Canto

  1       I|             capitato~(questo prence era alquanto ballerino),~una
  2       I|        costrutto~sul Ligeri Bonello era sovrano;~ivi Agnese in barchetta
  3       I|         accoglienza onesta;~Bonello era il coppier. Mense de' numi,~
  4       I|              Da cennamelle il canto era seguìto,~da violini e flauti;
  5       I|        suona;~questa città bloccata era in periglio~di cader presa
  6       I|         essi il jus de repetendo. –~Era Louvet uom dotto, e di buon
  7       I|            santo che consola.~XLIV. Era il buon Dionigi. Ha sulla
  8       I|  Inghilterra, cognato di Carlo VII, era morto a Vincennes, dopo
  9      II|     ghiotton, ma insieme uom pio,~n'era il padre; e la forma ove
 10      II|           venuta~la pubblica salute era in cimento~per l'infernal
 11      II|            tutta Francia senz'altro era perduta;~cagione un certo
 12      II|          tutta quanta la birboneria~era il fiore, e durante quella
 13      II|          piazza gli è contesa.~XVI. Era il rivale un ignorante e
 14      II|            Carlo alla salute.~XLIV. Era questa la tenda di Sandò,~
 15      II|       aspetto e melanconico:~questi era un cavalier d'alta bravura,~
 16      II|        linguacciuto,~alla corte non era il malveduto.~LII. – Oh
 17      II|      misurata~ben vide il re ch'ell'era un'ispirata.~LX. – E, orsù
 18      II|             si sarìa,~ove tempo non era a buttar via.~LXVIII. Benché
 19      II|              Ottava V, v. 7-8:~Essa era in fatto nativa del villaggio
 20      II|              suo padre, dunque, non era curato. È questa una finzione
 21      II|          1429, e la presentò al re. Era un buon diavolaccio della
 22      II|          spiccioli. Il suo castello era presso Brienne nella Sciampagna.~
 23     III|        stupor l'esservi giunto.~XV. Era tutto in brodetto, e in
 24     III|              il re Carlo tre miglia era lontano.~Agnese, dall'amor
 25     III|         crudele e non ragiona.~LII. Era il momento in che dal ciglio
 26     III|           reggenza. Il padre Doucin era il suo primo ministro.~Ottava
 27      IV|              XXI. Ma lassù così gli era stabilito.~Riccamonte alle
 28      IV|             a' due guerrieri avviso~era proprio d'entrar nel paradiso.~
 29      IV|            cesarei capi,~d'un genio era figliuol di quei superni~
 30      IV|       figlio ed alla madre.~XXXVII. Era ancor mago di poter tremendo.~
 31      IV|            XXXVIII. Il figliuol, ch'era nato salacissimo~e degno
 32      IV|           paragone~Samuele Bernardi era un adone.~XLIII. Mai non
 33      IV|              se resisteva alquanto, era sicuro~d'esser vivo impalato
 34      IV|          mio, ti sovvenga che quest'era~l'ora in che il sesso femminil
 35      IV|             e rivoltar le rene.~LX. Era il figlio d'Alì brutto a
 36      IV|            di Sennacherib, il quale era tanto insolente da marciare
 37      IV|         XLII, v. 8:~Samuele Bernard era un uomo ridicolo per la
 38      IV|            per la sua vanità. Non c'era cosa che, adulandolo, non
 39       V|        veduta.~Casa Pluto per gioja era in fracasso;~di dannati
 40       V|         stanza;~per te la Francia n'era un seminario:~or perdo nel
 41       V|     impastato~di peccati e di vizi, era un umore~sanguinario, bisbetico
 42       V|           ha la carne in sepoltura.~Era lassù, il sapete, in missione~
 43       V|      paladino.~A ghermirmi la morte era già presta;~il terribile
 44      VI|            spalla~dovea menarsi, ed era una bellezza.~Vecchio e
 45      VI|        Piacque il saggio consiglio. Era Monroso~sì sommesso, sì
 46      VI|       XXXVIII. Nell'albergo medesmo era venuto~di Sandò, per dir
 47      VI|            non più di quattro passi era il bel viso~ch'un di quelli
 48      VI|        giglio reciso:~ma il pallore era bello in su quel viso.~LIX.
 49      VI| Sacrogorgone, un vile che l'Orlando~era dell'arcivescovo, impugnato~
 50      VI|           ed in Milano cavalier non era~che fosse oso pugnar per
 51     VII|     conoscenza intera~se fatta io n'era amante, oppur non era.~X.
 52     VII|             n'era amante, oppur non era.~X. Fu (con gioja il ricordo)
 53     VII|            d'Amor, d'Amore istesso.~Era questo, o signore, un attestato~
 54     VII|             sangue; e che l'impresa~era piena d'orror gli dimostrai,~
 55     VII|            tosto che già madre io m'era.~Certo uscito in quel punto
 56     VII|       sicuro indizio che lontan non era~un qualche cavalier di prima
 57    VIII|       governa.~VIII. Lo scudier, ch'era destro in avvertenza,~gli
 58    VIII|             a dar di naso~in Loreto era il tomo ch'io vi dico,~di
 59    VIII|            Martinguerra il furfante era nomato,~ladro al chiaro
 60      IX|           che prima tutto di bronzo era.~E il buon Trimuglio, che
 61      IX|        brando~onde altrui sì temuto era il ladrone.~Rosamora lo
 62       X|             che ad asciugarlo~non v'era il suo Bonel! Povero Carlo!~
 63       X|        costui vero amadore.~Il re l'era, e siffatto avvenimento~
 64       X|           pianto. –~S'eloquente non era il suo discorso,~era il
 65       X|            non era il suo discorso,~era il suo sguardo. Un dolce
 66       X|          félla;~di Monroso la sorte era più bella.~XXXIII. Ma la
 67       X|        agresto.~Il cavallo d'Agnese era de' buoni;~svelto e giovin
 68       X|       turbamento.~XLIV. Un convento era questo, o lettor mio,~di
 69       X|        città la veneranda~abbadessa era gita a parlamento~coll'avvocato,
 70       X|          con candore.~Suor Faccenda era un caro giovinetto~ch'avea
 71      XI|     Faccenda da Barde e da Parsone.~Era ad entrambi gli aspiranti
 72      XI|       occulto~che la madre Faccenda era garzone.~Né tu, Agnese gentile,
 73      XI|              che stata in sacristia~era sotto quell'empio, al suo
 74     XII|        parco,~di quel beato albergo era padrone,~sicuro e aperto
 75     XII|       castel ciascuno ricevuto.~Tal era di quell'uom la bizzarria.~
 76     XII|           il mio bel paggio. –~XVI. Era infatti Monroso, che cercato~
 77     XII|     giovinetto~a quelle sante suore era sembrato~più bello ancor
 78     XII|        dicendo: – Ah perché qui non era,~quando, mio buon Gesù,
 79     XII|         dura,~su cui l'anima infame era scolpita.~Trabocca il prete
 80     XII|             del buon santo Domenico era figlio,~e padre Bonifazio
 81     XII|           il suo figlio Assalon, ch'era una fina~pelle da concia,
 82     XII|        caval di trotto abbandonato.~Era Bonel, lui stesso: ognun
 83     XII|       cucina;~come a Sandò scappato era bel bello~per prodigio con
 84     XII|      incesto~del santo monaster gli era nascoso.~Dopo aver di quel
 85     XII|          prima ambo infelici.~XXXV. Era la notte, e il solco rilucente~
 86     XII|            solco rilucente~di Boote era giunto al suo finire,~quando
 87     XII|      offende,~che nell'età dell'oro era pazzia,~e cui principalmente
 88    XIII|       nodetto alla legaccia.~ ~ ~I. Era l'alma stagion che il dio
 89    XIII|        drappello~penetrato la notte era in castello.~XI. Lieta Giovanna
 90    XIII|        nicchia un angel del Signore~era sceso dal ciel per avvertire~
 91    XIII|        ottenuta e la vittoria.~XVI. Era credulo il re, quindi ingojata~
 92    XIII|          Dionigi, che a un balcon s'era condotto~del ciel, con paterni
 93    XIII|          gridava il suo scudier, ch'era un uom saggio;~questo servigio
 94    XIII|          che quel legacciolo gli si era annodato. È stato sempre
 95     XIV|           un roastbeef che di burro era condito,~dei plumpuddings,
 96     XIV|            al suo sboccar s'oppone.~Era giorno di festa: umìl la
 97      XV|       piazza~del nemico in poter, s'era più tardo~l'ajuto di Giovanna
 98      XV|        Bedforte.~VIII. Questo forte era presso all'assediata~città:
 99      XV|           di gran pietre e di zolle era un bastione~da La Hiro costrutto
100     XVI|      rossore~dir pareva a qualunque era presente:~– Incoraggiate
101     XVI|            e il sommo pescatore,~ch'era dell'accademia il presidente;~
102    XVII|           nobilissimo tenea?~e qual era il gentil corpo vezzoso~
103    XVII|        tenero amplesso si stringea?~Era Bonel sbuffante e polveroso,~
104    XVII|            sì strano e di tal conio~era senz'altro un'opra del demonio.~
105    XVII|    ristorato,~e, dove pria di colpe eranero,~ben lustrato purgato
106   XVIII|          ferir sempre digrigna.~Tal era il sicofante, e peggio ancora,~
107   XVIII|             sostenne~che impiccarli era d'uopo e darli al corbo;~
108   XVIII|             Berlino. Poco avanti vi era giunto il Voltaire, accolto
109   XVIII|        mondo. La Beaumelle, che non era il re di Prussia, avrebbe
110   XVIII|             maligno e invidioso com'era, credé vendicarsi punzecchiando
111     XIX|            devozione.~X. Stato egli era a Sandò nella milizia~fratello
112     XIX|            Già del suo caro il seno era ferito,~né lievemente. Ma
113     XIX|            è il padre!~XXVIII. Egli era freddo, altero, indifferente,~
114     XIX|        pietate anch'esse, e, se non era~l'aita lor, seguìto avrìa
115      XX|      Inglesi, e lo stato in cui pur era~di spirto e corpo la fatal
116      XX|      mantenuto.~Balamo fra i pagani era un gran prete,~io giudeo:
117      XX|           di tutto quanto io dunque era signore;~dritto avea di
118     XXI|            altro amante.~VIII. Egli era, come dissi in altro loco,~
119     XXI|     virtuosa~terribilmente: insomma era finita,~se il santo protettor,
120     XXI|         Orleano.~Una simile impresa era però~straniera all'albagìa
121     XXI|       figura~che par d'un nume: e n'era la carogna~di cervello spogliata
122     XXI|          amore i sentimenti.~XXIII. Era il demonio (ve 'l ricorderete),~
123     XXI|    confratello, e fatto, a pie' com'era,~sovra la sua bellezza un
124     XXI|        disperato~dall'amante Louvet era aspettato.~XLI. – Lo possiam,
125     XXI|      inglese? –~XLIII. Il frate, ch'era frate, e ancor di fresco~
126     XXI|        ordine è dato, ed Orleano it'era.~Ma divenuta stupida e di
127     XXI|             moveasi appena.~XLVIII. Era questo torpor parte l'effetto~
128     XXI|        della Corte, che di fatto si era incapriccita del comico
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