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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
146. Dinamo a correnti alternate. — Immaginiamo un telaio (figura 165) sul quale sia avvolto del filo metallico in spire formanti unico circuito, e avente gli estremi saldati a due anelli a, b.
Si disponga il telaio in un campo magnetico, e gli si imprima un rapido moto di rotazione intorno a un asse perpendicolare al campo.
Durante
la rotazione il flusso di forza attraverso il telaio, grandissimo se è intenso
il campo e numerose le spire, cambierà di valore in modo continuo: esso sarà
nullo quando il telaio ha le sue spire disposte parallelamente al campo,
massimo se le spire son perpendicolari al campo stesso, e in quest’ultimo caso
per un mezzo giro il flusso tornerà a essere massimo, ma penetrerà nel telaio
per la faccia opposta a quella per cui penetrava prima. In conseguenza di
queste variazioni del flusso, tra gli estremi del circuito, cioè tra gli
anelli, avremo una forza elettromotrice che sarà in un senso quando il flusso
aumenta, in senso inverso quando il flusso diminuisce, che sarà cioè alternata.
Una tale f. e. m. agendo agli estremi di un circuito collegato per mezzo di
due contatti striscianti agli anelli, vi genererà una corrente pure alternata,
e precisamente tale che la corrente riprende il senso e il valore di prima a
ogni rotazione intera del telaio.
In questo, come negli altri casi, il circuito disposto sul telaio prende il nome di indotto o armatura, il sistema che produce il campo in cui l’indotto si muove prende il nome di sistema induttore, e il sistema degli anelli e dei contatti striscianti (spazzole) destinato al raccoglimento delle correnti si dice collettore.
Se insieme al telaio precedente si muovono intorno allo stesso asse, e quindi nello stesso campo, due altri telai identici, in ciascuno dei tre si svilupperà una forza e. m. alternata. Ma se gli altri due telai passano per la posizione già occupata dal primo successivamente uno dopo l’altro, e con l’intervallo di un terzo del periodo, il che avverrà se i piani dei tre telai sono inclinati tra di loro di un angolo di 120°, allora le tre f. e. m. generate in ciascuno avranno il loro massimo l’una dopo l’altra a ⅓ di periodo di intervallo, si invertiranno con lo stesso ritardo, in una parola ognuna seguirà identicamente le stesse vicissitudini della precedente, ma tutto con un ritardo di ⅓ di periodo. Se ai tre telai son rilegati tre circuiti identici, lo stesso avverrà delle correnti che traversano i tre circuiti. Ora queste tre correnti prendono il nome di correnti trifasiche ed hanno delle proprietà importantissime, sopratutto per i trasporti di energia a distanza. Per esempio, i tre telai possono avere un estremo comune, e gli altri tre estremi rilegati a tre fili contenenti i vari ricevitori, e facienti insieme capo a un punto comune.
È perciò che le correnti trifasiche vengon tramesse a distanza per mezzo di tre fili soltanto invece di sei (tre per l’andata e tre per il ritorno), poichè data la natura alternante della corrente e lo spostamento delle alternazioni dall’una all’altra, ciascuna, come si dimostra, funziona da corrente di ritorno delle altre due.