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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
28. Igrometria. — L’aria
atmosferica, per l’evaporazione delle acque del mare e dei corpi umidi
esistenti alla superficie terrestre, contiene sempre una certa quantità di
vapore, essenzialmente variabile. Si indichi con A la quantità di
vapore contenuta in un certo volume e con B la quantità che dovrebbe
esservi contenuta nello stato di saturazione: il rapporto dicesi umidità
relativa nelle condizioni considerate. Si può dimostrare poi, sulla base
delle proprietà dei vapori, che quel rapporto è uguale al rapporto
della tensione attuale
f del vapore per la tensione massima F
relativa alla temperatura dell’ambiente. Si chiamano igrometri alcuni
strumenti che servono a misurare quel rapporto, cioè l’umidità relativa o lo stato
igrometrico dell’aria.
Ce
n’è degli empirici, come l’igrometro a capello (fig. 27), fondato sugli
allungamenti o le contrazioni che subisce un capello disteso a seconda
dell’umidità atmosferica, e che si traducono, per l’avvolgimento del filo su
una carrucola A, in
spostamenti d’un indice su un arco graduato. Questo apparecchio è più un
igroscopio che un igrometro; poichè non c’è alcuna relazione semplice tra le
sue indicazioni e l’umidità relativa.
È invece molto esatto l’igrometro a condensazione perfezionato dal Prof. Chistoni. In esso una sottile lamina di ottone dorato chiude verticalmente una scatola metallica più piccola, ove dell’etere si evapora, più o meno rapidamente, sotto l’azione di una corrente d’aria, raffreddando così la lamina e il termometro che ne segna la temperatura.
La quantità di vapore esistente nella stanza non basta a saturare l’ambiente, ma basterebbe se la temperatura fosse sufficientemente abbassata. Questo avviene appunto dell’aria in contatto con la lamina che si va progressivamente raffreddando: si raggiunge cioè la saturazione, e il vapore, per il principio della parte fredda, si condensa sulla lamina appannandola lievemente. Se in quell’istante si legge l’indicazione del termometro, T, e si trova per es. 15°, mentre un altro termometro immerso nell’ambiente segna per es. 20°, ciò vorrà dire che la forza elastica del vapore coincide con la forza elastica massima del vapore a 15°; ed è quindi (V. tabella a pag. 25) 1,27 cm; mentre la forza elastica massima relativa alla saturazione a 20° sarebbe 1,74 cm. Si ha perciò come valore dell’umidità relativa all’atto dell’esperienza.