'l-arcad | arcan-bront | bruci-conco | concu-dirut | dirve-filos | filza-imper | impet-lieo | lieta-nomar | nomas-poite | poito-rescr | resis-scend | scene-spart | sparv-tradi | trado-zucch
             grassetto = Testo principale
     Canto   grigio = Testo di commento

3005 XVI| portinajo del ciel, da cui s'impetra~l'ingresso nella chiesa 3006 XIX| barbaro Inglese, e questo seno impiaga. –~XX. Corre, così dicendo, 3007 XVIII| parte al re sostenne~che impiccarli era d'uopo e darli al corbo;~ 3008 XXI| curiosità,~e con profitto impiega la sua vista.~Vede verso 3009 XVIII| pensione e un onorevole impiego nella biblioteca reale.~ 3010 VIII| quadro e in tondo,~tutto vi s'impiegò per farlo ornato~mercé i 3011 V| e ferma il braccio.~XL. Impietrava Medusa i riguardanti,~nel 3012 XVI| ardenti cherubini,~numi impiumati, la cui santa mano~dei popoli 3013 XIII| dall'aure e dalle piogge implora~e la vita e il color, la 3014 XI| favella~la leggenda, fa tosto impor la sella.~XXXIII. Venne 3015 XI| inverecondi~volgendo gli occhi, imporpora le gote~delle caste beltà. 3016 IX| di vernaccia~all'eroina imporporàr la faccia.~XX. Salta allor 3017 IX| dimande~un punto omise d'importanza grande.~XXXIX. Dico il patto 3018 XXI| senza niente rendersi importuno,~già entrato in corpo alla 3019 VI| trasparenti.~XLI. Non ha tettoimposta né vetrata:~a qualsiasi 3020 V| signori, un'impostura;~ma impostor non son io; mentir non sa~ 3021 III| tutte in miscuglio~degl'impostori è detto il guazzabuglio.~ 3022 XXI| Talbò potér mai fare,~tu l'imprendesti, Amor; tu opprimi e uccidi,~ 3023 XXI| prima legge che nel cor s'impresse,~fu del regno e del re l' 3024 XII| e la terra non sente~l'impressione dell'orme mute e lente;~ 3025 XIX| sen medesmo da' suoi baci impresso,~che spenti ha gli occhi 3026 I| duro ne raschiò la storia,~imprestarmi vorresti al gran subbietto~ 3027 IV| richiesto dal Desmaret di un imprestito, rispose con un bel no. 3028 X| fare,~e in queste occasioni imprevedute~rade volte s'ha tempo da 3029 V| valente;~narrane per qual caso impreveduto~il tuo feroce spirto è qui 3030 XVIII| dei secondi onori, mutò improvvisamente bandiera, e cominciò a inveire 3031 I| del prossimo, o sentire~gl'improvvisi di mastro Barbagianni.~Poscia 3032 IX| risse e li scompigli.~VII. L'impudicizia sporca e violenta,~che le 3033 XII| con la terribil destra impugna il brando,~e va dove rumor 3034 III| paladini hai visto?~Come l'asta impugnàr! Con che rispetto~fan cerchio 3035 VIII| ciascun si fóra e strappa~coll'impugnate fulminanti lame,~e tutto 3036 V| ella a pena,~che la spada impugnò con la man presta,~a Dunoè 3037 IX| la vera~amistade, seguì l'impulso in questo~del suo tenero 3038 VII| quindi di brame ributtanti e impure~e di noje m'oppresse e di 3039 XXI| tentatore~alla fina malizia inaspettata,~e ai trasporti dell'asino 3040 X| de' nostri altari oggi incammina~questa al mondo beltà sì 3041 IX| tazza,~ne vòta un'altra, e incanna, e beve, e sferra~canzonacce 3042 XVII| esorcismi suoi;~sciolta è l'incantagione in un momento,~e si muta 3043 I| Intingoli, fagiani e capponesse~incantan gli occhi, il naso ed il 3044 XVII| da una donnetta fatevi incantare,~e i re vadano a farsi buggerare.~ 3045 II| XXXI. Appena ha tocco le incantate piume,~che il vero incesso 3046 II| il mulattiero e il frate incantatore,~e svignano, portando in 3047 XVII| per non dir delle tante incantatrici!~Io t'ho passato, o bel 3048 III| bella, o cara Galigai! S'incapa~a crederti una strega la 3049 XI| santi che siamo,~santi incappati o festeggiati in terra,~ 3050 XIX| trafigge il core.~Tirconel s'incappuccia, e grida e pianti~levano 3051 IV| miran sulla porta un frate~incappucciato, smisurato e tetro,~cinto 3052 XXI| Corte, che di fatto si era incapriccita del comico Baron.~Ottava 3053 XIII| tutto, ei due gran muli incarca~con due barili di nettareo 3054 IV| Maresciallo di Villars, incaricato di far seppellire i morti. ( 3055 IV| dir che al nostro frale~incarnano talor la pellegrina~lor 3056 XX| Leggiadri cicisbei, che, incatenati~di fior, languite appiè 3057 X| la Pulcella. –~A questi incauti accenti tramortire,~cader 3058 XX| segretamente~la dirige, l'incende, e s'assecura~ch'ella potrà 3059 VI| ha Fama, e cui talvolta incensa~l'alma ancor più modesta 3060 XVI| truppa diresse il passo incerto~verso un certo palazzo in 3061 VII| bella~fra queste fiamme incesa e fra i tormenti.~Questo 3062 II| incantate piume,~che il vero incesso di regina prende.~La voce 3063 XII| del paggio amato; anche l'incesto~del santo monaster gli era 3064 XVI| trovarne il castel che s'inchiedea,~montano tutti allegramente 3065 XII| parla, rispondi. –~Alle inchieste che Carlo infilza a josa,~ 3066 II| egualità fan molto~la Giovanna inchinar verso il villano;~ma il 3067 IX| le man giunte l'altra ed inchinata.~XXXIII. Oh dolce vista! 3068 IV| Persi il fatal flagellatore~inchinati tenean gli occhi alla terra,~ 3069 XVI| il vostro ammiratore. –~Inchinò per tre volte umilemente~ 3070 X| I. Che? un prefazio inchiodato ad ogni canto?~La morale 3071 II| ho cantato ne' miei casti inchiostri,~ed egli assumerà la mia 3072 II| estro le frullava,~prende l'inchiostro e all'imo della schiena~ 3073 XVII| Agnese scappa,~correndo inciampa e in mezzo a lor trabocca:~ 3074 VI| che il bosco gliela rubi.~Inciampò la cavalla, e la fuggente~ 3075 XVI| Abelardo: Leonem invasimus, incidimus in draconem.~Ottava XIII, 3076 XVII| tenerezza.~XXVIII. Agnese è incinta, ed aprirà con Dio~presto 3077 XI| oltraggio alla vendetta incita.~Fra due santi rivali arde 3078 XII| dalla parte ove più vuole~inclinar dolcemente, e al ciel vi 3079 II| Chiesa.~O del padre curato inclita figlia!~che contento fu 3080 XXI| mio ronzino, alfine,~e l'inclite sue gesta peregrine.~VI. 3081 V| Satana s'alza e dice: – Inclito figlio~del diavolo, mia 3082 XI| superbo Vartonne, e gliel'incocca~verso l'enorme orribile 3083 XVII| non trovasti che una barba incolta,~lunga, pungente, dura, 3084 XII| Monroso, a gettar via~l'incomodo vestir che le faccende~imbarazza 3085 XXI| stupisce il frate. Oh caso inconcepibile!~io penso, e Dio sa il come, 3086 IV| Pulcella abbatte~ciò che incontra, e ognun volta le culatte.~ 3087 XXI| è un fatto nell'istoria incontrastato~che questo gran Bastardo, 3088 XVI| qualunque era presente:~– Incoraggiate il vostro ammiratore. –~ 3089 IV| la sottil carne divina~incorporando alla carne mortale~di certa 3090 II| in quel sen generoso ed incorrotto.~La stendon nuda, e Monsignor 3091 VII| e, poiché i rei~han già incorsa la mia maledizione,~sien 3092 V| di bramar cosa sì bella.~Incostante un villano? Eppure, o dèi,~ 3093 IV| subir mortetrista,~l'incostanza e il rigor piange del fato.~ 3094 VII| poi rincula, ché morir gl'incresce.~Dunoè lo raggiunge e gliel' 3095 IX| Che disgusto, Gesù, che increscimento!~e quant'odio in un tratto 3096 VIII| piede,~ciascun la spada incrocia, e con tempesta~in terza 3097 XV| acciaro~che castigato sull'incude attinse~miglior la tempra, 3098 XI| risonar fanno le gementi incudi,~quando al maggior di Pluto 3099 IX| alberga e la schifezza,~l'indecenza la gola e la rapina~e la 3100 VI| languidetto,~indi con voce timida, indecisa,~sospirando, risponde in 3101 IV| pigliate,~di mia clemenza indegni, e gl'impalate. –~LXII. 3102 XVIII| più che altrove.~XIX. Gl'indevoti talvolta rinfacciato~mi 3103 II| soffia in petto~un soffio indiavolato e maledetto.~XXII. Tale 3104 XVIII| moderne, una Storia dell'Indie e non so quante altre storie. 3105 XI| Senza voce, tremanti ed indifese~accorrete all'altare e l' 3106 XX| una giusta sentissi alta indignanza.~Dovrà un asino amar, dargli 3107 VII| sulla piazza coi chierci s'indirizzano.~Un tiene l'aspersorio, 3108 I| al maldicente~cortigiano indiscreto è trasparente.~IX. Per dunque 3109 III| Notte, l'Erebo, il Caosse~indistinti regnàr, pria che furtive~ 3110 XV| crudo~spettacolo cader vedi indistinto~sul vivo il morto, il vincitor 3111 XVII| che li guardava,~roso d'indivia, allor con gran tempesta~ 3112 XVII| suo Trimuglio ha l'anima indivisa,~non pate ch'altri il tocchi: 3113 X| l'autunno il verde dosso indora~di quel dolce gentil frutto 3114 III| luci, e su la vaghe~membra indossate le tue larghe braghe?~LIV. 3115 XXI| benché molto dalla fame indótto,~pur, resistendo all'appetito, 3116 X| proprio danno~sorbonisti, indovin, maghi, dottori,~ebrei, 3117 II| e morìa dalle risa. Or indovina~chi prima se n'accorse la 3118 XIII| Parimente li Ebrei solevano indovinare gettando le sorti. È detto 3119 X| attento la scruta, altro indovino~un quadrato disegna, e prende 3120 XX| animal, per vendicarsi,~indrizzossi egli pure a Belzebù.~Eccoli 3121 XVIII| ogni sorta di peccati,~fu indulgente co' vivi, e per celare~la 3122 III| rosarii, novene e giubilei,~d'indulgenze, di bolle e d'agnusdei.~ 3123 XIV| seppe tra Carlo e tra Sandò~indur la pace e un amical convegno.~ 3124 XVI| Cantava i tanti~prodigi che induràr d'Egitto i cuori;~il gran 3125 X| anima ferita:~nella colpa indurito il cor mi porto:~amo il 3126 XX| Ma, padre mio,~tu dunque indurre in qualche gran peccato~ 3127 III| esse di gran conversioni; e indusse la celebre regina Bertrada 3128 II| scudo, usbergo: al pugno indutta~ha già la lancia, e al volto 3129 XII| Amore? Egli è ciarliero,~e l'inegual mia penna sulle carte~coll' 3130 IV| pratello,~tigrata i peli inegualmente gai,~di pie' leggero e di 3131 XI| oscene braccia.~VI. Tenera inerme greggia, invan tu chiami~ 3132 II| dieta,~e, la gola frenando inesorabile,~bottiglie e salse e fin 3133 III| in fretta~con paurosa ed inesperta mano~Bonel quell'armi indosso 3134 XVIII| starà bene.~Sporcàr finora inette carte e futili;~servano 3135 XIII| Ivi, v. 8:~Cfr. Dante, Inf., XIX, 96.~Ottava XXX, v. 3136 XVI| rai~parlò san Pietro, l'infallibil saggio,~e ciò disse in due 3137 XIV| vigliacco della croce,~l'infamia tua portar sin nelle chiese? –~ 3138 XVI| dama! mi coglioni?~Sono un infante, un vile, un masnadiero. –~ 3139 X| fuggir succede~alla bella infedel, che in un convento~del 3140 XIX| oh al suo signor brando infedele!~qual sarà l'alma che ben 3141 VII| se benigno io sono alle infedeli,~con più ragion voi fate 3142 XIX| vènti,~dalla piaga Trimuglio infellonito,~sul nimico si scaglia, 3143 XX| arroganza, al foco~della parte inferior, giunsi a domare~il mio 3144 XX| sapea~l'occulto mal che inferma la tenea.~XLVIII. Sa ch' 3145 VI| Dei devoti il crudel zelo infernale~contro il sapere l'ignoranza 3146 XIV| Guardimi Dio, lettor, d'inferocire~il tuo pensiero verecondo 3147 I| il Breton, come bestia inferocita,~sempre a cavallo fra le 3148 VI| dei devoti tutori, e nell'infetto~sen delle corti il galantuom 3149 XV| della miccia in un momento~s'infiamma la materia, e coll'esploso~ 3150 XII| rossor tutte in volto s'infiammarono,~fra sé dicendo: – Ah perché 3151 XXI| commediante~celebrato Baron, tutta infiammata~ne divorava il signoril 3152 VII| dichiarazione.~Un foco m'infiammò non più sentito:~persi il 3153 V| in sulla rena.~Mentre l'infido mulattier s'appresta~a farmi 3154 XII| Alle inchieste che Carlo infilza a josa,~tutto conta Bonel 3155 VII| pur io nei che aprile infiora,~e il palpito del cor m' 3156 XIX| degli affetti. Più ritroso~s'infoca il ferro che la canna lieve,~ 3157 XV| XX. L'olio bollente, l'infocata pece,~un bosco di puntoni 3158 X| bestia pazza,~senza punto informarsi se di sotto~sente gusto 3159 XIV| stella~tutte cose create informi e bèi,~le rinnovi, le nutri, 3160 XVIII| pari l'esiglio e pari gl'infortuni. –~XXXV. Mosse il re quel 3161 XIX| disserra~teco Amor anco gl'infortunii suoi,~ove trovar pupilla 3162 XVIII| avrete.~IV. Per colmo d'infortunio un paggio inglese~lo fe' 3163 XIII| re gode far chiasso~e s'ingalluzza come un pavoncello;~pure 3164 VII| ritratto, in che trovai,~ingannando la sua crudele assenza,~ 3165 IV| giovani religiose a fin d'ingannare il diavolo, che verosimilmente 3166 XXI| compiaciuto~dei più gran capi ed ingannarne l'occhio:~per confondere, 3167 X| per me sospira.~XII. Non m'ingannate, tutto dite, e nulla~tacciasi 3168 II| il caro amante. Ahi sogno ingannatore!~Tu frodi i sensi alla meschina, 3169 XVII| ogni tempo, o cari amici,~d'ingannatori e seduttor possenti,~d'ostro 3170 X| Ma la gioja è pur corta e ingannatrice!~ogni bene è pur cosa fuggitiva!~ 3171 XX| serpe il ch'Eva ne' suoi~inganni fe' cascar, la vanerella~ 3172 XVIII| fama di onesto più che d'ingegnoso e di dotto.~Ottava XXII, 3173 IX| inghiottiva ed or più non inghiotte~Cariddi il mare, e dal latrar 3174 XX| scogli, e l'oceano~per inghiottirla una vorago aprire,~su cui 3175 V| brutto,~immenso abisso che inghiottisce il tutto;~XII. tomba alfine 3176 IX| scoglio infame e reo,~ove inghiottiva ed or più non inghiotte~ 3177 I| spumante sciampagna e l'ingiallato~Tokay con tazze coronate 3178 IX| sdegnosa l'una e in pie', ma inginocchiata~con le man giunte l'altra 3179 XXI| se n' vola alta la testa.~Inginocchiossi, dimandò perdono~della sua 3180 XVIII| calunnie e delle piccole ingiurie, per cagion delle quali 3181 I| da Parigi~non patirò che ingiustamente mai~caccino Carlo mio come 3182 III| lor, ch'altri non tocca,~l'ingiusto e 'l giusto, il falso e 3183 XIII| Era credulo il re, quindi ingojata~l'ha subito. Giovanna l' 3184 VI| sta.~Sprona, e, di gaudio ingombra e di paura,~verso la selva 3185 XVI| fosse,~di feriti e d'estinti ingombre e rosse.~XLII. Fu a questo 3186 VI| timida e brutale~canaglia, ingorda ognor di malefizio,~fan 3187 XII| denti messo,~ma non tutto ingozzato un grosso agnello,~bramoso 3188 III| padre abate~d'ignoranza ingrassato, a bella pancia,~e ch'altre 3189 IV| letto,~di cento verni v'ingrassò la paglia.~Mai la valle 3190 XX| questo eccesso la memoria ingrata,~stentò co' suoi tre diti 3191 IV| a pagar vegno.~Se questo ingrato cavalier, se questa~donzella 3192 VII| Il giorno dopo alfin m'ingravidò.~Ahi perché l'error mio 3193 XVI| ciel, da cui s'impetra~l'ingresso nella chiesa trionfante,~ 3194 XII| anima ria~dell'inferno a ingrossar la compagnia.~XXII. Mentre 3195 XVI| un demonio a gli amanti inimicato~Poton trasse e La Hiro e 3196 XII| maladetta la sorte e gl'inimici,~si trovàr più che prima 3197 XI| zelo~venir tra loro a zuffa iniqua e rea,~tagliarsi il naso 3198 XV| scale al muro d'ogni parte innalza:~monta il soldato, e sul 3199 XIX| avrìa quel forte~l'anime innamorate oltre la morte.~XXXII. Di 3200 IX| Eccoli dunque al fatal tempio innante~giunti in un peccatori e 3201 XVII| ch'è frutto mio,~tosto innestar sull'albero che il porta.~ 3202 XX| Sol fu tolto al carro ed innestato~nell'uom primiero con saper 3203 XVI| più leggiadria,~in fatto d'inni, e d'odi, e tale altr'opra~ 3204 V| fui boja;~arrostir feci gl'innocenti, e or Dio~fa qui arrostir 3205 XVII| destino,~non permise veruna innovazione~nella sala da pranzo e da 3206 XXI| schiena,~il torrente respinge inondatore.~Nei valorosi esausta alfin 3207 X| diva~voluttà de' suoi sensi inondatrice,~che un picchetto d'inglesi 3208 XVI| nella mischia crudel, che inorridire~facea qualunque ha cor più 3209 XVI| Pietro, ed affettando aria inquieta.~Pietro gli fe' veder con 3210 XI| seppe tòrre~ai sospetti inquieti, all'avvertenza~del fier 3211 VII| ciuccio.~Firmato: il padre inquisitor Copuccio. –~XXXVII. Oh in 3212 III| fratesco e metà prelatizio:~d'inquisitori un drappel sacro e fiero~ 3213 VII| sien tradotti alla Santa Inquisizione. –~XXXI. Disse, e al vento 3214 XVIII| XXII. Ecco Gauchat, che insacca i più valenti~rabbini sovra 3215 III| ire dicesti e le battaglie insane,~esci di tomba, e vien la 3216 XIX| Questo è tutto che all'ombra insanguinata~di Trimuglio si debbe e 3217 XV| Sovra i muri abbattuti e insanguinati~pretende il crudo accarezzar 3218 VIII| preferenza,~XXXVII. voglio insegnarti, pazzo scimunito,~il tuo 3219 III| proibì, pena la galera, che s'insegnasse altra dottrina che quella 3220 XVIII| morto a Parigi nel 1773, insegnò qualche tempo lingua e letteratura 3221 VI| sia che qui fra l'arme~m'insegui, se non hai malvagio il 3222 XII| XI. Quel cappellan, che l'inseguìa dappresso,~quel bollente 3223 VI| XXV. La bella Agnese, che inseguir si sente,~corre a gran rischio 3224 VIII| Martinguerra, con veloci piante~n'inseguono la pésta e vanno avante.~ 3225 IV| fossi e boscaglie e via s'inselva~non disviato d'alcun'altra 3226 VI| colpe ad insozzarvi i cuori?~insensati, che ancora non sapete~asperger 3227 XX| che non cada~nell'orribile insidia che le tese~Satana. Quando 3228 XVIII| verità~e alle deboli teste insidiosa;~che inganna il suo splendor; 3229 VI| stravagante~un laberinto insidioso, u', presi~gli eroi di Francia, 3230 XVI| certi rimatori~che tutti insiem non valgono due lire.~Lavora 3231 XIV| incarnato, la sua man villana~insinuando viene, e all'impudico~del 3232 XVII| cervel n'aggira.~VII. Questa insipida diva già servì~di scorta 3233 IV| quattro uscieri mandò con insistenza~una preghiera a far per 3234 XIV| entra e vede Sandò, che insolentendo~sopra il più bel dei culi 3235 VI| correte~di turpi colpe ad insozzarvi i cuori?~insensati, che 3236 XX| dolce e gentil, ma sempre instabile.~III. Tanto il vecchio che 3237 XII| trasse Agnese, già la notte instando.~XI. Quel cappellan, che 3238 XX| storiche e filosofiche. Instigato da alcuni preti del collegio 3239 XI| cervello in testa,~ardiscono insultar, Dio gli perdoni,~alle fanciulle 3240 III| gli estima, eppur lor fole intasca.~E alchimisti vi son d'alto 3241 X| bianco è di carni rugiadose intatte.~LV. L'Abbadessa da saggia 3242 VIII| ordin, qui l'onor de' forti intatto,~e il regal dritto e il 3243 XXI| i cui giochi son d'alta intelligenza,~ha due turcassi affatto 3244 XI| tuo giglio,~e quella pura intemerata fede~che tu giurasti di 3245 X| coll'avvocato, perché meglio intenda~a sostener le cause del 3246 V| con due~consiglier, tre intendenti e venti frati,~tutti di 3247 III| spiegar sempre né mai farsi intendere!~XXI. O cronicista degli 3248 VI| Milano.~Piangete, o cuori che intendete amore. –~– Che ascolto! – 3249 X| intanto~istillava alla bella intenerita~qualche desir di conservar 3250 X| rinviene~che per sentir più intense le sue pene.~VII. Chi a 3251 XIII| tutte al piacer le fibre intente,~vende l'altra il piacer, 3252 IV| valutata~l'onesta e buona intenzion che avea.~– Diman l'opra 3253 IX| nel gran cor dell'amante intepidisce.~Che disgusto, Gesù, che 3254 XVI| come un sol che traverso un interciso~nugolo mostra il suo volto 3255 XII| dritto gli orecchi, immobile, interdetto,~nel giusto mezzo di due 3256 VII| saggia e la ritrosa?~ed interi i favor vostri serbate~al 3257 XII| strazio~abbandonato dell'interna cura;~ma curvò il collo, 3258 XIX| petto ardito~fra le spade interpon dei combattenti.~Già del 3259 XIII| ordinario~di chi viaggia, e s'interrompe spesso~fra cause tante di 3260 XVII| Così con voce trepida interrotta~parlava Dorotea; ma fiero 3261 II| lo stesso mi par d'avere inteso~che succedesse nel quartier 3262 XV| ameno,~inventò per un certo intingolaccio;~ma salsiccioni di cotal 3263 XVIII| L'opera sua principale è intitolata: Pregiudizi legittimi contro 3264 I| converse~delle lor vive e intolleranti brame.~Il prence, che non 3265 VI| aperto è sempre, e dentro intonacata~di fidi specchi la parete 3266 XXI| Giorgio fremea,~e l'asino intonava il fiero canto~che lo spavento 3267 XI| vittoria pendea, quando intonò~l'asino un raglio orribile 3268 XVI| ma venianbei fatti ad intrecciarsi~di quei grand'estri così 3269 XXI| pezzenti,~torbidi in pace ed intriganti in guerra,~entran ne' gabinetti 3270 XXI| tre~a far gli affari, ad intrigar; di più~eccellente ruffiana, 3271 XVI| corte a san Pietro e ad intrigare.~V. Questo gran portinajo 3272 V| gara.~L'oro, il sangue, gl'intrighi e la scaltrezza~de' cristiani 3273 X| il mio corpo di peccati intriso.~Il destin, che a capriccio 3274 I| l'alcova è un uscio che introduce,~e, vedi caso! di serrarlo 3275 X| parlatorio scese~e fece aprir per introdurre Agnese.~XLVIII. – Entrate, 3276 III| sarìa~che il diavolo la coda intruso avrìa.~XXXII. O Gherardo, 3277 I| maledizioni il paternostro intuona.~Mentr'ei così lo mastica 3278 IV| maldicenza, bugie, serpi inumani,~schizzerete voi sempre 3279 VIII| letto,~e disse: – Amici, inutile qui fia~ai piacer vostri 3280 XVIII| servano Marte, e non saran più inutili. –~XXXVII. Piacque a Carlo 3281 XX| certo di governar quell'alma invasa.~Questo è antico possesso: 3282 XXI| quel momento,~dal demonio invasato, e me ne pento. –~LIV. E 3283 XVI| e., di Abelardo: Leonem invasimus, incidimus in draconem.~ 3284 XVIII| improvvisamente bandiera, e cominciò a inveire contro il Voltaire, che, 3285 III| m'ha fatto oltraggio, e invendicate~lasciar non so le ricevute 3286 XIV| Ma il giustissimo cielo invendicati~più non sofferse così grandi 3287 XII| 3:~Le pistole non furono inventate che molto tempo dopo a Pistoja.~ 3288 III| all'onorato impegno.~«Primo inventor della salsiccia fina»~fama 3289 XX| destramente nel corpo e vi s'inventra.~XXIV. Gli forma e spirto 3290 XI| Già trionfa il delitto, e, inverecondi~volgendo gli occhi, imporpora 3291 XVIII| indugiar, per taciti sentieri~inverso la città vanno al castello,~ 3292 XVI| papale,~di cui si sa che m'ha investito Iddio,~ed ogni altro tributo 3293 VII| dietro~nobilissimamente l'investiva,~mentre un chierco in sottana 3294 XII| Salomone.~XXX. Quanto l'invidio, oimé, quanto non debbe~ 3295 XVIII| i suoi conti, maligno e invidioso com'era, credé vendicarsi 3296 II| suoni.~O Doremì, del sol l'invido raggio~non educa al tuo 3297 XX| raggio dappoi s'è logorato,~invilito, smarrito, e il moribondo~ 3298 XXI| lettor, che san Dionigi~inviò fra' Capocchio dal paese~ 3299 II| còlti in letto~i Rutoli, inviolli in beccheria;~e lo stesso 3300 XIV| son men crudi, men fieri e inviperiti.~Se nol credi, lettor, non 3301 XVII| Così ciascun rabbioso, inviperito~l'un contro l'altro or batte, 3302 XXI| questo mondo.~XXXVIII. L'invisibil catena egli misura~che lega 3303 XXI| conosch'io quella virtù invisibile~che il pensiero mi dona 3304 XV| diede un gran pranzo, ove invitato~fu il vescovo col clero 3305 XIII| superbo all'assalto e nulla invoca.~XXXII. Pari entrambi di 3306 XVI| rampollo stranier, l'eredità~involando del padre al proprio figlio.~ 3307 XIV| forze, e cresce il danno.~S'involano di sotto i due corsieri,~ 3308 VI| cavaliero non astuzia fina,~e involarlo di posta all'eroina.~VI. 3309 XIV| Giove in trono,~all'uno involi col sorriso il brando,~col 3310 XX| Dionigi, e al gran peccato~l'involò, la sostenne, sì che tosto~ 3311 IV| quando.~Lascivo intanto e involontario il guardo~torceva alla Pulcella 3312 XV| la porta ardente~di fumo involse in densi globi e neri,~di 3313 XVI| tutto lezzo,~vil delatore, ipocrita, arrogante,~che fu d'odio 3314 XIII| Con avido ma casto occhio ipostatico~contemplò lo spettacolo 3315 II| LXI. Berretta in testa, Ippocrate alla mano,~de' periti lo 3316 II| pulcelle un solea;~l'Ippogrifo così verso il cornuto~pianeta 3317 XI| vedendosi assalir da quell'irata~vispa brunetta, e al cor 3318 XVI| mar, fracassa i denti~agl'irati lioni, e fra gli stecchi~ 3319 XIV| scapricciarsi.~XX. Grida irato Trimuglio ad alta voce:~– 3320 VIII| seco conducea,~ancor più irosa e rustica; un cervello~che 3321 XI| io qui? (gridò l'angelo iroso)~due gran santi, due figli 3322 IX| vicino.~Questi dèi gonfiagote irrequieti,~che non son più d'astreo 3323 XIX| molli erbette~che un'onda irriga cristallina e pura,~un bosco 3324 VIII| animal che, i vasi in noi~irrigando del cor, forma gli eroi.~ 3325 IV| Tal nel piano che l'onde irrigatrici~dell'Eufrate fecondano, 3326 XII| Venere~vi fanno invito ed irritando allettano~le vostre fibre 3327 XII| quanto non debbe~i miei mali irritar la sua fortuna!~Pe' suoi 3328 XV| Orlean le porte,~co' suoi v'irrompe; e già venìa la piazza~del 3329 IV| assai gl'ingegni avean duri, irti:~non son che ai nostri tempi 3330 VIII| Ma badate il sentier non isbagliare.~Il ciel si degna per la 3331 VI| detto qui Savatier per ischerno, e intorno pure a tutti 3332 VI| vendicando un oltraggio, ei non iscorge~che il dover degli eroi. 3333 XVIII| E giù pose di subito in iscritto~un trattato morale e pellegrino~ 3334 II| morte e fra la polve~non isdegnar compagno questo brando. –~ 3335 XXI| girata~alla lontana, e con isforzo d'arte~una marcia eseguì 3336 XVI| avviso~a quei della vostr'isola famosa.~Ogni parte componga 3337 XVII| tuono, o discortese~duro isolan, dicea, fiero gradasso,~ 3338 IV| proprio un non so che~d'isolano e di fier: del suo paese~ 3339 VIII| spese.~XXXI. Venuto per ispasso a dar di naso~in Loreto 3340 V| tresca e da bordello,~X. non isperava io certo, o mio vicario,~ 3341 II| quanti~vengano a far la loro ispezione:~chiunque se ne intende, 3342 XVI| Questi santi rivali ad ispiarsi~scambievolmente i fatti 3343 IX| la manca pone~stretta all'ispido crin dell'animale,~che ronfar 3344 XVII| Grecia e in Roma,~dell'arti ispiratrice, alme corone~d'eterni fior 3345 XIX| bella Agnese al suo fedele ispiri~sensi più degni della sua 3346 XVI| Ottava XXIII:~Basa, re d'Israele, assassinò Nadad, o Nabab, 3347 XXI| Barberia,~l'unico che in istalla ha il re di Francia,~Giovanna 3348 XVII| Ermafrodito il fece in pochi istanti,~per vendicarsi il rio d' 3349 III| brachesse, la Sorbona fe' istanza che fosse bruciata viva.~ 3350 X| mi tocca il paradiso,~non istarò che a canto a Maddalena:~ 3351 IV| dieci angli nell'asta non istecchi.~Morte li segue, e le chiome 3352 XV| oscura?~Quando vedremo in istil franco e tondo~netto da 3353 X| sguardo. Un dolce foco intanto~istillava alla bella intenerita~qualche 3354 IV| arditi eroi.~X. Quel vecchio istinto che ne fa dar fede~ai prodigi, 3355 XI| venne, in semplice favella~istorico succinto, io l'ho già detto.~ 3356 XV| L'omicida infernal crudo istromento~contenea nel suo ventre 3357 XVIII| lire dodicimila e gli a istruire i suoi figli. Ma ecco la 3358 | it 3359 I| a uno spartito~di musica italiana si die' mano,~di cromatico 3360 VIII| invocando, e così disse:~– Ite in pace ed amate, o cavalieri,~ 3361 II| ascende~che due gufi pel bujo ivan tirando.~Lieve in aria si 3362 VIII| in senno ed onor, senza jattanza,~questa zingara tua di molto 3363 XVI| scannar non volle Benabad;~e Joas ammazzato alla sultana~da 3364 IX| antiche alme dilette~dalla Jonia venute. Oh gloriosa~città, 3365 XVI| ammazzato alla sultana~da Josabad figliuolo d'Atrobad;~finalmente 3366 I| evento~aver contr'essi il jus de repetendo. –~Era Louvet 3367 XVI| primaziale di Cantorbery, o Kenterbury.~Ottava XXI, v. 1-2:~Li 3368 IV| Ottava XXXI, v. 4:~Aurora Konismare, amica del re di Polonia 3369 VI| al boja,~Guyon, Freronne, Labaumel, Nonnotto,~de' buoni ingegni 3370 I| dicea Trimuglio a mezze labbia)~mio padre invan m'ha fatto 3371 X| rassegnarsi, e mute~tener le labbra è tutto che può fare,~e 3372 VI| di gusto stravagante~un laberinto insidioso, u', presi~gli 3373 IV| ecco venire~guardie, paggi, lacchè tutti in un mazzo;~e gli 3374 XVI| detti, a dire assai.~Il laconismo è degli dèi linguaggio.~ 3375 XIX| nequizia,~né conoscea di lacrime e d'amore;~e un avanzo serbando 3376 X| guadagnò.~Che far dovea? lagnarsi, chiamar gente?~metter sossopra 3377 XIV| ride nel mezzo a questo lagno;~indi, vòlto al caduto e 3378 VII| nostre sventure: io lo provai~lagrimando, e nel cor chiusi il mio 3379 VII| VI. Tergendo Dorotea le lagrimose~stille correnti da' begli 3380 XVIII| care le mie stanze al buon Lamberto.~Son l'opre mie per tutto 3381 VIII| coll'impugnate fulminanti lame,~e tutto per onor di quelle 3382 VII| mio duolo,~morendo senza lamentarmi mai.~Pegno d'amore, ond' 3383 VII| s'udiva~gridare in cupo lamentevol metro:~– Da parte della 3384 VII| singhiozzi doppiando ed i lamenti.~XXI. Poi, tutta in pianto, 3385 I| nell'elogio accademico del Lamotte, dice che questo dipende 3386 XVI| SEDICESIMO~ ~Ottava VII, v. 7:~Il Lamotte-Houdard, poeta un po' arido, ma 3387 I| douze cents~Ivi, v. 7-8:~Lamotte-Houdart, autore di una traduzione 3388 IV| non dico,~dalle porte si lancian come dardo,~cacciar credendo 3389 XVII| affatica,~s'udìa dir Carlo languendo d'amore:~– O cara Agnese, 3390 VIII| dolce peso e caro,~stanca, languente e in mezzo alla dolcezza~ 3391 VIII| scipito,~che, di vuoto cervel languenti aborti,~veggonsi nati tutto 3392 XVII| quale scrisse la storia il Languet, allora vescovo di Soissons. 3393 XIII| orecchio e scorticato il muso,~languidamente il celestial ronzino~guarda 3394 IV| terrore,~il Bastardo guatò con languidezza;~sospirò per lui solo in 3395 VII| sembra un poco~per un paggio languir fiorito e caro,~il caso 3396 II| in fondo a una provincia languirà?~Dunque una putta (chi potrìa 3397 XX| che, incatenati~di fior, languite appiè del caro obbietto,~ 3398 III| Bonello appoggiata, con languore~dice: – Dunque l'ha fatta 3399 XX| XVII, v. 5-6:~Pietro Enrico Larcher, che soltanto nella Pulcella 3400 I| Apostolo ragiona,~e tutto lardellato di potenti~maledizioni il 3401 XI| Agnese, o qui la pelle~ne lascerete, pezzi di poltroni: –~ma 3402 IX| sembiante~cangialoco e lasciagli far tutto,~finché, già tartagliando 3403 XII| amabili vie piene di fole,~lasciandovi peccar senza dar pena.~Composto 3404 XIII| repubblica moderna, ove talora~si lasciano del dado alla fortuna~(e 3405 XX| punirla, pensò per un momento~lasciarla de' suoi sensi alla balìa.~ 3406 IV| separaro,~ed imperfetta l'opera lasciaro.~XIII. La fama di sì gran 3407 XIV| sol momento, o fido,~potei lasciarti e nol doveva: or quella~ 3408 XI| fanciulle a cui s'alza la vesta.~Lasciateli cantar, sorelle care:~dura 3409 XIII| saltellare~sulle lor mogli che lasciavan fare;~XLVI. vide cose più 3410 VII| ond'io pur mi consolo,~lasciommi il suo ritratto, in che 3411 XIV| velo~di lor fresc'ali le lascive aurette,~mentre, lievi baciandosi 3412 X| morire.~Io l'ho perduta, ahi lasso! e qualche inglese,~mentr' 3413 VI| dipinte in quelle terse~lastre mirando tue virtù diverse!~ 3414 XV| ferro il foco in tutti i lati:~l'odor delle cantine a 3415 VI| superba reggia il tuo nome laudato~trombarsi udivi dalla tromba 3416 III| spinse, il disperato~i suoi lauri cader vide a Pultava~sfrondati 3417 II| ciarle.~LXXI. Ma sia col lauro che corrà il tuo brando,~ 3418 I| vasi d'auro~con acque nanfe lavasi la faccia,~e con manteche 3419 IV| più damigelle.~XXXV. Poi lavati asciugati ed a banchetto~ 3420 XVIII| alla virtute;~d'ingegno lavorai presso ad un certo~cimiter 3421 XI| Ma parmi che sien sordi i lavoranti~tutti in quella grand'opra 3422 VII| Un braccialetto inoltre lavorato~de' suoi crin biondi mi 3423 XVI| invita~e paga il tardo suo lavoratore,~come il più pronto, acciò 3424 XVI| diligente~ritorni al suo lavoro il seguente;~XXXV. Lui 3425 XX| soltanto,~cavalcar volle un bel leardo inglese;~quando Martin, 3426 XVIII| la biscia;~lo lusinga, lo lecca, allunga il gozzo,~e agnel 3427 XVI| leviatano,~e l'uno e l'altro leccagli la mano.~XXVII. Qui die' 3428 XX| oblio~ponete il cigno a cui Leda fa festa~senza punto cessar 3429 XIII| un nodo alla legaccia. I legaccioli passaron di moda sotto Luigi 3430 VII| stato io gli parlai,~dei legami del sangue; e che l'impresa~ 3431 IV| sull'april! Sorte tiranna!~Legan nudo il Bastardo onde a 3432 IV| buon uom se l'aspettava.~Lo legano ben bene, ed ei contento~ 3433 I| possedea,~sì che stretti legar ne' lacci suoi~filosofi 3434 XX| Eccoli dunque tutti e tre legarsi~contro una donna. Oimé, 3435 VII| tanto bella creatura.~Non lègge in cor mortale altri che 3436 VII| sopra il crudel, mentre leggea;~e, con rabbia strappando 3437 II| frate, che in quel cor venìa leggendo~più ch'ella stessa quell' 3438 I| palese,~se questa poesia legger vorrete;~delle sue strane 3439 XI| ignudi~sotto più tardo e più leggèr martello~risonar fanno le 3440 XX| Polluce, e di alcune poesie leggère, scrisse, come Ovidio, un' 3441 I| brillanti concetti al par leggeri~del nèttare che s'alza e 3442 VIII| Figli miei, figlie mie, leggete questa~morale elementar 3443 VI| anima turbata~dell'asino leggeva e del guerriero.~Ambo d' 3444 XIII| arrivar cavalli e cavalieri:~leggiadra schiera, e seco una donzella~ 3445 XX| corsier del buon Sileno.~XVI. Leggiadri cicisbei, che, incatenati~ 3446 XIII| sapea~la Pulcella sì ben la leggiadrìa.~È Trimuglio con esso e 3447 XVIII| col prefazio e l'avviso al leggitore.~XLIII. La real casa intanto 3448 XVIII| d'ogni cosa.~ ~ ~I. Come leggo la storia dell'umano~germe, 3449 III| borgo nell'Anjou, a tre leghe da Saumur, noto per un celebre 3450 XXI| dal letto all'armi. Una legione intera~seguitarlo dovea 3451 XVIII| è intitolata: Pregiudizi legittimi contro l'Enciclopedia, e 3452 II| gli tagliò della veste il lembo solo.~XLV. E la tagliò per 3453 XVII| dell'Alarico, poema epico; Lemoine, gesuita, autore del San 3454 XII| impressione dell'orme mute e lente;~XLII. poi, come il vede, 3455 XVII| ordine verun, ché troppo lenti~i lor detti correan dietro 3456 XIII| e vero,~vendé sì care le lenticchie cotte,~questo vecchio Giacobbe, 3457 XX| avea le rose,~fra' suoi lenzuoli nel pensier raccolto~di 3458 XIII| nel chiasso.~LI. O decimo Leon, prence de' ghiotti!~o Paol 3459 XVI| disse, p. e., di Abelardo: Leonem invasimus, incidimus in 3460 XVIII| che aver parean di gigli e leopardi~ricamato e diviso il corsaletto.~– 3461 XVIII| drappel senza dimora~come lepre fuggissi, e fugge ancora.~ 3462 XVIII| Qui, prêchant, confessant les dames de Versailles,~Caressait 3463 XV| Altri muore trafitto, altri lessato,~a questi vola un braccio, 3464 II| vecchio intrepido soldato~dal letargo riscosse il suo pensiero.~ 3465 XVII| memoria, 'l senso,~così che Lete, nèttare d'inferno,~e il 3466 III| Dolcino, Doucin.~Ivi, v. 6:~Letellier, gesuita, figlio di un procuratore 3467 XV| Bedforte~volge in tristezza la letizia pazza.~Talbò, cadute d'Orlean 3468 IV| voci, con lingua di demonio lette,~rizzossi il mulo su due 3469 XXI| moglie di Louvet con amorosa~lettera invita il gran Talbò nel 3470 X| frittata.~Or credete alla gente letterata!~XV. Quel terribile, duro 3471 XVIII| faccia odiar tale avventura~i letterati e la letteratura.~LXVI. 3472 XV| veramente bella,~scritta in lettere d'oro tutto pretto~nel tempio 3473 VIII| onorata e nobil gente~in lettiga s'addusse al proprio tetto,~ 3474 X| Carlo!~V. Portator della lettra fu spedito~un ordinario 3475 III| Ottava XVIII, v. 1-2:~Dopo le Lettres Provinciales sono conosciuti 3476 VIII| preferito~sì castigata ed utile lettura~a quei romanzi di gusto 3477 IV| orrenda a più non posso.~Levan la mensa, ed ella a ciò 3478 XIX| incappuccia, e grida e pianti~levano i nostri sugli uccisi amanti.~ ~ ~ 3479 XVII| corpo offende?~Ah lasciami levarti il panzerone! –~Con la tenera 3480 VIII| e vi farò la strada.~Voi levatevi, amico, alle stellate~pianure, 3481 XIV| contrito e al suo signor levato,~con un'aria che proprio 3482 XII| alla riviera,~con ponti levatoj e torricelle~e le sue caditoje 3483 XII| tremolante piano~del ponte levatojo, immantinente~alzano, e 3484 IV| da' suoi begli occhi~non leverei, perché non me l'accocchi.~ 3485 XV| dolorosi; alziamo i rai,~leviam lo spirto alla celeste corte.~ 3486 XVI| comanda al basilisco, al leviatano,~e l'uno e l'altro leccagli 3487 XVI| secco come Tersite e tutto lezzo,~vil delatore, ipocrita, 3488 XVI| sul core;~l'affittuario liberal che invita~e paga il tardo 3489 II| veniamo a patti onesti e liberali,~amanti uniti ed ambedue 3490 XV| ci potrà, se il vorrà, liberamente~di questo libro rader la 3491 XIV| Perseo~che dai furfanti liberàr la terra;~ed è con questa 3492 XVIII| cavalier, diss'ella, e noi~liberarli dobbiam, se siamo eroi.~ 3493 XIV| sotto i due corsieri,~e liberati dall'illustre affanno,~van 3494 XIII| sue coglionerie.~IV. Se al libero parlar désti perdono~ch' 3495 I| palpitanti~abbandona ai soldati libertini.~Batte ghinee con l'oro 3496 IX| Più d'una putta e più d'un libertino~monta lo scoglio e fa d' 3497 II| immantinente a prendere~il suo libraccio ed il demonio appella,~quel 3498 III| di Francia~arricchito i libraj, ma un padre abate~d'ignoranza 3499 XX| conquide,~coll'arco in man librandosi sull'ali,~guarda intanto 3500 XIII| la Francia, e seco è la Licenza.~Niuno si degna d'esser 3501 XVIII| parecchi racconti assai licenziosi. Dapprima si accostò ai 3502 X| Tal nella reggia un licomedea~Achille ascoso in femminil 3503 XVII| sopra la nuca il benedetto~licor possente all'infernal folletto.~ 3504 II| stava,~con cui, di buon lieo calda la vena,~dolci versi


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