Orso Mario Corbino
Nozioni di Fisica per le scuole secondarie Vol. II

ELETTROTECNICA

Apparecchi industriali per le misure elettriche.

154. Misuratori di energia elettrica, o contatori o wattorametri

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154. Misuratori di energia elettrica, o contatori o wattorametri. — Sono gli apparecchi che le società fornitrici dell’energia elettrica collocano in ciascun impianto privato, per il computo dell’energia consumata. Tale energia può valutarsi in joule, che è l’energia ricavata dall’impiego della potenza di un watt per un minuto secondo, ovvero in wattora, che è l’energia ricavata dall’impiego della potenza di un watt per un’ora. Si intende da il significato delle parole etto-watt-ora, kilo-watt-ora ecc.

Se ne conoscono moltissimi tipi. Daremo solo un cenno del funzionamento del misuratore di Thomson, da cui derivano moltissimi altri (misuratore Schückert ecc.).

Il misuratore Thomson è appunto un vero motorino elettrico, nel quale il campo induttore è dato da una spirale a filo grosso percorsa dalla totalità della corrente usufruita dall’abbonato, mentre l’indotto, resistentissimo perchè di filo molto fine, è, per mezzo di un piccolo collettore in argento disposto in derivazione ai poli del circuito dell’abbonato.

Nell’indotto passa sempre una corrente proporzionale, come nei Voltimetri, alla tensione esistente agli estremi nel circuito; appena in questo passa una corrente, per es., per l’accensione di lampade, il motorino si mette in azione.

L’albero dell’indotto porta un disco di rame che si muove tra i poli di alcune calamite; per fenomeni di induzione il movimento del disco viene allora ostacolato, come se le calamite destassero nell’intorno del disco una speciale viscosità.

E si dimostra che il numero totale di giri compiuto dall’apparecchio in un certo tempo è proporzionale all’energia consumata in quel tempo dall’abbonato; quindi quel numero di giri, valutato con un contagiri opportuno, potrà esser ridotto facilmente in watt-ora consumati. Ciò si fa direttamente coi numeri scritti sui quadranti nei quali si spostano le lancette del contagiri, e che permettono di leggere senz’altro il valore dell’energia consumata, come nei contatori a gas per il consumo in metri cubi.

I misuratori vengono ordinariamente forniti al pubblico dalle società esercenti la vendita dell’energia elettrica. Al contrario di quanto avviene per i misuratori a gas, nessuna legge finora prescrive che essi debbano venire controllati dalle Autorità Governative. Può quindi essere utile indicare come si possa procedere per tale verifica.

Bisogna disporre: di un amperometro di precisione, di una batteria di lampade, di un orologio, e, se la tensione fornita non è conosciuta in modo certo, anche di un voltimetro.

Si dispone quindi un circuito comprendente le lampade e l’amperometro, dopo aver prima valutato la tensione, qualora essa non sia nota di già.

Osservata la posizione iniziale del contatore, si chiude il circuito, segnando contemporaneamente l’ora segnata dall’orologio; si legge il numero di ampére della corrente utilizzata, e si aspetta un certo tempo, per esempio un’ora. In questo tempo l’amperometro darà indicazioni sensibilmente costanti, se anche la tensione è costante. Alla line esatta dell’ora si interrompe la corrente, e si va a guardare la nuova indicazione del contatore. Per differenza con la precedente sua indicazione si avrà il numero di watt-ora registrati dall’apparecchio.

Questo numero deve trovarsi uguale a quello che si ottiene valutando direttamente l’energia consumata, cioè moltiplicando il numero di ampére per il numero di volta e per il tempo, che in questo esempio ha il valore uno, poichè l’esperienza è durata un’ora.

Ordinariamente i misuratori, per ragioni inerenti alla loro costruzione meccanica, non si mettono in moto se si utilizza una potenza che sia circa l/50 della potenza massima per cui sono adatti. Così un misuratore adatto per valutare l’energia consumata da 50 lampade non si mette in moto se se ne accende una sola. Ma questo limite di avviamento non è lo stesso per i vari misuratori.

 


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