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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
9. Dilatazione dei gas. — Nel caso dei gas, i più dilatabili tra tutti i corpi, l’aumento di capacità del recipiente costituisce un piccolo termine correttivo, del quale noi possiamo, in questo studio elementare, anche non tener conto.
Ma poichè i gas hanno un volume notevolmente variabile a seconda della pressione cui son sottoposti, per studiare gli effetti del calore noi dovremo precisar bene la pressione alla quale il gas si trova prima e dopo il riscaldamento.
Lo studio della dilatazione può esser fatto in due condizioni particolarmente semplici: si può cioè lasciare invariata la pressione cui il gas soggiace (dilatazione a pressione costante) e misurare le variazioni di volume per il riscaldamento; oppure costringere il gas a conservare invariato il volume primitivo, aumentando convenientemente la pressione, e misurare la nuova pressione (dilatazione a volume costante).
Nel primo caso vale una legge, detta di Gay-Lussac, per la quale
il coefficiente di dilatazione è all’incirca per tutti i gas.
Ponendo cioè, come nella (3),
si ha per tutti i gas, sensibilmente,
In realtà i valori di α si allontanano alquanto dal valore suddetto, specialmente per i gas che possono facilmente liquefarsi, cioè per quei gas che, come vedemmo, si allontanano alquanto dal comportamento richiesto dalla legge di Boyle. Il seguente specchietto serve a dare un’idea di queste deviazioni dalla legge di Gay-Lussac:
|
α |
Quando il gas è costretto a conservare un volume costante, aumenta di tensione, proporzionalmente alla tensione iniziale e alla temperatura. Chiamando quindi coefficiente di tensione l’aumento di tensione dell’unità di tensione per il riscaldamento di 1°, si può dimostrare, con un procedimento analogo a quello seguito per stabilire la formola (1), che tra la pressione Ht a t° e la pressione H0 a 0° sussiste la relazione
ove α’ denota il coefficiente di tensione.
Per un gas che segue la legge di Boyle dev’essere
a’ = a (7)
Infatti se dapprima il gas si dilata alla pressione costante H0, sarà
Alla nuova temperatura t, tenuta costante, comprimiamo il gas finchè il volume Vt diventi quello di prima V0. Se la legge di Boyle è seguita la nuova pressione Ht sarà tale che
cioè si avrà
ovvero
E confrontando quest’ultima con la (6), si vede che la (7) dev’essere vera.
In realtà però, per le deviazioni dalla legge di Boyle, i valori di α non sono esattamente uguali ai corrispondenti di α’. Quando però si tratti di un gas ideale, che obbedisca cioè alla legge di Boyle e a quella di Gay-Lussac, son valide insieme la (5), la (5 bis), e la (8); si noti però che il gas ideale è una pura concezione teorica, dalla quale si scostano alquanto i gas reali, specialmente i più facilmente liquefacibili.