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François-Marie Arouet de Voltaire La pulcella d'Orléans Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Canto grigio = Testo di commento
501 III| fortuna~certa sua burla arcana ed innocente,~nel mondo 502 V| lugùbri ardori~vede ognor cose arcane e ognor più belle;~predicator, 503 V| o mio gran re, vedesti~l'arcangelo del ciel vendicatore~piombarti 504 I| colascion di ria memoria~con archetto da Febo maledetto~in suon 505 II| quando~Talbò, de' miscredenti archimandrita,~il demon di lussuria in 506 VI| se ne piglia.~Fra quattro arcieri intanto ecco in catene~nuda 507 XVIII| porta dipinta sulla fronte arcigna,~e delle leggi la dimenticanza,~ 508 XIII| sbalorditi,~uscìr netti d'arcione i combattenti,~e sulle groppe 509 XX| Anch'ella d'un bel toro ardea,~e pospose di Creta i primi 510 VI| guerriero.~Ambo d'un foco ardean, che subissata~la comun 511 XIV| ad alta voce:~– Tu dunque ardisci, cavalier scortese,~profanator 512 XI| oncia di cervello in testa,~ardiscono insultar, Dio gli perdoni,~ 513 VI| ha spesso che giunge all'arduo tergo~di quell'Olimpo, e ' 514 IX| errante~a salutar la fonte d'Aretusa,~che più non mena a quella 515 X| lunghi errori~volge i liquidi argenti in mezzo ai fiori.~XLI. 516 XVI| volger fra verdi clivi onde argentine;~le colline ballar come 517 IV| fatto da natura,~nel cor d'argilla a tutto dà ricetto;~ma par 518 XXI| campioni~dalle mura dagli argini e dai tetti~l'armi il foco 519 X| questa pur ritenerla s'argomenta:~ma troppo fiacchi ha i 520 I| a' pensieri,~plaude all'arguzie del suo re contento,~che, 521 V| profana, e tu, severo~giusto Aristide, e tu, probo Solone,~morti, 522 III| altra dottrina che quella di Aristotile, e proibì l'emetico, ma 523 XII| Avea la stanza un grande armadio, e in quello~un picciolo 524 XX| gli occhi, in pie' salta, armasi in fretta,~e sul nemico 525 II| Michele allor del cielo all'armeria?~XXXIII. Di Debora vi stava 526 XI| gravità sospinti,~e in eterna armonia nel corso avvinti.~XXXV. 527 XXI| natura,~cause, effetti, armonie, sconvolgimenti.~Conclude 528 VIII| è caso. Alle corte, senz'arnesi~e nudo voglio sostener la 529 XVIII| babbeo,~quando le brutte arpìe col ventre vano,~appunto 530 XV| augelli~fa volar spranghe arpioni e chiavistelli.~XV. Per 531 VIII| due tapini~nudi, secchi, arrabbiati, avvicinosse,~e di lor stato 532 XIII| molle~del secol di portenti arrecatore.~Vedi la corte sua superba 533 XXI| trofeo privo d'onore.~Talbò s'arrende, ma par vinto appena:~vinto 534 XIV| che in cor gentile~quando arride il destin sorge più bella,~ 535 I| coppia. Ella sen va~dall'arringo d'amor dritta al banchetto,~ 536 XXI| vostro amante, senza~punto arrischiar la vostra convenienza.~XXVI. 537 II| l'Aurora,~quando in corte arrivàr. Sapea Dionigi~per proprio 538 VII| sprezzata,~ecco in piazza arrivare uno scudiero~portante lancia 539 III| stracco,~scosse, appena arrivato, il suo gran sacco.~LXII. 540 VI| stradello, e in men d'un'ora~v'arriverem, ché lungi è poche miglia.~ 541 VIII| XXIII. Dentro un mese colà v'arriverò~con madonna. E tu vieni, 542 XVIII| in forca andar conviene.~Arroliamli, vediam se a questa gente~ 543 XXI| bel per san Francesco! –~Arrossì Agnese, chinò i rai, compose~ 544 XIV| confesso, il mio dovere,~e ne arrossisco: ma con voi, mia bella,~ 545 VI| poco mal; ma sulle brage~arrostire una giovine bellezza,~sono 546 V| santificati,~se qui siamo arrostiti e sconsacrati?~XXVII. Tal 547 IV| corrugasse il naso, né i barbigi~arruffasse al passar d'un molinista;~ 548 IV| Morte li segue, e le chiome arruffato~li precorre il Terrore, 549 VI| il caso strano,~e perch'arsa non sia, vola a Milano.~ ~ ~ 550 XVI| mondo i perni tremebondi ed arsi;~Dio che si sveglia nel 551 I| Dizionario filosofico, all'articolo Dionigi; dove imparerai 552 XX| tuoi capricci e cento~dolci artifizi; ma in coscienza mia~certi 553 II| fiasconi e serve con piacere~l'artigian, l'avvocato, il cavaliere.~ 554 I| l'odi che sul labbro all'artigiano.~D'elegante castello e ben 555 XV| e forte~di ben disposta artiglieria, dall'alto~vi potea del 556 XIII| ripercossi con rimbombo ascendono~per la medesma via, moltiplicato~ 557 XVIII| m. 1787), autore d'opere ascetiche e direttore spirituale di 558 III| e di sì ria tragedia~ad asciugar va il pianto alla commedia.~ 559 X| di pianto. Oimé, che ad asciugarlo~non v'era il suo Bonel! 560 IV| damigelle.~XXXV. Poi lavati asciugati ed a banchetto~regal serviti 561 XVIII| restò molto commosso ad ascoltarlo.~XX. Poi – Non temer, gli 562 XII| non finiva: alfin, come ascoltarono~ch'ei cerca Agnese, subito 563 XIII| che gridavi al deserto ascoltatore:~– Lasciate, o genti, de' 564 I| discreta e ritenuta~tutto ascoltava, da nessun veduta.~XV. Alta 565 VI| intendete amore. –~– Che ascolto! – disse Dunoè; qual mano~ 566 XVIII| due torcicolli,~i quali s'ascondean con amendue~le palme i volti 567 IV| e lui che d'asfodillo~in Ascra coronàr l'alme Camene,~quando 568 VI| schizzò, vo' dir di quella~d'ascrei lombrìci momentanea schiera~ 569 III| Bacco, che mise tutta l'Asia in cenere,~l'antico Alcide 570 V| Mi gelò quel parlar. L'asin tremendo~tosto le quattro 571 IV| assai~dall'amorosa groppa un asinello,~che in quell'amplesso suo 572 III| discendea;~sacco di belle asinerie che prese~da certi libri 573 VI| insensati, che ancora non sapete~asperger di dolcezza i vostri errori!~ 574 XII| quinci or quindi refrigerio aspettano~all'incendio che par vi 575 IX| Giuditta è il nome mio.~Aspettatemi qui senza trar fiato,~lasciate 576 XXI| disperato~dall'amante Louvet era aspettato.~XLI. – Lo possiam, disse, 577 IV| quando meno il buon uom se l'aspettava.~Lo legano ben bene, ed 578 XIII| vedesi il protervo~in cento aspetti offrire maraviglia.~Senza 579 XXI| Francia l'anglo usurpatore.~Aspettiam questo, e allor, dolce mia 580 XI| Parsone.~Era ad entrambi gli aspiranti occulto~che la madre Faccenda 581 XVIII| Voltaire, lo rimbeccarono aspramente e non cessarono mai di metterlo 582 IX| alla scrima~siansi portate aspre percosse e crude~col brando 583 VI| tue virtù diverse!~L. Gli aspri assedii non pure ed i conflitti,~ 584 VII| furtivo ed infelice amore~l'aspro successo Dorotea racconta,~ 585 XI| fiero inglese,~vedendosi assalir da quell'irata~vispa brunetta, 586 XV| detti~vola e va l'inimico ad assalire.~Già forzati del muro i 587 XVI| vicenda gli assedianti,~assaliti, scannati in coda, in testa,~ 588 XVII| or batte, or è battuto,~e assalitore a un tempo ed assalito,~ 589 XII| piacere,~che il suo figlio Assalon, ch'era una fina~pelle da 590 XVI| poscia quel santo Aoddo, che assassina~il suo monarca in nome del 591 XVIII| son che i tiranni e gli assassini.~XXXIV. Lasciato han nudo 592 XX| la dirige, l'incende, e s'assecura~ch'ella potrà dar tutto, 593 II| all'anglica coorte,~che assedia e stringe d'Orlean le porte.~ 594 XVI| Assediati a vicenda gli assedianti,~assaliti, scannati in coda, 595 I| che capo è delle torme~assediatrici, amava alla follìa~di Louvet 596 VI| virtù diverse!~L. Gli aspri assedii non pure ed i conflitti,~ 597 XVIII| chiama a Versailles, gli assegna una pensione annua di lire 598 IX| senza pena~la ricca preda assesta e via la mena.~VI. Fuor 599 II| Francescano di lussuria rotto,~assestate le cose del braghiero,~come 600 VIII| indietro e in guardia s'assicura:~Cristoforo, a cui poco 601 XIII| confessore,~lo consolò, l'assicurò con dire~che nella nicchia 602 XIII| sì che stupido, floscio, assiderato,~si maciulla il meschin 603 IV| di Sennacherib (ch'erano assiri), perché i Persiani dominarono 604 IV| dominarono per lungo tempo l'Assiria: quel che è certo, si è 605 I| faccia,~e con manteche e con assirio odore~fresca rende la cute 606 III| questa vecchia fanciulla assisa in trono~grigia ha la barba, 607 XIX| mentre al funerale~Tirconello assistea per affezione~verso il defunto 608 XIII| grida, accettiam l'alta assistenza.~Gran re, venite, raggiungiam 609 II| Dionigi dagli eterei chiostri~assisterammi in questa dotta impresa;~ 610 I| il Re, la Chiesa,~voi m'assistete in questa santa impresa.~ 611 XIII| servigio al re vostro rendete,~assodatene il trono, via, coraggio.~ 612 IX| Maddalena~(dir lo posso) gli assolse senza pena.~XLIII. Con le 613 X| si crede e d'ogni fallo assolta;~ma l'insegue il destin 614 III| del parlamento d'Aix, e assoluto dall'altra metà.~Ottava 615 XVIII| di cotal genìa.~Il re gli assolve; e giunta omai la sera,~ 616 XXI| condanno;~ma, come uom, l'assolvo: oh fortunati~quei che un 617 XVII| delicato e bello~di punto assomigliar quell'inumano.~Ella cerca 618 VI| A un villanel mi piace assomigliarla,~che, visto un alvear dentro 619 XIV| accanto~saluta la beltà ch'è assòrta in cielo:~passa e ripassa, 620 XV| nostre genti, che, nel vino assòrte,~lodavano il lor prence 621 X| allora~che, a riparar l'assorto germe umano,~alfin dal suo 622 II| voce il tuono di padrona assume,~protezion lo scaltro occhio 623 II| casti inchiostri,~ed egli assumerà la mia difesa.~Intanto, 624 XIII| Apostolo divino,~ch'ivi Astolfo assumesti allor che rese~il cervello 625 XVII| bugia, tutta la razza~degli assurdi, che va fino all'immenso;~ 626 III| aveva fondato un sistema assurdo, come quello de' suoi avversarii.~ 627 XXI| onde da saggio~digiuna e astiensi da boccon sì ghiotto:~pari 628 X| quantunque afflitti, all'astinenza.~Anche nell'ira un bel mangiare 629 IX| irrequieti,~che non son più d'astreo seme divino,~sulla turbata 630 IV| sprizza il culo, ed al grand'astro~vòlto, borbotta le parole 631 III| bandita,~de' più profondi astrologi è fornita.~XIII. Questa 632 XVI| figliuolo d'Atrobad;~finalmente Atalìa, senza difesa,~senza creanza 633 I| lo fu san Marte, e degli Ateniesi~Santa Minerva a tempi più 634 XXI| sensibile?~Conosco io bene l'atomo diverso~che fa l'ingegno 635 III| sul tacito suo cocchio~d'atri vapor coprìa del ciel l' 636 XVI| sultana~da Josabad figliuolo d'Atrobad;~finalmente Atalìa, senza 637 XXI| virtù;~cameriera, massaja, atta per tre~a far gli affari, 638 XV| tiro,~marciar non può all'attacco, e per acuto~altissimo dolor 639 VII| dell'amante il ritorno ivi attendea,~quando il diavol, cred' 640 XV| falconi~che allo strazio attendean degli aghironi.~XXX. Ma 641 XII| cenar malamente, o forza è attendere~che un altro il numer che 642 VI| Dappertutto le dame alla finestra~attendon l'ora col pianto alle ciglia:~ 643 IV| alla terra,~riguardando attentissimi la rea~pugna ostinata, che 644 XIV| sì ben fatte~mai non vide Atteone alla fontana.~Sandò, che 645 XXI| Talbò co' fier Bretoni,~atterrate le porte e i parapetti,~ 646 VIII| Per mezzo al rogo, che atterrato e spento~nuota nel sangue, 647 VII| vincitor calpesta quella~d'atterriti facchini atra procella.~ 648 XVI| XL. E ben lesse lassù con atterrito~sguardo che già san Giorgio 649 XVIII| sempre con grande accuratezza~atteso de' ragazzi alla salvezza.~ 650 III| Autore accenna ai miracoli attestati da migliaja di giansenisti; 651 VII| Era questo, o signore, un attestato~della giurata fede, un segno 652 V| perché scaltri eran gli atti e bello il viso.~XXXIX. 653 XXI| parer, cui sempre il re s'attiene.~XLV. Profondamente ognun 654 XV| che castigato sull'incude attinse~miglior la tempra, parer 655 III| penitenza le donne di mondo e di attirarle nel suo convento. Fece tra 656 XIX| orror, l'altro mirava~con attonite luci, in tutto casso~di 657 IV| rischia, oimé, se non le state attorno,~d'ire a Corneto due, tre 658 XII| stesso aspetto!~L'asino, attratto da due brame eguali,~dritto 659 XVIII| Quanto all'azione turpissima attribuitagli dal Voltaire, non se ne 660 XV| perenne,~piomba l'altera degli augei reina,~con ugne adunche 661 XIII| raccende primavera i cuori,~gli augelletti al garrir della fresc'òra~ 662 I| pastorale,~un dì chiamato lituo augurale.~XLV. Il buon Trimuglio, 663 X| quadrato disegna, e prende augurio~da Venere quell'altro e 664 V| prìncipi modello,~con Marco Aurelio di saper profondo,~e parimente 665 XI| alla nuca ed al cimiero~all'aureòla e al delicato sito~ov'è 666 I| caccia il bagno. In vasi d'auro~con acque nanfe lavasi la 667 II| godiamci in pace e sotto buoni auspìci~questo ghiotto boccon, ch' 668 X| a naso,~quando trova un austero giansenista~un gesuita di 669 XVI| Ottava XIII, v. 7:~Santo Austino, o Agostino, frate, che 670 III| parlamento perdé molta della sua autorità.~Ottava XXX, v. 1:~Assai 671 X| sorgeva più lontano~a cui l'autunno il verde dosso indora~di 672 III| corre audace~ai nemici che avanzano curvati~sul dorso a cento 673 XV| la morte e la paura.~XXV. Avanzar fa veloce il suo soldato~ 674 XII| si caccia;~così Monroso avanzasi tentone~verso la bella, 675 XXI| re, presto, da bere!~LXI. Avanzate, correte, a me guasconi,~ 676 XIX| lacrime e d'amore;~e un avanzo serbando d'amicizia~per 677 VIII| paladino,~e, com'egli dice ave, ella vi mette~un sospiro 678 I| dire~che parea saggio e aveane l'aria e il manto,~essendo 679 II| penitente, fu accusato d'averla stregata soffiandole sopra. ( 680 | averlo 681 | avessi 682 I| battisteo~denno i nostr'avi il rito augusto e santo,~ 683 III| stassi con le mani in mano.~L'avida Furberia, ministro antico,~ 684 XIII| convenne, e sopra i gai~lisci avori del tuo bel deretano~rassettar 685 VIII| sanguigne~stille il candido avorio gli dipigne.~XLVII. Mentre 686 | avrai 687 | avremo 688 | avresti 689 VI| francesi~nella sua terra avrian messo le piante,~e per l' 690 | avrò 691 XIII| rispose, il milordo, e avronne in sorte~due gran beni, 692 VI| che ancor nuda esser s'avvede,~porre del gran Sandò la 693 VII| Soprattutto, o lettor, dell'avvenente~tenera Agnese ricordar ti 694 XXI| più lievi e i più grandi avvenimenti.~Tutta in sua testa abbraccia 695 VII| mente agogni~veder che dopo avvenne entro Milano?~Lo scopo è 696 X| Monroso~tira il ferro e s'avventa all'animale,~la cui furia 697 VI| pecchie allo stordito~s'avventano ronzando, e sul mostaccio~ 698 VII| mi aggradan tanto~quelle avventure che van via senz'arte,~il 699 IX| affetto. –~Così parlò la santa avventuriera.~La prece il confessor trasse 700 X| qual protettor, qual sorte avventurosa~a pie' de' nostri altari 701 XIII| le tue vaghe~nido d'amore avventurose braghe.~XIII. Con la tenera 702 X| d'essersi fatti insieme avventurosi.~XXXVI. Che diranno a Sandò? 703 XVIII| diss'ella, il giorno è avventuroso~per questa gente povera 704 XVI| Fu a questo che ti trasse avversa sorte,~a questo di mortali 705 III| assurdo, come quello de' suoi avversarii.~Ivi, v. 3:~Dolcino, Doucin.~ 706 XXI| tutto sbalordite e rotte~l'avverse schiere, e con errante piede~ 707 IX| nel petto,~e che una forte avversion sincera~sia de' cuori cangiati 708 VIII| destro in avvertenza,~gli avvertì che in quel punto ei non 709 XIII| Signore~era sceso dal ciel per avvertire~che il poter degl'Inglesi 710 III| della servente e di Bonel s'avvia.~XLIII. Non molto andò che 711 IX| groppa frettolosi~a Orleano avviàrsi i cavalieri,~di vendicar 712 VIII| nudi, secchi, arrabbiati, avvicinosse,~e di lor stato a pietà 713 XVIII| tutto pietoso e intenerito,~avvicinossi al caporion che in testa~ 714 XVII| scoppi. Il padre allor s'avvide~che un palazzo sì strano 715 VIII| dame.~L. Fu Trimuglio che avvidesi primiero~della sua dolce 716 III| aduna~d'assai maggiori, avviene altro accidente.~Carlo verso 717 IX| Cionca alla lor salute, e avvinazzato~dice loro così: – Madamigelle,~ 718 XIX| dolcemente il trasse, i piedi avvinto,~il capo penzolone e tutto 719 XIV| adunque,~lunghesso il fiume s'avviò l'Inglese,~giurando che 720 XVIII| sant'opre,~come l'abito avvisa che li copre.~XI. Sospirando 721 IX| avendo,~per mar cercarle s'avvisàr dolenti.~Salpan dunque da 722 XII| m'è d'uopo, lettor, farti avvisato:~quello per un teologo s' 723 II| Francia.~XX. Va con rauchi avvocati la mattina~a commentar Cujacio, 724 XVII| un buio e spesso~nugolo avvolse col palagio il mago.~Lo 725 II| presso Orleano e d'ombra avvolti,~del nemico traversano i 726 II| parla, e spessa intorno le s'avvolve~de' cortigian la turba, 727 XVIII| ammogliarsi. Quanto all'azione turpissima attribuitagli 728 XV| della mensa, per felice azzardo,~raccolti si trovaro in 729 VI| corre, altri fugge, altri s'azzuffa,~e va di sangue un rio per 730 XII| militar, nero capello,~l'altra azzurra i be' rai, fresca, gentile,~ 731 XI| orrendo trascorrea spazio azzurrino,~che invan l'umano ardire 732 IX| or la ritrova sucida e babbea,~storta, sgarbata, e voltale 733 XVIII| e l'altro restar muto e babbeo,~quando le brutte arpìe 734 IV| orgoglio uman la torre di Babelle~per alta bizzarria spinse 735 III| Preti, guerrier, bagasce e baccalari~vi portano ad usura i lor 736 X| ed ella,~anzi egli suora baccellier pascea~là dentro la gentil 737 III| come un ranocchio~il nostro baccellon, quando dal letto~fu degli 738 I| Bonello,~confidente sicuro e baccellone.~Quel che a corte, ove tutto 739 VII| esorcizzano,~e tremando il prelato bacchettone~trincia a tutti la sua benedizione.~ 740 XIII| vermicel vien fuora,~si bacian le farfalle in cima ai fiori,~ 741 I| toltasi questa in braccio e baciandola nel camminare, se n'andò 742 XIV| lascive aurette,~mentre, lievi baciandosi pel cielo,~traggonlo le 743 XIX| tomba? È questo il loco~da baciarsi e dar sfogo al vostro foco?~ 744 V| battere di ciglio~sempre baciato al luogo della festa.~Satana 745 III| Signor fanatici,~del beato baciavo il tabernacolo.~Fra' Capocchio, 746 V| ognun gli dà di piglio,~lo baciucchia, lo gongola, lo pesta,~e 747 XIII| prepone alla sua bella,~senza badar del regno alla procella.~ 748 VIII| cavalli e tornar via.~Ma badate il sentier non isbagliare.~ 749 II| gli avanzi d'un pasticcio badiale,~e su due pie' col Santo 750 V| bianco e morello:~– Non badiam de' mortali alle follie;~ 751 III| avanza.~Preti, guerrier, bagasce e baccalari~vi portano ad 752 XXI| guise accorte e buone~la sua bagascia, ch'egli lietamente~si ricevette 753 XIII| 5-6:~Enrico III e i suoi bagascioni.~Ottava LI, v. 7:~La famosa 754 VIII| San Dionigi, non conto bagattella,~m'è comparso nel meglio 755 X| io perdo i miei giorni in bagattelle~d'amor, famosa fra le peccatrici. –~ 756 I| valgon tutti insieme un bagattino.~XXXIII. – Ah non è giusto ( 757 XI| sobborgo ov'hai la festa,~o de' baggiani protettor baggiano,~di nuovo 758 XI| o de' baggiani protettor baggiano,~di nuovo a ribaciar la 759 X| non d'altro che di pianto bagna?~Un galantuom va d'altri 760 IV| di giovani scudieri,~e in bagni d'oro onestamente belle~ 761 I| traccia.~Dopo la caccia il bagno. In vasi d'auro~con acque 762 XX| riconoscete.~Pria dal vecchio Balam fui mantenuto.~Balamo fra 763 XVIII| Agnese cerca invano il suo balasso,~invan le perle, e sta per 764 VI| accento.~Cadde, e cadendo balbettar s'udio~il nome dell'amante; 765 XIII| tira.~Dionigi, che a un balcon s'era condotto~del ciel, 766 XIII| Qualunque fra di voi più baldo ha il core,~facciasi avanti 767 V| è riverito;~balli, cene, baldracche a tutte l'ore,~burlandoci 768 XXI| piomba a guisa di baleno,~di balen che la folgore accompagna.~ 769 VIII| tutto d'intorno l'orizzon' balena~di mille sottilissime fiammelle~ 770 VI| balcone qua e là l'occhio balestra~in aria d'uom che niente 771 XVII| piange, e poi ride e canta e balla,~sempre l'occhio ed il corpo 772 XVI| onde argentine;~le colline ballar come i capretti,~ed i capretti 773 I| questo prence era alquanto ballerino),~una rara beltà v'avea 774 V| luoghi ove Cristo è riverito;~balli, cene, baldracche a tutte 775 VIII| e all'oscuro, e prode al ballo~di corsal, ma devoto e a 776 X| spedito~un ordinario gentiluom balocco.~Dopo un'ora (oh rio caso!) 777 III| e assiste al soglio~una balorda stolida famiglia,~l'Ostinazion, 778 XVI| Maddalena,~e permette che balsami profani~sulle sacre sue 779 VIII| fu qui che trovàr dei più balzani~cervelli il fiore, un duro 780 IX| tutti quattro avvien sul balzo arcano~di Maddalena un dolce 781 XX| vedute io v'ho sovente~con la bamboccia o la bertuccia in letto,~ 782 XVI| statura divina,~visetto bambolesco, occhio turchino,~pelle 783 XVII| tratto?~Quando son su que' banchi, ognuno è matto.~XXVI. Ebbro 784 XVIII| onori, mutò improvvisamente bandiera, e cominciò a inveire contro 785 XIX| di canne formar tosto una bara;~sovr'essa, incarco in un 786 VI| Mentre in quella tremenda barabuffa,~che d'un campo sorpreso 787 IX| che Maddalena, visto quel baratto,~ne sorrise dal cielo e 788 XI| la divina Agnese~la gonna barattò nell'osteria,~quest'armatura 789 VIII| sottilissime fiammelle~che fan barbaglio e, appena passa un lampo,~ 790 VIII| che tutti guarda come un barbassoro,~e i santi ha in tasca e 791 XXI| Sopra un magro caval di Barberia,~l'unico che in istalla 792 XIX| cavalca un giumento~di Barberìa, e con pupilla oscura,~con 793 IV| corrugasse il naso, né i barbigi~arruffasse al passar d'un 794 I| era sovrano;~ivi Agnese in barchetta andò la sera,~e Carlo la 795 XI| caduta, e invan si scuote:~Barclay duro e Varton il mariuolo~ 796 XV| mostacci ancor traluce,~barcollando venian: ma ciò che fa?~Il 797 IX| finché, già tartagliando e barcollante,~s'alza, gli occhi di sangue 798 II| sbadigliando.~Pur giunge al fine, e barcollon si stende~lungo Giovanna, 799 XIII| campo.~I corsieri in ferrata bardatura~partono, punti dallo spron, 800 XI| insulto~suor Faccenda da Barde e da Parsone.~Era ad entrambi 801 XIII| gran muli incarca~con due barili di nettareo vino,~di presciutti, 802 IX| Dèbora e Simone,~Simone Barion, quell'ammirando~d'orecchie 803 XVI| fecer due file intorno a Bariona.~Si nicchiaro di sopra gli 804 I| Sede,~e con gli annali del Baronio ogni anno~un papa di cartone 805 IV| suo cugin Borace,~VI. e Bartonaro che i fratei fe' becchi,~ 806 IV| s'agita, più brutte ha le basette.~Giovanna, accesa di furor 807 XVI| coccodrilli obbedienti;~comanda al basilisco, al leviatano,~e l'uno e 808 III| Piemonte~al fier Villardo fe' bassar la fronte.~III. Che del 809 XVI| lei s'uniro.~San Giorgio bassò l'ali, ed Agostino~prese 810 VII| la sua spada provollo già bastante... –~E dir non poté mente, 811 XVII| con Dio~presto ad un vago bastardel la porta,~che per noi pugnerà. 812 XVIII| volte imprigionato nella Bastiglia, e bandito da Parigi. Sul 813 IV| senza bussola e vela un bastimento.~XXVII. Ma ecco trapassar 814 XV| pietre e di zolle era un bastione~da La Hiro costrutto e da 815 XIX| d'Orleano~gli assediati bastioni. I campi intorno~fuman di 816 X| preso alla ventura~un nodoso baston, tronco di faggio,~fa risposta 817 XVII| Quando saprete, oimé, chi vi bastona~e cui battete allegramente, 818 XVII| ti vado a marchiar con un bastone~quella fronte d'ogn'altra 819 XXI| giudizi, ei sceglie il più batocchio.~Un baleno di spirito venuto~ 820 XI| in groppa al mulattiero~battea soletta un picciolo sentiero.~ 821 XIV| l'invita.~XII. Di tremoli battelli e di consonte~tavole vecchie 822 V| pesta,~e sel porta in un battere di ciglio~sempre baciato 823 VIII| poltrone:~fa troppo caldo, e battersi all'antica~non è caso. Alle 824 XVII| oimé, chi vi bastona~e cui battete allegramente, oh quanti~ 825 I| fo mestier di santo;~io battezzai la Francia, e ne' perigli~ 826 XII| Ah muori, disse, almen da battezzato,~se vivesti da cane, e a 827 IV| esquisite dapi,~fra lini di battista in aureo letto~fino alla 828 I| buon Dionigi, a cui del battisteo~denno i nostr'avi il rito 829 XX| boreal, dall'affricano,~vien battuta una nave che cammina~per 830 XVII| contro l'altro or batte, or è battuto,~e assalitore a un tempo 831 II| Orig. Roger, seigneur de Baudricour. Veramente non si chiamava 832 XVIII| propria madre Isabella di Baviera fu quella che lo perseguitò 833 X| ascoso in femminil gonnella,~bear dai dolci baci si sentìa~ 834 XIII| ma voi cedete al grande Bearnese,~al gran vendicator degli 835 XIII| sente.~LIV. Ecco i giorni beati, ecco l'impero~delle Grazie, 836 III| messo~nelle mani di donna Beatrice,~e frate Anselmo prostrasi 837 XIII| Gabriella d'Estrées, duchessa di Beaufort.~Ottava LIII, v. 3-4:~Il 838 I| onde fu detta Signora di Beauté. Ebbe due figiuoli dal re, 839 I| VII le donò il castello di Beauté-sur-Marne; onde fu detta Signora di 840 XI| perduto~popol sostegno, beccalite fiero,~dunque furtivo tu 841 V| signor mio diletto,~che il beccamorto v'abbia a seppellire?~Un 842 II| letto~i Rutoli, inviolli in beccheria;~e lo stesso mi par d'avere 843 XV| core,~che la cruda di morte beccherìa~sol piena di bestemmie e 844 XVI| cammino. –~Così parla, e Bedfor, veduto in cielo~quel gran 845 IV| da pigliarsi ardire~di beffarlo fin dentro al suo palazzo.~ 846 IV| tutti confusa la parola,~e beffati da Dio si separaro,~ed imperfetta 847 XVIII| pubblico insolenza.~Io me ne beffo, o Sire, e sto posato~sul 848 XIV| tutte cose create informi e bèi,~le rinnovi, le nutri, ed 849 III| tutti apopletici.~Nuovi Bellerofonti, infra quei densi~vapori 850 XXI| La stessa notte ancor la bellicosa~Giovanna, al cielo rimandato 851 III| Giovanna il panzerone:~il bellicoso e duro usbergo impaccia,~ 852 XIX| ritratto, che la man perita~del Bellino dipinse in pergamena.~Ella, 853 III| ove ignorante~contempla la bellissima pittura~delle umane follie 854 XXI| morte esecutore~gli arma Bellona il Fato ed il Furore.~XXI. 855 IV| non disviato d'alcun'altra belva;~LXX. tal di santo Francesco 856 XII| XXVIII. un serraglio di belve a suo piacere,~che il suo 857 XVI| perché scannar non volle Benabad;~e Joas ammazzato alla sultana~ 858 III| cavalcano chimere, e con bendati~occhi van contro all'avversario 859 XX| Acheronte~ancor coll'acqua benedetta in fronte.~VIII. Questo 860 IV| mortale~di certa suora Alì benedettina,~n'ebbe il signor Ermafrodito, 861 XI| macchiato~pudore delle sue benedettine.~E già l'ardita cento colpi 862 IV| superbamente~imbandirsi da un buon benedettino,~che, a' suoi grassi rival 863 I| non ch'ella,~che Dio la benedica, è tutta bella.~XX. Voluttà, 864 III| sommesso~a madama che grave il benedice.~Ma torniamo ad Agnese, 865 X| concludon tutti, Iddio benedicendo,~XIV. che può Sua Maestà 866 XII| Gabriel, che dolce in viso~per benedirle vien dal paradiso.~XVII. 867 XIII| alta voce~la prima volta benedisse Iddio.~– La gran Pulcella 868 IV| mio~contrassegnar di nuovi benefici.~Se fossi finanziere, altro 869 X| nel cui seno Iddio~de' beneficii suoi versa i tesori!~Qui 870 XX| che cammina~per Sumatra, Bengala o Ceilano;~or la vedi alle 871 XI| braccio,~LVI. e con aria benigna e graziosa~li ricondusse 872 VIII| bei doni, a larghe mani~benignamente accolti da Maria~e da' suoi 873 XVI| salire è degno,~soccorrete benigni alla fralezza~di mie pupille 874 XII| Quando a coppia si giunge, il benvenuto~dicesi a tutti; ma colui 875 VI| bellezza.~Vecchio e prode beone, un uom di stalla~dormendo 876 X| uscì fuora,~e, stanco di ber l'acqua, fece il vino~con 877 XXI| Viva il re, presto, da bere!~LXI. Avanzate, correte, 878 IV| quando in tazze di lucido berillo~il gran padre de' numi alle 879 IV| che al paragone~Samuele Bernardi era un adone.~XLIII. Mai 880 I| beve il moscato ai padri bernardini,~e senza rispettar Cristo 881 IX| sposa il vecchio Doge in berrettino,~or di Napoli ai lidi ameni 882 XII| mietuto.~Senza contar la vaga Bersabea,~il buon Davidde un gran 883 XXI| avea sospetto~che un fra' Bertoldo, un imbecille, un gonzo,~ 884 III| indusse la celebre regina Bertrada a vestir l'abito delle suore 885 IV| corsieri e stanchi d'aggirarse,~bestemmiano il destin, ché non avièno,~ 886 III| rispos'egli (e qui notate~che bestemmiar dée sempre un bravo inglese),~ 887 I| cor di selce in petto~ed è bestemmiator di prima lega,~grida: – 888 XII| lontano.~A quella vista bestemmiò furente,~chi mai? s'intende: 889 IX| Giuditta, che profónde alla bestiaccia~di mentite carezze una miniera.~ 890 XVI| non tocco.~XXIII. Poi di Betulia la gentil puttana,~ed il 891 III| che d'amor si danna,~si bevesser la cosa tale e quale,~che 892 XVII| cacciano nel fango, ove bevete~veleno e morte. O voi che 893 IX| niente.~Stiamo allegri e beviamo. – A questo detto~sulle 894 II| valoroso nel letto e disperato~bevitore e ghiotton, ma insieme uom 895 II| su due pie' col Santo fur bevute~sei mezzette di Carlo alla 896 XII| poveretto~due misure di biada in tutto eguali,~equidistanti 897 IV| assai bello e smisurato.~Di bianchissimo marmo è tutto il muro:~sovra 898 XIII| l'Italia bella.~V. Tu dal biasmo mi salva e dalla rogna~dei 899 XIV| mitologia~e assai poco di Bibbia, anzi niente.~Sì dicendo, 900 XVIII| onorevole impiego nella biblioteca reale.~ 901 X| questi guarda nel fondo ad un bicchiero,~e questi un cerchio nella 902 X| quelle~tenerezze in quel bieco atto non sia?~Chi sa non 903 II| movea;~così Pegàso al monte biforcuto~portar le dee pulcelle un 904 XX| bertuccia in letto,~grassa, bigia, pelosa, impertinente,~ma 905 II| è nel mio canto.~Sul suo bigio corsiero in gran sussiego~ 906 VI| quella schiuma dello stuol bigotto,~quel Savatier, che sotto 907 IX| fa lo stesso effetto:~sia bionda o bruna o bassa od eminente,~ 908 VII| inoltre lavorato~de' suoi crin biondi mi lasciò con esso;~un dolcissimo 909 XIX| occhio azzurro e la chioma biondoscura;~fiero e dolce è il suo 910 XVIII| Questi gran cavalieri eran birbanti~inviati al mestier di rematore~ 911 XVIII| morirsi!~M'han tolto tutto i birbi: il mio padrone,~quando 912 II| terra.~Di tutta quanta la birboneria~era il fiore, e durante 913 V| era un umore~sanguinario, bisbetico e spietato,~né san Remigio 914 I| Subito ognun con taciti bisbigli~si segna e prostra. Ed ei 915 XVIII| se n'andò diritto~alla bisca e divise il suo bottino.~ 916 IX| VIII. Giunto in quella biscazza, lo sfrontato~corsar si 917 IV| la giubba e tondo il suo bislungo muso;~l'unghia in cinque 918 XII| colmi delle grazie sue:~ma bisognava entrarvi a due a due.~IX. 919 IV| rotto un braccio.~XXII. Bisognò dunque alla città tornarsi~ 920 XVII| dentro senza posa~una larva bizzarra e luminosa.~V. Ha il pie' 921 XIII| Il cielo intanto,~che le bizzarre passion vedea~di questo 922 XVI| tondo~non v'ha palazzo più bizzarro al mondo.~LVIII. Il re, 923 XII| culo, a quei gigli, a quel blasone~Carlo orando si prostra 924 I| Orlean si suona;~questa città bloccata era in periglio~di cader 925 II| buon vino v'avea più d'un boccale.~Senza paura la donzella 926 VI| son felice. –~XXXI. Una boccetta allor d'acqua odorosa~trasse, 927 XIII| gli porse Agnese~con quel bocchin, che tenterebbe un santo.~ 928 XXI| tartufi, salsiccioni.~XXXIV. E boccioni, che in pance cesellate~ 929 I| Pulcella, dove, a detta del Boileau,~Il fit de méchants vers 930 XV| il ferro e il foco e quei bollenti~rivi l'inglese, più tremendo 931 XVIII| palme i volti da segnar coi bolli.~– E chi son, dimandò, chi 932 XX| Grisbordone,~arrostito, e bollito, e ognor più fresco,~bestemmiando 933 VIII| Parma e la città del Potta,~Bologna, Urbino, e accolti in liete 934 XV| non virgulti e tralci,~e bombarde al cui fulmine non lece~ 935 XI| piagne,~colubrine adoprar, bombe e mortali?~Se con quest' 936 XVIII| Vous vous ressouvenez du bon curé Fantin,~Qui, prêchant, 937 XVIII| ogni male il colse:~ma il bonissimo re lo sopportò~con pazienza, 938 XII| e il solco rilucente~di Boote era giunto al suo finire,~ 939 XII| cangiamenti il gusto.~Il santo Booz anch'esso ha ricevuto~nel 940 IV| e il temerario suo cugin Borace,~VI. e Bartonaro che i fratei 941 I| cada ov'io la fe' piantai!~Borbonio sangue, augusta Fiordiligi,~ 942 IV| ed al grand'astro~vòlto, borbotta le parole orrende,~le parole 943 XIV| dei plumpuddings, dei vini bordelesi;~l'altre vivande di sapor 944 VIII| la dama, amendue col lor bordone.~XXV. Copre il capo un cappel 945 XX| guerreggiata è la marina~dal soffio boreal, dall'affricano,~vien battuta 946 II| guerriero.~Tale un goffo borghese alto una spanna,~di qualche 947 VIII| più vicini:~preti, frati, borghesi, contadini,~X. madre, figlie, 948 XVIII| pranzar bisogna, e la mia borsa è morta. –~Lo consolano 949 XVIII| per sui~prende talvolta i borsellini altrui.~XXIX. Del resto, 950 XVIII| che custodìa~il picciolo borsiglio, tutto l'oro~del suo padron, 951 IX| tempo stesso~di pigliarsi un borsotto di gran pondo,~che al morto 952 VI| vedendo da lontan verso un boschetto~la poledra che forte galoppava,~ 953 XIII| Tien Bonello tremando il bossolotto;~teme per Carlo, squassa 954 XVII| Tersite d'Albione,~lesto, due botte, e fuori durindana;~o ti 955 V| canzonette che uscian dalla bottiglia,~ecco alla porta un gran 956 XVIII| alla bisca e divise il suo bottino.~E giù pose di subito in 957 VIII| tuo dover: ti mostrerò di botto~ch'ogni inglese in tai casi 958 XIII| cominciandosi allora a mettere i bottoni alle brache.~ 959 IV| fece vedere alla devota Bourignon e al suo direttore spirituale 960 XVII| de ver-à-soie significa bozzolo, il Monti chiama Maria Alacoque 961 VIII| LI. Stati un pezzo co' bracci ciondoloni,~l'un contro 962 XIX| lucente panzeron dorato~e i braccialetti in man d'uno scudiero.~Non 963 VII| la sua presenza.~XVII. Un braccialetto inoltre lavorato~de' suoi 964 XXI| boccon sì ghiotto:~pari a un bracco fedele e di coraggio,~che, 965 XIV| parta giammai: fa' che le brace~non rivegga mai più con 966 IV| con trine d'oro e lucide brachette~vengono a offrir servigio 967 II| rotto,~assestate le cose del braghiero,~come stregon nell'arte 968 III| intitolato: De la dignité des braguettes. Erano esse privilegio e 969 V| oimé, quel vile~capace di bramar cosa sì bella.~Incostante 970 V| Andiam, uopo è partire.~Ove bramate, signor mio diletto,~che 971 II| puoi dar di piglio.~Di', lo brami un onor di questa sorte? –~ 972 X| agnello.~Mentre il crudele con bramose canne~stassi il sangue a 973 I| questa.~I nostri amanti con bramosi lumi,~ebbri d'amor che lor 974 V| selvaggio~ribelle topo è nelle branche al gatto.~Già si sfiora 975 XIV| rival misura:~traggono i brandi, e il martellar gagliardo~ 976 VI| fieramente cammina e fa il bravaccio.~LXI. Torcea gli occhi e 977 XV| onor l'alme e d'ardir, più bravamente~non parlò mai nel campo 978 XI| vostre sante dita.~Via da bravi, al suo posto naturale~sia 979 VII| suo vantaggio.~XXVII. – Bravissima! (dicea) dunque voi fate~ 980 VI| balcone al briccon dicea: – Bravissimo. –~LXII. A Dunoè, che in 981 I| di Francia, poi duca di Bretagna; La Trimouille, d'una gran 982 IX| peccatori e peccatrici.~Con brevi detti d'Arondel l'amante~ 983 XVII| come il frate facea del breviale.~XLII. Prende sale e messale, 984 XIII| il bel paggio e il suo breviario,~mentre Trimuglio, che d' 985 VI| porta, tira la cortina,~briaco di lussuria e dritto il 986 VI| reverendissimo~dal balcone al briccon dicea: – Bravissimo. –~LXII. 987 X| Ah toglimi, dicea, sorte briccona,~e Giovanna e i miei duchi; 988 V| pel bucato d'un re così briccone.~XVIII. Fra color che del 989 XI| che v'ha, lettori, assai bricconi,~gente senza pudor, gente 990 II| suo castello era presso Brienne nella Sciampagna.~Ottava 991 XVI| vermiglia ancella~le aurate briglie al bel destrier mettea,~ 992 I| foco del core si sfuma~in brillanti concetti al par leggeri~ 993 XV| gli vedi in su la vetta~brillar da lungi in tremulo splendore~ 994 VIII| Rosamora,~di Cambridge e Bristòl cara alla terra.~In campo 995 III| il fior della prode oste britanna,~Tirconello, Bedforte, e 996 XVIII| gigli~rapir si vide da' britanni artigli.~III. Andò ramingo 997 VIII| il buon Francese al fier Britanno.~Ma Dorotea, le rie disfide 998 III| giunto.~XV. Era tutto in brodetto, e in arrivando,~arrivar 999 II| LI. Di Ruggero signor di Brodicura~piglia il burbero aspetto 1000 X| suo saltero~ed in segreto brontolando va;~questi guarda nel fondo 1001 XI| semenza.~XLI. Dunque, o devoto brontolone, o tristo~avvocato di popolo