanza focale. Funzionano in queste
condizioni gli obbiettivi delle
macchine fotografiche.
2. Quando l’oggetto si porta dal doppio della distanza focale fino al fuoco, l’immagine è reale, capovolta, ingrandita e si porta dal doppio della distanza focale fino a distanza grandissima. Funzionano in tal modo gli obbiettivi da proiezione; ed è chiaro che lo stesso obbiettivo può servire in questo e nel 1° caso.
3.
Finalmente quando l’oggetto è disposto tra il fuoco e la lente (fig. 59) i raggi che partono da ogni
punto provano una diminuzione di divergenza traversando la lente, ma restano
ancora divergenti. Si hanno allora immagini virtuali, come nel caso analogo
incontrato negli specchi concavi; e l’immagine A’B’, osservabile direttamente
col ricevere i raggi nell’occhio, è ingrandita e diretta. Funzionano in tal
modo gli oculari o le lenti d’ingrandimento.