'l-arcad | arcan-bront | bruci-conco | concu-dirut | dirve-filos | filza-imper | impet-lieo | lieta-nomar | nomas-poite | poito-rescr | resis-scend | scene-spart | sparv-tradi | trado-zucch
             grassetto = Testo principale
     Canto   grigio = Testo di commento

1 | 'l 2 III| Pasquale II lo mise, nel 1006, sotto la protezione della 3 III| da Roberto d'Arbrissel (1047-1117). Dopo aver piantato 4 XVI| Bernardo, borgognone, nato nel 1091, monaco di Citeaux, poi 5 VIII| AL CANTO OTTAVO~ ~Ottava 11, v. 8:~Don Tritemo è il 6 IV| Fontevrauld. Egli convertì, nel 1100, tutte in un colpo, con 7 III| Roberto d'Arbrissel (1047-1117). Dopo aver piantato i suoi 8 II| Giovanna d'Arco a Tours, nel 1429, e la presentò al re. Era 9 | 16 10 III| decapitata alla Grève, nel 1617, ma altresì bruciata come 11 III| condannato al fuoco nel 1629, da una commissione del 12 XVIII| nacque a Lous-le-Saunier nel 1699 e morí a Parigi nel 1761. 13 III| di Law, scozzese, che dal 1718 al 1728 rovinò in Francia 14 XVIII| giornalista, nacque a Quimper nel 1719, e morí a Parigi nel 1776. 15 III| scozzese, che dal 1718 al 1728 rovinò in Francia tante 16 XVIII| storico e pubblicista (1738-1820), fu di quelli ecclesiastici 17 XVIII| Sabatier di Castres, nato nel 1742, morto a Parigi nel 1817. 18 XVIII| Copenhagen, dove stette fino al 1751; nel quale anno il suo cattivo 19 XVIII| 1699 e morí a Parigi nel 1761. Scrisse, con stile degno 20 XVIII| Parigi. Sul principio del 1770 il La Beaumelle ottenne 21 XVIII| 1726, morto a Parigi nel 1773, insegnò qualche tempo lingua 22 XVIII| Borgogna nel 1709, morto nel 1774 o nel 1779, scrisse varie 23 XVIII| 1719, e morí a Parigi nel 1776. Diede alle stampe niente 24 XVIII| 1709, morto nel 1774 o nel 1779, scrisse varie opere di 25 XVIII| L'ab. Giuseppe Grizel (m. 1787), autore d'opere ascetiche 26 XVIII| Spirito. Morì a Mosca nel 1790, lasciando presso gli uomini 27 XX| 1726, morto a Parigi nel 1812, coltivò le discipline storiche 28 XVIII| 1742, morto a Parigi nel 1817. Scrisse da giovane una 29 XVIII| storico e pubblicista (1738-1820), fu di quelli ecclesiastici 30 XVII| specialmente Mascheroniana, I, 196-8).~Ottava VIII, v. 5-8:~ 31 | 20 32 | 72 33 | 96 34 XVIII| libri.~Ottava XXVII, v. 1:~L'ab. Giuseppe Grizel (m. 1787), 35 IV| suo direttore spirituale Abbadie.~Ottava XLII, v. 8:~Samuele 36 IV| porcellana è il cancello, onde abbagliato~l'occhio v'è sì, che a' 37 IV| paradiso.~XXXIV. Il cane abbaja, e venti e più trombette~ 38 I| spronando di pel sauro~degli abbajanti cani sulla traccia.~Dopo 39 II| compier vieni, e, Tursi abbandonando,~tra i perigli di morte 40 XI| un contro l'altro stesi, abbandonati;~ma nel colmo di quella 41 XVI| sguardo che già san Giorgio abbandonollo.~Tutto il campo nemico sbigottito,~ 42 III| parer sarìa~saper la gente abbarbagliar, d'un nome~rivestirsi divin, 43 XVI| modesto;~salutò l'uditorio, e abbarbagliato~parve dai raggi del divin 44 X| convenne~pigliar pur fiato ed abbassar le penne),~LVIII. non senza 45 IX| beltà di questa fatta~debba abbassarsi al suo brutal diletto? –~– 46 XII| scorrenti due travi, ecco abbassato~il mobil ponte. I quattro 47 VIII| voglia davver metterci mano,~abbasserà di Francia la fortuna,~e 48 II| barbaro Anglicano~per te s'abbassi la dura cervice.~Dio la 49 III| Provinciales sono conosciuti abbastanza i casisti Escobar e Molina: 50 XX| porco caro a sant'Antonio abbate~in perfetta amistà meco 51 XIII| beltà, che sì le nuoce,~abbattiamo, e fia doppio il merto mio.~ 52 XIV| da Sandò sfidata,~ne fu abbattuta e quasi spulcellata.~ ~ ~ 53 XV| altera.~XVI. Sovra i muri abbattuti e insanguinati~pretende 54 I| lega da Parigi a fondare un'abbazia del suo nome.~ 55 VI| O tu cui l'alma godono abbellire~amore ed onestade, ov'è 56 I| un bel viso,~e il piacere abbellisce ogni beltà.~Così passan 57 II| cavalli calcitranti,~gli abbevera, li cura, e più leggera~ 58 | abbi 59 | abbian 60 VIII| mai.~Ma di questa eroina (abbilo in pace),~lettor, le imprese 61 XXI| rescrisse che al proposto abboccamento~alla tal ora si sarìa trovato:~ 62 IX| qualche amante coppia ad abboccarse~con voglia (che so io?) 63 XI| quei lupi,~quei d'Albione abbominandi mostri~la sua santa Sionne 64 XI| Taccio l'orribil fiato abbominando,~l'ispida barba, il corpo 65 XII| del dannato suo rivale~l'abbominevol corpo maledetto~strascinato 66 XVII| E qui baci a migliaia, e abbracciamenti~e dimande e risposte a più 67 XIV| Giovanna con gran festa~abbraccian tutti a gara il fortunato~ 68 XI| accorrete all'altare e l'abbracciate;~santo temuto asilo, onde 69 XI| angelo bello dopo questo abbraccio~prese entrambi i miei santi 70 I| anno~un papa di cartone abbruceranno.~XXXV. L'empio ardire di 71 VI| qual dura~legge in Milano abbruciansi le belle. –~Disse: e il 72 III| tutt'uno. Ei l'abbraccia e l'abburatta~sossopra su le piume a suo 73 XVI| figura: disse, p. e., di Abelardo: Leonem invasimus, incidimus 74 II| fisico suol prudente ed abile~un malato ghiotton porre 75 VI| attende;~ma tutte rischi e abissi, e tai che il mergo~non 76 XV| emendarci hai cura,~perché godi abitar d'un pozzo il fondo?~Quando 77 XVIII| de' suoi Francesi, andò ad abitare in Russia; dove Caterina, 78 IV| superni~che son dell'aria abitatori eterni.~XXXVI. Di quei genii 79 IX| lo scoglio e fa d'amor l'abjura,~che spirto è detto di malizia 80 VIII| di vuoto cervel languenti aborti,~veggonsi nati tutto l'anno 81 III| raglia, più mugghia, e più abortive~le idee sviluppa; in somma 82 XII| santi fu già di Palestina.~Abram, quel padre d'ogni buon 83 XXI| commosso.~Dice adunque te absolvo al suo pentito;~poi lo frusta 84 XVIII| splendor; che se ne fa~un abuso crudel; per la qual cosa~ 85 XVI| Basa che ammazzò Nadad;~Acab morto di morte empia e villana,~ 86 VIII| disse, non m'importa un'acca~il tuo vóto a Dionigi; e, 87 IV| coraggio,~tutto insomma che accadde in questa guerra~nell'inferno, 88 XVI| sommo pescatore,~ch'era dell'accademia il presidente;~poi soave 89 I| Fontenelle, nell'elogio accademico del Lamotte, dice che questo 90 XXI| alluma.~Una vita novella l'accalora,~d'un nuovo sangue il corpo 91 XXI| giurò che in quel dolce accampamento~per la via del piacer sarìa 92 XI| brutto,~una manaccia ria che accarezzando~sembra dar morte; sì che, 93 XV| insanguinati~pretende il crudo accarezzar la dama:~onde, vòlto al 94 IV| e quattro tonde chiappe accarezzava~e quattro tette, né giammai 95 XX| che Sodoma fuggiva,~e l'accecato povero Sansone,~e quel santo 96 XIII| moltiplicato~il lor peso dal moto accelerato.~XXXV. Ma de' Francesi l' 97 III| XXIII, v. 5-8:~L'Autore accenna ai miracoli attestati da 98 XVIII| remator verecondi? – ed accennolli.~– Ah, mio re, con sottil 99 XXI| ferilla con un di quelli accensi~ferrei dardi che tolgono 100 XIX| morir spedite.~III. Carlo, accerchiato da real drappello,~la fatal 101 I| più contenerse,~con occhi accesi d'amorosa fame,~fole d'amor 102 VII| Dorotea racconta,~e come, acceso di nefando ardore,~lo zio 103 IV| paura~più pronto abbian l'accesso entro il suo petto.~Fe' 104 XVIII| venuta la rivoluzione, ne accettarono i principii. Ma come uomo 105 XVI| medesimo. – Achab aveva accettato un grosso compenso da Benhadad, 106 XIII| ispirata,~– Di Dio, grida, accettiam l'alta assistenza.~Gran 107 XVI| re di Siria, come Saul n'accettò uno da Agag, e fu ucciso 108 XXI| lega i tempi, i fati e gli accidenti,~e la vita presente e la 109 III| famiglia,~l'Ostinazion, l'Accidia e il folle Orgoglio~e la 110 XVI| altero tuo valor più bello.~L'accigliato campione esaminava~come 111 I| nulla crede,~faran cappa d'acciughe e salamoni~le decretali 112 IV| leverei, perché non me l'accocchi.~III. Per la noja cacciar 113 XXI| poledro in scuderia:~ella n'accolse i puri sentimenti~con gran 114 XVIII| accostò ai filosofi, che lo accolsero nelle loro file con qualche 115 I| con tutto ciò malissimo accolta dal pubblico. Il Fontenelle, 116 XVIII| era giunto il Voltaire, accolto da Federigo come il più 117 XXI| di balen che la folgore accompagna.~Vola Giovanna, e sciolto 118 IX| altero~certo moto di testa accompagnando,~– Vo', diss'ella, aver 119 XIV| XI. Dalla sua torma Carlo accompagnato,~Agnese in testa, Bonifazio 120 XII| Sopra il davanti in ben acconcia vòlta~s'apre una nicchia 121 IX| in preda al duolo che l'accora,~ogni suo fallo ad espiar 122 XII| consolate gli amanti, ed accordate~della vostra bontà pieno 123 VI| Vide ei dunque con savio accorgimento~che sol l'assenza e il tempo 124 XIII| la Pulcella~in sembianti accorrea tremendi e fieri,~quando, 125 XI| voce, tremanti ed indifese~accorrete all'altare e l'abbracciate;~ 126 XXI| Presidente~a riportargli in guise accorte e buone~la sua bagascia, 127 XVIII| un altro Voltaire. – Ma, accortosi a più d'un segno di aver 128 XX| piano, e poi~dolcemente s'accoscia accanto ad ella;~la loda 129 XX| si rompe, appena che vi accosti il naso.~Può racconciarsi, 130 XVIII| licenziosi. Dapprima si accostò ai filosofi, che lo accolsero 131 XII| caccia nella nicchia e s'accoviglia.~LII. Prende il posto del 132 XVIII| ed ho sempre con grande accuratezza~atteso de' ragazzi alla 133 VI| Sandò, mentr'ella~piangendo accusa il suo destin nemico?~Udiste 134 VII| ragionar dell'innocente.~Dell'accusata il volto lusinghiero,~l' 135 II| Cadière sua penitente, fu accusato d'averla stregata soffiandole 136 III| Gherardo; o voi che siete~gli accusatori, fraticei di scuro~e bianco 137 X| poltroni;~quindi rendono acerbo per agresto.~Il cavallo 138 XIV| furibonda~in favor degli Achei l'asta movea,~la terra tutta 139 XVI| autor protetto,~pensieroso s'acquatta in un cantone.~Fe' lo stesso 140 XVI| prelude il Santo, e poi s'acqueta,~con la coda dell'occhio 141 VIII| uccidere~vuol nobilmente onde acquistar la stima~della sua donna, 142 II| sentimento~che d'un bel cor l'acquisto è più vantaggio.~Amato riamar: 143 XXI| Allora il frate~il sapere acquistò, non di dottore~della Sorbona, 144 II| spirto acquista degli dèi l'acume~ed all'altezza del suo rango 145 X| Ma la povera Agnese, per acuta~doglia fuor di sé stessa, 146 XIII| trastullo ai vènti~dalle acute pendean cime lucenti.~VIII. 147 XVI| arcano,~o palagi del cielo adamantini,~e voi, che v'adombrate 148 XI| allora~si spalancàr del tetto adamantino,~e degli archi stelliferi 149 IV| i sessi. In questa forma Adamo si fece vedere alla devota 150 VI| dirvela mi tocca,~la se l'adatta al culo, e dal suo monte~ 151 III| e basso, e più stoltezze addensa,~chi più raglia, più mugghia, 152 XIX| misto la grazia coll'ardir s'addice.~XXVI. – Volto non v'ha 153 XX| lingua e la rozzezza~gli addolcisce del tuon rauco e gagliardo.~ 154 XIX| diede all'amante dama, onde addolcita~di quel duro partir fosse 155 VIII| nobil gente~in lettiga s'addusse al proprio tetto,~dai due 156 IV| fiera donna a un altro palo addutta,~ove di morte orribile i 157 II| speranza~che al suo valor s'adegua e glie n'avanza.~LXVII. 158 XVII| gli alti tetti~nella polve adeguarsi alla pianura.~Ma non è più 159 II| Francia oppressa.~LXIII. Adempirò gli oracoli di Dio,~e giuro 160 XIX| Lo trasse il cavaliero:~e adirato Trimuglio come lampo~raccoglie 161 XIII| fralezza umana!)~va Monroso adocchiando alla lontana.~XIX. Il padre 162 XVI| adamantini,~e voi, che v'adombrate il deretano~con sei grand' 163 XX| grande nato ne sarìa.~XXVIII. Adonai mi fu grato, e diemmi in 164 VIII| l'asta, o ch'altri se n'adonti,~provò che il mondo beltà 165 VII| sovra ogni modo: in somma, adoperai~tutti argomenti; ma parlai 166 I| in cor fermato~il braccio adoperar d'una pulcella.~Voi, se 167 IV| del paro.~XXV. E così bene adoperàr le mani,~sì bruscamente 168 XIV| Egli ottenne (sì ben s'adoperò)~che, queto tramendue l' 169 X| eterno danno,~prostrossi, ed adorando il santo legno~compunta 170 III| offerendo e immensi vóti,~per adorarli discendean dal trono.~Lodati 171 XX| damerin sgarbato.~V. Donne adorate, a cui consacro i versi~ 172 XX| servii di tromba, e gl'Indi adoratori~cantano ancor festosi il 173 XIX| il core,~quel cor che l'adorava: ella spirante~cade, e chiama 174 XIII| che par menzogna,~di riso adorna il mio lavor severo,~so 175 XI| appresso~tolse quell'arme, e ne adornò sé stesso.~XXIX. O Giovanna, 176 VIII| sospiro in risposta, ed – Io t'adoro –~è il ritornello degli 177 XXI| ginocchio~già Carlo gli adorò; d'Ermafrodito~il caduto 178 IX| XXIII. or nel fondo dell'Adria, ove con Teti~si sposa il 179 XII| di Filippo erede;~ciò che Adriano in ciel mise dappoi.~Quanto 180 IV| vanità. Non c'era cosa che, adulandolo, non si ottenesse da lui. 181 III| un papa in Campidoglio,~è adulata, servita; e sembra vera~ 182 XX| cascar, la vanerella~prima adulò con voci lusinghiere.~Del 183 XVI| che in sembianti umani~l'adultera perdona e Maddalena,~e permette 184 XIV| Sandò gravi peccati;~gli adulterii, gli stupri così spessi,~ 185 VII| figlio di lor natofrutto d'adulterio in facie Dei.~Or dunque 186 XVI| pace.~VII. Voi, Dionigi, adunate in paradiso~i santi di che 187 XV| degli augei reina,~con ugne adunche ed allungate penne,~sovra 188 XI| dritto;~spedisce l'altro all'aer morto e bruno,~mentre il 189 XVIII| tradito,~pietà sentinne, e affabilmente, come~dèttagli il cuor, 190 XI| tutti in quella grand'opra affaccendati,~e sopra le lor suore appollajati.~ 191 XVI| veder tanto pensiero~che affaccendato il suo rival si piglia,~ 192 XIX| la contempla; e alfin s'affaccia~il primo pianto in copia 193 XIII| tremendi e fieri,~quando, affacciata ad una finestrella,~vide 194 XVIII| Tale un cane impudente ed affamato,~visto il padron, s'accosta 195 XVII| Ma Dunoè, che nulla se n'affanna,~la sua bella ad un tempo 196 III| ad un albergo, ove molto affannata~dal cavalcar l'intrepida 197 X| divora la sua preda, ed affannoso~dimenasi nel suo gaudio 198 XXI| atta per tre~a far gli affari, ad intrigar; di più~eccellente 199 XVII| un palpito di cor che l'affatica,~s'udìa dir Carlo languendo 200 XX| più~non occorre cotanto affaticarsi,~per sedur d'una donna la 201 VIII| Niuno osò contraddir l'affermativa~di sì grand'uom; tanto erano 202 XV| a petto.~Bestemmiando s'afferrano, e con crudo~spettacolo 203 XIV| guerrieri~gittano l'armi e ad afferrar si vanno:~si serrano a vicenda 204 XVI| andando al viso~di Pietro, ed affettando aria inquieta.~Pietro gli 205 XIV| pensiero:~lo trasporta con cura affettuosa;~e per due volte la sua 206 XIX| Tirconello assistea per affezione~verso il defunto e non per 207 XII| mia penna sulle carte~coll'affilato suo becco leggero~scarabocchiando 208 XVII| il martello che percote e affina.~XXXIII. Il colpo nol ferì; 209 XIV| igneo sguardo~l'un l'altro affisa e il suo rival misura:~traggono 210 XIV| lui senza moto il guardo affisse,~disperanza le chiuse il 211 XVIII| Alto! – il re disse, ed affissò gli sguardi~sullo stuol 212 XVI| e la porrìa sul core;~l'affittuario liberal che invita~e paga 213 V| Disse: e a lui con parole afflitte e pie~replicò lo Spagnol 214 XV| presti alla morte~il popolo s'affolla a quello spalto.~Tuona il 215 II| dire.~LXV. Né fra tanti affollati avvi guerriero~che, bramoso 216 VI| fan largo, divietando all'affollato~popolazzo l'entrar nello 217 III| nel suo convento.~Di begli affreschi in prima un ammirando~salone 218 II| ritorniamo a proda.~XXXII. Ad affrettar la ben comincia impresa,~ 219 XI| sulla groppa,~arri, arri, affrettava il mulattiero.~Ecco ella 220 XX| dal soffio boreal, dall'affricano,~vien battuta una nave che 221 IX| braccio a Rosamora,~contento affronterò la morte ancora. –~V. Partìrsi 222 XXI| nel cielo a Marte e ad Afrodite.~Tutto il bisogno subito 223 XII| buon credente,~si tenne Agàr sua serva in concubina:~ 224 XIX| spettacolo, il cor vinto,~agghiacciato d'orror, l'altro mirava~ 225 XVII| terror dunque il tuo vil core agghiada?~XIX. O fier nel dire e 226 IV| affar distintamente a contar aggio;~dir come il nodo sviluppossi, 227 IV| lor corsieri e stanchi d'aggirarse,~bestemmiano il destin, 228 XXI| mente~sottecchi, astuto, aggirator profondo,~cortigian consumato, 229 XV| caso;~io li trascrivo e non aggiungo niente.~Se il mio lettor 230 XXI| far coraggio:~– Ma siate, aggiunse, più discreto e saggio. –~ 231 XVII| epico. Il gobbo Gianni, aggiunto dal traduttore, non è altri 232 IX| è indifferente,~tutto si aggiusta e fa lo stesso effetto:~ 233 VIII| rispose Trimuglio; assai m'aggrada;~e per me questo pio peregrinaggio~ 234 VII| è sol per questo che mi aggradan tanto~quelle avventure che 235 X| bravura~si spinge sotto e aggrappasi col paggio.~L'uno e l'altro 236 IV| franco avea primiero~messa in agguato più d'una coorte.~Da più 237 XV| strazio attendean degli aghironi.~XXX. Ma l'anglicano ardir, 238 II| due grand'ali cui spesso agil movea;~così Pegàso al monte 239 IV| pudor, mostro villano.~Più s'agita, più brutte ha le basette.~ 240 XIX| gelo~sì forte mai non le agitàr le vene.~– Qui dunque, dove 241 X| spira ermo ricetto,~all'agitato cor porta la calma,~e, le 242 II| greco.~La grazia intanto agiva, e, percotendo~con efficacia 243 | agl' 244 IV| care e belle~man di Talìa d'Aglaja e d'Eufrosine,~tutte d'amor 245 | agli 246 XVIII| lecca, allunga il gozzo,~e agnel diventa per buscarsi il 247 XVI| portamento,~che gitta l'ago e la conocchia in terra,~ 248 XVI| nel ciel, che il bello agogna,~parlar la lingua degli 249 VII| con gli occhi della mente agogni~veder che dopo avvenne entro 250 VII| estrema~avrìa chiesto l'agon; ma tutto invola~dai cuor 251 XVI| al piacere, or smorte e agonizzanti,~sospira, piange l'uccisore, 252 II| intelletto cieco,~questa grazia agostina entro il suo core~le vampe 253 X| quindi rendono acerbo per agresto.~Il cavallo d'Agnese era 254 XV| guardo ricercando,~si ferma e aguzza le pupille accese:~e quando 255 XVIII| disonesta.~Ispida barba, aguzzo mento ardito,~occhio obliquo, 256 XIX| fedele~della sua donna, ahimé, trafitto ha il core,~quel 257 XIII| timorosa~ti stava intorno ad aitarti Agnese,~e la man si smarriva 258 IX| colei che il cor mi bea,~m'aiterà la vostra gagliardìa;~ed 259 III| dalla metà del parlamento d'Aix, e assoluto dall'altra metà.~ 260 IV| Marchese di Crèvecoeur, ajutante di campo del Maresciallo 261 XI| sceso l'avversario santo~ad ajutar quaggiù la Fiordiligi.~Gira 262 I| Ottava XXIV, v. 4:~A maître Alain del testo (Alano Chartier, 263 I| maître Alain del testo (Alano Chartier, celebratissimo 264 XVII| 4:~Scudéri, autore dell'Alarico, poema epico; Lemoine, gesuita, 265 IX| Terracina.~L'insolenza v'alberga e la schifezza,~l'indecenza 266 IV| gentilezza~voluto avrìa pagar l'albergatrice;~e vista della vacca la 267 XVII| mio,~tosto innestar sull'albero che il porta.~Sì mi comanda 268 V| crudelmente quei poveri Albigesi.~XXVIII. Mandato venni a 269 XI| E fino a quando i santi albionesi~porteranno l'inferno in 270 VIII| Cerbero e la Morte,~rimette Alceste al suo dolente sposo,~benché 271 III| eppur lor fole intasca.~E alchimisti vi son d'alto sapere~che 272 | alcuni 273 XIII| procella.~L. Ecco il sesto Alessandro, ecco il buon servo~dei 274 XVI| angiolini~sospesi sulle alette: indi in corona~tutti i 275 X| domenicani, e quanti sanno~l'alfabeto, e lor dice: – Uopo è, signori,~ 276 IV| morto per terra milordo Aliface~e il temerario suo cugin 277 IV| LXVII. L'anfibio intanto aligero animale,~giunta al vecchio 278 IX| E il buon Trimuglio, che allacciato venne~da' bei modi che formano 279 IX| zampillava,~tutto il letto allagò di sangue e vino,~e di sangue 280 XX| posto~svegliasi al primo allarme un buon soldato,~frega gli 281 XII| Un vecchio camerier, per allegrarlo,~senza farsi pregar, senza 282 XVII| chi l'estasi può dire e l'allegrie?~Non s'udia che – Mia vita, 283 X| bestia e il fren spumante allenta:~con la timida mano e con 284 XXI| segno che~spesso a un tempo allestia due rendez-vous,~uno per 285 V| inganna, sempre i cuori alletta;~una cert'aria poi di voluttà~ 286 XII| fanno invito ed irritando allettano~le vostre fibre sitibonde 287 X| foglio in mano il nostro allocco.~Da mortale paura il re 288 XVIII| impostura e della fraude alloggio.~XIII. De' rimorsi lo sprezzo 289 XIII| piede,~che ad un tempo l'alloro al mirto unìa.~Quai regi, 290 XIII| Ottava XLV, v. 1-4:~L'A. allude manifestamente all'artifizio 291 I| sostituì mastro Barbagianni, alludendo manifestamente al noto improvvisatore 292 XXI| vivo incarnato il volto alluma.~Una vita novella l'accalora,~ 293 XVIII| biscia;~lo lusinga, lo lecca, allunga il gozzo,~e agnel diventa 294 XIII| sul carro adduce,~quando, allungando delle notti il velo,~torna 295 XV| reina,~con ugne adunche ed allungate penne,~sovra un avido branco 296 XVII| abbandona in braccio, ed allungato~l'eburneo collo, con pupille 297 VI| uccello Dunoè.~XL. dove l'Alpe con le bianche spalle~rompe 298 VI| riguardo.~Della Fama all'alpestre alto paese~sul volante ronzin 299 VII| dunque sapere~che dopo alquanti mesi irne alla guerra~fu 300 VIII| assai ventura~l'aver sempre altamente preferito~sì castigata ed 301 XII| un picciolo oratorio e un altarello,~LI. ove a dir messa, se 302 VII| Così da poltrone~morì l'altiero e fier Sacrogorgone.~XLVI. 303 | altresì 304 | altrettante 305 | altrimenti 306 VI| assomigliarla,~che, visto un alvear dentro una siepe,~mentre 307 XII| ponte levatojo, immantinente~alzano, e il ponte se ne va lontano.~ 308 III| Ecco vicino a San Medardo alzarse~un mausoleo senz'arte e 309 XVI| ma del saggio Tritemo. Alzarsi a tanto~il mio sguardo profan 310 XI| fuggite e al ciel le mani alzate?~Voi mi parete, dal terror 311 XIV| allegro nitrito e colli alzati.~XXXVI. Qual divelti per 312 XIV| Stando così col suo bel culo alzato,~il malaccorto gonnellin 313 XVII| già la prendea pel collo e alzava il brando.~XXII. In questa 314 II| chiunque se ne intende, alzi davanti~questa gonnella 315 XV| morte,~oggetti dolorosi; alziamo i rai,~leviam lo spirto 316 XVI| abbassò gli occhi e poi gli alzò modesto;~salutò l'uditorio, 317 II| XVIII. Al par di voi l'am'io; caldi rivali~l'un l' 318 IV| per suo riguardo~al nostro amabilissimo Bastardo.~XLVIII. La preghiera 319 XI| il mariuolo~fan di suora Amadonna un piatto solo.~XI. Pianti, 320 I| resta Amore.~Il suo caldo amador tosto l'abbraccia,~e l'occhio 321 VII| follie la mia gran parte:~amai pur io nei che aprile 322 XIV| formi ampia famiglia~che amando viva e si propaghi amante.~ 323 XX| come Ovidio, un'Arte d'amare.~ 324 V| Allor dolente in cotai detti amari~proruppe Costantin: – Di 325 VII| sotterraneo profondo, ove mio solo~amarissimo cibo è 'l pianto e 'l duolo.~ 326 I| ed eroi.~VII. Vederla e amarla, e del desìo nascente~sentirsi 327 VII| ahi lassa!, e qui giurò d'amarme~costantissimamente: ed io 328 XXI| dubito,~che il mio re possa amarmi eternamente? –~Le rispose 329 VIII| disse:~– Ite in pace ed amate, o cavalieri,~le vostre 330 VIII| ammazzarvi a lor cagione,~e amatele con santa intenzione.~LVIII. 331 XVIII| impero, una Storia delle Amazzoni antiche e moderne, una Storia 332 VI| va col pensiero in queste ambage,~la tromba replicò: – Se 333 X| chini al terreno.~A lei l'ambascia il cor divora, a lui~disperanza, 334 VI| paggio diletto,~che da certa ambasciata allor tornava,~vedendo da 335 XVI| Benhadad vinto mandò ambasciatori ad Achab per domandargli 336 VI| ratto il ferito,~e ad ambe mani, per uscir d'impaccio,~ 337 IV| Costei che il cor ne tolse ad ambeduo,~danne in mercede, ed il 338 X| quindi confusi e tremanti ambidui~tu li vedi i bei rai chini 339 V| che sgabello al trono.~XX. Ambizion, lussuria, ira, mollezza~ 340 XIII| tenera quella e questa ambiziosa:~l'una ha tutte al piacer 341 XII| paglia al paragone~vola all'ambra, e men pronto il ferro invita~ 342 XIII| Dio~la volontà sia fatta. Amen, amenne. –~Disse, e, credendo 343 XIV| rimontato~la fiorita del fiume amena proda.~Qui la Loira in letto 344 IX| berrettino,~or di Napoli ai lidi ameni e lieti,~u' Sincero a Maron 345 XIII| volontà sia fatta. Amen, amenne. –~Disse, e, credendo di 346 XV| quei che Bonel, cervello ameno,~inventò per un certo intingolaccio;~ 347 X| esperienza),~noi poveri mortali amiam di rado~darci, quantunque 348 XIV| Sandò~indur la pace e un amical convegno.~Egli ottenne ( 349 XIII| della futura etate.~Vide l'amiche che i padron del mondo~traggono 350 IX| modi che formano la vera~amistade, seguì l'impulso in questo~ 351 III| usbergo impaccia,~pesta, ammacca la carne tenerella.~Bonel 352 XIII| grossi corpi s'urtano, s'ammaccano,~e ripercossi con rimbombo 353 XVII| quella gente~si sentì tutta ammaccata, schiacciata:~urla, grida, 354 IV| supplizio gli apparecchi ammanna.~Ed ecco la speranza e l' 355 XVI| fare e di ben dire.~Dionigi ammassa certi rimatori~che tutti 356 III| vada?~Nella grand'arte d'ammazzar la gente,~arte che sola 357 VIII| senza risse;~non vogliate ammazzarvi a lor cagione,~e amatele 358 X| suo stato,~– Ah, signor, ammazzatemi, – dicea.~– Voi, mia vita, 359 XVI| non volle Benabad;~e Joas ammazzato alla sultana~da Josabad 360 XVI| puttana,~ed il buon Basa che ammazzò Nadad;~Acab morto di morte 361 XVI| Hiro una beltate~di celesti ammirabili sembianti.~Nel veder quelle 362 XIV| ha vendicato.~Soprattutto ammiràr l'aria modesta,~l'umil favella 363 I| Principalmente La Hiro ammirarono,~che parlò molto e pur parlò 364 I| il risetto, e la cotanto~ammirata beltà di Citerea,~l'arte 365 XVI| Incoraggiate il vostro ammiratore. –~Inchinò per tre volte 366 VIII| questo erudito;~ed io l'ammiro, e stimo assai ventura~l' 367 XVIII| senza l'armi adoprar. Carlo ammirò~la sua dottrina, e con sembiante 368 XXI| elevato,~mai nel sen non ammise un basso affetto.~La prima 369 XVIII| suoi vóti e non tardò ad ammogliarsi. Quanto all'azione turpissima 370 IV| sensi e il cuor movea.~S'ammollì, parve pago, e – Al fin 371 XVII| pesantemente~casca sopra la truppa ammonticchiata.~Sotto tanta ruina quella 372 VII| Milano mi lasciò deserta.~Qui amommi, ahi lassa!, e qui giurò 373 XVII| percote.~XIV. Una donzella d'amorose e care~sembianze abbraccia 374 XIV| cielo,~traggonlo le colombe amorosette;~vieni, e col riso che dissolve 375 XII| patriarca ha conosciuto~degli amorosi cangiamenti il gusto.~Il 376 XV| degli eroi gesta infinite,~d'amplificarle e poi le replicare,~e poi 377 VII| nella manca alzando~(sacro amuleto e manifesto segno~ch'ei 378 XVIII| tuon, la cappa~d'un fresco anacoreta, onde la sera~tentar meglio 379 XII| i frati cappuccini. Ma l'anacronismo non toglie nulla alla poesia.~ 380 XI| qual Dio li fece alle sue ancelle,~cader fra l'ugne di crudi 381 VI| suo letto divin Marte ed Anchise.~XXVII. Ben Venere più ornata 382 XIII| Palladio de' Trojani,~è l'ancile dal ciel sceso ai Romani.~ 383 VIII| fonti il cavaliero.~Verso Ancona Trimuglio in via si pone~ 384 VIII| per tutto~il devoto paese anconitano~in cui la grazia del Signor 385 III| fiorentino, marchese d'Ancre, maresciallo di Francia, 386 XXI| il signoril sembiante,~l'andamento, il gestir, la profumata~ 387 XVI| con la coda dell'occhio andando al viso~di Pietro, ed affettando 388 XV| che co' bicchieri in mano andarno in terra.~XI. Poi la sera 389 XVI| Come tutto fu fatto, se n'andaro~lieti al trono del grande 390 XI| quella stretta~tutta sei per andartene negletta.~XII. Imperocché 391 XVI| di grazia, dov'è dunque andata. –~LIV. – Chi? – risponde 392 XII| foco eterno ad arrostir andava,~il buon re Carlo, a cui 393 XVI| s'è in corte. Quindi se n'andavano~l'un dopo l'altro tutti 394 XVIII| prudenti ed onorati~di quanti andiamo a respirar sul mare.~L'uno 395 XVII| e il nostro amore.~Tutto andrà ben, crediate; questa volta~ 396 IV| altro pose~in egual modo, Andrògini fur detti.~Poi narra che 397 XII| vasello,~giunse sbuffando ed anelando anch'esso~alquanto dopo 398 VII| a vendicarsi d'una donna aneli~cui soggiogar non seppe 399 II| pastorale,~i guanti con l'anello benedetto,~e la croce e 400 XVII| ben propinquo al cuore,~l'Anfanamento, che giammai non tace,~detto 401 X| forse una santa, una divina~angelica sostanza in carne ascosa,~ 402 X| intorno odorose di lor belle~angeliche virtù queste pendici;~ed 403 XVI| Si nicchiaro di sopra gli angiolini~sospesi sulle alette: indi 404 IV| che è certo, si è che l'Angiolo del Signore levò dal mondo 405 XIII| XL. Dice che questo all'angle squadre è morte,~e vittoria 406 XVIII| XXVIII, v. 1-2:~Lorenzo Angleviel de la Beaumelle, nato a 407 IV| e i destini e gli eroi d'Anglia e di Francia~pesò con man 408 III| ingegno,~Francia, tu déi d'anguilla le polpette~e con erbe d' 409 II| universo intero,~e la polve animando a suon di tromba,~i morti 410 XXI| Francia intera.~LXV. Con animi diversi in ciel frattanto~ 411 III| Fontevrauld è un borgo nell'Anjou, a tre leghe da Saumur, 412 XIII| mani.~Ottava XLVIII, v. 3:~Anna di Pisseleu, duchessa di 413 I| della Santa Sede,~e con gli annali del Baronio ogni anno~un 414 IX| Dorotea gentile,~e il corsaro annegato avea i pensieri~nel vapore 415 VI| verso il famoso scoglio ove Anniballe~aprì la porta a Roma sì 416 XIII| quel legacciolo gli si era annodato. È stato sempre creduto 417 VIII| alteri castelli, allorché annotta,~sono da duchi, cardinali 418 XVIII| gli assegna una pensione annua di lire dodicimila e gli 419 VI| con lo squillo di questa annunzia il muglio~degli scritti 420 XVI| fuora~Fosforo in cielo ad annunziar l'aurora.~LIX. Mentre del 421 XIV| importa? E a che mi rompi l'ano?~Sei tu di questa chiesa 422 XII| la cena;~Bonel v'accorre ansando, traballando;~salta in piedi 423 III| donna Beatrice,~e frate Anselmo prostrasi sommesso~a madama 424 XIX| e mugge e rompe sàrte e antenne~e di spavento i naviganti 425 XXI| non ha paro,~alla patria anteporre la passione;~e Dunoè mi 426 VII| ch'egli è mago, pagano, anticattolico:~perciò tosto si bruci ed 427 X| vero~fu solita cercar l'antichità:~sudano, fanno; alfin, la 428 V| seppellita~la veneranda e dotta antichitate,~e con essa l'amor che al 429 XVIII| Voltaire, soprannominandolo Anticristo. Combatté in difesa della 430 XVI| dich'io,~con strofe ed antistrofe, nella quale~dal poeta s' 431 XVI| Quanto al primeggiare nell'antitesi, è verissimo che si dilettò 432 XVI| per dottrina,~né per belle antitèsi; e dopo lui~di santi da 433 VIII| mostaccio;~ma Talbò, che le cose antivedea,~precisi i passi d'Orleano 434 IX| Martinguerra.~XXXIV. Com'ebbe antiveggenza al tempo stesso~di pigliarsi 435 XIX| morte atro e ferale,~ove l'antivigilia in arca eletta~aveano di 436 V| all'infernal rovello~mette Antonino e Tito, amor del mondo,~ 437 XVI| giaceva con una madianita. – Aod, o Eod, assassinò il re 438 XVI| amore;~poscia quel santo Aoddo, che assassina~il suo monarca 439 I| sole a cavalcione,~fendea l'aperte vie del paradiso.~Al calar 440 XXI| imitava i cari accenti,~tutti aperti ad amore i sentimenti.~XXIII. 441 XXI| presso un muro dirùto un'apertura~da cui l'amante contemplar 442 XII| mâchicoulis) son certe aperture lasciate fra i merli, dalle 443 I| il naso ed il palato,~d'Apicio così ben l'arte gli messe.~ 444 I| Dal più sublime lucido apogeo,~casa de' santi e da noi 445 XIII| spavento,~tosto morto cadea d'apoplessia.~Tacerò; ma se fossi oso, 446 III| portan freddi sopor tutti apopletici.~Nuovi Bellerofonti, infra 447 XVI| del pescatore~e dai dodici apostoli firmato,~s'ordinò che in 448 II| verità, qual farebbe un apostolico.~E nondimen, quantunque 449 XVI| sì temerario il canto~d'apostrofar l'eccelsa gerarchia~che 450 II| date che dottor, pedanti,~apoticarii, medici, matrone,~con gli 451 VI| per carità! –~XLV. Per appagar l'audace voglia e sciocca,~ 452 II| attenta cura~d'un ricco appaltator l'educa al letto;~ma vien 453 XIII| guerra il veder nostro s'appanna,~come in ogni altro obbietto, 454 IV| poi di morte riguarda l'apparato,~e di nobile pianto inonda 455 IV| momento~del rio supplizio gli apparecchi ammanna.~Ed ecco la speranza 456 XV| vino.~IX. Tutto di guerra l'apparecchio e tutto~quel della mensa, 457 XIX| governo.~IV. Già da lungi apparian le torreggianti~cime del 458 XI| quando il sol cominciava ad apparire,~ambedue sazi de' piacer 459 VIII| del paese i signor, tanto appariva~aver costumi a cortesia 460 IX| gran pondo,~che al morto appartenea, fatto riflesso~che il denaro 461 IX| giovinezza,~la rosa che appassia diede al Signore,~e la sua 462 II| cerca la spada al letto appesa;~ma la ricerca invan, la 463 VII| il prete, anima nera,~più appetenza ne prese e più coraggio,~ 464 II| bocca ti sembra, fresca, appetitosa.~Brune e dure le tette a 465 IV| alcun ficca la mano;~le appicca un bacio inverecondo, e 466 X| roman s'abbatte a caso,~appiccasi una zuffa immantinente~a 467 XVIII| suo volto, che par d'un appiccato,~la rea sembianza, e innanzi 468 I| conventi e case ne son brulli appieno;~duchi, prenci, ufficiali 469 XVII| ogn'altra più villana,~ed applicarti sulla larga groppa~lo staffile 470 VI| trombe ha pronte:~l'una, applicata alla sua larga bocca,~le 471 XIII| l'eloquenza~del reverendo appoggia, ed ispirata,~– Di Dio, 472 III| in pianto;~e, a Bonello appoggiata, con languore~dice: – Dunque 473 XXI| schiera:~l'uno all'altro appoggiato con la schiena,~o sbadigliando 474 XI| affaccendati,~e sopra le lor suore appollajati.~XXIII. Tal d'asini uno 475 VII| il cui successo al ver s'appone in quanto~dalla via natural 476 XII| Quale un gatto talor che apposta il topo~con avide pupille 477 XV| Sciocco mortale! Oh come bene apprendi~a ripetere ciò che non intendi!~ 478 XX| che di Giovanna al cor s'apprese,~e come un bel somaro per 479 X| l'ora omai,~lo sapete, s'appressa in che venire~suol dell' 480 XIV| bretone~i cavalli da giostra apprestar féro:~l'asta e lo scudo 481 XVIII| favori, ma non già restìo~ad appropriarsi il fidato contante.~E tutto 482 XIII| nella forma e nel modo appropriato~che cader debbe sempre ogni 483 XX| loro~le nostre specie; né approvar poss'io~codesta vostra tenerezza 484 X| che la donna la proposta approvi:~ponsi in letto, e far crede 485 XXI| sera~ha preso un amoroso appuntamento~alla tal porta, dove il 486 XIV| calma e le tenzoni.~IV. Apri il labbro rosato, e alla 487 XV| sotto l'avide falci in valli apriche.~XXII. Ma l'assalto rinforza, 488 VII| amai pur io nei che aprile infiora,~e il palpito del 489 XVII| XXVIII. Agnese è incinta, ed aprirà con Dio~presto ad un vago 490 XX| inghiottirla una vorago aprire,~su cui poi sembra dall' 491 VIII| pregàr che il suo consiglio aprisse.~Raccolse la vegliarda i 492 XVI| sua bella errante.~ ~ ~I. Aprite alla mia voce il vostro 493 XX| siam Sileno ed io.~E ad Apulejo chi fe' tanto onore?~Il 494 III| alla non mai degenere~lor aquila guidàr l'ali e l'artiglio.~ 495 XX| bel de' tempi suoi,~d'un aquilon fu moglie. E che facea~quella 496 XII| languisce e muore,~dagli arabici tronchi partorito,~mentre 497 III| queste brache tenevasi un arancio da regalarsi alle signore. 498 IV| qui somiglia a Roberto d'Arbrisella,~a quel gran santo, che 499 II| figliuola di Giovanni d'Arc (o Darc) e d'Isabella (Romée), 500 VI| temerario ardore~che all'arcadico eroe scalda la mente.~Di


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