Orso Mario Corbino
Nozioni di Fisica per le scuole secondarie Vol. II

ELETTROTECNICA

Produzione industriale della corrente elettrica.

148. Sistema induttore della dinamo

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

148. Sistema induttore della dinamo. — In tutto quello che abbiamo detto è supposto che l’armatura della dinamo si muova in un campo generato da magneti o elettromagneti indipendenti. Ma per le dinamo a correnti continue gli elettromagneti induttori si possono eccitare con tutta, o con parte della corrente che la stessa dinamo sviluppa. Se, per esempio, il circuito esterno per cui passerà la corrente sviluppata comprende anche la elettrocalamita induttrice, basterà la magnetizzazione residua del nucleo degli induttori, che non è mai nulla, per sviluppare una debole corrente, la quale, passando per il solenoide avvolgente l’induttore, se è in senso conveniente, ne accresce la magnetizzazione, con che si accrescerà la corrente indotta, e così via; si esprime ciò dicendo che la macchina è autoeccitatrice. La spiegazione che qui si è data della autoeccitazione non risponde interamente al vero, e anzi in certi casi conduce a dei risultati interamente opposti all’esperienza: ma ad ogni modo il fatto sussiste. Ora l’eccitazione degli induttori si può ottenere in tre modi: o si può far funzionare da corrente magnetizzante la totalità della corrente sviluppata dalla macchina, cioè far percorrere alla corrente stessa successivamente il circuito esterno e quello induttore, e allora la dinamo si dice in serie (fig. 168); ovvero si può utilizzare la tensione esistente agli estremi del circuito esterno, cioè del collettore, per derivare una parte della corrente sviluppata nel circuito induttore, e allora la dinamo si dice in derivazione (fig. 169); ovvero si può ricorrere a un sistema misto, detto ed eccitazione compound.

Nel primo caso al diminuire della resistenza esterna cresce l’intensità della corrente, e con essa la magnetizzazione dell’induttore, e quindi la forza elettromotrice della macchina; cioè al crescere della portata della macchina in ampére, cresce la sua f. e. m.; nel secondo caso al crescere della resistenza esterna, e quindi al diminuire della portata in ampére, passa un’intensità maggiore nell’induttore, con che si accresce la f. e. m. della macchina; nel terzo caso infine, per una combinazione opportuna dei due sistemi, si comprende come si possa ottenere che la macchina dia una f. e. m. costante entro limiti piuttosto estesi dell’erogazione nel circuito esterno.


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License