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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
110. La spiegazione delle leggi di Faraday è immediata nella teoria della dissociazione elettrolitica. Dappoichè ciascun ione della soluzione porta una carica invariabile, e la carica totale trasportata sugli elettrodi in un certo tempo è eguale alla quantità d’elettricità che circola fra la pila e il voltametro, s’intende subito che il peso della sostanza liberata all’elettrodo debba essere proporzionale alla quantità totale di elettricità che traversa il circuito contenente il voltametro.
Inoltre abbiamo detto che tutti gli ioni monovalenti, qualunque sia la loro natura chimica, portano la medesima carica elettrica; gli ioni bivalenti possiedono una carica doppia della precedente e così via. Si riconosce allora che la stessa quantità d’elettricità sarà trasportata sugli elettrodi da un certo numero d’ioni monovalenti, o da un numero metà di ioni bivalenti ecc.; e che perciò il peso dell’elemento deposto dal passaggio d’una data quantità d’elettricità sarà proporzionale al peso atomico per gli elementi monovalenti, al peso atomico diviso per due per i bivalenti, e in generale al peso atomico diviso per la valenza.
La carica trasportata da un ione monovalente è così una costante universale, ed è chiamata carica ionica. Il celebre Helmholtz fece osservare che questo fatto induce a ritenere che anche l’elettricità abbia una struttura atomica, o granulare, e che l’atomo d’elettricità sia appunto la carica ionica; gli ioni monovalenti avrebbero un atomo d’elettricità, i bivalenti due atomi d’elettricità e così via. Queste considerazioni hanno avuto un’importanza capitale nella teoria degli elettroni, i quali sarebbero appunto gli atomi d’elettricità associabili agli atomi materiali, e che si son potuti riconoscere come individualità distinte in alcuni fenomeni di cui ci occuperemo nel seguente capitolo.
La carica elettrica d’un elettrone, che è la quantità
d’elettricità trasportata da un ione monovalente, può essere valutata con una
certa sicurezza. Abbiamo detto, invero, che 1 coulomb di carica elettrica è
trasportato nell’elettrolisi da un peso d’idrogeno eguale a mg. 0,010368 = gr.vi corrisponde a 0° e a 76 cm. di pressione un volume
d’idrogeno eguale a cm3 0,123; e poichè in 1 cm3 d’un gas
qualsiasi son contenute (vol. 1° §9 8) circa 4 × 1019 molecole e
quindi un numero doppio 10 × 1019 di atomi d’idrogeno, la cui
molecola è biatomica, è chiaro che ciascun atomo d’idrogeno allo stato di ione
trasporterà una carica elettrica di circa 1,1 × 10-19 coulomb.