Canto

 1       I|          sa mai quel che si dica.~XXVIII. Mentr'egli mena una sì
 2       I|      altra buona sferzata.~Ottava XXVIII, v. 3:~Questo Breton è il
 3      II|           diventa, un Maccabeo. –~XXVIII. A questo teologico e tremendo~
 4     III|            di bolle e d'agnusdei.~XXVIII. Al santo pie' dell'assemblea
 5     III|   presentò al re Luigi XV.~Ottava XXVIII, v. 6-8:~Urbano Grandier,
 6      IV|       avrete l'osteria. Venite. –~XXVIII. Ebbero i nostri eroi tosto
 7       V| crudelmente quei poveri Albigesi.~XXVIII. Mandato venni a edificarli,
 8      VI|      brame tra Ciprigna e Agnese.~XXVIII. Un foco al paggio corse
 9     VII|       trema della mia vendetta. –~XXVIII. A' suoi ginocchi io mi
10    VIII|          Santa Casa a manca mano.~XXVIII. Queste son le famose e
11      IX|        sua vanità pianse di core;~XXVIII. e, lasciato il Giordan,
12      IX|           pres de Virgile.~Ottava XXVIII, v. 2:~La Rocca di san Massimino
13       X|        suoi sogni venerato Omero.~XXVIII. Ne' suoi conflitti ognor
14      XI|        Giovanna, e disse il vero:~XXVIII. perocché, quando la divina
15     XII|           un gran serraglio avea:~XXVIII. un serraglio di belve a
16    XIII|         seguir de' prischi tempi.~XXVIII. E ciò vediam noi farsi
17    XIII|        CANTO TREDICESIMO~ ~Ottava XXVIII, v. 1-4:~Gli esempi del
18     XIV|           il suo parer sensato. –~XXVIII. All'orrende parole un terror
19      XV|          disse, coglionar sapete?~XXVIII. Io vaglio poco, ma mertar
20     XVI|           raggi del divin senato.~XXVIII. Con finissima grazia il
21    XVII|       frutto di nostra tenerezza.~XXVIII. Agnese è incinta, ed aprirà
22   XVIII|     cadesse in man profana e rea.~XXVIII. Ultimo dello stuol mirate
23   XVIII|         d'alta condizione.~Ottava XXVIII, v. 1-2:~Lorenzo Angleviel
24     XIX|           Tirconello, è il padre!~XXVIII. Egli era freddo, altero,
25      XX|         mal grande nato ne sarìa.~XXVIII. Adonai mi fu grato, e diemmi
26     XXI|       quel di Marte e dell'onore.~XXVIII. Ti sovverrai, lettor, che
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