'l-arcad | arcan-bront | bruci-conco | concu-dirut | dirve-filos | filza-imper | impet-lieo | lieta-nomar | nomas-poite | poito-rescr | resis-scend | scene-spart | sparv-tradi | trado-zucch
             grassetto = Testo principale
     Canto   grigio = Testo di commento

1503 XII| tenne Agàr sua serva in concubina:~ella avea due begli occhi, 1504 III| proibì l'emetico, ma senza condannare alla galera i medici né 1505 V| quassue~ed all'eterne brage condannati.~Il re cornuto della mandra 1506 XXI| Quanto a me, come frate, lo condanno;~ma, come uom, l'assolvo: 1507 IV| nella città di Rouen. Si condannò poi a un nuovo genere di 1508 III| ora vincente.~L'immortale Condè cesse alla spada~del gran 1509 V| pezzo d'uomo! che rival condegno!~Saldo nel suo dover già 1510 XVI| la cui lingua~d'epiteti è condita, benché trista~sia la sintassi 1511 XVIII| spirituale di donne d'alta condizione.~Ottava XXVIII, v. 1-2:~ 1512 I| vergine Maria e le fece le sue condoglianze per la morte del figlio; 1513 VIII| cappello.~Un'amica poi seco conducea,~ancor più irosa e rustica; 1514 VIII| o miei cari guerrier, mi condurreste~pur del mondo alla fin. 1515 VI| a qualsiasi persona ivi condutta~aperto è sempre, e dentro 1516 VIII| Un veneziano ciurmador, condutto~ dal caso, con sagge arti 1517 I| Contessa d'Enghien; Richemont, conestabile di Francia, poi duca di 1518 III| avanti la sua morte, ne conferì il generalato a una dama 1519 XX| l'istoria che la poesia,~confermano il mio detto. Io senza stento,~ 1520 II| padre Gherardo gesuita,~in confessando la gentil Cadiera,~di diavoli 1521 XVIII| curé Fantin,~Qui, prêchant, confessant les dames de Versailles,~ 1522 X| cor pieno d'affanno,~di confessarsi già facea disegno.~Devozione 1523 XIV| la Pulcella.~Feci mal, lo confesso, il mio dovere,~e ne arrossisco: 1524 V| monachelle,~e di tutte le corti i confessori~coi direttori delle nostre 1525 XX| tempesta~nel suo gran core e confondean la testa.~XXXVIII. Tal, 1526 XXI| caduto, e voi mentite,~voi confondete e fatti e tempi e amori,~ 1527 XIX| Segno che ti conosci e ti confondi. –~XIV. – Non son io, non 1528 II| profano~tatto ancor trema, confortando, dice:~– Vaso d'elezion, 1529 X| salute mia. – Tacque, e conforto~die' suor Faccenda con parlar 1530 XI| frattanto~più non veggendo il confratel Dionigi,~sospettò sceso 1531 XXI| Agnese in sul momento~dal confratello, e fatto, a pie' com'era,~ 1532 III| Capocchio~fra tutti i suoi confrati è dunque eletto.~Già la 1533 XX| occhi suoi non crede.~Si confuse Giovanna, e restò quale~ 1534 VI| viene.~LVII. Disperazion, confusione, affanno,~che il cor di 1535 II| official s'affretta;~qual si congeda dalla vecchia amante,~qual 1536 XXI| cavaliero~ il bacio di congedo, e con baldanza~lascia il 1537 IV| in corte non ti volle,~o Conismara, delle belle onore.~Carlo 1538 VIII| secure alte pupille:~non conobbe mai lagrime il suo ciglio,~ 1539 IV| reni d'un grosso cordone,~e conobbero il padre Grisbordone.~LXIX. 1540 XVI| portamento,~che gitta l'ago e la conocchia in terra,~volando alla battaglia, 1541 VII| l'intelletto~aver potesse conoscenza intera~se fatta io n'era 1542 XX| eloquentissima favella.~XLIV. Conoscer brama l'orator rivale,~entra 1543 VII| mio cor ritroso~amor non conoscesse, e prevenuto~non l'avesse 1544 XXI| come, io penso e sento.~Ma conosch'io quella virtù invisibile~ 1545 XIV| rischiarvi il tuo, coglion: ci conosciamo:~son Giovanni Sandò, se 1546 II| cimento~per l'infernal malizia conosciuta.~Se il buon santo tardava 1547 XVIII| Son l'opre mie per tutto conosciute,~soprattutto alla piazza 1548 III| Lettres Provinciales sono conosciuti abbastanza i casisti Escobar 1549 XII| giusto,~ed ogni patriarca ha conosciuto~degli amorosi cangiamenti 1550 XX| uomini e i somari al par conquide,~coll'arco in man librandosi 1551 XXI| qual si dovea,~di gran conquistator, da buon sovrano,~con Agnese 1552 XIV| XXXII, v. 5-6:~Guglielmo il conquistatore, bastardo di un duca di 1553 III| di Remore gli certo il conquisto.~Quei giovani scudier, quel 1554 XI| comparse~Neuton, che tutto conquistò l'empiro,~e quei soli costrinse 1555 III| decreto che l'emetico~vieta, e consacra il gran Peripatetico.~XXX. 1556 XVIII| ragazzi alla salvezza.~XVIII. Consacrai la mia vita alla virtute;~ 1557 XI| energica parola ed eloquente~consacrata al piacere, e cui sì spesso~ 1558 XXI| Signore,~cogliendo fiori consacrati a Dio.~Or si presenta un 1559 XVII| ben lustrato purgato e consacrato,~divenne un ampio e santo 1560 XX| V. Donne adorate, a cui consacro i versi~di che la Musa m' 1561 XX| vostra tenerezza in foro~conscientiae. Adunque fate punto: addio. –~– 1562 I| procede per parecchi semitoni consecutivi, la qual cosa produce una 1563 XXI| tu fosti ancor per consegnare~al nimico breton questa 1564 XX| strane e tali~di sua beltà le conseguenze vide~sui rozzi sensi d'alma 1565 XXI| un sudor tanto~la gloria conseguì, qual si dovea,~di gran 1566 III| no, dicea, no no, non vi consento. –~Mentre questi d'amor 1567 VII| un dannato~subornator, consenziente lei,~l'onor le ha tolto, 1568 VI| oltraggiarme,~giovin stranier, conservami l'onore.~Tu m'assisti, tu 1569 X| intenerita~qualche desir di conservar la vita.~XXVII. Pranzar 1570 XVII| XLI. Per miracolo sommo ei conservava~un resto di cervel quanto 1571 XIV| ogni core audace e forte,~conservò la sua tempra insino a morte.~ 1572 I| lutto.~XLII. Insomma in quel consesso, ove parlarono~sapienti 1573 XXI| Dunoè mi scusi, ché dovea~considerar che tutto si perdea.~XII. 1574 XI| tanto onore.~XIII. Ma ne' consigli suoi tremendi e cupi~il 1575 I| questo fu dato al nostro consigliero.~X. Veramente in Parigi, 1576 VII| frutto avea.~Del mio duol consolandomi col figlio,~dell'amante 1577 XVIII| mia borsa è morta. –~Lo consolano allor gli altri baroni;~ 1578 X| invola per venir quaggiù~a consolar le spose di Gesù? –~XLIX. – 1579 XII| piuttosto, a un tempo istesso~consolate gli amanti, ed accordate~ 1580 XI| sangue e carne e tuttoquanto~consolidossi a segno, che rimaso~non 1581 VII| Pegno d'amore, ond'io pur mi consolo,~lasciommi il suo ritratto, 1582 XIII| Carlo il confessore,~lo consolò, l'assicurò con dire~che 1583 XIV| Di tremoli battelli e di consonte~tavole vecchie fatto a discrezione,~ 1584 I| alla follìa~di Louvet la consorte, e a lui conforme~l'amoroso 1585 I| Dolci e franche parole, ma consperse~della decenza che conviensi 1586 XII| sanguinoso monastero, io dico,~consternato e polluto, ove sì fiera~ 1587 XI| a cavalcion riporre~del consueto suo diurno raggio,~ché palese 1588 X| sì rei timori,~va tosto a consultar sul proprio danno~sorbonisti, 1589 IX| la voglia impura e matta~consumar di quel porco meledetto?~ 1590 XI| quella~felicissimamente consumata~opera altrui sì turpe, a 1591 V| La più galante impresa io consumava,~che mai fatt'abbia alcun 1592 XIII| incantatori possano impedire la consumazione del matrimonio; il che si 1593 VIII| sangue che pugnando s'è consunto:~rotti, deboli, entrambi 1594 XIII| e la vita e il color, la contadina,~che morto il vede e con 1595 VIII| preti, frati, borghesi, contadini,~X. madre, figlie, ragazze; 1596 XI| trema il papa e afflitto il contadino~teme in quell'anno carestia 1597 XI| istoria ridir famosa e vera.~Contami, tu che il sai, ciò che 1598 VIII| del peccatore.~LVII. Le contaro i lor casi i due guerrieri~ 1599 V| diss'egli: eccomi qua~a contarvi la mia strana ventura;~vi 1600 IV| sangue; tanti almeno ne furon contati dal Marchese di Crèvecoeur, 1601 XVI| Poton, mirando il fier contegno e franco~dell'inglese, si 1602 VI| lucidi spegli figurato~ti contemplasti; e che gaudio, che festa~ 1603 II| palese.~Il buon Dionigi contemplava attento~di Francia i gigli 1604 XV| corte.~Ivi l'alta di Dio contemplerai~sapienza profonda che la 1605 XX| e il pettignone,~quando contemplo in voi tanta vaghezza.~Il 1606 XIII| casto occhio ipostatico~contemplò lo spettacolo amoroso~de 1607 XVIII| qualche ecclesiastico suo contemporaneo di poco cervello.~Ottava 1608 XIII| ferma il Bastardo e gliel contende.~XXVII. – Deh non mi fate 1609 I| prence, che non può più contenerse,~con occhi accesi d'amorosa 1610 XIII| di sella~smonta per tosto contentar la vista~più da vicino sulla 1611 XXI| ella mirò con paghi occhi contenti~del suo viso il poter sopra 1612 II| già di travertino,~né di contesse o di duchesse al letto,~ 1613 I| cima, e d'argento e d'òr contesta.~La tonicella va in balìa 1614 XIII| nièce. Fu poi moglie del contestabile Colonna.~Ottava LX, v. 1- 1615 XVIII| via.~De' compagni e di sé contezza intera~ Freron, capo di 1616 XVIII| costoro han tutto, e noi continuamente~nel mestier nostro in forca 1617 VIII| soffrire.~San Dionigi, non conto bagattella,~m'è comparso 1618 XII| divina~si gìa cercando; alfin contò benissimo~ciò che sapea, 1619 XIV| empiendo,~la devota beltà si contorcea.~Ecco quattro figure in 1620 I| forma, e in ogni evento~aver contr'essi il jus de repetendo. –~ 1621 VI| scomunicato,~e fu di portar via di contrabbando~il cavaliero non astuzia 1622 VIII| Dorotea.~XXVII. Niuno osò contraddir l'affermativa~di sì grand' 1623 III| l'altro tutto ripien gli contrappesa~di rosarii, novene e giubilei,~ 1624 IV| giorni tutti dell'impero mio~contrassegnar di nuovi benefici.~Se fossi 1625 IV| sciolta Giovanna, ché il contratto è buono.~Costei che il cor 1626 IV| Guarda le belle membra e si contrista,~poi di morte riguarda l' 1627 VIII| amanti di cavallo scesi~contriti si gettaro al suol prostesi.~ 1628 X| penne),~LVIII. non senza contrizion la bella Agnese~seco medesma 1629 XVII| ajuto;~e Bonifazio tutto contrizione~mena sempre su e giù la 1630 XVII| ghiribizzo, il sogno, il controsenso,~lo sbaglio, la bugia, tutta 1631 VIII| di quel fossaccio~l'eroe contuso in cento parti e in cento,~ 1632 X| primi padri il paradiso~convalli più ridenti e più tranquille~ 1633 XX| dirlo schietto,~credo più vi convegna un ciuccio alato~che un 1634 XIV| indur la pace e un amical convegno.~Egli ottenne (sì ben s' 1635 XIV| a un guerrier cristiano convenìa;~ma il nostro eroe sapea 1636 I| produce una musica effeminata, convenientissima all'amore.~Ottava XXIV, 1637 XXI| punto arrischiar la vostra convenienza.~XXVI. Scrivetegli, Madonna. 1638 IV| in parlar ruppero tutte~convenienze e vennero alle brutte.~LXXXI. 1639 IX| loro così: – Madamigelle,~convenite fra voi chi dée venire~stanotte 1640 I| Francia ve n'ha più, nessuna;~conventi e case ne son brulli appieno;~ 1641 XXI| LXII. Tal nella patria sua conversa in cenere,~tra le fiamme 1642 IX| Maddalena da una nube, a questa~conversion, mettea lieta la testa.~ 1643 III| convento. Fece tra esse di gran conversioni; e indusse la celebre regina 1644 III| penitente~che sul letto converti? Ottimamente!~XXXI. Ti son 1645 IV| ordine di Fontevrauld. Egli convertì, nel 1100, tutte in un colpo, 1646 IV| versiera~nel signor cavalier si convertìa:~così, cangiato ed arso 1647 III| tutta racchiude,~per Francia convertir, la sua virtude.~XXIV. A 1648 V| patriarca,~voi che a Dio convertiste tanta gente,~voi quaggiù 1649 XV| artifizio.~L'ombre notturne convertite in lume,~del popolo le grida 1650 XI| prudenza,~quale a un santo convien, si seppe tòrre~ai sospetti 1651 I| consperse~della decenza che conviensi a dame,~in altrettanti sproni 1652 XVIII| e letteratura francese a Copenhagen, dove stette fino al 1751; 1653 XVI| al fianco Rosamora amante~coperto ha, come lui, di ferro il 1654 XI| ella giunge e piomba sulla coppa~a quei ribaldi, che con 1655 I| accoglienza onesta;~Bonello era il coppier. Mense de' numi,~voi siete 1656 XVIII| sollecito zelo e pronta mano,~coprendo il bujo l'onorate imprese,~ 1657 XIII| l'ombre spesse~mansueti a coprir le lionesse.~XLVIII. Francesco 1658 XVIII| in pianto, non san di che coprirsi.~Il tesorier Bonel, ciò 1659 IX| la notte d'un velo atro copriva~le marce travi di quel rio 1660 I| perigli~sotto l'ombra la copro del mio manto;~ma questo 1661 VII| Firmato: il padre inquisitor Copuccio. –~XXXVII. Oh in veste di 1662 XVII| vescovo di Soissons. Siccome coque de ver-à-soie significa 1663 XXI| XLI. – Lo possiam, disse, corbellar tenendo~dietro all'incanto, 1664 V| povera virtù!~come sei corbellata colassù~XXVI. Or andate 1665 XVIII| impiccarli era d'uopo e darli al corbo;~che i Freroni, gli augelli 1666 III| bella~maniera si fa dir dove corcata~posa Giovanna, in suo valor 1667 XXI| speme,~sovra gli allori corcheremci insieme. –~XV. Il Bastardo 1668 XIII| quai due vesciche ch'a due corde pendono,~tese ad eguali 1669 VII| oimé, che, in preda al mio cordoglio,~quella dolce promessa in 1670 XX| foste di quelli ancor del cordonetto~di san Francesco, non venite 1671 XIII| occhi languisce;~slaccia i cordoni dell'usbergo e mira,~oh 1672 IX| e va con capo altero~a coricarsi accanto al masnadiero.~XVI. 1673 XXI| tenendo~dietro all'incanto, e còrlo nel concubito,~come un 1674 IV| le state attorno,~d'ire a Corneto due, tre volte al giorno.~ 1675 XVII| tremenda ottava~del suo gozzo a cornetta, alta la testa.~Tutto si 1676 X| buona. Di gentil pittura~la cornice più bella è la natura.~II. 1677 XIX| vel dich'io, non vale un corno.~Questo è tutto che all' 1678 XV| tiensene onorato,~e tutti, a coro pieno replicando,~gridan 1679 XV| strepitose.~II. Avrei voluto coronar per mano~di Giovanna, d' 1680 IV| che d'asfodillo~in Ascra coronàr l'alme Camene,~quando in 1681 I| ingiallato~Tokay con tazze coronate e spesse~del cervel stuzzicando 1682 XIII| buscione~a slacciarsi il corpetto ed il giubbone.~XXXI. E 1683 I| tribunale, dal vescovo, dalle corporazioni delle arti e dalla Sorbona.~ 1684 IV| fa prendere quel frate corpulento~quando meno il buon uom 1685 II| LXXI. Ma sia col lauro che corrà il tuo brando,~la casta 1686 XIII| vaga mostra~della guerra il corredo e della giostra.~VII. Cento 1687 VII| Dorotea le lagrimose~stille correnti da' begli occhi suoi,~disse: – 1688 III| quell'ora, in quell'istante~correre in traccia dell'amato amante.~ 1689 XIII| volte, Dionigi mai non la corrèsse.~IX. Non fu dunque nimica 1690 XX| fole che la Grecia onora.~Corri in Arcadia e cercalo nel 1691 VIII| diamo orrendi stramazzoni.~Corriam dietro al ladron che ce 1692 VI| sventurato,~e di siffatto corridore in groppa~contro i più forti 1693 XIII| la queta delle notti alma corriera,~e cento elmetti d'òr carchi 1694 XII| la cena.~Addio, Bonel; le corro in braccio, amico. –~Ciò 1695 V| lavato~non basta mica, se corrotto è il core:~or questo Clodoveo, 1696 IV| sì che il giansenista~non corrugasse il naso, né i barbigi~arruffasse 1697 VIII| oscuro, e prode al ballo~di corsal, ma devoto e a dire usato~ 1698 XII| s'aduna~nelle palpebre, corsegli veloce~sul regio naso e 1699 XX| amanti in toga e militar corsetto,~genti di mondo, consiglieri 1700 IV| a gli amanti siccome ai cortigiani?~Per doppia onta il crudel 1701 I| che sempre al maldicente~cortigiano indiscreto è trasparente.~ 1702 IX| crapula, sdrajati entro il cortile.~Soletta in quell'orror 1703 XII| tolta~da una sdrucita verde cortinetta.~Che fa Monroso? Come l' 1704 XIII| ché l'asino le fece una corvetta,~e tutta lunga e stesa al 1705 II| con Astolfo a voi s'ergea.~Cos'è questo ronzin, sento alcun 1706 IV| finirla omai,~di piombar costaggiù. Ma si trovava~egli medesmo 1707 V| cotai detti amari~proruppe Costantin: – Di Giove e Delo~il culto 1708 VII| lassa!, e qui giurò d'amarme~costantissimamente: ed io son certa~ch'egli 1709 IV| nelle assediate mura a tutto costo.~XVI. Diviso è in due. L' 1710 | costoro 1711 XI| conquistò l'empiro,~e quei soli costrinse a rotearse~a traverso il 1712 VI| sua vendetta,~ei si fe' costruire in tutta fretta.~XVII. Ma 1713 I| Bonel sghignazza, e, come si costuma~quando parla un signor, 1714 XVII| recava,~giusta la saggia costumanza antica,~garofano, moscado, 1715 III| religiose.~Ottava LIX, v. 7:~Si costumava già di portare delle lunghe 1716 V| XIX. Allor dolente in cotai detti amari~proruppe Costantin: – 1717 II| e tanto basti.~VI. Certo cotale ex monaco curato,~che per 1718 IV| Talestri nelle persiche maremme~cotanta a lor beltà copia votiva~ 1719 XVII| ragione,~quella stordita che cotanti ispira~del nostro tempo 1720 XVIII| questo un mal che passi la cotenna?~De' suoi talenti vivere 1721 | cotesta 1722 IV| quei cani~rivolto grida: – Cotestor pigliate,~di mia clemenza 1723 III| polpette~e con erbe d'odor le cotolette.~LVII. – Che fate, oimé, 1724 XIII| vendé sì care le lenticchie cotte,~questo vecchio Giacobbe, 1725 XIII| e poltarelle,~di cappon cotti e crudi e mortadelle.~XXIV. 1726 V| della gran Giovanna.~Ivi cotto egli trova a foco eterno~ 1727 II| Inghilterra e in un di Francia cova~gli alti destini sotto l' 1728 IX| marce travi di quel rio covile:~de' malandrin la turba 1729 XXI| divenne e meno oscura e crassa.~XXXI. Del subitano suo 1730 VII| Signor del mio pensiero io lo creai,~e l'amava anche pria che 1731 VIII| intero a mente~delle buone creanze il dizionario,~con molta 1732 XVII| v. 5-8:~Dice l'orig.: Et créateur de la confusion Qui depuis 1733 XVII| sottil commentatore~e strano creator della loquace~confusion, 1734 XX| feconda, e sempre brilla,~creatrice de' mondi, anima e vita~ 1735 XII| l'ho più! – Così dicendo, crebbe~del cor l'angoscia, e l' 1736 XX| lasciai l'empireo regno,~io mi crebbi d'onor: ma che ragiono?~ 1737 VIII| partito,~all'ultim'ora si credean vicini;~quando a ventura 1738 VII| morir dalla tristezza io mi credei,~e d'amor detestai la frenesia;~ 1739 XII| quel padre d'ogni buon credente,~si tenne Agàr sua serva 1740 III| niente.~XXV. E i devoti credenti allora enfatici~svenìr di 1741 XV| testimonio siffatto ogni credenza~acquista al suo gentil libro 1742 IX| cielo e si die' pace.~E ben creder si puote un cotal fatto,~ 1743 III| ragiona!~Oh saggia cosa il credere nel papa~e in Belzebù, né 1744 V| che non più.~XXXIII. Ma credereste or voi quel che v'ho a dire?~ 1745 III| cara Galigai! S'incapa~a crederti una strega la Sorbona,~però 1746 III| che fu l'anno nel quale crediamo che l'Autore mettesse mano 1747 II| Dionigi (oh portento non credibile!)~sopraggiunse in quel punto, 1748 III| e il folle Orgoglio~e la Credulità che tutto piglia.~Insomma, 1749 II| distaccò,~e i calzon di velluto cremisino.~Così Davidde, cui Dio tanto 1750 IX| siede in mezzo e mangia a crepapelle.~Cionca alla lor salute, 1751 V| conta la guisa,~e i diavoli crepar fa dalle risa.~ ~ ~I. Cari 1752 V| e l'inferno dal ridere crepava.~ ~ ~NOTE AL CANTO QUINTO~ ~ 1753 I| che s'alza e salta e spuma~crepitando sull'orlo dei bicchieri.~ 1754 XVI| mio restituirmi,~se non crepo. – Sì disse, e andò a dormire:~ 1755 XXI| che lo spavento de' Breton crescea.~Il re Carlo, che dopo un 1756 XXI| centinaja.~LVI. La luna, che crescente è quella notte,~dubbia la 1757 III| stelle sono~fatui fochi che crescono tristezza;~l'aria tutta 1758 III| gufo han quei dottor per cresta,~e lunghe orecchie di somaro 1759 IV| contati dal Marchese di Crèvecoeur, ajutante di campo del Maresciallo 1760 XIX| erbette~che un'onda irriga cristallina e pura,~un bosco di cipressi 1761 I| pianto,~e il re tre volte cristian che, a nulla~pensando, con 1762 I| favore di lassù v'è grato,~se cristiana è la vostra anima bella,~ 1763 XVIII| coll'ingegno~nell'opre sue cristiane, che per sui~prende talvolta 1764 XVI| piante,~scudo de' nostri re cristianissimi,~stendi su loro i tuoi favor 1765 VI| dolcissimo,~degno proprio d'un re cristianissimo.~XXXIII. Piacque il saggio 1766 X| incanto,~che la bocca alla critica suggella.~Dunque alla buona. 1767 XVIII| dizionario, con l'esame critico del Libro dello Spirito. 1768 XI| rispetto ai santi ed alle croci;~ed eccoli frugar di cella 1769 I| Ottava XIII, v. 1-3:~La cromatica procede per parecchi semitoni 1770 I| italiana si die' mano,~di cromatico genere, eseguito~a tre voci, 1771 III| farsi intendere!~XXI. O cronicista degli eroi del Xanto,~tu 1772 V| mi sta ben, ché offesi~crudelmente quei poveri Albigesi.~XXVIII. 1773 XXI| con bella grazia intanto cuce Agnese;~e saggio ad or ad 1774 IV| Aliface~e il temerario suo cugin Borace,~VI. e Bartonaro 1775 II| avvocati la mattina~a commentar Cujacio, e s'addormenta.~A sentir 1776 IV| incontra, e ognun volta le culatte.~XXIV. Quai due gonfi torrenti, 1777 V| Costantin: – Di Giove e Delo~il culto io spensi e su' lor santi 1778 X| lussuria.~XX. Tali i queti cultor delle capanne,~di bella 1779 XIII| lor dolci amori;~dalla sua cuna il vermicel vien fuora,~ 1780 XXI| la sera alla città~sfilar cuochi con tutta la provvista~d' 1781 V| arrostir del pari a me le cuoia. –~Una lingua di ferro, 1782 VI| Savatier, che sotto false cuoja~vende la penna per buscar 1783 I| de' bei fior la dea,~di Cupido il risetto, e la cotanto~ 1784 XVIII| vous ressouvenez du bon curé Fantin,~Qui, prêchant, confessant 1785 VII| Intanto stanno~i Milanesi, curiosi e buoni,~a guardar lo scudiero 1786 IX| empie la Francia.~XXXII. Curioso desìo spinge l'inglese,~ 1787 XIII| estremità, e si staccano~in una curva, e a un tempo istesso scendono.~ 1788 III| audace~ai nemici che avanzano curvati~sul dorso a cento saputelli 1789 X| capriccio suo mi mena,~l'Angel Custode ed il cavallo mio~m'han 1790 XVIII| XXXIX. Bonello tesorier, che custodìa~il picciolo borsiglio, tutto 1791 XX| impresa e raro il caso;~e custodirlo poi con gelosia~senza macchiarlo 1792 IV| altezza,~la sua verginità sì custodita,~l'onor suo, la sua fe' 1793 XII| Bonifazio si nomava;~uom dabben, da servizi e da consiglio.~ 1794 XVIII| la corona.~Questa gente dabbene ai piedi vostri~còlta è 1795 X| convento.~Sorge un bosco daccanto al monastero;~presso al 1796 XVI| tua bontà tanto strapazzo;~dacci le chiavi del real palazzo. –~ 1797 XIII| ove talora~si lasciano del dado alla fortuna~(e ciò va meglio) 1798 XX| dunque a veder che si facea~dagl'Inglesi, e lo stato in cui 1799 I| l'onor del tuo mestiero,~dàllo a La Motte che traveste 1800 V| presta;~il terribile brando damaschino~l'invitto eroe già m'alza 1801 XX| un ciuccio in toga o un damerin sgarbato.~V. Donne adorate, 1802 XVIII| prêchant, confessant les dames de Versailles,~Caressait 1803 IV| belle~li guidano per man più damigelle.~XXXV. Poi lavati asciugati 1804 III| Talboddo, che d'amor si danna,~si bevesser la cosa tale 1805 VI| peccatori;~e poiché pur dannarvi alfin vi tocca,~dannatevi 1806 XI| XXV. Isacco Varton, anima dannata,~la cui lubrica rabbia aveva 1807 VI| dannarvi alfin vi tocca,~dannatevi col mèle in su la bocca.~ 1808 IV| cor ne tolse ad ambeduo,~danne in mercede, ed il guadagno 1809 XXI| che un giorno per voi si danneranno! –~– Siete il più furbo 1810 XVIII| il diavolo disciolse~a' danni suoi quel mago discortese~ 1811 VII| Dorotea, mostro diabolico,~danniamo al foco, stante la verifica~ 1812 XIII| cariche.~Ivi, v. 8:~Cfr. Dante, Inf., XIX, 96.~Ottava XXX, 1813 XV| dai monti onde ruina~del Danubio e del Ren l'onda perenne,~ 1814 IV| pieni e di vaglia,~come alla danza vanno alla battaglia.~XIV. 1815 III| con gli occhi una sì dolce dape,~e va fra' denti borbottando: – 1816 IV| regal serviti d'esquisite dapi,~fra lini di battista in 1817 XVIII| racconti assai licenziosi. Dapprima si accostò ai filosofi, 1818 XI| sanguinosa~battaglia forse non darà gran fede;~ma non videro 1819 II| Francia, e il mal viaggio~darai per mare all'anglica coorte,~ 1820 II| figliuola di Giovanni d'Arc (o Darc) e d'Isabella (Romée), in 1821 XV| Oimé, dicea, non poter dare ajuto~a' miei francesi che 1822 IV| novella~festa ogni giorno le darei, che poi~farìa la schiva 1823 XVIII| bisogna:~dateci pane e vi darem la penna.~Siamo in un tempo 1824 XXI| la sorella al suo fratel darìa.~L'uno e l'altra al desio 1825 XVIII| impiccarli era d'uopo e darli al corbo;~che i Freroni, 1826 IV| mio parere;~meglio è il darlo al suo prossimo, e alle 1827 I| toglierolla a così dure strette,~e darò fine alle miserie altrui;~ 1828 VI| colpo di questo alla distesa~darògli un tasto nel memento mei. –~ 1829 IV| prossimo, e alle corte,~darselo in due gli è il massimo 1830 IV| piace a Dio, da Dio suol darsi~giustizia e grazia. Già 1831 III| veggendo l'amato che adora,~dassi in preda al dolor che la 1832 XVIII| talenti vivere bisogna:~dateci pane e vi darem la penna.~ 1833 IX| Rosamora,~fate coraggio, datemi la mano:~la mia mission 1834 XI| tuon di presidente:~– Qua, datevi un amplesso allegramente, –~ 1835 XXI| oscura~di Doremigi alla mia debil mano~ti degnasti fidar quest' 1836 XIX| riaprir procura,~e, con debile man toccando il seno~del 1837 II| Il re francese,~fatto il debito esame alla donzella,~le 1838 II| stendon nuda, e Monsignor Decano,~tutto avendo guardato e 1839 III| di Francia, fu non solo decapitata alla Grève, nel 1617, ma 1840 XI| quest'armi Satana e Michele~decisero del ciel l'alte querele,~ 1841 III| il curato Grandier, per decisione~di dodici facchini empio 1842 VI| vietàr pianto e dolore:~declinò mesta il volto e fe' a sé 1843 I| di mistero si veli e di decoro:~sottil velo che sempre 1844 I| d'acciughe e salamoni~le decretali della Santa Sede,~e con 1845 XV| e larghe falci~che, qual deesi, alla morte il fabbro fece~ 1846 V| or qui certo la grazia è deficiente.~Povero mondo, povera virtù!~ 1847 IV| destino. –~D'indi in poi la deforme creatura~tutto in pienezza 1848 XIX| assistea per affezione~verso il defunto e non per devozione.~X. 1849 III| per essi, e alla non mai degenere~lor aquila guidàr l'ali 1850 VI| il nemico averne util non deggia;~XX. per mezzo ai gridi, 1851 VI| calzar, scarpe e sottana~per degnamente e con onor servire~questa 1852 IV| paladino~verso la mezzanotte si degnasse~di madama passar nel mezzanino,~ 1853 XXI| Doremigi alla mia debil mano~ti degnasti fidar quest'armatura,~reggi 1854 XVIII| calunniatore.~Questo è Chaumeix, degnatelo d'un guardo:~sotto quel 1855 XIX| fedele ispiri~sensi più degni della sua corona. –~– Ah 1856 X| sentìa~della tenera sua Deidamìa.~LVI. Appena dunque in letto 1857 XVI| Tersite e tutto lezzo,~vil delatore, ipocrita, arrogante,~che 1858 XIII| Carlo nono il successor delira~d'un altro gusto, per un 1859 XIX| Agnese gentil, lungi i deliri~d'un'alma troppo delicata 1860 XII| tradimento.~Cade Agnese in delirio e tramortisce~di rossor, 1861 | delli 1862 IV| aver fine infelice.~Benché delusa nella dolce brama,~pur n' 1863 II| miscredenti archimandrita,~il demon di lussuria in cor gli entrando,~ 1864 IX| appartenea, fatto riflesso~che il denaro non serve all'altro mondo.~ 1865 I| Dionigi, a cui del battisteo~denno i nostr'avi il rito augusto 1866 VI| LIX. Un certo mascalzon, denominato~Sacrogorgone, un vile che 1867 II| le brachesse e la spada deponendo,~di ch'ella l'inimico avea 1868 V| son io; mentir non sa~chi deposta ha la carne in sepoltura.~ 1869 IX| drizzaronsi a Livorno, sul deposto~d'un falso avviso, e si 1870 XVII| créateur de la confusion Qui depuis peu fit Marie Alacoque. 1871 VI| onde vai benedetto; e i derelitti~orfani tolti al ladro artiglio 1872 XI| pugna gli fugge il brando derelitto:~cade e qui spira, rinnegando 1873 VI| medesimo paggio su le cui parti deretane Giovanna avea disegnato 1874 XVIII| dubbio il Monti ha voluto deridere qualche ecclesiastico suo 1875 XVIII| cessarono mai di metterlo in derisione. Disgustato de' suoi Francesi, 1876 XIV| XXII. Il buon francese e il derisor bretone~i cavalli da giostra 1877 VI| il grido e l'onor che ne deriva,~che la lode è il velen 1878 XI| Allusione ai vortici del Descartes, e alla stia materia sottile: 1879 II| se Dio m'ajuta, altrui descrivere~tutta vo' la grand'arte 1880 X| guardarlo in volto più non osa:~desia che pronta la morte fin 1881 IV| tenea,~che spesso si toccàr, desiderose~parlar più presso delle 1882 XXI| darìa.~L'uno e l'altra al desio la briglia pose,~e onestamente 1883 XIII| mano~guida la calda turba desiosa~de le belle rivali. Offre 1884 IX| cavalieri,~di vendicar la patria desiosi~e raggiunger ciascuno i 1885 VIII| guardo~osa levar nel suo desolamento.~Il nostro eloquentissimo 1886 VIII| Achille~la finissima cute, e desolata~il bacia e lava di dolenti 1887 VI| di fede;~ma giurar nulla déssi, a chi ben vede.~XIX. Mentre 1888 IX| si raccolse,~e il capitan destando e i marinari,~nel tranquillo 1889 X| la vita,~un buon pranzo destar vi fa nel core~de' dolci 1890 III| battaglia, e i cori agghiaccia.~Destatasi, Giovanna invan la fida~ 1891 III| il panciuto Bonel, che si destina~dall'inglese all'incarco 1892 II| fuor della tomba,~LVII. Desto Carlo dal sonno e tutto 1893 II| dal sopore~la Giannetta destò. Quanto è temibile~la presenza 1894 XI| sella.~XXXIII. Venne il destriero, e Giorgio paladino,~coll' 1895 IV| prodigi, l'error che ne desvia,~il gelato timor che tutto 1896 XVII| lo incalza il re con man determinata;~lo riversa, e Bonel pesantemente~ 1897 VII| tristezza io mi credei,~e d'amor detestai la frenesia;~ma con lingua 1898 XIII| Messieurs galanti, che di cuor detesto,~voi dunque avete tre donzelle, 1899 XIX| tosto partito. Anima dura,~detestò dopo questo avvenimento~ 1900 XIX| quelle grida,~vide il , detestollo; e, in un baleno~ritirando 1901 XVII| nell'Italia al gobbo Gianni;~dètta i nostri romanzi, tutto 1902 XVIII| sentinne, e affabilmente, come~dèttagli il cuor, si volge a quel 1903 I| amor di patria e la virtù dettarono~sentenze di giudizio nobilissimo.~ 1904 XXI| Qual maraviglia? Il diavolo dettava.~XXVII. Talbò, svelto del 1905 XI| avea tronca san Giorgio.~Dettosi poi da Giorgio e da Dionigi~ 1906 IV| umil preghiera~Miserere mei Deus va masticando.~Ma con occhiata 1907 XIV| pieno;~striscia il ferro e devìa com'un baleno.~XXXV. Furiosi 1908 IV| segreto il rapitore.~Ma dove deviò l'estro smarrito?~Corso 1909 XIV| di quel colpo l'effetto e deviollo.~Grida allor Dunoè: – Fellone 1910 XVIII| sugli occhi nostri~n'han devoluta al figlio la corona.~Questa 1911 XIV| Giù ruina il Francese e si devolve~sull'Inglese nel sangue 1912 VIII| cantoni~sol per farvi le sue devozioni.~XLVIII. Martinguerra il 1913 I| L'empio ardire di questi dialetici~vendichiamo per tempo e 1914 IV| dir sembrando in suo muto dialetto:~– Qua qua, signor, il passo 1915 IV| d'ornamenti addosso,~di diamanti un diluvio in su la testa;~ 1916 XIII| Étampes.~Ottava XLIX, v. 1:~Diana di Poitiers, duchessa di 1917 III| Ma lasciamo Gherardo, e diasi l'occhio~a ciò che vide 1918 IV| colonnato~posa un terrazzo di diaspro puro:~porcellana è il cancello, 1919 II| presentò al re. Era un buon diavolaccio della Sciampagna, che avea 1920 V| gente~gli onori dell'albergo diavolesco,~tutti quanti gridàr concordemente:~– 1921 V| famoso pulcellaggio;~si dibatte la schiva, io la dibatto,~ 1922 XIV| Sandò, morendo e invan si dibattendo,~dicea fra' denti: Figlio 1923 V| dibatte la schiva, io la dibatto,~il mulattier la tiene a 1924 I| trista sorte,~a vicenda dicean: – Che s'ha da fare? –~Poton, 1925 XIII| nodo alfin cantassi;~se dicessi... ma no, non dirò niente.~ 1926 III| col divin tuo canto~l'ire dicesti e le battaglie insane,~esci 1927 XIII| riuscito di far quell'uffizio, dicevasi che quel legacciolo gli 1928 I| d'Amore opra famosa,~tu dici in tua beltà: Mano, mi tocca,~ 1929 XIX| CANTO DICIANNOVESIMO~ ~ ~ARGOMENTO.~ ~Trimuglio 1930 I| sire venerando, e allora~dieder tutti in un gran scoppio 1931 XX| XXVIII. Adonai mi fu grato, e diemmi in dono~a Enocco; Enocco 1932 XII| cerca Agnese, subito gli diero~il cavallo miglior del monastero.~ 1933 XI| vietati,~tranquillamente alfin diersi a dormire~l'un contro l' 1934 VI| puoi che l'abbandono~a cui diessi la cara pazzerella~nei trasporti 1935 II| malato ghiotton porre a dieta,~e, la gola frenando inesorabile,~ 1936 XV| meglio di voi so il mio difetto.~In questa istoria veramente 1937 XVI| con plebee parole audaci~diffamar le bell'arti e' suoi seguaci.~ 1938 XI| genti edificar dobbiamo,~diffamarci l'un l'altro e farci guerra?~ 1939 XIII| d'una specie alcun poco differente.~XXV. Belle tette, begli 1940 XXI| ha due turcassi affatto differenti.~Nell'uno ha dardi, la cui 1941 I| tempi più lontani.~V'ha però differenza, e dirlo intesi~dal mio 1942 X| ognor chinando i rai;~e differì la sua felicità~per por 1943 XXI| ma pur la cosa~pensano differir per buon rispetto.~La moglie 1944 XX| è ver, ma dopo il fatto~difficile è l'impresa e raro il caso;~ 1945 I| Dopo il pranzo si bada a digerire~a ridere a dir fole a tagliar 1946 II| raggio,~già la crapula avendo digerito,~stupefatto mirò sovra il 1947 IX| de' malandrin la turba digeriva~la crapula, sdrajati entro 1948 XX| Voltaire chiama Larchet, nato a Digione nel 1726, morto a Parigi 1949 XXI| vittoria; onde da saggio~digiuna e astiensi da boccon1950 XIX| cilicio alla frusta ed al digiuno.~Visse sempre in silenzio 1951 XII| perdono d'ogni tuo peccato,~digli contrito in manus tuas commendo. –~– 1952 III| altra donna nella suprema dignità dell'ordine, stendendo la 1953 III| libro intitolato: De la dignité des braguettes. Erano esse 1954 VIII| potranno. –~– Ben volentieri, – dignitoso e mite~rispose il buon Francese 1955 X| occhi ardenti~gli soprarriva digrignando i denti,~XXI. il vorace 1956 XVI| converso in notte, e dilagati~campi e città di mosche 1957 XV| ripieno,~che scoppia, si dilata, e fa uno straccio~di tutto 1958 XVIII| amanti il nobile drappello~si dileguava dal castel funesto,~ove 1959 XVI| questa schiera eletta~saputo dilettar con eloquenza.~Egli ha cantato 1960 VII| amor sente,~parmi che debba dilettarsi in lei.~Ov'è l'almadura 1961 XVI| antitesi, è verissimo che si dilettò di cotesta figura: disse, 1962 I| Bonello~menano entrambi dilettosa vita.~Assalta d'Orlean l' 1963 XVI| il più pronto, acciò che diligente~ritorni al suo lavoro il 1964 XI| Scese adunque dal ciel con diligenza;~ma non si volle a cavalcion 1965 IV| ginocchio, merde d'Albione;~dimandate la sua benedizione. –~VIII. 1966 IV| schiattisce e fa lor festa,~dimenando la coda, alto il musetto.~ 1967 X| sua preda, ed affannoso~dimenasi nel suo gaudio brutale.~ 1968 XVIII| arcigna,~e delle leggi la dimenticanza,~e l'insulto che morde e 1969 XI| salva, grida, i miei . – Dimenticato,~così parlando, il buon 1970 VII| mena; e per la mia foresta~dimenticò il palazzo episcopale.~La 1971 VII| impresa~era piena d'orror gli dimostrai,~e oltraggiosa a natura 1972 XI| sognatore al Newton, che ha dimostrato l'esistenza del vuoto; ma 1973 XVIII| posato~per la salica legge, e dimostrò~che la sua penna salverìa 1974 IV| colonnello al servizio di Diocleziano, martirizzato, dicesi, in 1975 VI| santi.~IX. L'asino adunque dionigian qual dardo~a volo si dispicca, 1976 IV| Persia, in una città nominata Diospoli.~ 1977 VII| dalla via natural non si diparte:~perché son uomo io pure, 1978 II| d'ogni timore~della ria dipartenza, ella sognava~il passato 1979 XIV| Mai momento non fu che dipartisse~me dal tuo fianco; un sol 1980 I| Lamotte, dice che questo dipende dall'originale.~Ottava V, 1981 XX| destino~tutto da quel giojello dipendea.~Il diavolo fu sempre astuto 1982 VIII| stille il candido avorio gli dipigne.~XLVII. Mentre ognun più 1983 XVIII| sprezzo e l'arroganza~porta dipinta sulla fronte arcigna,~e 1984 VI| che festa~non fu la tua, dipinte in quelle terse~lastre mirando 1985 II| mirò sovra il suo paggio~dipinto il fior del giglio in quel 1986 II| e in bella~pergamena, un diploma di pulcella.~LXII. Con questo 1987 X| avventurosi.~XXXVI. Che diranno a Sandò? Buona fortuna~volle 1988 XVI| avea seguìto;~che la truppa diresse il passo incerto~verso un 1989 I| piacer, la fortunata~coppia diresti che comincia allora;~sempre 1990 XII| ostil col dito~da Dionigi diretto, a bizzarria,~tre bei fiori 1991 V| le corti i confessori~coi direttori delle nostre belle,~tutta 1992 X| dalle mani d'Amor la si dirìa.~Loda Agnese in suo cuor 1993 IX| grazia~a santo Massimin, che dirigea~quella bell'alma già del 1994 IV| tutto garbo, l'eroina~con la diritta in sella sostenea:~ella, 1995 XI| bòtte disperate~al cavallo dirizza e al cavaliero:~le spade 1996 XVI| a sedere~sui gradini per dirne il lor parere.~XIX. Die' 1997 XVII| che vinta d'affanno qui dirotta-~mente piangendo i ginocchi 1998 IX| non gitta dal sen piogge dirotte~di cenere di foco e fumo 1999 XXI| di sentir così per gioco~dirsi talor: – Mia vita, o mio 2000 II| viene ad offrire?~XXXVII. Di dirtelo, lettor, non ti fo niego,~ 2001 XIV| tale in fondo di cavo atro dirupo~sanguinosa rimansi e sbalordita~ 2002 XXI| casa avea~presso un muro dirùto un'apertura~da cui l'amante


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