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François-Marie Arouet de Voltaire La pulcella d'Orléans Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Canto grigio = Testo di commento
2503 XX| Urania e in tutta quella~filza di fole che la Grecia onora.~ 2504 III| v'ha scritto: Sistema di finanza.~Di tumide vesciche ha intorno 2505 IV| nuovi benefici.~Se fossi finanziere, altro desìo~non avrei, 2506 XIII| quando, affacciata ad una finestrella,~vide arrivar cavalli e 2507 XIX| che pietà.~XI. Visti dal finestrino al praticello~pascere i 2508 I| un non so che venir da un finestrone,~un bel fantasma di vermiglio 2509 XX| grazia gl'insegna, ogni finezza~dell'arte di Nasone e di 2510 XIX| merta un mascalzone~che, fingendo di dire il paternostro,~ 2511 XIV| intingoli vo' dir piccanti e fini,~e le starne dai piedi porporini.~ 2512 VII| appresso resistenza osate?~Finiamola, madama vergognosa.~Poiché 2513 X| esser onesta invan mi prese~finor la voglia e tutto il cor 2514 XVIII| moschetto starà bene.~Sporcàr finora inette carte e futili;~servano 2515 XIII| ricorse Giacobbe quando si finse Esaù. La parola guantopeloso 2516 XI| Allor cavò~san Dionigi una finta, e via veloce~d'un rovescio 2517 VIII| cede,~para e salta e fa finte; e si dàn bòtte~belle a 2518 II| era curato. È questa una finzione poetica, la quale in soggetto 2519 X| biglietto?... – Ah Sire, in voce fioca~risponde il messo, è fatto 2520 IV| Giovanna e non le fare il fiocco,~XXXII. aver fame e sedersi 2521 I| fatto per cantare i santi;~fioco ho il limbello, ed anche 2522 II| bella.~Ve' il ciottolo e la fionda, onde un garzone~d'un gigante 2523 VI| Giovanna avea disegnato tre fiordalisi.~Ottava XXV, v. 4:~Rubo, 2524 III| moglie di Concino Concini, fiorentino, marchese d'Ancre, maresciallo 2525 XIV| gelo~de' crudi verni e fa fiorir l'erbette,~d'amor raccendi 2526 IX| riva~ove Cartago ed Agostin fioriva.~XXVI. Della vaga Provenza 2527 III| all'avversario armati.~XX. Fischi son le lor trombe; e in 2528 XIV| inginocchia e, vedi il mostro!~fischia invece di dire il paternostro.~ 2529 XVI| caso~porta una freccia che fischiando il fère:~allora gli saltò 2530 XVI| cielo, e lo seguì con tante~fischiate ed urli, che a Parigi in 2531 II| un santo.~LXIX. Tale un fisico suol prudente ed abile~un 2532 XII| divorando nell'occulto petto,~fiso il guardo sul ponte discortese,~ 2533 X| salma,~e, i begli occhi fissando in quel convento,~sentì 2534 XIV| lei che d'amore al cor gli fisse il dardo,~va verso la cappella; 2535 X| principio ciascun vergognosetto~fissi gli occhi tenea sul suo 2536 VI| vicenda si schiaccia e si flagella;~libri nati il mattin, morti 2537 IV| vien frustata in passando e flagellata,~finché ai crudeli impalator 2538 IV| afferra,~e de' Persi il fatal flagellatore~inchinati tenean gli occhi 2539 V| e parimente i due Caton, flagello~di qualunque è malvagio, 2540 II| piombagli addosso, ed in flagranti ei mora.~LXXII. Punisca 2541 I| era seguìto,~da violini e flauti; e or forte or piano,~questo 2542 XII| mento,~almo di gioventù florido raggio.~– O questi è Amore, 2543 XIII| agghiaccia,~sì che stupido, floscio, assiderato,~si maciulla 2544 XVIII| buon Carlo gli rese pan per focaccia al ponte di Montereau.~Ivi, 2545 XIV| Averno respinte entro la foce~a pascersi laggiù di pianto 2546 III| feral: sue stelle sono~fatui fochi che crescono tristezza;~ 2547 XVI| die' fine Agostino. Il suo focoso~pindarico furor levar fe' 2548 XI| voler piegate.~LII. Nel fodero quei ferri, e raccendete~ 2549 V| nero,~col crin ritondo a foggia di scodella~e una faccia 2550 I| fit de méchants vers douze fois douze cents~Ivi, v. 7-8:~ 2551 XVI| portinaro.~XVIII. Allora i folgoranti serafini~con le lor teste 2552 XXI| baleno,~di balen che la folgore accompagna.~Vola Giovanna, 2553 XVIII| Bastava il nome di questo folliculaire (Voltaire, Candido) per 2554 III| codesto colorito~di stupende follìe tutte in miscuglio~degl' 2555 XVII| pungente, dura, ispida e folta?~XIII. Il frate, che di 2556 IX| tutti in breve i vizi che fomenta~ne' cor vili il furor di 2557 IV| con esso un colpo strano~a Fonchinar cavò degno di forca.~Nato 2558 V| cristiani e la lor sete avara~fondàr la mia fortuna e la grandezza,~ 2559 I| lontano una lega da Parigi a fondare un'abbazia del suo nome.~ 2560 III| versatile, sopra cui egli aveva fondato un sistema assurdo, come 2561 V| rio destino!~che? l'eroe fondator di santa Chiesa,~l'eroe 2562 XVI| su la cui pietra~Cristo fondò la chiesa militante,~portinajo 2563 IV| Chervaldo~e le suore stuprò di Fontebraldo.~V. Ambo gli occhi con esso 2564 I| accolta dal pubblico. Il Fontenelle, nell'elogio accademico 2565 III| sesso mascolino~servire in Fontevroldo al femminino.~XXXVIII. Ivi 2566 VIII| combattenti, e ciascun si fóra e strappa~coll'impugnate 2567 XXI| Ricorda i gigli sovra il cul forbito~del paggio inglese; pensa 2568 VI| spavaldo degno~di mille forche, un partigian sfacciato~ 2569 VII| buon cattolico~qualmente il forestier, che si qualifica~campion 2570 VIII| Arondello una stoccata~non fóri e squarci al suo gagliardo 2571 IV| del giorno la bella alba foriera,~le rosee porte d'oriente 2572 I| del futuro piacer caldi forieri.~XII. Dolci e franche parole, 2573 IX| allacciato venne~da' bei modi che formano la vera~amistade, seguì 2574 II| leggiadro aspetto,~cui d'accordo formaro arte e natura~per lo bordello, 2575 VI| nella valle~vede il tuono formarsi e la tempesta,~siede un 2576 XVI| veder quelle membra un dì formate~solo al piacere, or smorte 2577 XIV| germe errante~una sola si formi ampia famiglia~che amando 2578 II| soffiolle per la vita~un formicajo, se l'istoria è vera.~I 2579 VII| costor l'han preso; e 'l formidabil brando~con fierezza impugnato 2580 XIV| disfidar l'Eterno.~L'anima formidabile ed impura~corse sdegnosa 2581 XII| figura,~che a suo piacer formò l'alma natura.~LIV. Il bianco 2582 III| più profondi astrologi è fornita.~XIII. Questa è una gente 2583 XV| trovò tutto un magazzin fornito.~Il Dio dell'armi e quello 2584 XX| codesta vostra tenerezza in foro~conscientiae. Adunque fate 2585 XXI| al nimico breton questa fortezza~che ridotto l'aveva al disperare.~ 2586 XXI| Sei tu che prendi le fortezze, Amore. –~LIX. In così dolce 2587 XV| intendi!~XXVI. Carlo nel suo fortin rinchiuso e muto,~cinto 2588 III| rovinò in Francia tante fortune, avea lasciato dietro a 2589 XV| inimico ad assalire.~Già forzati del muro i parapetti,~Talbò 2590 XVI| tuttavia, quando uscì fuora~Fosforo in cielo ad annunziar l' 2591 XIII| rallegrò con le tante (ah fosser mie!)~leggiadrissime sue 2592 | fosti 2593 XIV| bestemmiando il Breton becco fottuto~del generoso vincitore al 2594 XIV| e un calcio gli trae da fracassallo.~XXIV. Lo coglie in testa, 2595 XX| I. L'uomo e la donna è fragil cosa, e matto~chi alla virtù 2596 II| la dura cervice.~Dio la fragile canna in eminente~cedro 2597 V| punto de' tuoni suoi l'alto fragore,~così tu pure, o mio gran 2598 XVII| bel tempo giocondo~delle fralezze e degli error felici,~primavera 2599 VIII| il rosario che d'òr fino~frammischiate di perle ha le pallette.~ 2600 IV| serafino.~I cavalieri della franca lancia~pesati tutti a peso 2601 I| caldi forieri.~XII. Dolci e franche parole, ma consperse~della 2602 XII| ciarlone di mestier, con gran franchezza~narra a sua regia taciturna 2603 XIX| cor che resista e non si franga?~II. Un tenero amator che 2604 XV| rupe che col fianco nudo~frange del brusco mar l'ira e il 2605 XX| mulattieri e dagli eroi di Franza?~dopo aver con la grazia 2606 X| con la famiglia.~XXIII. Si frappongon di mezzo, ed a quel brutto~ 2607 III| lieto l'augello in su la frasca~riprende il canto e l'arator 2608 VIII| quelle genti,~come sopra le frasche un calenzuolo,~e in quattro 2609 VII| Poiché non merti l'amor mio, fraschetta,~renditi, o trema della 2610 IV| LXXVI. Possedea quel frataccio il pastorale~di Giacobbe 2611 III| che siete~gli accusatori, fraticei di scuro~e bianco manto; 2612 V| nel fondo d'una cella~un fraton mezzo bianco e mezzo nero,~ 2613 XIV| improvviso,~dir volle: Orate, fratres; ma gli uscìo~l'intelletto, 2614 XVIII| dell'impostura e della fraude alloggio.~XIII. De' rimorsi 2615 XI| allor l'alta guerriera.~Fremé da prima, e poscia: – Oh 2616 X| feroce in petto,~si dibattea fremendo, e si schermiva~dall'amoroso 2617 VII| d'ira lo fanno e di pietà fremente:~già di vincer sicuro, onde 2618 XI| Francia e al mio sovrano. –~Fremer d'ira a quel dir Giorgio 2619 X| feroce~divien la bestia e il fren spumante allenta:~con la 2620 VII| credei,~e d'amor detestai la frenesia;~ma con lingua indiscreta 2621 III| in quelle dotte~lor sante frenesie l'alme nemiche~menan colpi 2622 XIV| i risguardanti pallidi e frequenti~fanno un cerchio d'intorno 2623 XIII| del gettare le sorti son frequentissimi in Omero. Parimente li Ebrei 2624 VI| scrittor devoti al boja,~Guyon, Freronne, Labaumel, Nonnotto,~de' 2625 XIX| Come vento che pria con fresche penne~increspa sussurrando 2626 I| portamento, e quanto~ha di freschezza de' bei fior la dea,~di 2627 IX| Con le lor donne in groppa frettolosi~a Orleano avviàrsi i cavalieri,~ 2628 X| intanto, che condotto~a cercar frettoloso erasi in piazza~di che la 2629 II| nemici, o andate a farvi friggere. –~LVI. Un re di Francia, 2630 X| Agnese e già fatta è la frittata.~Or credete alla gente letterata!~ 2631 III| Ivi tu vedi~passi da sofo, frizzi da stordito;~progetti d' 2632 XVII| svolazza,~il losco enimma, il frizzo a doppio senso,~che dà vita 2633 II| Ahi sogno ingannatore!~Tu frodi i sensi alla meschina, e 2634 I| Agnese Sorel, signora di Fromanteau, presso Tours. Il re Carlo 2635 II| giostra~tutto in procinto, col frontal dorato~caracollando e il 2636 VIII| Urbino, e accolti in liete fronti~dentro alteri castelli, 2637 XII| vede arrivar fra le vicine~fronzute piante appunto in quel momento~ 2638 XI| ed alle croci;~ed eccoli frugar di cella in cella~il dormitorio 2639 VIII| vóto a Dionigi; e, se mi frulla,~m'importa meno se giovenca 2640 II| Giovanna, come l'estro le frullava,~prende l'inchiostro e all' 2641 IX| Massimino~le chiappe si frustò per penitenza.~Da quel momento 2642 XXI| Talbò con la sua dea~i primi frutti dell'amor cogliea,~XLVII. 2643 XXI| cascan qua e là sotto il fucile:~dell'asino la voce i cori 2644 XIV| sorella,~l'ombre eterne fugando, il ciel ricrei;~che col 2645 VI| Inciampò la cavalla, e la fuggente~un grido mise che ferì le 2646 XVIII| le bianche braccia,~– Oh! fuggiamo, nettiam, – dirgli s'udìa.~ 2647 XVIII| senza dimora~come lepre fuggissi, e fugge ancora.~IX. Lieta 2648 IV| Sulla sua preda appena un fuggitivo~piacer sfiorava il fier 2649 XX| buon vecchio, che Sodoma fuggiva,~e l'accecato povero Sansone,~ 2650 XI| diversi, e da vicino~vede i fulgidi globi che Renato,~sublime 2651 VIII| e strappa~coll'impugnate fulminanti lame,~e tutto per onor di 2652 XXI| sangue il corpo avvampa e fuma.~Non riflette, non ode, 2653 XIX| bastioni. I campi intorno~fuman di sangue che la vostra 2654 IV| eterno e le fa dive.~LI. Fumano i piatti sopra le divine~ 2655 XI| vederli di strage ancor fumanti~piombarvi addosso bestemmiando 2656 XIX| De profundis, mentre al funerale~Tirconello assistea per 2657 XIX| vien d'amore a turbar la funzione. –~Dice e incalza. Fu tale 2658 XIII| santo, ovvero~tutto fassi, fuorché la penitenza.~Il buon Reggente 2659 III| le mani in mano.~L'avida Furberia, ministro antico,~ministro 2660 XXI| danneranno! –~– Siete il più furbo e il più gentil de' frati: –~ 2661 XII| A quella vista bestemmiò furente,~chi mai? s'intende: il 2662 III| rosacroci, e tutti quei furenti,~che filan teologici argomenti.~ 2663 XIV| scendea,~e Pallade a rincontro furibonda~in favor degli Achei l'asta 2664 XI| del fier Sipunc, oimé, nei furibondi~amplessi è già caduta, e 2665 XVIII| filosofi si diede a mordere furiosamente il Voltaire, soprannominandolo 2666 X| e vede il ghiotton, che, furioso~per diabolico foco sessuale,~ 2667 | furono 2668 III| strega, e tutti i suoi beni furori dati a' suoi nemici.~Ivi, 2669 XIX| amante~coppia a' suoi dolci furti s'abbandona,~tutta a sé 2670 III| indistinti regnàr, pria che furtive~le sue grand'ali avesse 2671 I| cavalcando il suo lucido fuscello,~Dio ti faccia trovar, caro 2672 XIX| chiudea,~lance, dardi, cannon fusi all'inferno,~per far dell' 2673 I| il brando,~cangiàrlo in fuso, somma stravaganza~il furor 2674 XI| ronzino e il tuo femmineo fusto?~Né temi ch'io rivegga, 2675 XVIII| Sporcàr finora inette carte e futili;~servano Marte, e non saran 2676 I| sguardi lusinghieri,~del futuro piacer caldi forieri.~XII. 2677 IX| Ma Maddalena, oimé, restò gabbata;~ché il ciel, gli è vero, 2678 IX| falso avviso, e si trovàr gabbati.~E il rubator tenea cammino 2679 II| uno ne chiede al mulattier gabbato;~ma un bell'asino tosto 2680 XXI| intriganti in guerra,~entran ne' gabinetti de' potenti,~e sconvolgono 2681 IX| lutto e di tristezza~fra Gaeta sepolta e Terracina.~L'insolenza 2682 VII| Confessa che un mitrato da galea,~uno spergiuro, un ladro, 2683 XVIII| brigata all'osteria:~ma i galeotti, mentre ognun riposa,~vi 2684 XVIII| da Parigi mi manda alle galere?~XII. Indi, tutto pietoso 2685 XVI| Signore,~come fece nel mar di Galilea,~ma le sorti mortali. Or 2686 III| assemblea si vede~l'oppresso Galileo tutto contrito,~che perdonanza 2687 IV| primo arrivo~Dildo, alla Gallia sì fatal, percosse,~Dildo 2688 III| pianto~a cantar che le genti gallicane~da collarin da chierca e 2689 I| frati. Egli non fu mai nelle Gallie. Vedi la sua leggenda nel 2690 XI| che spaventano i topi e le galline.~XXXI. Rinculò stupefatto 2691 XII| e a mo' di Bonifazio~a galoppar si die' per la pianura.~ 2692 VI| boschetto~la poledra che forte galoppava,~e di Sandò il mantello 2693 X| tenta.~Prende quella il galoppo e va veloce;~questa pur 2694 XVI| paese.~Val tre francesi in gamba un solo inglese.~XV. Sa 2695 I| vacillanti~gigli fermò sul gambo gallicano,~e il suo re tolto 2696 XIV| braccio e gli fa tale un gambone,~che lo distende sulla dura 2697 XX| ed allori~e buon vino sul Gange, a questo dio~servii di 2698 XX| che quattro piedi avea.~Ganimede, il più bel de' tempi suoi,~ 2699 VII| donzella,~rispose Dunoè: vi sia garante~della sua fedeltà l'esser 2700 XXI| gran modestia, e poi, per garanzia,~trenta baci gli die' casti 2701 VIII| Cristoforo, a cui poco il colpo garba,~risponde in terza, e, stretta 2702 IV| pariglia. Pare che non gli garbasse la legge salica, perocch' 2703 VIII| sì grand'uom; tanto erano garbati~del paese i signor, tanto 2704 IV| gai,~di pie' leggero e di garetto snello,~malamente cacciar 2705 XVII| saggia costumanza antica,~garofano, moscado, pepe e sale,~come 2706 XIII| cuori,~gli augelletti al garrir della fresc'òra~movon le 2707 XXI| XXXIII. Non imitiam la lor garrulità,~e seguitiam Capocchio. 2708 IV| verginelle,~e gagliardi garzoni e vedovelle.~XLII. Ma che 2709 XXI| saggio, parlator facondo,~gatta morta, che a tutto ponea 2710 XV| vicino ad Orleano, e ne gavazza~l'assediata città; ma il 2711 XVIII| ladri, capitano~il venerando gazzettier mantese,~con sollecito zelo 2712 XVIII| DICIOTTESIMO~ ~ ~ARGOMENTO.~ ~Gazzettieri dannati alla galera~il drappello 2713 II| tuo mestier plebeo,~e un Gedeon diventa, un Maccabeo. –~ 2714 III| La gelosia le manda il gel per l'ossa,~e ne' suoi sguardi 2715 IV| l'error che ne desvia,~il gelato timor che tutto crede,~féro 2716 XII| avea due begli occhi, onde gelosa~a ragion ne fu Sara e disdegnosa.~ 2717 I| sempre fedele,~e senza gelosie, senza querele.~XXVI. Mai 2718 XIX| giunchiglia intorno e il gelsomino,~la pallida viola e l'asfodillo~ 2719 XII| I quattro corridori~fan gemere del ponte il tavolato.~Il 2720 IV| videro giammai d'oro e di gemme,~quant'egli ne profónde 2721 XVI| lì vicina~qualche cosa di gener femminino;~un sopratodos, 2722 XXI| intelletto~pur da ficcarla a un general valente:~ma il cielo la 2723 III| sua morte, ne conferì il generalato a una dama chiamata Petronilla 2724 XVIII| fierissimo del Voltaire, e generalmente di tutti li enciclopedisti, 2725 XVIII| corona di Francia al suo genero Enrico V, re d'Inghilterra.~ 2726 IV| vider prove più ardite e generose.~XVIII. Visto avreste le 2727 XVIII| dà Freron, capo di cotal genìa.~Il re gli assolve; e giunta 2728 IV| abitatori eterni.~XXXVI. Di quei genii vo' dir che al nostro frale~ 2729 XV| male,~e vi seccan la parte genitale.~ 2730 XIII| discreto e chiuso,~sentimenti gentili e d'onor pieni,~noti ben 2731 X| fu spedito~un ordinario gentiluom balocco.~Dopo un'ora (oh 2732 XIV| ch'ella stassi raccolta e genuflessa,~le palpa il culo; ma col 2733 XVI| canto~d'apostrofar l'eccelsa gerarchia~che fa corte lassù de' santi 2734 XVII| di trombe e clarinetti~di Gerico cader le salde mura,~e spezzate 2735 XIX| uccisi amanti.~ ~ ~I. O ria germana della Morte, o Guerra,~diritto 2736 XVIII| pezzo per varie città della Germania, si ricondusse a Parigi 2737 VI| v. 4:~Verso del Tasso (Gerus., c. II, ott. 16).~Ottava 2738 IV| vino,~gli si portava il gesso o la cazzola;~ed invece 2739 XII| pena.~Composto gli occhi i gesti e le parole,~tutto osserva, 2740 XXI| sembiante,~l'andamento, il gestir, la profumata~capigliatura 2741 VII| A' suoi ginocchi io mi gettai tremante,~Dio chiamando, 2742 XIII| Ebrei solevano indovinare gettando le sorti. È detto che il 2743 XII| a dispogliar Monroso, a gettar via~l'incomodo vestir che 2744 XIII| v. 1-4:~Gli esempi del gettare le sorti son frequentissimi 2745 VIII| cavallo scesi~contriti si gettaro al suol prostesi.~XXX. Quindi 2746 XX| stelle andar vicina,~or gettarsi tra' scogli, e l'oceano~ 2747 II| Poveretta!~XXIII. Già tre dadi gettati sul bel ventre,~vonno al 2748 XII| di sotto a quattrocento getti d'arco~gira intorno ed abbraccia 2749 VII| si crede~il nostro eroe ghermir: ma la codarda~due passi 2750 V| ne parve il paladino.~A ghermirmi la morte era già presta;~ 2751 III| Ed in queste parole la ghermisce~pien di speme e d'amor, 2752 IV| una qualche bella il dì ghermiva,~tutti allora i suoi vóti 2753 II| Aspetta –;~va l'altro in ghetto a ritrovar contante.~San 2754 I| soldati libertini.~Batte ghinee con l'oro tolto ai santi,~ 2755 XIII| guantopeloso, che con voglie ghiotte,~da circonciso consumato 2756 XX| all'altera Giovanna, che al ghiottone~netto reciso con un colpo 2757 XIII| la donzella che più gli ghiribizza. –~Punto il re da quel dir, 2758 XII| tutto la beltà divina~si gìa cercando; alfin contò benissimo~ 2759 II| e in sonno alto sepolti~giaccion gl'Inglesi, e rauchi ronfi 2760 V| XII. tomba alfine in cui giace seppellita~la veneranda 2761 XVII| confessore.~XXXI. Ei di modo giacea, che gli servia~di coltre 2762 IV| martirio, e questo fu di giacere tutte le sante notti fra 2763 XVI| fratelli, perché uno di essi giaceva con una madianita. – Aod, 2764 VII| sentiero~con livrea che di giallo è ricamata:~sicuro indizio 2765 III| attestati da migliaja di giansenisti; miracoli dei quali il Carré 2766 VIII| il femminil pudore;~e un giardin che t'incanta e nel suo 2767 XX| una sera in un cantone~del giardino, ed in serpe convertito,~ 2768 IV| cavaliere dell'ordine della Giarrettiera, con un san Giorgio frate, 2769 II| fionda, onde un garzone~d'un gigante schizzar fe' le cervella,~ 2770 I| vigor, esce alla caccia,~due ginnetti spronando di pel sauro~degli 2771 V| tremendo~tosto le quattro sue ginocchia abbassa~dinanzi a Dunoè, 2772 I| col ginocchio le serra il ginocchietto.~XIII. Terminata la cena, 2773 XX| il portamento,~e stando ginocchion, senza dimora~le fece su 2774 XII| Carlo orando si prostra ginocchione.~LVI. Crede che il nero 2775 XXI| piangon le genti,~e i cui giochi son d'alta intelligenza,~ 2776 XII| Agnese? ove son gli occhi giocondi?~quali spiagge il suo sguardo 2777 VII| sente l'amoroso ardore,~giogo cerca più dolce: amor schernito~ 2778 XVII| tesoro,~sei tu? Son io. Che gioia! Io manco, io mòro! –~XLVI. 2779 XIV| il desiar ne doni ed il gioire;~II. o diva d'Epicuro, o 2780 IV| il dritto pellegrino~si gioisce di sua doppia natura.~Tal 2781 IX| XXVIII. e, lasciato il Giordan, venne in Provenza,~ove 2782 III| tuo più dolce amore~del Giornal di Trevigi è l'estensore.~ 2783 III| sentenze e i capopiedi~de' giornali: e codesto colorito~di stupende 2784 XVIII| enciclopedisti, prima frate e poi giornalista, nacque a Quimper nel 1719, 2785 I| disfiora~tutta così la candida giornata,~nuove rose sul fin cogliendo 2786 XVI| che laggiù si pèrdon le giornate,~per far due rime, che alla 2787 VII| che dinanzi a me venne il giovanetto,~più bel, più buono, più 2788 XI| cader fe' a Malco un certo giovedì.~XLVIII. A spettacolo tale, 2789 VIII| frulla,~m'importa meno se giovenca o vacca~o saggia o pazza 2790 X| far dunque un'opra che ne giovi:~dormiamo insieme, acciò, 2791 VI| mai ch'uno stordito,~ch'un giovinastro d'Albion, ch'un paggio~fosse 2792 IV| avessi d'amor ligi~per vaga giovinetta, allor la vista~un momento 2793 XVI| s'è visto in prima, e che girando il tondo~non v'ha palazzo 2794 XXI| Il Bastardo fe' prima una girata~alla lontana, e con isforzo 2795 III| Giovanna l'armatura~prende per gire a ritrovar l'amante.~Casca 2796 X| veneranda~abbadessa era gita a parlamento~coll'avvocato, 2797 XIV| passando, i due guerrieri~gittano l'armi e ad afferrar si 2798 IV| un momento;~foco i ferri gittar da ferri urtati,~e duplicar 2799 XIX| tra' fiori alla verzura~gittato accanto alla sua dolce amica~ 2800 I| femminile aspetto,~in corto giubboncino ed in gonnella,~d'un vero 2801 XIII| slacciarsi il corpetto ed il giubbone.~XXXI. E riveste l'arnese 2802 III| contrappesa~di rosarii, novene e giubilei,~d'indulgenze, di bolle 2803 XIII| dovesse entrare nel posto di Giuda fu rimesso alla sorte; e 2804 XVI| per deserta via;~ventimila Giudei tutti al macello~inviati, 2805 XX| pagani era un gran prete,~io giudeo: il padron, senza il mio 2806 III| valore~più che umano talor fu giudicato.~Nelle valli d'Ucrania, 2807 XV| clero in rocchettone,~il giudice, il prefetto, ogni soldato~ 2808 III| manto; e voi ch'arso volete,~giudici, scribi e testimon, l'impuro;~ 2809 XXI| il più saputo~ne' suoi giudizi, ei sceglie il più batocchio.~ 2810 IV| precorre il Terrore, e par che giugna~un dio tra lor che pugni 2811 XVII| farmi venir freddo al sol di giugno?~XVIII. da minacciare un 2812 XIX| Licenzia i servi, cavalca un giumento~di Barberìa, e con pupilla 2813 XIX| tessuto e di serpillo;~e la giunchiglia intorno e il gelsomino,~ 2814 XVIII| semplice guarnello;~e vi giungono alfin come Dio vuole,~con 2815 XVII| tana i nostri reverendi~giunsero in fila, e d'esser saggi 2816 XX| foco~della parte inferior, giunsi a domare~il mio temperamento 2817 XII| Cuttandro arrivar sano.~Giunt'egli al capo della via che 2818 II| basto sulla groppa, a tutto giuoco~si pensò d'aver fatto un 2819 XI| pura intemerata fede~che tu giurasti di quell'ara al piede.~VII. 2820 VII| signore, un attestato~della giurata fede, un segno espresso~ 2821 III| ordine, stendendo la sua giurisdizione sui religiosi non meno che 2822 IX| si puote un cotal fatto,~giustificarlo ancor: la virtù piace;~pur, 2823 | gliela 2824 | gliene 2825 III| Capocchio.~IX. Verso il globo lunare, ove si scrive~che 2826 XVIII| XXIV. De' vostri figli gloriosi il frutto~desta l'invidia, 2827 XVIII| rabbini sovra il testo e sulla glosa.~Quell'avvocato là senza 2828 II| II. Più d'un dottor con glosse ha guasto affatto~un testo 2829 X| compiacenza. Alfine i dritti~godé il paggio d'amor, la quintessenza~ 2830 XIII| Disse, e, credendo di goder l'uom pio~di ciò che vede, 2831 VIII| servir con egual cura.~Voi godetevi lieti il vostro amore;~io 2832 XV| emendarci hai cura,~perché godi abitar d'un pozzo il fondo?~ 2833 II| e baruffe a gli animali,~godiamci in pace e sotto buoni auspìci~ 2834 VI| sovrana.~O tu cui l'alma godono abbellire~amore ed onestade, 2835 XIII| il castello: ma s'inganna~goffamente Giovanna, con sua pace.~ 2836 VI| buscar lo scotto;~gente da gogna, ma superbi e fieri~mercatanti 2837 VI| I. Lasciam d'inferno il golfo, ove l'immondo~Grisbordon 2838 VIII| cento parti e in cento,~un gomito dirotto e svolto un braccio.~ 2839 XVIII| genitor privollo:~quindi a Gonessa senza discrezione~il Parlamento, 2840 XVIII| Montereau.~Ivi, v. 5-6:~Gonesse, villaggio vicino a Parigi.~ 2841 IX| troppo è vicino.~Questi dèi gonfiagote irrequieti,~che non son 2842 V| piglio,~lo baciucchia, lo gongola, lo pesta,~e sel porta in 2843 III| Marfise, che, soldati in gonne,~del sesso mascolin l'aria 2844 XX| Sapean che ascosa sotto il gonnellino~costei la chiave d'Orleàn 2845 I| La Hiro, Dunoè ristanno~gonzi, impalati come tre civette.~ 2846 XXI| Bertoldo, un imbecille, un gonzo,~un escremento di san Benedetto,~ 2847 VIII| con infinito stento~dalla gora tiràr di quel fossaccio~ 2848 V| s'imbriaca e gozzoviglia,~gorgheggiando e stroppiando allegramente~ 2849 XIX| quando all'inumano~della Gorgon fu móstro il sacro aspetto.~ 2850 VI| bella o brutta;~o giovane la gota, o grinza e vecchia,~ognuna 2851 I| Sciapelene, o tu, lo cui negletto~gotico colascion di ria memoria~ 2852 XIII| bello~porta a questo la gotta, e peggio a quello.~XLIX. 2853 XX| ci va le mogli e i figli governando.~Il buon Tritemo, che il 2854 X| con la voce~Agnese indarno governarla tenta.~Prende quella il 2855 I| fratello, il Duca di Bedfort, governava la miglior parte della Francia 2856 V| possente~d'inferno s'imbriaca e gozzoviglia,~gorgheggiando e stroppiando 2857 XVII| duro isolan, dicea, fiero gradasso,~sacco di birra: pàrti d' 2858 II| che, bramoso di farle opra gradita,~non sia presto a servirla 2859 VIII| periglio.~XLIII. I suoi graditi passatempi ognora~fur le 2860 XIV| più di loro orrendi,~i granatieri dai mustacchi arditi~e i 2861 XVII| Giovanna sì dicea,~e un grosso granchio in così dir prendea.~ ~ ~ 2862 XVII| chiappe, qual ventre, e qual grassezza!~ecco il frutto di nostra 2863 IV| benedettino,~che, a' suoi grassi rival l'orgoglio emunto,~ 2864 I| vita~quale un ricco e ben grasso padre abate,~il Breton, 2865 XXI| in altra stagion per una grata~madama Audon, guatando il 2866 III| dolce pappalardo,~delle grate gentil predicatore?~che 2867 XI| ed alla Francia,~non si grattava, si suol dir, la pancia.~ 2868 XI| elastico esser la causa della gravitazione.~Ottava LVII, v. 1-6:~Nel 2869 XI| Delle suore più vecchie il gregge afflitto,~mirando il cavalier 2870 I| mentre lungi disteso in grembo al prato~Elpin dorme sul 2871 III| non solo decapitata alla Grève, nel 1617, ma altresì bruciata 2872 VII| la gonnella;~ma soccorso gridai: del resto.... oh Dio,~soffrir 2873 XV| a coro pieno replicando,~gridan Louvet, Louvet con quanto 2874 XIII| de' Giovanni il primo,~che gridavi al deserto ascoltatore:~– 2875 XV| se a certi passi gli si grifa il naso,~ci potrà, se il 2876 II| sellato ed imbrigliato.~Pelo grigio, gran raglio, ed alla giostra~ 2877 XII| una pistola e toccane il grilletto:~cade il cane, fa foco e 2878 II| dire,~che a Giovanna il groppon viene ad offrire?~XXXVII. 2879 XVII| dicendo, gli affibbia in sul groppone~un colpo che l'avrìa disteso 2880 XIII| tempo istesso scendono.~I grossi corpi s'urtano, s'ammaccano,~ 2881 XIX| Tirconello,~e riedono alla grotta ove l'amante~coppia a' suoi 2882 XVII| di birra: pàrti d'esser grugno~da farmi venir freddo al 2883 X| Certo ch'ella in tal cambio guadagnò.~Che far dovea? lagnarsi, 2884 XXI| freme a tal vista e fa la guancia smorta.~Entrano i buon' 2885 XIII| al buon re, che trasse il guanto;~e il bacio d'amistà gli 2886 V| al Dio del cielo;~ma me guardai, non esso, e a' miei preclari~ 2887 IV| che de' miei vóti è segno.~Guardami, io son che prego, io che 2888 XVI| suo rival si piglia,~lo va guardando con sorriso altero,~e far 2889 IV| i littor dànno indietro:~guardano e miran sulla porta un frate~ 2890 X| soggiacer veduta,~piange, e guardarlo in volto più non osa:~desia 2891 VI| si risolve~nella deserta guardaroba il piede:~sospettosa d'intorno 2892 II| Monsignor Decano,~tutto avendo guardato e sopra e sotto,~spedir 2893 XVII| orecchiuto animal che li guardava,~roso d'indivia, allor con 2894 XIV| importa un fico.~XVIII. Guardimi Dio, lettor, d'inferocire~ 2895 XVIII| penne,~non eran buoni che a guarire un sorbo.~Ma il gran Bastardo, 2896 XIII| di ferrata e fiera~punta guarnite, e nastri di costume,~che 2897 VIII| un cappel da pellegrino~guarnito di conchiglie benedette;~ 2898 XXI| Avanzate, correte, a me guasconi,~a me piccardi, sacrédieu, 2899 XXI| fatale il nostro amore.~Non guastiamo il destin: voi solo avete~ 2900 XXI| una grata~madama Audon, guatando il commediante~celebrato 2901 X| dispetto; e nondimeno~si guatano sottocchi, vergognosi~d' 2902 X| l'uno e l'altro arditi si guatarono;~poi l'uno e l'altro alfin 2903 IV| sia terrore,~il Bastardo guatò con languidezza;~sospirò 2904 XI| Mongibello~di Vulcano i garzon guerci ed ignudi~sotto più tardo 2905 XX| testa.~XXXVIII. Tal, quando guerreggiata è la marina~dal soffio boreal, 2906 III| chiama in giudizio.~Piume di gufo han quei dottor per cresta,~ 2907 XIV| Ottava XXXII, v. 5-6:~Guglielmo il conquistatore, bastardo 2908 IV| oro onestamente belle~li guidano per man più damigelle.~XXXV. 2909 III| mai degenere~lor aquila guidàr l'ali e l'artiglio.~Bacco, 2910 VIII| tetto,~dai due guerrier guidata. Il dì seguente~il generoso 2911 XIV| bastardi di Giove, or voi guidate~i miei colpi e con voi me 2912 IV| senza vederlo e dall'odor guidato;~salta fossi e boscaglie 2913 XVII| con quella paga ond'egli guiderdona~del real confidente la persona.~ 2914 II| rosa del pudore unita.~Io guiderotti in Orleano, e quando~Talbò, 2915 XXI| Presidente~a riportargli in guise accorte e buone~la sua bagascia, 2916 XVI| solo inglese.~XV. Sa la Gujenna e il pian di Normandia~come 2917 III| vero pesa~dentro due lunghi gusci: uno ribocca~di sangue e 2918 V| seguace di san Domenico di Guzman.~ 2919 X| giacché mai~ne' miei versi non hassi a preterire~questo bel punto 2920 I| Poton di Santrailles, La Hire, grandi capitani; Giovanni 2921 XVI| un'ode in prosa.~Ha torto Houdart: nel ciel, che il bello 2922 IV| impudente nel villano~clima d'Ibernia, ognor di nebbia sporca,~ 2923 IV| Ebe e il fanciul, che, in Ida un dì rapito,~or diventa 2924 VI| tumidi arroganti a quella iddia~carca di fango presentar 2925 I| anche un santo peccar d'idolatria.~XVIII. Sotto un collo ch' 2926 XIII| Mio salvator, mia vita, idolo mio, –~con gli altri nomi 2927 XV| periglio.~Le rie teste dell'idra rinascenti~non fér di Giove 2928 XIV| Surti in piedi gli eroi, con igneo sguardo~l'un l'altro affisa 2929 XV| che voglia Talbò sempre ignorando.~Sciocco mortale! Oh come 2930 III| error casca;~mascalzoni, ignoranti in suo parere~ognun gli 2931 XII| nientissimo.~XXXIV. Egli ignorava il fatto disonesto~del brutal 2932 XXI| di garbo: il buon caprone~ignorò sempre che la sua mogliera~ 2933 XI| Vulcano i garzon guerci ed ignudi~sotto più tardo e più leggèr 2934 I| traduzione in versi dell'Iliade, traduzione compendiosissima, 2935 XIX| Paride e Menelao, quando Ilione~venir vi vide a rio duel, 2936 XVI| fra gli stecchi~col nudo illeso pie' schiaccia i serpenti;~ 2937 XVIII| sto posato~sul sentirmi illibata la coscienza. –~Così parlava 2938 II| a quanti~con indiscreta illiberal maniera~or di dietro la 2939 XI| vaga,~e il lor destarsi illumina, e alle porte~del convento 2940 X| venìa:~pulita cella e bene illuminata,~che di fragranze peregrine 2941 XXI| spirito venuto~dal paradiso illuminò Capocchio:~del suo duro 2942 XIII| sua, che per vent'anni~d'illustri fatti e di guerrieri affanni.~ 2943 XXI| che smorta ed imperfetta imago~di quel foco d'amor di ch' 2944 IV| vidi io pur superbamente~imbandirsi da un buon benedettino,~ 2945 XVIII| le regie divoràr mense imbandite.~XLIV. Agnese e Dorotea, 2946 XIX| da Parigi al mare.~XXXIV. Imbarcasi a Calais, va al suo paese;~ 2947 III| libri monacali avea.~Così imbastato, rabbuffato e stracco,~scosse, 2948 III| cangiarse:~– Largo largo, imbecilli, eroi da basto. –~Ecco vicino 2949 III| il brando, chi la targa imbraccia:~la tromba marzial che a 2950 IX| Martinguerra~d'un gran bacio l'imbratta e la sparnazza.~– Viva, 2951 VI| sangue la mia man pudica~imbrattar voglia questo acciar divino:~ 2952 V| nèttare possente~d'inferno s'imbriaca e gozzoviglia,~gorgheggiando 2953 II| invece e di tamburi ascolti;~imbriache le guardie e i servi e tutti;~ 2954 II| ben ferrato, sellato ed imbrigliato.~Pelo grigio, gran raglio, 2955 VII| Giorgio, e in ciel le carte imbroglia.~L. Soprattutto, o lettor, 2956 VI| Agnese al suo partire~uscì d'imbroglio, o almen le parve uscire.~ 2957 XVIII| merta amore:~niente pazzo imbroglion, niente bugiardo,~giammai 2958 X| che la notte e il ciel s'imbruna,~venne a scontrarsi in un 2959 VII| ti vergogni~quel popolo imitar leggero e vano,~che sì con 2960 II| tuo la sua nequizia,~ma d'imitarlo, ve', scaccia il desìo;~ 2961 XII| V. Questa filosofia non imitate,~e tutti e due, piuttosto, 2962 XVI| incanti~pareggiato dai maghi imitatori;~del Nilo le propizie onde, 2963 XXI| abito elegante,~e tra sé ne imitava i cari accenti,~tutti aperti 2964 XIII| nella stessa idea,~non l'imiti egli pur con Dorotea.~XLIV. 2965 XXI| divien dubbiosa.~XXXIII. Non imitiam la lor garrulità,~e seguitiam 2966 X| sommo un'amica che pura~e immacolata serbagli la fede;~che Agnese 2967 XXI| splendore~di Giovanna la gloria immaculata,~per provar che del nero 2968 XVIII| amor di Dio.~Alma di voglie immaculate e sante,~avea l'oro in dispregio, 2969 VI| Quando, a serbar l'onore immaculato,~la gran guerriera col celeste 2970 XX| po' di boria.~XXII. Potete immaginar come scontento~restò il 2971 XII| Udite, il come~l'ha tosto immaginato il pio paggetto.~Avea la 2972 IX| genere.~Di Dio stupenda immagine perfetta,~ecco come l'han 2973 XVI| privò di portar brando.~Ma immagino una via, se non vi spiace,~ 2974 III| dormiva.~LI. L'uno e l'altro immediate alla tremenda~fiera presenza 2975 III| non già le cui sudate~ed immense fatiche hanno di Francia~ 2976 XIV| poco scrupolosa o umana~immerge nella strozza a quel tremendo,~ 2977 XIX| la sua spada delirando ha immersa~nel sen medesmo da' suoi 2978 XX| maligno fanciul, che gl'immortali~e gli uomini e i somari 2979 XIV| XXXIX. Con tesi colli, immote ciglia e senza~parlar, son 2980 II| prende l'inchiostro e all'imo della schiena~col suo bel 2981 VI| ad ambe mani, per uscir d'impaccio,~dissipa, uccide a centinaja 2982 IV| che ancor non si spedìa~d'impalar quella coppia disleale;~ 2983 I| Hiro, Dunoè ristanno~gonzi, impalati come tre civette.~I servi 2984 IV| flagellata,~finché ai crudeli impalator l'han data.~LXIV. Alla lor 2985 XI| boschi la tremenda voce.~Impallidì san Giorgio. Allor cavò~ 2986 XX| grazia un amor puro e santo,~imparate saggezza, e con sommesso~ 2987 I| all'articolo Dionigi; dove imparerai ch'egli per prima cosa fu 2988 XVIII| lasciando presso gli uomini imparziali fama di onesto più che d' 2989 X| regal core.~Carlo n'ebbe a impazzir. Suo padre, oimé!~per molto 2990 XVI| all'ire~de' combattenti impedimento e muro~nella mischia crudel, 2991 XIII| avvampa e bolle.~E il carco d'impedir l'impura e stolta~vittoria 2992 XIII| che gl'incantatori possano impedire la consumazione del matrimonio; 2993 XIV| due per lo meno, se non è impedita:~e ciò dal giorno praticar 2994 III| tosto si mette all'onorato impegno.~«Primo inventor della salsiccia 2995 XII| Mentre così quel mostro impenitente~nel foco eterno ad arrostir 2996 X| però lesto~gira ruota s'impenna, e su la sella~Agnese a 2997 V| di dir che Satanasso,~l'imperador della gente perduta,~diede 2998 VI| le fan corte re, duchi, imperadori,~frati, pedanti, gente che 2999 IV| chiuso.~Così quel grande imperator caldeo,~di cui l'orgoglio 3000 IV| sollevato il popolo contro l'imperatore Zenone. Il nostro san Giorgio 3001 XX| cuori~più non produce che imperfetti amori.~XV. Se vive tuttavia 3002 IV| masticando.~Ma con occhiata imperiosa e fiera~quei ribaldi atterrìa 3003 VIII| braccio gli rimise che s'imperna~nell'ómero ed il moto ne 3004 VIII| stille.~All'inglese l'inglese imperturbata~porge ardir con secure alte