Canto

 1       I|   scherza fin che muore il sole.~XXV. Giunta la sera, la miglior
 2      II|         del peccar con la paura.~XXV. Se un commesso talor di
 3     III|      orecchio, e non ode niente.~XXV. E i devoti credenti allora
 4      IV| battaglia e combattean del paro.~XXV. E così bene adoperàr le
 5       V|         croce e appena il crede.~XXV. – Come? poscia ripiglia:
 6      VI|          cavallo e le preghiere.~XXV. La bella Agnese, che inseguir
 7      VI| disegnato tre fiordalisi.~Ottava XXV, v. 4:~Rubo, rovo.~Ottava
 8     VII|         m'oppresse e di premure.~XXV. Un giorno, oimé, che, in
 9    VIII|         amendue col lor bordone.~XXV. Copre il capo un cappel
10      IX|     cangiar degli anni il mondo!~XXV. Di  procede quella coppia
11       X|       vita ed alla sua vergogna.~XXV. Per tutti accenti, nel
12      XI|       inferno di piacer morendo.~XXV. Isacco Varton, anima dannata,~
13     XII|          gentil, sempre compìto.~XXV. Il direttor che Carlo confessava,~
14    XIII|    specie alcun poco differente.~XXV. Belle tette, begli occhi
15     XIV|   Dorotea la doglia e il pianto?~XXV. Come in lui senza moto
16      XV|     intorno la morte e la paura.~XXV. Avanzar fa veloce il suo
17     XVI|        ruine, terremoti e tombe.~XXV. Miri intanto di latte i
18    XVII|       ragion non entra il piede.~XXV. A questa tana i nostri
19   XVIII|        croce e di pietà piangea.~XXV. Finiva il santo le parole
20   XVIII|          natural durante.~Ottava XXV, v. 7-8:~Il Fréron dava
21     XIX|      alma crudel si fe' sentire.~XXV. Soccorrendo l'esangue Dorotea,~
22      XX|    Giovanna le sue storie conta.~XXV. Bassa le orecchie, va pian
23     XXI|       bella parlò di tal tenore:~XXV. – La mia capacità, la mia
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