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LA CORRENTE ELETTRICA. La corrente elettrica nei conduttori metallici. 105. Correnti termoelettriche |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
105. Correnti termoelettriche. — Seebeck scoperse nel 1821 che formando un circuito chiuso con due metalli diversi A, B (fig. 136), saldati fra loro nei punti P e Q, una corrente circola nel sistema appena tra le due saldature P e Q esista una differenza di temperatura. La corrente ottenuta dipende dalla forza elettromotrice termoelettrica, e dalla resistenza totale del circuito, secondo la legge di Ohm.
Quanto
alla forza elettromotrice essa dipende dalla natura dei metalli in contatto e
dalla differenza di temperatura delle saldature. Ma è, in generale, molto debole;
così con bismuto e antimonio, finchè le temperature dei contatti son comprese
tra 0° e 100°, la f. e. m. è sensibilmente proporzionale alla differenza delle
due temperature, in ragione di 50 milionesimi di volta per ogni grado di
differenza; ed è solo di 8 milionesimi di volta per grado nella coppia
ferro-rame. Pur trattandosi di forze elettromotrici così piccole, esse dànno
luogo a correnti che un galvanometro, intercalato nel circuito, può con gran
facilità misurare, specialmente ricorrendo a una successione di contatti tra
due metalli a, b, (fig.
137) disposti a zig-zag, in modo che si possano facilmente riscaldante
connessioni di posto dispari (come 1, 3, 5, 7) o quelle di posto pari (2, 4, 6,
8): agli estremi eguali a della serie
si otterrà una forza elettromotrice quadrupla (nel caso della figura) di quella
dovuta a una coppia sola, poichè, com’è facile riconoscere, le forze e. m.
dovute alle singole coppie si sommano in virtù dell’artificio di riscaldare le
sole saldature dispari, o le sole pari.
Riunendo appunto delle bacchette di bismuto e antimonio, Melloni ottenne la sua celebre pila termoelettrica, che associata al galvanometro del Nobili costituì un ricevitore sensibilissimo di energia raggiante termoluminosa. La pila termoelettrica e il bolometro rivaleggiano ancora nel loro potere di mettere in evidenza le minime variazioni di temperatura dovute all’irraggiamento. Ma i modelli primitivi, rispettivamente del Melloni e del Langley, hanno subito notevoli perfezionamenti, e la sensibilità è stata ancora accresciuta per l’impiego dei galvanometri molto sensibili che si costruiscono adesso; sono da segnalare gl’importanti risultati ottenuti da Rubens, Paschen, Lummer ecc.
Ricorderemo ancora la pila di Le-Chatelier, composta di due fili di platino e di platino-iridiato, che è lo strumento più comodo per misurare le alte temperature dei forni.
La f. e. m. termoelettrica non è rigorosamente proporzionale alla differenza di temperatura tra i contatti; così, nella fig. 136, tenendo costante la temperatura di P e aumentando progressivamente quella di Q, la f. e. m. ottenuta aumenta in principio, raggiunge un valore massimo per un valore della temperatura di Q detto punto neutro della coppia, poi comincia a diminuire, fino a che si annulla a un’altra temperatura, detta punto d’inversione, al di là del quale cambia di senso. Si noti però che il punto neutro non dipende dalla temperatura dell’altro contatto P, mentre il punto d’inversione ne dipende notevolmente, ed è tanto lontano dal punto neutro, quanto questo è lontano dalla temperatura arbitraria di P. Così per la coppia ferro-rame il punto neutro è 275°; perciò se P è a 0°, la corrente s’invertirà quando Q raggiunge la temperatura di 550°, mentre se P è a 250° l’inversione avverrà appena Q è a 300°.