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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
139. Tipi di pile a due liquidi. — Pila daniell. — In un bicchiere di vetro (fig. 162) è contenuta la soluzione di acido solforico, e la lamina di zinco Z in forma di cilindro cavo. Entro questo è immerso un vaso poroso contenente una soluzione satura di solfato di rame, e un cilindro cavo di rame C. In questa pila l’idrogeno, invece di depositarsi sul rame, reagisce col solfato di rame, producendo acido solforico e rame metallico, che si deposita sulla lamina, senza inconvenienti, evitando la polarizzazione.
Nella
pila Daniell si può ricorrere, invece che a una soluzione di acido solforico, a
una soluzione di solfato di zinco (pila Carrè). La f. e. m. di una pila Daniell
è di circa 0,98 Volta; la sua potenza specifica è di circa 0,3 Watt per ogni
chilogrammo di peso della pila completa.
Pila bunsen. — Invece della soluzione di solfato di rame il liquido depolarizzante è costituito da acido nitrico; la lamina positiva è un prisma di carbone di storta.
In questa pila e nella precedente, per fare che lo zinco sia attaccato dai liquido eccitatore solo quando la pila è traversata dalla corrente, e in ragione della quantità di elettricità passata, il che è di grande importanza dal punto di vista economico, bisogna amalgamare la superficie dello zinco, cioè, mentre questa è ben pulita, stropicciarvi sopra del mercurio.
La pila Bunsen ha una f. e. m. di circa 1,8 volta. L’acqua acidulata deve contenere 1/20 in volume di acido solforico. L’acido nitrico deve essere concentrato a più di 30° Beaumé.
In
queste condizione la pila, per il passaggio della corrente di un ampére durante
un’ora, consuma 1,3 grammi di zinco.
Pila grenet. — In questa pila (fig. 163) il liquido depolarizzante è mescolato al liquido eccitatore; si ottiene tale miscuglio sciogliendo gr. 100 di bicromato di potassio in un litro di acqua bollente con gr. 50 di acido solforico.
Gli elettrodi sono uno di carbone e uno di zinco in lastre molto vicine; siccome lo zinco è attaccato anche in circuito aperto, un dispositivo semplice lo solleva dal liquido quando la pila non è in funzione. Questo elemento e i suoi derivati son poco economici nel funzionamento, ma permettono, per poco tempo, di aver correnti assai intense; infatti la loro f. e. m. è superiore a 2 volta, e la resistenza che oppone il liquido al passaggio della corrente è ben piccola, per l’assenza del vaso poroso, e la vicinanza degli elettrodi.
Pila leclanchè. — Questa pila (fig. 164), utile solo per correnti di breve durata, ha per liquido eccitatore una soluzione di cloruro di ammonio (sale ammoniaco) in cui pesca la bacchetta di zinco; e per depolarizzatore un miscuglio solido di coke polverizzato e biossido di manganese, circondante un prisma di carbone di storta.