'l-arcad | arcan-bront | bruci-conco | concu-dirut | dirve-filos | filza-imper | impet-lieo | lieta-nomar | nomas-poite | poito-rescr | resis-scend | scene-spart | sparv-tradi | trado-zucch
             grassetto = Testo principale
     Canto   grigio = Testo di commento

4505 I| d'una gran famiglia del Poitou.~Ottava XXXIX, v. 5:~Il 4506 VI| lontan verso un boschetto~la poledra che forte galoppava,~e di 4507 XXI| saggi accenti~e rimise il poledro in scuderia:~ella n'accolse 4508 VI| d'ogni merto una venale~politica che strisciasi per terra.~ 4509 II| Se un commesso talor di polizia~cerca di notte un chiostro 4510 XVI| alla vista del falchetto il pollo,~veder credendo esercito 4511 X| uom di sagrestia l'abbia polluta,~e più ancor che un bel 4512 XII| io dico,~consternato e polluto, ove sì fiera~vendetta fece 4513 XV| suo soldato~con stentoreo polmon Louvet gridando.~Louvet 4514 IV| gridando con tutti i lor polmoni:~– Dove son, dove son questi 4515 IV| Konismare, amica del re di Polonia Augusto, e madre del celebre 4516 III| Francia, tu déi d'anguilla le polpette~e con erbe d'odor le cotolette.~ 4517 X| ma troppo fiacchi ha i polsi, e al matto ubino~forza 4518 XII| spavento.~Le tasta Carlo il polso e si smarrisce,~ché la trova 4519 XIII| di presciutti, salsicce e poltarelle,~di cappon cotti e crudi 4520 II| Vostra Maestà,~re servile e poltron (schietto vi parlo),~in 4521 XV| diabolico talento~dentro minuta polvere ha nascoso.~Al lampo della 4522 XVII| stringea?~Era Bonel sbuffante e polveroso,~Bonel che tutto in acqua 4523 X| dell'aurette, il riso~di Pomona e di Flora empion di mille~ 4524 XIX| Pulcella~vider passar la pompa dolorosa,~e quella coppia, 4525 I| XI. Si cenò: non vi fur pompe e profumi,~ma squisitezza 4526 XXI| gatta morta, che a tutto ponea mente~sottecchi, astuto, 4527 V| il morbo splenico,~la man ponendo sulle rase chiome,~rispose: – 4528 XI| bella~che tu mi désti e mi ponesti al petto?~Or com'è che quest' 4529 XX| replicò: forse in oblio~ponete il cigno a cui Leda fa festa~ 4530 XIV| amor raccendi l'universo e poni~le sue tempeste in calma 4531 XII| propinquo alla riviera,~con ponti levatoj e torricelle~e le 4532 XII| Segue con gli occhi il ponticel veloce,~alza le mani e resta 4533 V| eri necessario,~onde ben popolar la nostra stanza;~per te 4534 IV| terrazzo di diaspro puro:~porcellana è il cancello, onde abbagliato~ 4535 VI| dono~deh fammi, ch'io ti porga alcun'aita.~Se il tuo bel 4536 XVII| barbaro, oh Dio, chi ravvisare~porìa Trimuglio, quel perfetto 4537 XII| le grazie sulle guance porporine,~vivido il guardo e corto 4538 XIV| fini,~e le starne dai piedi porporini.~X. Dopo aver vuote assai 4539 IV| arcivescovo poi fossi a Parigi,~porrei studio a far sì che il giansenista~ 4540 XIII| e il bacio d'amistà gli porse Agnese~con quel bocchin, 4541 III| che nell'anima e nei sensi~portan freddi sopor tutti apopletici.~ 4542 IX| a mo' di saliscendo,~or portanli a' bei lidi obbedienti~al 4543 VII| piazza arrivare uno scudiero~portante lancia d'oro e la celata.~ 4544 XIX| cara:~e quindi al campo la portàr segreti,~la via bagnando 4545 III| v. 7:~Si costumava già di portare delle lunghe brache staccate 4546 II| servirla da scudiero,~a portarle la lancia, a dar la vita.~ 4547 IV| mio mulo inoltre vedi~di portarmi ben degno: io lo ti dono.~ 4548 VI| con questa mercanzia~osan portarsi della Fama in traccia,~e 4549 XX| d'ogni altro degno,~è di portarvi sulla groppa in trono.~Quando 4550 VIII| le due belle un ladron portasi via.~Fan pace per seguirla 4551 IX| Dorotea~mi fu dai ladri, oimé, portata via!~Ma rintracciar colei 4552 IX| cavallo od alla scrima~siansi portate aspre percosse e crude~col 4553 XXI| tremendo.~Bella Agnese, portatene al re subito. –~Ed ella: – 4554 XIX| un nel cataletto~sarem portati in modo somigliante~all' 4555 XI| quando i santi albionesi~porteranno l'inferno in paradiso?~Oh 4556 II| ognor terrà?~né in fronte porterete altre corone~che di mirti 4557 XV| guerrieri generosi, esclama:~portiamo il ferro il foco in tutti 4558 XVII| terren le piante,~sotto il portico appena sono entrati,~eccoli 4559 XII| grida; al rumor corre il portiero,~e vede solo il nostro cavaliero.~ 4560 XVI| lieti al trono del grande portinaro.~XVIII. Allora i folgoranti 4561 XI| Giovanna, ed il pregar suo pòrto~al buon Dionigi, che di 4562 X| alta voce,~al sommo del porton vide una croce.~XLVI. Con 4563 V| inferno ond'è nata, apre il portone,~mettendo lo scompiglio 4564 IX| vostra gagliardìa;~ed io, per porvi in braccio a Rosamora,~contento 4565 XIX| destato.~Smontano entrambi, e posano su quella~gentil verdura 4566 XIX| in un pietoso e orrendo,~posàr la coppia sventurata e cara:~ 4567 IV| aver vinto, un letto ove posarse.~Tale in balìa dell'onde 4568 XVIII| io. – Con questi sproni~poser le lance in resta, e violenti~ 4569 XVI| corona~tutti i santi si posero a sedere~sui gradini per 4570 XIV| momento in mio potere,~poi mi posi di sotto la Pulcella.~Feci 4571 XI| Giovanna attese in altra positura.~XXVI. Tu divo protettor 4572 X| al ruscelletto~tra' fior posò la travagliata salma,~e, 4573 XX| ella d'un bel toro ardea,~e pospose di Creta i primi eroi~a 4574 XVIII| senza clienti,~che al ciel posposto ha il fòro e si riposa,~ 4575 | possano 4576 XXI| Voi gli alti talenti~non possedete d'animalraro,~ben più 4577 IV| pure al re che quanto io posseggo, è tutto a sua disposizione.~ 4578 XVII| d'ingannatori e seduttor possenti,~d'ostro e di gloria, come 4579 | possiam 4580 VI| mi dirà:~XXXIV. – Com'è possibil mai ch'uno stordito,~ch' 4581 XVII| poter novello!~appena han poste sul terren le piante,~sotto 4582 XX| dello strano eccesso~che ai posteri narrar debbe il mio canto,~ 4583 | potean 4584 | potei 4585 II| E la tagliò per prova ai potentati~di ciò che far poteva e 4586 X| Degl'Inglesi la gloria e la potenza~non si stendea che sopra 4587 XXI| accortezza,~né il valor di Talbò potér mai fare,~tu l'imprendesti, 4588 XVII| parlando, l'infelice,~senza poterlo ravvisar, gli dice:~XVI. – 4589 XI| dir che mai provarse~non potero, e che poi ratti spariro,~ 4590 | potersi 4591 VII| del feroce~inquisitore in potestà mi cede.~Mi pigliano, mi 4592 | Potete 4593 | poteva 4594 | potrai 4595 | potranno 4596 | potrei 4597 | potresti 4598 VIII| Passano Parma e la città del Potta,~Bologna, Urbino, e accolti 4599 | potuto 4600 II| dotto~in mulo cangia il pover mulattiero,~lo monta, il 4601 IV| resta~affretta Dunoè, che, poveraccio,~la prima volta si sentì 4602 XII| il gatto e rigira, e il poverello,~che si rannicchia in fondo 4603 XV| XXIV. Gridava Riccamonte: – Poveretti,~non avete più porta da 4604 IX| Amor le fea, si dice,~una pozzetta un ch'ei carezzava~quell' 4605 XV| perché godi abitar d'un pozzo il fondo?~Quando uscirai 4606 IV| feste invan solea,~musiche e pranzi di gusto squisito;~madrigali 4607 X| canto al letto~testa a testa pranzò col suo paggino.~Da principio 4608 IV| delle puledre mie sovra un pratello,~tigrata i peli inegualmente 4609 XIV| e quindi trascorrendo i prati~con allegro nitrito e colli 4610 XVII| più quel tempo, ed or si pratica~con dispendio infinito un' 4611 XIV| impedita:~e ciò dal giorno praticar solea~che, a vendicarla, 4612 XIX| Visti dal finestrino al praticello~pascere i due destrier, 4613 XXI| spedite~la burla che Vulcano praticò~un nel cielo a Marte 4614 XII| netto e sincero~senza tanti preamboli e senz'arte.~Ma che non 4615 II| scompone e ricompon la terra.~Precederatti il tuono, e lo spavento~ 4616 VI| vecchi romanzi, che ne dànno~precetti di creanza e cortesia.~Di 4617 XIII| ove Amor di tutt'arti è precettore.~Amor le mura di Versaglia 4618 XVIII| du bon curé Fantin,~Qui, prêchant, confessant les dames de 4619 VIII| disonesto:~ognuno a gara precipita il passo:~e si cade, e si 4620 VIII| che le cose antivedea,~precisi i passi d'Orleano avea.~ 4621 V| aver poi debba ogni sentier preciso?~Chi crederìa che un primo 4622 V| guardai, non esso, e a' miei preclari~fatti fu spron l'orgoglio 4623 XIII| Corre allor la tua festa, o Precursore~santo Giovanni, de' Giovanni 4624 VIII| il ribaldo, e, delle sue~prede esultando, come lampo scappa.~ 4625 I| forca si mise a fare una predica eloquentissima; che per 4626 XI| formati tutti e due, perché~predicaste la pace e la concordia,~ 4627 VIII| più chiaro e sovrumano.~Predice il tempo buono e il tempo 4628 II| dopo pranzo si strascina~le prediche, i sermoni, e s'addormenta.~ 4629 VIII| sovra un inglese aver la preferenza,~XXXVII. voglio insegnarti, 4630 VIII| l'aver sempre altamente preferito~sì castigata ed utile lettura~ 4631 XV| rocchettone,~il giudice, il prefetto, ogni soldato~di grado e 4632 VI| stelle e mena alti romori:~pregano tutti, e gridano al suo 4633 VIII| casi i due guerrieri~E la pregàr che il suo consiglio aprisse.~ 4634 IX| fiato,~lasciate fare, ma pregate Iddio. –~Parte, ciò detto, 4635 VIII| quanto aver di raro e di pregiato~e di bello può l'arte in 4636 XVIII| principale è intitolata: Pregiudizi legittimi contro l'Enciclopedia, 4637 III| figliolanza uscì che in sua pregnezza~non die' numi Cibele al 4638 XX| vi gira:~è una chimera: pregovi d'avere~rispetto alla mia 4639 III| severo,~metà fratesco e metà prelatizio:~d'inquisitori un drappel 4640 XIV| che pugni ancor, ma che preluda.~XL. Ettore, Achille e tutti 4641 XVI| real palazzo. –~XXXII. Così prelude il Santo, e poi s'acqueta,~ 4642 XII| dei desiri audaci,~dolce preludio di più dolci imprese,~tregua 4643 IV| i begli spirti e lor dar premii a josa;~ché i loro scritti 4644 VII| di noje m'oppresse e di premure.~XXV. Un giorno, oimé, che, 4645 I| son brulli appieno;~duchi, prenci, ufficiali ad una ad una~ 4646 XIX| ma coll'armi: e diman le prenderemo.~XXXIX. Mirate, o re, mirate 4647 III| Sono mie queste brache, e prenderò~quel che mi spetta, ovunque 4648 XI| voi, signor Dionigi, prendete~quel naso con le vostre 4649 VI| borgo vicin vi si consiglia.~Prendiam questo stradello, e in men 4650 XVIII| equipaggio i cavalieri;~prendon le donne un semplice guarnello;~ 4651 III| buon Dionigi accortamente~prepara contro l'anglica fortuna~ 4652 XXI| passato~alla gloria; e fe' tal preparamento,~che non vi fosse dal letto 4653 XI| tuoni mormoranti e rudi,~preparano del ciel le colubrine,~che 4654 IV| del gran giglio aurato,~preparata a subir mortetrista,~ 4655 XIII| genti, de' peccati il limo;~preparate le strade del Signore. –~ 4656 XIII| paggio, io dico,~cui ridendo prepone alla sua bella,~senza badar 4657 IV| desiri con miglior pensiero,~preponendo la patria alle sue voglie:~ 4658 XI| gli è stufo omai di vostra prepotenza,~né più vuol santi di cotal 4659 XVI| Agag, perché lo sciocco~il prepuzio portava ancor non tocco.~ 4660 IX| testo: Où Sannazzar est trop pres de Virgile.~Ottava XXVIII, 4661 II| mette.~XLVII. Fortunato presagio, onde argomento~sicuro trasse 4662 II| de' Franchi oppressi Iddio prescelse ultrice;~egli vuol che del 4663 XIII| barili di nettareo vino,~di presciutti, salsicce e poltarelle,~ 4664 XII| che un altro il numer che prescritto fue,~felicemente venga intero 4665 XIII| gli eroi la bella milanese~presentaro al buon re, che trasse il 4666 XIX| colombe e i passeri loquaci~preser l'esempio e raddoppiaro 4667 XVI| i vasi degli Egiziani, e presero il volo.~Ottava XXII:~Fineo 4668 VII| strana portato alta ventura~a preservar da sì crudele e rio~scempio 4669 XV| e quello a cui fidata~la presidenza fu d'ogni convito,~aveano 4670 XVII| romanzi, tutto ~all'opera presiede, e già molt'anni~sedette 4671 XV| chiedea~consiglio a Dunoè, presol per mano.~Poi, tutto immerso 4672 XXI| suo sovrano,~cortesemente presolo per mano.~XLIV. E qui Capocchio 4673 XVI| 1-2:~Li Ebrei si fecero prestare, come tutti sanno, i vasi 4674 VIII| duemila scudi a lor ebbe prestati,~giusta gli us che nel vecchio 4675 XV| assalto.~Con La Hiro e Poton presti alla morte~il popolo s'affolla 4676 XXI| Sciocchezza a spargere i prestigi~del sogno e dell'error nel 4677 XX| quello che vedete,~non è prestigio. L'asino saputo~di Canaano 4678 XIX| Qui dunque, dove l'ombra prestò il velo~a' miei diletti, 4679 VI| Giovanna: – Facchino, invan presumi~che in sì vil sangue la 4680 XII| commendo. –~– No, rispose il pretaccio, io son dannato:~vado al 4681 XV| abbattuti e insanguinati~pretende il crudo accarezzar la dama:~ 4682 IX| rispondea.~XL. Anzi vuolsi (e pretendelo di fatto~don Tritemo, scrittor 4683 III| vano orgoglio, che onorar pretendono~l'un sesso e l'altro, e 4684 XVIII| Prussia, avrebbe avuto la pretensione di trattare da pari a pari 4685 X| ne' miei versi non hassi a preterire~questo bel punto interessante 4686 X| còlto il punto propizio e pretermesso~d'Agnese il pianto e i gridi, 4687 II| testo così bello. Egli ha preteso~mostrarne che il piacer ( 4688 XV| scritta in lettere d'oro tutto pretto~nel tempio dove nulla si 4689 III| questo, ora in quel parmi prevaglia.~Chi mi sa dir se il fervido 4690 X| gioventù, leggiadria sempre prevale.~Da solo a sola adunque 4691 IX| allora~questo caso non ebbe preveduto.~Fu perciò che l'infida 4692 V| la mia strana ventura;~vi prevengo che questa vi parrà~da principio, 4693 VII| ritroso~amor non conoscesse, e prevenuto~non l'avesse alcun senso 4694 XV| Tutto la lor prudenza avea previsto,~e l'accortezza a tutto 4695 XIII| Trimuglio e fa il medesmo priego;~ognun di quell'impresa 4696 XIV| e voi, devota mia, siete prigioni.~XXVII. Tal dell'armi è 4697 III| Giù, dicendo, mia bella prigioniera,~giù quest'armi, per voi 4698 XVIII| Lieta della vittoria, i prigionieri~la gran Pulcella salutò 4699 XVI| merto mio,~i dritti miei, la primazìa papale,~di cui si sa che 4700 XVI| crede il fondatore della primaziale di Cantorbery, o Kenterbury.~ 4701 II| istoria or mena,~che alle prime città potrìa far scorno,~ 4702 XVI| abbia fatti molti. Quanto al primeggiare nell'antitesi, è verissimo 4703 XVI| distingua,~Dionigi fe' seder primieramente~il così detto autor del 4704 XVI| fulmine sugli occhi;~e tutti i primogeniti scannati~dall'angelo di 4705 XVIII| accoglienza. L'opera sua principale è intitolata: Pregiudizi 4706 V| del mondo,~e Trajano, de' prìncipi modello,~con Marco Aurelio 4707 XVIII| rivoluzione, ne accettarono i principii. Ma come uomo d'opinioni 4708 XIII| de' guerrieri seguir de' prischi tempi.~XXVIII. E ciò vediam 4709 VI| sua persona alla foresta,~priva di fiato e morta di fatica.~ 4710 XVI| serafini~con le lor teste prive di persona,~tutti gonfi 4711 XIV| cresce e la lena;~sicché privi tuttor d'ogni temenza~sì 4712 VI| divora;~essi, e con essi i privilegi ancora.~XLVII. Vil mandra 4713 V| lassù ha cappella e va privilegiato,~e tal che il papa ha messo 4714 III| des braguettes. Erano esse privilegio e distintivo del sesso più 4715 XVI| corto corto~del dritto mi privò di portar brando.~Ma immagino 4716 XVIII| de' suoi dritti il genitor privollo:~quindi a Gonessa senza 4717 XVIII| camiciuola,~sono come sei tu probi ed onesti? –~– Ah, riprese 4718 V| severo~giusto Aristide, e tu, probo Solone,~morti, oimé, tutti 4719 XIII| Sandò sfiorar l'Amazzone procaccia,~ma la salva il nodetto 4720 II| le fa gli spirti, altera procedendo,~riede a Carlo, e, prostrata 4721 I| de bello non movendo,~per procedere in forma, e in ogni evento~ 4722 I| altre forme~contro Madama proceduto avrìa;~ma non sa nulla, 4723 II| ed alla giostra~tutto in procinto, col frontal dorato~caracollando 4724 III| Letellier, gesuita, figlio di un procuratore di Vire nella bassa Normandia, 4725 V| su' lor santi altari~fui prodigo d'incenso al Dio del cielo;~ 4726 XVIII| secoli prima che la natura produca un altro Voltaire. – Ma, 4727 XI| pia che li richiami~dal profanare il virginal tuo giglio,~ 4728 XIV| ardisci, cavalier scortese,~profanator vigliacco della croce,~l' 4729 IV| beltà distrutta.~Con man profane e unghiate come raffi~le 4730 XI| strumento,~con che l'iniquo profanò il convento.~LX. Vacilla 4731 IX| ogni motto che il labbro proferisce~di Giuditta, ogni dolce 4732 XX| padre~del peccato, che fa la professione~di tentator, si sa con che 4733 VIII| incantato.~– Credo al suo profetar, disse l'Inglese:~il ladro 4734 XVI| e sopra tutto quella dei profeti (Re, I, 20).~Ottava XXVI, 4735 XI| e appresso~quella parola profferir si sente~tanto cara ai Francesi 4736 II| cor, la mano~notte e profferiva a quel bel volto:~e ben 4737 XVIII| chinaron gli occhi alla gentil profferta.~X. Tu chiedi impaziente, 4738 VIII| vite.~XLIV. La persona in profilo, alta la testa,~il ferro 4739 XV| alla breccia, alla morte! –~Profittava il nemico dell'ebbrezza~ 4740 X| vero ben con tutti i suoi profitti.~Degl'Inglesi la gloria 4741 XXI| sempre il re s'attiene.~XLV. Profondamente ognun vi ragionò;~e si concluse 4742 III| corte bandita,~de' più profondi astrologi è fornita.~XIII. 4743 XXI| andamento, il gestir, la profumata~capigliatura e l'abito elegante,~ 4744 IV| pregar non fasse,~e scende profumato al gabinetto~ove a cenar 4745 I| cenò: non vi fur pompe e profumi,~ma squisitezza ed accoglienza 4746 XIX| strazio in fretta~di De profundis, mentre al funerale~Tirconello 4747 III| sofo, frizzi da stordito;~progetti d'ogni età fatti coi piedi,~ 4748 XX| mangiar le fece il pomo proibito.~XX. Si vuol che peggio 4749 XX| gran peccato.~XII. Io v'ho promesso di cantar gli amori~di questo 4750 XIII| sarà meco, ed io~riparar ti prometto il torto mio. –~ ~ ~NOTE 4751 II| ronzino a due grand'ale~promettongli in tre l'Anglo in catene.~ 4752 V| santità, dottor così eminente,~promotor della fede e patriarca,~ 4753 XIII| tuo bel deretano~rassettar prontamente le tue vaghe~nido d'amore 4754 VI| loquace ognor due trombe ha pronte:~l'una, applicata alla sua 4755 XIV| famiglia~che amando viva e si propaghi amante.~Divisione dell'Averno 4756 X| ardor che lo saetta,~poiché propizia e tentatrice è l'ora,~della 4757 XVI| maghi imitatori;~del Nilo le propizie onde, spumanti~orribilmente 4758 XIII| paciero, un suo ripiego~propon, che dell'onor di quel cartame~ 4759 II| compreso.~Contro costor proponimento ho fatto~un volume stampar 4760 XXI| innamorato,~rescrisse che al proposto abboccamento~alla tal ora 4761 | proprie 4762 V| dolente in cotai detti amari~proruppe Costantin: – Di Giove e 4763 I| sgranocchiarsi un osso di prosciutto.~XXXI. Dal più sublime lucido 4764 III| di cervel non sano;~poi proscritti essi pur: piange e schiamazza~ 4765 XVIII| il cuor, si volge a quel proscritto:~– Dimmi, povero diavolo, 4766 VI| malandrino.~XIV. A vegetar prosiegui a patto espresso,~che mi 4767 IX| salendo il sasso, videro prostese~persone assai dal basso, 4768 VIII| contriti si gettaro al suol prostesi.~XXX. Quindi il suo vóto 4769 XXI| amori,~e i portenti più bei prostituite.~Voi calunniate il mio ronzino, 4770 III| Beatrice,~e frate Anselmo prostrasi sommesso~a madama che grave 4771 XVIII| braccio a libertà vi rese.~Prostratevi, seguite i suoi guerrieri,~ 4772 XVI| et cœtra,~signor dei re prostrati alle tue piante,~scudo de' 4773 X| redense dall'eterno danno,~prostrossi, ed adorando il santo legno~ 4774 XIII| mio, spirto cortese.~Tu proteggesti il grande e pellegrino~cantor 4775 III| voi del par che stolti il proteggete;~ah nessuno di voi gli è 4776 XIV| l'innocenza e l'amor suo protesse.~XIV. Si rassetta, discende, 4777 XVIII| verrà dopo di voi; dico e protesto~che voi siete un eroe. Salvate 4778 III| Agnese, dall'amor punta, e protetta~dalla notte che ancor ricopre 4779 II| tuono di padrona assume,~protezion lo scaltro occhio già rende;~ 4780 VII| le nostre sventure: io lo provai~lagrimando, e nel cor chiusi 4781 XIV| vendicar soglio, e a te provarlo or bramo. –~E a lui l'inglese: – 4782 XI| vortici vo' dir che mai provarse~non potero, e che poi ratti 4783 XIV| Ecco quattro figure in cui provarsi~i migliori pennelli e scapricciarsi.~ 4784 III| v. 1-2:~Dopo le Lettres Provinciales sono conosciuti abbastanza 4785 X| messo?~Dunque in vano (e lo provo alle mie spese)~fatto ho 4786 XI| e sul bel corpo nudo~va provocando la lussuria il crudo.~XXI. 4787 VII| ragion Lei:~la sua spada provollo già bastante... –~E dir 4788 X| Loda Agnese in suo cuor la Provvidenza,~e un zucchero le par la 4789 XV| accortezza a tutto ha già provvisto.~XX. L'olio bollente, l' 4790 IV| satisfar del piacer vo' la prurigine.~Sazia di voluttà, padre, 4791 XVIII| Beaumelle, che non era il re di Prussia, avrebbe avuto la pretensione 4792 XII| volator marito?~è questa Psiche che carezza Amore?~o piuttosto 4793 XVI| parte in tutti i negozii pubblici del suo tempo, né operò 4794 XVIII| Fantin des Odoards, storico e pubblicista (1738-1820), fu di quelli 4795 VII| raggiunge e gliel'accocca,~nel pube gliel'accocca: il ferro 4796 X| vita.~XLV. Stuol di sagge e pudiche verginelle,~tutte del buon 4797 XIX| senno dispon della vittoria.~Pugnai seco qual debbe un uom d' 4798 XI| ferir con le spade e coi pugnali?~e, ciò di che il buon senso 4799 III| numi l'immortal Consiglio~pugnàr per essi, e alla non mai 4800 XVII| bastardel la porta,~che per noi pugnerà. Ch'anzi vogl'io~(poiché 4801 IV| miei campi una mirai~delle puledre mie sovra un pratello,~tigrata 4802 X| Agnese in cella ne venìa:~pulita cella e bene illuminata,~ 4803 XVII| trono di vesciche piene~nel pulpito, nel fòro e su le scene.~ 4804 III| suoi lauri cader vide a Pultava~sfrondati da un rival, ch' 4805 XIX| arroganza adesso~di tal altro punir nel modo istesso. –~XV. 4806 IV| quattro elementi~ogni garzon punire, ogni ragazza~che per lui 4807 XX| Santo di simile albagìa.~A punirla, pensò per un momento~lasciarla 4808 XIII| verecondia, arse di stizza:~vuol punirlo, s'avanza e l'asta prende,~ 4809 IV| amar? Dio benedetto,~per punirne l'estrema petulanza,~fe' 4810 II| flagranti ei mora.~LXXII. Punisca il braccio tuo la sua nequizia,~ 4811 X| bisogno dell'amore,~dalle punte dolcissime ferita~d'un benigno 4812 XIX| vago suo, che, fatto al sen puntello~del proprio acciaro, si 4813 XV| infocata pece,~un bosco di puntoni e larghe falci~che, qual 4814 I| Ha sulla testa~una mitria puntuta a due pendenti,~fessa in 4815 XVIII| com'era, credé vendicarsi punzecchiando il Voltaire in un libro 4816 III| l'ho detta. E nondimenpuonne~il vano orgoglio, che onorar 4817 III| una grazia che ridir non puosse,~pensando al re, rispose: – 4818 XVIII| hanno,~a por riparo come puossi al danno.~XLVIII. Senza 4819 XVII| eranero,~ben lustrato purgato e consacrato,~divenne un 4820 XXI| miscredente inglese,~se purgò di tal pèste il suo paese.~ 4821 XIV| rivegga mai più con che volea~purificarla il padre inquisitore~onde 4822 XVIII| giudizio e sa~come vana purtroppo e perigliosa~per gli sciocchi 4823 I| sciagurato~e l'onor suo per una puttanella,~io per cangiar sua sorte 4824 I| mal noto aspetto,~devoto puttanier si prostra e prega;~Riccamonte, 4825 II| il fuggir dei confusi~due puttanieri in lor desìo delusi.~XXVI. 4826 IV| su la testa;~le braccia quadre, il collo rancio e grosso~ 4827 XVI| discopre ove d'amore~le divine quadrella erano ascose~fra un commisto 4828 | qualcun 4829 | qualcuna 4830 VII| qualmente il forestier, che si qualifica~campion di Dorotea, mostro 4831 | qualsiasi 4832 | quand' 4833 VIII| con tempesta~in terza e in quarta fulminar si vede;~or si 4834 V| tutti di fresco giunti di quassue~ed all'eterne brage condannati.~ 4835 V| del norte, dodici curati,~quattordici canonici con due~consiglier, 4836 II| delicati~sembianti un paggio di quattr'anni e diece,~che scoperti 4837 XII| che trasparente~di sotto a quattrocento getti d'arco~gira intorno 4838 XIII| XLIV. Quindi a pie' d'una quercia in orazione~a meditar si 4839 IV| manifestate nelle opere del Quesnel, prete dell'Oratorio.~Ottava 4840 X| di lussuria.~XX. Tali i queti cultor delle capanne,~di 4841 XIII| Monroso al parco scese zitto e quieto,~e il padre Bonifacio dal 4842 XVIII| poi giornalista, nacque a Quimper nel 1719, e morí a Parigi 4843 XV| CANTO QUINDICESIMO~ ~ ~ARGOMENTO.~ ~L'animoso 4844 X| godé il paggio d'amor, la quintessenza~del vero ben con tutti i 4845 VIII| questo raro prodigio, perché quivi~ella avea quell'odor, con 4846 XVIII| che insacca i più valenti~rabbini sovra il testo e sulla glosa.~ 4847 XVII| Giovanna a lui si scaglia,~lo rabbuffa, e più seria è la battaglia.~ 4848 III| monacali avea.~Così imbastato, rabbuffato e stracco,~scosse, appena 4849 III| regalarsi alle signore. Il Rabelais fa menzione d'un bel libro 4850 XIII| Zefiro e di Flora,~quando raccende primavera i cuori,~gli augelletti 4851 XI| Nel fodero quei ferri, e raccendete~nel vostro cor la carità 4852 XIV| fiorir l'erbette,~d'amor raccendi l'universo e poni~le sue 4853 III| in cui Domeneddio tutta racchiude,~per Francia convertir, 4854 XI| Giorgio, a voi, quell'orecchia raccogliete;~raccoglietela, dico, e 4855 XI| quell'orecchia raccogliete;~raccoglietela, dico, e sia finita.~E voi, 4856 VII| il prezzo orrendo~che qui raccolgo de' miei casti amori!~Oh 4857 XV| mensa, per felice azzardo,~raccolti si trovaro in quel ridutto.~ 4858 XIV| eremita che l'alma fuggitiva~raccomanda, e Sandò che pettoruto~al 4859 XIV| vigilar sovr'ella.~VII. Ti raccomando ancor con efficace~umil 4860 XX| vi accosti il naso.~Può racconciarsi, è ver, ma dopo il fatto~ 4861 XV| Dato è solo ad Omero il raccontare~le grandi degli eroi gesta 4862 XXI| che quanto goda è vano il raccontarlo.~LVII. Gli venivano in bocca, 4863 XVIII| commedia, un poema e parecchi racconti assai licenziosi. Dapprima 4864 I| strane memorande imprese~al racconto tremar vi sentirete.~Ma, 4865 VIII| della Vergine Maria,~poi raccontò siccome avea già fatto~a 4866 XVI| contro l'uccisor che bada~a raccor la sua lancia, alza la spada.~ 4867 VIII| ladron che ce l'accocca;~racquistiamle; e, trovate che l'avremo,~ 4868 IX| far stanca la persona,~e rada e porto e ogn'altra maraviglia~ 4869 XIX| loquaci~preser l'esempio e raddoppiaro i baci.~IX. Sorgea nel bosco 4870 XI| Giorgio fu visto,~e l'ira raddoppiò forza alla mano,~rosso nel 4871 X| queste occasioni imprevedute~rade volte s'ha tempo da pensare.~ 4872 XV| liberamente~di questo libro rader la metà:~ma che rispetti 4873 X| poveri mortali amiam di rado~darci, quantunque afflitti, 4874 XXI| re, che nulla intese.~Si raduna il Consiglio immantinente,~ 4875 XVI| rivali, allegri e gai,~subito radunaro al gran paraggio~tutti i 4876 IV| profane e unghiate come raffi~le tolgon la camicia, e 4877 X| trascorso~scontar la pena? Raffrenate il pianto. –~S'eloquente 4878 XIII| passar veggendo così bel ragazzo.~Ché, sebben sulla carne 4879 XI| Renato,~sublime sognator, raggira e volve~nella sua fina vorticosa 4880 XX| sesso, ti perdonerìa~i tuoi raggiri, i tuoi capricci e cento~ 4881 VII| morir gl'incresce.~Dunoè lo raggiunge e gliel'accocca,~nel pube 4882 IX| vendicar la patria desiosi~e raggiunger ciascuno i suoi guerrieri.~ 4883 XVI| il mio ben, Carlo dicea;~raggiungerem ben tosto il campo inglese:~ 4884 XIII| assistenza.~Gran re, venite, raggiungiam l'armata,~che a ragion duolsi 4885 VIII| Intanto gli scudier, perché raggiunto~sia Martinguerra, con veloci 4886 IV| Il fier Talboddo a tal ragionamento~facendo per gran collera 4887 XIX| Poitù, seguìa più lento:~ragionando d'amore, il cavaliero~uscì 4888 VII| del cavaliero~fu questo ragionar dell'innocente.~Dell'accusata 4889 VIII| avrìa. –~XXII. – Il vostro ragionare è giusto e saggio,~le rispose 4890 XXI| Profondamente ognun vi ragionò;~e si concluse alfin dopo 4891 V| quei santa Mitocca.~IV. Si raglian salmi in barbaro latino,~ 4892 IV| la gelosia,~con orrendo ragliar dava il segnale~alla ciurma 4893 IV| questa forca sfratata nella ragna~avrà Giovanna, e fia che 4894 XIII| usbergo e mira,~oh vista che rallegra e sbalordisce!~due gran 4895 XIII| un la corte ferrarese~rallegrò con le tante (ah fosser 4896 XVIII| britanni artigli.~III. Andò ramingo e ognor come un bandito~ 4897 XII| smarrito~di questa istoria, rammentar dovrìa~che Giovanna nel 4898 XVI| con crudel consiglio~un rampollo stranier, l'eredità~involando 4899 XVII| buono in parlamento a far la rana,~cervo inglese, Tersite 4900 IV| braccia quadre, il collo rancio e grosso~son di perle e 4901 IV| animale,~giunta al vecchio rancor la gelosia,~con orrendo 4902 XI| sfogar meglio altrove il suo rancore.~L'angelo bello dopo questo 4903 XX| ella percuote.~Dunoè lo randella, e non fa piano.~Raglia 4904 I| eretici:~diamo dunque il randello a questi cani;~castighiamli 4905 III| giorno dei topi e delle rane~sì dottamente col divin 4906 II| acume~ed all'altezza del suo rango ascende.~Ma paragoni di 4907 III| per l'angoscia,~cavalca rannicchiata, e tutto offeso~n'ha il 4908 V| spietato,~né san Remigio avea ranno e sapone~pel bucato d'un 4909 III| sulla grossa dormìa come un ranocchio~il nostro baccellon, quando 4910 III| ti brucia: oh parlamento rapa!~Oh Francia ognor funesta 4911 III| sponda del letto a sé la rape,~– Giù, dicendo, mia bella 4912 IX| l'indecenza la gola e la rapina~e la fervida ebbrezza co' 4913 X| che un barbaro a forza ti rapìo?~XXXI. Ah se un delitto 4914 II| nobilmente ardita,~non aspiri a rapirle il rubinetto,~ch'ella tien 4915 X| vita, morir? L'ultimo fato~rapirvi a me? – Monroso rispondea.~– 4916 IX| balìa della tempesta~le rapite lor donne. I lidi afferra~ 4917 IV| or diventa in segreto il rapitore.~Ma dove deviò l'estro smarrito?~ 4918 XVII| difese;~perciò quei crudi rapitori affronta,~i guerrier che 4919 VIII| Al suo fianco Giovanna mi rappella~e al fianco del mio re: 4920 XVII| Bastardo, e quei voltato~gli rappicca un fendente con furore~sulla 4921 XVI| Maestro, quando~a Malco rappiccar mi fe' nell'orto~la tolta 4922 VI| sì che al vivo in passar rappresentata~v'è qualunque sembianza 4923 I| maledetto~in suonduro ne raschiò la storia,~imprestarmi vorresti 4924 XVI| piena~sparga la bella e le rasciughi e tocchi,~gentilmente prostrata 4925 V| splenico,~la man ponendo sulle rase chiome,~rispose: – Ah! figlio, 4926 IV| volar d'ogni parte e cader rasi~spalle, braccia, pie', gambe 4927 X| quell'ora.~LVII. A pazienza rassegnarsi, e mute~tener le labbra 4928 IV| furia in preda con intera~rassegnazion la morte iva aspettando~ 4929 XII| quali spiagge il suo sguardo rasserena?~ove trovarla? Di', parla, 4930 XIV| portar sin nelle chiese? –~Rassettando i calzoni e con feroce~dispregio 4931 XIII| avori del tuo bel deretano~rassettar prontamente le tue vaghe~ 4932 XX| ma l'anima turbata~alfin rassicurò, facendo mente~quanto il 4933 XVII| allo stato primier tosto è rassunto.~Così rese un sol punto 4934 XIX| bello~converte verso lor ratte le piante.~Alzan questi 4935 XIV| in zoccolo e cordone,~con rauca monacal voce nasuta,~storpia 4936 XX| gli addolcisce del tuon rauco e gagliardo.~Ogni grazia 4937 XVII| di pugnar per esso, e lo ravvisa;~ma prende per un anglo 4938 XVII| l'infelice,~senza poterlo ravvisar, gli dice:~XVI. – Signor, 4939 XVII| quel barbaro, oh Dio, chi ravvisare~porìa Trimuglio, quel perfetto 4940 XVII| poi~che l'un coll'altro a ravvisarsi è giunto:~ogni cervello 4941 I| Agnese già in letto s'è ravvolta;~dietro l'alcova è un uscio 4942 XII| la sua fortuna!~Pe' suoi reali passatempi egli ebbe~trecento 4943 VI| costei gli è falso ogni reato;~che un mentitore, uno spavaldo 4944 VIII| su la via che conduce a Recanati,~i nostri peregrini da lontano~ 4945 VIII| reverendi cerretani.~Si recàr per lo pranzo all'osteria;~ 4946 V| il partito~a cui uopo è recarci. Co' profani~son visso anch' 4947 VII| dal ciel venuto,~qui ti recasti alla difesa mia,~tu ben 4948 XVII| Gli sovvien che Bonel seco recava,~giusta la saggia costumanza 4949 XI| corpo e nella faccia~della recente zuffa alcuna traccia.~LIV. 4950 X| Perché torni? gridò, che rechi, o sciocco?~il mio biglietto?... – 4951 IX| spesso~bujo varcando del recinto immondo,~col ferro in pugno, 4952 XVI| Poton la man tremenda e rea;~recisi i nervi delle cinque dita,~ 4953 VIII| perle ha le pallette.~Lo recita sovente il paladino,~e, 4954 XIII| vede e con la testa bassa,~reclina il guardo disprezzante e 4955 V| dannati avea fatto ampia recluta,~e all'arrivo degli ospiti 4956 VIII| Dunoè soletto~a veder si recò cortesemente~l'amante coppia 4957 X| dinanzi al segno,~che l'uom redense dall'eterno danno,~prostrossi, 4958 III| pertinace:~– O cristiani, il Redentor divino~sol per molti patì: – 4959 VII| figlio d'amor mie pene ecco redime.~Giusto è il cielo, e l' 4960 XVII| che si chiamò da refezione~Refettorio, cavato dal latino,~ove 4961 XVII| Se non che si chiamò da refezione~Refettorio, cavato dal latino,~ 4962 III| brache tenevasi un arancio da regalarsi alle signore. Il Rabelais 4963 VIII| XVIII. Per servir dama e rege, al mio valore~ei die' la 4964 XIV| segue il timore:~una sola ne regga, e sia d'amore.~VI. Guida 4965 XIII| fuorché la penitenza.~Il buon Reggente il regno del bordello~dona 4966 XX| lancia, a cui non puote~regger forza infernal, stesa la 4967 XII| gran franchezza~narra a sua regia taciturna altezza~XLVIII. 4968 XVIII| mezzodì dall'antro uscite,~le regie divoràr mense imbandite.~ 4969 V| lontano~in quella vasta accesa regione,~di delitti e di pene ampio 4970 VIII| quello.~II. Dappertutto vi regna la modestia,~castità, de' 4971 III| Erebo, il Caosse~indistinti regnàr, pria che furtive~le sue 4972 I| che sia~il vincere e il regnare una follia.~XXVII. Oggi 4973 I| Inglese è il franco trono.~Regni, e invidia mi porti. Se 4974 I| 72).~Ivi, v. 8:~Remme, Reims.~Ottava IV, v. 1:~Tutti 4975 IV| Leggiadrissime dee, che le reine~son del bello, si sa; dee 4976 III| la sua giurisdizione sui religiosi non meno che su le religiose.~ 4977 VIII| i santi ha in tasca e le reliquie loro.~XXXII. Mortal nemico 4978 XVIII| dimandò, chi son quei due~remator verecondi? – ed accennolli.~– 4979 XVIII| birbanti~inviati al mestier di rematore~sulle vaste di Teti onde 4980 V| bisbetico e spietato,~né san Remigio avea ranno e sapone~pel 4981 III| Giovanna in vago elmetto~già di Remore gli certo il conquisto.~ 4982 XV| ruina~del Danubio e del Ren l'onda perenne,~piomba l' 4983 V| a Dunoè caduta in sulla rena.~Mentre l'infido mulattier 4984 XI| vede i fulgidi globi che Renato,~sublime sognator, raggira 4985 XII| felicemente venga intero a rendere;~numer perfetto che di due 4986 IV| verosimilmente non si stette dal rendergli la pariglia. Pare che non 4987 XXI| ricorderete),~senza niente rendersi importuno,~già entrato in 4988 XIII| questo servigio al re vostro rendete,~assodatene il trono, via, 4989 XI| gridando: – Mascalzoni,~o rendetene Agnese, o qui la pelle~ne 4990 XIII| cervello ad Orlando paladino,~rendi a me pure il mio, spirto 4991 XVII| grida ad alta voce:~XXXII. – Rendimi l'amor mio, brutto ladrone;~ 4992 XIV| disdegnoso; mira~qual mi ti rendo: – ed uno stil fuor tira.~ 4993 X| vili o poltroni;~quindi rendono acerbo per agresto.~Il cavallo 4994 XVII| eccoti alfine a' vóti miei renduta!~XXVII. Oh! parlami d'amor, 4995 IV| di schiaffi e rivoltar le rene.~LX. Era il figlio d'Alì 4996 IV| smisurato e tetro,~cinto le reni d'un grosso cordone,~e conobbero 4997 I| aver contr'essi il jus de repetendo. –~Era Louvet uom dotto, 4998 XV| onorato,~e tutti, a coro pieno replicando,~gridan Louvet, Louvet con 4999 XVI| Ma chi? – quell'altro replicar s'intese.~E il re di nuovo: – 5000 XV| d'amplificarle e poi le replicare,~e poi sommarne i colpi 5001 XIII| noi farsi anche in alcuna~repubblica moderna, ove talora~si lasciano 5002 I| stravaganza~il furor della gloria reputando.~La musica si fea presso 5003 XV| soldato~di grado e di maggior reputazione:~e fecer tutti al fiasco 5004 XXI| del par che innamorato,~rescrisse che al proposto abboccamento~


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