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François-Marie Arouet de Voltaire La pulcella d'Orléans Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Canto grigio = Testo di commento
5005 XIX| non pianga,~ove un cor che resista e non si franga?~II. Un 5006 XXI| dalla fame indótto,~pur, resistendo all'appetito, in bocca~tien 5007 IV| si fea di compiacenza,~se resisteva alquanto, era sicuro~d'esser 5008 XXI| schiena a schiena,~il torrente respinge inondatore.~Nei valorosi 5009 XV| potea del terribile Bedforte~respingere la furia e il primo assalto.~ 5010 XV| Francesi l'assalto e li respinse.~Allor più crudo e più di 5011 XIV| occhio crudele,~sian d'Averno respinte entro la foce~a pascersi 5012 XVIII| onorati~di quanti andiamo a respirar sul mare.~L'uno è Fantin, 5013 XVIII| XXVI, v. 3-4;~ ~Vous vous ressouvenez du bon curé Fantin,~Qui, 5014 VII| ascoltò del suo dovere;~io restai disperata in questa terra.~ 5015 VIII| di sasso, e come allocchi~restano tutt'e due con tanto d'occhi.~ 5016 XX| Questo raggio divin, di che restato~è qualche saggio in questo 5017 XVI| in braccio all'idol mio restituirmi,~se non crepo. – Sì disse, 5018 XI| tornare a noi, se si vedea~restituirsi la concordia in cielo,~givan 5019 XX| quale~Venere allor che nella rete diede~del cornuto Vulcan, 5020 VII| due passi avanza e tre ne retrocede;~poi di nuovo s'avanza, 5021 VI| messa nel profondo,~l'uom retto e buono del malvagio è scherno;~ 5022 V| scoprire,~fu del re Clodoveo la reverenda~faccia. A tal nome io veggio 5023 X| Quei vati il san tenuti in reverenza,~il buon Virgilio, io dico, 5024 XVIII| ottenne non solo che gli fosse revocato il bando, ma anche una pensione 5025 XIX| le Najadi e i Silvani al rezzo invita.~VI. Un ruscello 5026 XV| il cor nel periglio e si rialza.~Tutto la lor prudenza avea 5027 II| acquisto è più vantaggio.~Amato riamar: questo è contento,~questa 5028 XIX| ultimo baleno~i pesanti occhi riaprir procura,~e, con debile man 5029 II| Pulcella.~LXX. Di beato riassume il grave aspetto,~la chierca, 5030 XIII| Ma risorgono ratti e si riattaccano,~quai due vesciche ch'a 5031 III| denti borbottando: – Or ora~riavrò le mie brache; – e in sé 5032 IX| d'Inghilterra! –~poi la ribacia e vòta una gran tazza,~ne 5033 XI| protettor baggiano,~di nuovo a ribaciar la propria testa. –~Levò 5034 IX| quant'odio in un tratto ribadisce~il più tenero amor! Ma vi 5035 IV| che la festa~per due senza ribasso a pagar vegno.~Se questo 5036 VIII| soggiunse a quel fiero: – Io non ribatto~della vostra i gran pregi, 5037 V| alfin, questo selvaggio~ribelle topo è nelle branche al 5038 XVI| tocchi~perché son figli di ribelli: e tutto~l'Egitto messo 5039 III| dentro due lunghi gusci: uno ribocca~di sangue e d'oro, che il 5040 VII| pericoloso;~quindi di brame ributtanti e impure~e di noje m'oppresse 5041 VII| con livrea che di giallo è ricamata:~sicuro indizio che lontan 5042 XVIII| parean di gigli e leopardi~ricamato e diviso il corsaletto.~– 5043 II| spada al letto appesa;~ma la ricerca invan, la spada è presa.~ 5044 XV| VII. Ed Agnese col guardo ricercando,~si ferma e aguzza le pupille 5045 I| di più:~perché quest'arma ricercar tra noi,~quando in cielo 5046 XI| empii sulle guance belle~ricever baci furiosi ingrati,~e 5047 XII| nostri petti e al par le ricevete,~rispondetemi un poco, o 5048 XXI| bagascia, ch'egli lietamente~si ricevette senza sospicione.~Son casi 5049 XVI| il manifesto torto~che ricevetti dal Maestro, quando~a Malco 5050 III| invendicate~lasciar non so le ricevute offese.~Sono mie queste 5051 I| al tempo del Cardinale di Richelieu, ci fu un tale Chapelain, 5052 I| della Contessa d'Enghien; Richemont, conestabile di Francia, 5053 XI| v'ha cosa sì pia che li richiami~dal profanare il virginal 5054 XIX| poi dell'ultimo spirto fa richiamo,~e muore in queste voci: – 5055 IV| la guerra di successione, richiesto dal Desmaret di un imprestito, 5056 XIII| Stassi ognuna col vago e la ricigne~de' bei lacci che Pafo ordisce 5057 XIV| monsignore.~VIII. E tu, Como, ricolma d'ogni pro~il mio caro Bonello: 5058 II| talento~tutta scompone e ricompon la terra.~Precederatti il 5059 XVIII| mortificato,~abbassa il guardo, ricompone e liscia~del suo volto, 5060 XIII| ritroso all'equator si riconduce,~vago di contemplar quanto 5061 VIII| punto ei non potea~di Carlo ricondursi alla presenza,~perché il 5062 XV| corse in chiesa con cuor riconoscente~a ringraziarne Iddio devotamente.~ 5063 XX| saputo~di Canaano in me riconoscete.~Pria dal vecchio Balam 5064 IX| vista! oh inopinato istante!~Riconoscon lor donne i due felici.~ 5065 XVI| d'oro d'acciar di nastri ricoperto,~quelle dame leggiadre avea 5066 III| protetta~dalla notte che ancor ricopre il piano,~vuol subito in 5067 VII| dell'avvenente~tenera Agnese ricordar ti déi,~e lo spirto aver 5068 VI| più assai che un paggio; ricordarlo è vano.~D'Agnese e di Monroso 5069 V| come un pagano? –~XVII. Ma ricordarsi debbe il mio lettore~ch' 5070 XIV| sfido e ti fo guerra.~Va', ricòrdati ciò che un giorno feo~un 5071 VIII| di virtù.~Presso Orlean ricorderai, cred'io,~che Trimuglio, 5072 XXI| XXIII. Era il demonio (ve 'l ricorderete),~senza niente rendersi 5073 XXI| la sorpresa, finalmente~ricordossi ch'è inglese, ardir riprende,~ 5074 XIV| Marte,~poiché forza non val, ricorre all'arte.~XLI. Sul nemico 5075 XIII| manifestamente all'artifizio a cui ricorse Giacobbe quando si finse 5076 XVII| cera che l'occhio e il cor ricrea!~Ma dov'è il tuo sottil 5077 XIV| eterne fugando, il ciel ricrei;~che col dolce seren della 5078 XIII| un paggio, io dico,~cui ridendo prepone alla sua bella,~ 5079 V| mandra nera~cinto da' Pari fa ridente céra.~VII. Mentre ciascun 5080 X| il paradiso~convalli più ridenti e più tranquille~giammai 5081 VIII| Italia trascorrea~senza mai rider né cavar cappello.~Un'amica 5082 XI| materia sottile: fantasie ridicole, che furon di moda per tanto 5083 IV| Samuele Bernard era un uomo ridicolo per la sua vanità. Non c' 5084 XII| donzello~si fa ben dire e ben ridire ancora~i tratti di colei 5085 VIII| a vedersi, or scarse ora ridotte.~XLV. Tale in queta talor 5086 IV| e i cavalli rovesciati~e ridrizzati in piedi in un momento;~ 5087 XVI| mano sinistra. – Samuele ridusse in tanti pezzetti il re 5088 II| del nemico traversano i ridutti;~marci di birra e in sonno 5089 XIX| le groppe a Tirconello,~e riedono alla grotta ove l'amante~ 5090 XI| grazie molte col labbro riferìa,~piangendo il traditor dentro 5091 XXI| corpo avvampa e fuma.~Non riflette, non ode, e le pupille,~ 5092 I| sempre al fianco la daga riforbita,~l'elmo in testa, le gambe 5093 V| il frate con sorpresa)~oh rigida giustizia, oh rio destino!~ 5094 XII| rabbia;~gira il gatto e rigira, e il poverello,~che si 5095 IV| trista,~l'incostanza e il rigor piange del fato.~Guarda 5096 IV| contrista,~poi di morte riguarda l'apparato,~e di nobile 5097 V| XL. Impietrava Medusa i riguardanti,~nel guerriero fec'io diverso 5098 IX| desco, e le due belle~senza riguardi fa sedersi a lato:~ei siede 5099 II| che scoperti mostrava e rilevati~due bianchi globi, e, se 5100 IV| fa le spese,~e tutto che riluce oro non è,~né il rozzo accento 5101 XII| Era la notte, e il solco rilucente~di Boote era giunto al suo 5102 VIII| brutto;~con olii e preci vi rimanda sano~d'ogni ferita, s'è 5103 XI| col tuo teschio in mano~rimandarti al sobborgo ov'hai la festa,~ 5104 XXI| bellicosa~Giovanna, al cielo rimandato avendo~l'orecchiuto volante, 5105 XIV| cavo atro dirupo~sanguinosa rimansi e sbalordita~la pastorella 5106 VIII| fiamme alfin salva mi foss'io rimasa,~visitata n'avrei la santa 5107 XIX| a quel ritratto:~ma qual rimase allor che nel secondo~sé 5108 XI| consolidossi a segno, che rimaso~non fu vestigio all'uno 5109 II| eletto~seme d'Abramo non rimasta occulta.~L'ebbe anch'essa 5110 XVI| dire.~Dionigi ammassa certi rimatori~che tutti insiem non valgono 5111 VIII| altro all'avversario ne rimbarba;~lo ferisce alla coscia, 5112 XVIII| Morellet e il Voltaire, lo rimbeccarono aspramente e non cessarono 5113 XIV| sull'altro alla campagna;~rimbomba la vallea; da lungi immoto~ 5114 XIII| le gementi~rupi d'intorno rimbombaro e i liti.~N'andàr sossopra 5115 XIII| ammaccano,~e ripercossi con rimbombo ascendono~per la medesma 5116 XIII| lettor. Questo è un dannato~rimedio, di che un santo non s'impaccia,~ 5117 XII| Bonel: – Qual Dio mi ti rimena?~che fa Agnese? ove son 5118 XI| al suo posto naturale~sia rimessa ogni cosa tale e quale. –~ 5119 X| ubino~forza è alfin che rimetta il suo destino.~XL. Non 5120 VIII| incatenato Cerbero e la Morte,~rimette Alceste al suo dolente sposo,~ 5121 XVI| in mente il suo comando.~Rimetter mi fe' l'arme, e corto corto~ 5122 V| masnadiero.~Attentamente rimirando in quella~bestia pezzata 5123 XIV| già d'un tratto di lega ha rimontato~la fiorita del fiume amena 5124 X| scardassa.~Morso il lupo rimorde e a strozzar tira~l'altier 5125 XVIII| Sabatier parve tempo di rimpatriare: e ottenne una pensioncina 5126 VI| ed altro a questa bella~rimproverar non puoi che l'abbandono~ 5127 XII| quei tre, la speme al cor rinacque.~Con un garbo e una grazia 5128 XVI| battaglia, o la sorella~di Rinaldo, o piuttosto la Pulcella.~ 5129 III| risveglia ogni fibra e par rinasca;~il piacer per le vene inonda 5130 XI| tocco appena~le groppe, che rinasce al cor la lena.~XLIV. Destramente 5131 XV| Le rie teste dell'idra rinascenti~non fér di Giove pauroso 5132 XVI| ottanta~LIII. ferir, cadere, rincalzar, fuggire~vedi per tutto: 5133 XII| che alcun nell'uccelliera rinchius'abbia,~passa le zampe a 5134 XV| XXVI. Carlo nel suo fortin rinchiuso e muto,~cinto d'altri nimici 5135 II| vita, o il vostro regno~rinconquistate da costor rapito.~Siete 5136 III| Agnese e ne trema. Ei la rincora,~su la sponda del letto 5137 XVI| compiacenza del suo cor segreta;~e rincorando con favor deciso~gli spirti 5138 VII| visiera alto tarocca;~ma poi rincula, ché morir gl'incresce.~ 5139 V| scenico~cinque o sei passi rincular si vede;~fassi il segno 5140 XVIII| XIX. Gl'indevoti talvolta rinfacciato~mi han qualche truffa, qualche 5141 XV| apriche.~XXII. Ma l'assalto rinforza, e più son spenti,~più ne 5142 XX| alle difese,~aspettando rinforzi: gli assediati~riparavan 5143 XVI| discende a rompicollo;~e rinfrancati i nostri, a più non posso,~ 5144 XX| Giovanna, a cui del volto~già rinfrescate il sonno avea le rose,~fra' 5145 V| letto l'infernal mastino~ringhia, digrigna i denti in modo 5146 VIII| tutto il bel sesso alle ringhiere~batte le palme e piange 5147 XIX| piacer non può patire,~fe' un ringhio a quella vista, e ad alta 5148 III| e ad occhi estatici,~Dio ringraziando di sì pio spettacolo~e sorridendo 5149 XV| con cuor riconoscente~a ringraziarne Iddio devotamente.~X. Si 5150 XIV| ei feroce in atto;~e ne ringrazio il conio che m'ha fatto.~ 5151 XVI| con umile rispetto,~lo ringraziò di questa commissione,~e, 5152 XI| derelitto:~cade e qui spira, rinnegando i santi.~Delle suore più 5153 IV| Midarblù che il padre ha rinnegato,~e dopo tutti questi altri 5154 XIV| create informi e bèi,~le rinnovi, le nutri, ed il sentire~ 5155 III| maschile armatura, invan rintraccia~le brachesse, la maglia, 5156 IX| ladri, oimé, portata via!~Ma rintracciar colei che il cor mi bea,~ 5157 VI| manda di qua di là per rintracciarla.~Ella ne ride e lor dà il 5158 XVII| feroce nel fatal castello~per rintracciarvi la sua fida amante.~Oh meraviglia! 5159 XIV| aurato~drizza al nemico e gli rintrona il petto:~spezza una parte 5160 XI| discordia.~Orsù, del cielo la rinunzia fate,~o tosto il capo al 5161 VI| Corre intanto Monroso a rinvenire~cibo, cuffia, calzar, scarpe 5162 II| suo braccio vuol Dio che riparate~sien vostre leggi e il soglio 5163 XX| rinforzi: gli assediati~riparavan la breccia; il campo inglese~ 5164 XVI| non resta,~sforza tutti i ripari, e passa avanti~fino al 5165 XII| egregio in quel mestiere,~ripassò tutte quante una mattina.~ 5166 XIII| s'urtano, s'ammaccano,~e ripercossi con rimbombo ascendono~per 5167 XIII| scudi tenean su cui leggera~ripercoteva il tremolante lume~la queta 5168 XII| e il caro nome~d'Agnese ripeté tanto, che schietto~l'udì 5169 XV| Oh come bene apprendi~a ripetere ciò che non intendi!~XXVI. 5170 III| Bonel, ch'è un'arca di ripieghi, a canto~le siede, e studia 5171 XIII| sempre paciero, un suo ripiego~propon, che dell'onor di 5172 III| penitenti scrocca;~l'altro tutto ripien gli contrappesa~di rosarii, 5173 XII| vita per onor del sesso.~Ma ripigliam dell'opra il fil primiero,~ 5174 XI| non si volle a cavalcion riporre~del consueto suo diurno 5175 XXI| n'andàr dal Presidente~a riportargli in guise accorte e buone~ 5176 I| Senato,~così parlò composto e riposato~XL. – Pria di tutto io mi 5177 XII| XXXII. Il re, prendendo e riprendendo lena,~con accenti di gaudio 5178 XII| e poi di questo~preso e ripreso il filo doloroso,~maladetta 5179 XVIII| con armi, a volte, assai riprovevoli, ma certo con zelo e coraggio.~ 5180 XII| v'è noto: il suo sapere~riputato venìa cosa divina;~e il 5181 IV| ragione.~Tu sai qual è la mia riputazione.~LXXII. Questo raro mio 5182 XVI| aveva concesso di potersi riscattare.~Ottava XXIII:~Basa, re 5183 IV| che costa una bella.~Si rischia, oimé, se non le state attorno,~ 5184 VIII| guerrier pronti alla guerra,~di rischiar lieti, in generosa lite,~ 5185 XIV| inglese: – Tu potresti ancora~rischiarvi il tuo, coglion: ci conosciamo:~ 5186 XII| Come l'asino insomma non rischiate~la vostra vita per onor 5187 XV| uno straccio~di tutto che riscontra, ed empie il cielo~di lampi 5188 V| ridir che ad ogni passo~si riscontrano a casa Satanasso.~XXIX. 5189 III| Poscia repente, del furor riscossa,~nuova e bella un'astuzia 5190 II| intrepido soldato~dal letargo riscosse il suo pensiero.~Un angelo 5191 VI| fianco d'Agnese sì pulito,~sì riservato, rispettoso e saggio? –~ 5192 I| fior la dea,~di Cupido il risetto, e la cotanto~ammirata beltà 5193 VI| porre del gran Sandò la si risolve~nella deserta guardaroba 5194 XIV| que' forti avvinti insieme,~risonando nell'armi, e il suol ne 5195 XI| tardo e più leggèr martello~risonar fanno le gementi incudi,~ 5196 XII| tolte e sulle membra sue~risonarle facendo e chiacchierando,~ 5197 XIII| entrambi i cavalieri.~XXXIV. Ma risorgono ratti e si riattaccano,~ 5198 XXI| di trovarmi bella.~LI. Ti risovvenga che col braccio mio~tu castigasti, 5199 II| in partir l'ultimo vale~risparmiar a gli amanti, e pensò bene,~ 5200 XIV| la legge, ed è mestiere~rispettarla dovunque si duella.~Ebbi 5201 XX| decreto che la Parca rea~rispettasse i miei dì, ch'eterno or 5202 XXI| sue gesta peregrine.~VI. Rispettatelo. Voi gli alti talenti~non 5203 XIII| Dionigi facciami il dottore;~risponderan per me Marte ed Amore. –~ 5204 XVIII| rispondergli da sé come sapeva rispondere il Voltaire a chi poco o 5205 XVIII| il Voltaire, che, oltre a rispondergli da sé come sapeva rispondere 5206 XII| petti e al par le ricevete,~rispondetemi un poco, o donne belle,~ 5207 XX| arditi e chiari~del Poitù rispondono i somari.~XLVII. Satana 5208 XVII| abbracciamenti~e dimande e risposte a più potere~senz'ordine 5209 VIII| complimento, a cui non fu risposto.~XXXIV. Poi parlò della 5210 XVII| garbo e di maniera.~Non rissosi, non strani, e sottintendi~ 5211 I| benedette;~Poton, La Hiro, Dunoè ristanno~gonzi, impalati come tre 5212 I| Talor, con lento mattutin ristauro~reso ai sensi il vigor, 5213 II| Giovanna stupefatta, seco~ristette alquanto, e un largo becco 5214 VIII| barella~portar gli fece, e con ristorativi~lor fe' tosto tornar fiorita 5215 XVII| XLIX. Il palazzo fu poscia ristorato,~e, dove pria di colpe era 5216 XII| ove fra bianchi lini in sé ristretta~Agnese al sonno avea chiusi 5217 XIII| più cocente alto cammina,~ristringe le sue foglie e si scolora,~ 5218 XXI| di Capocchio:~e da tutto risultagli che tutto~di questa guerra 5219 III| canto e l'arator consola:~si risveglia ogni fibra e par rinasca;~ 5220 IX| consiglio!~XXI. Se qualcuno risvegliasi in quest'ora,~siamo uccise 5221 X| e va veloce;~questa pur ritenerla s'argomenta:~ma troppo fiacchi 5222 I| Agnese ognor discreta e ritenuta~tutto ascoltava, da nessun 5223 XIX| detestollo; e, in un baleno~ritirando il crudel ferro omicida~ 5224 IV| eccettuò.~XXIII. Mentre tutti ritiransi in barella,~concio ognuno 5225 XI| si difende e combatte in ritirata,~e, i tesori ammirando e 5226 XX| tutti i suoi corpi avea già ritirati;~di quei di là ciascuno 5227 VII| ne' campi un queto ermo ritiro~al mio stato conforme e 5228 I| battisteo~denno i nostr'avi il rito augusto e santo,~mirò gl' 5229 XIV| alla vergin sua mano avea ritolto.~Sempre quel doppio oltraggio 5230 V| bianco e mezzo nero,~col crin ritondo a foggia di scodella~e una 5231 VII| incanta e bea,~di presto ritornarmene a Milano~a sposar la mia 5232 XVIII| Napoleone. Caduto il Bonaparte e ritornati in Francia li antichi padroni, 5233 VIII| ed – Io t'adoro –~è il ritornello degli oremus loro.~XXVI. 5234 XVI| pronto, acciò che diligente~ritorni al suo lavoro il dì seguente;~ 5235 XI| del suo nèttare, voi dalle ritorte~della misera carne già sottratti,~ 5236 XIX| Dorotea,~pon mente a due ritratti in miniatura~che la meschina 5237 XVIII| che senza manti e brache ritrovàrsi.~Agnese cerca invano il 5238 XIV| le sue ragioni, ovunque~ritrovasse Giovanna, avrìa riprese.~ 5239 VI| io~in te pretendo averlo ritrovato.~Dunque sotto. – Sì disse, 5240 XVII| loco egli è venuto;~più nol ritrovo, oimé! dov'è il mio bene?~ 5241 XIII| d'un uomo a cui non fosse riuscito di far quell'uffizio, dicevasi 5242 III| quell'immenso abisso in sulle rive,~ove la Notte, l'Erebo, 5243 V| o mio vicario,~sì presto riveder la tua sembianza.~Fra' mortali 5244 XII| dopo l'amato oggetto, il rivedere~il confidente d'ogni suo 5245 VI| eterno;~torniamo all'aria, riveggiamo il mondo,~questo mondo ch' 5246 XIII| che a Venere si dée; se rivelassi~tutta quanta d'amor l'arte 5247 IV| bue, d'erba nudrito~uom rivenne, ma nulla convertito.~LXXIX. 5248 XI| vincitor ti stringe al petto,~e riverenti in mezzo al lor furore~gli 5249 II| ne stupiscono i Grandi, riverenza~gli fa il volgo e gli dà 5250 VI| soavissimo: – O bella e riverita~de' cuor sovrana, ei disse, 5251 XIV| Ettore, Achille e tutti i riveriti~figli de' numi e, più di 5252 V| ne' luoghi ove Cristo è riverito;~balli, cene, baldracche 5253 XIII| ed il giubbone.~XXXI. E riveste l'arnese e il sacro brando,~ 5254 III| abbarbagliar, d'un nome~rivestirsi divin, la fantasia~dell' 5255 XIII| altare empiesti il vano?~Rivestirti convenne, e sopra i gai~ 5256 XV| il foco e quei bollenti~rivi l'inglese, più tremendo 5257 XII| del Ligeri propinquo alla riviera,~con ponti levatoj e torricelle~ 5258 II| reverendo,~che passate in rivista attentamente~tutti questi 5259 XVI| né quel moto poté mai più rivivere.~Da quel giorno Poton finì 5260 IV| facendo e d'ostil sangue un rivo,~Giovanna, e parve che tremuoto 5261 II| giuramento,~e al ciel Dionigi rivolò contento.~ ~ ~NOTE AL CANTO 5262 XVII| Giovanna intanto, col pensier rivolta~ad Orleano a Remme ed al 5263 IV| bene~menar di schiaffi e rivoltar le rene.~LX. Era il figlio 5264 XII| coppia, e se le chiome~non si rizzàr, tremò per altro il letto.~ 5265 II| un sublime ardore.~XXIX. Rizzasi in piedi, e non è più Giovanna~ 5266 IV| lingua di demonio lette,~rizzossi il mulo su due piedi e stette.~ 5267 XIV| ed i costumi inglesi,~un roastbeef che di burro era condito,~ 5268 II| fatal beltà guerriera,~una robusta e grassa cameriera.~VII. 5269 IX| Ottava XXVIII, v. 2:~La Rocca di san Massimino è vicinissima 5270 VII| Tutti intanto i canonici in roccetto~sulla piazza coi chierci 5271 XV| il vescovo col clero in rocchettone,~il giudice, il prefetto, 5272 VI| fratesca cella~la polve e 'l roditor tarlo divora;~essi, e con 5273 III| Nuovo re dei Francesi, il Rodomonte~Law scozzese qui mostra 5274 II| Ottava LI, v. 1:~Orig. Roger, seigneur de Baudricour. 5275 XVIII| anima falsa, astuto ciglio e roggio,~dell'impostura e della 5276 X| o calvinista~in un prete roman s'abbatte a caso,~appiccasi 5277 II| Arc (o Darc) e d'Isabella (Romée), in età allora di ventisette 5278 XIX| suo mezzo, con queta ombra romita~le Najadi e i Silvani al 5279 XIV| il core al paradiso.~Il romito, voltandosi vers'ella,~fuor 5280 XIV| m'ha fatto.~XXXII. Tal fu Romolo, Bacco, Ercol, Perseo~che 5281 XIV| XXIV. Lo coglie in testa, rompegli l'elmetto,~e gli fa nella 5282 VI| Qualche censor qui forse romperà~il fil della mia storia 5283 XIV| che importa? E a che mi rompi l'ano?~Sei tu di questa 5284 XVI| dalla città discende a rompicollo;~e rinfrancati i nostri, 5285 VI| mentre uno s'inalza,~cento romponsi il collo per la balza.~XLIII. 5286 X| della luna~van facendo la ronda pel paese,~per aver, se 5287 IX| ispido crin dell'animale,~che ronfar si sentia come un majale.~ 5288 II| giaccion gl'Inglesi, e rauchi ronfi e rutti~di trombe invece 5289 VI| allo stordito~s'avventano ronzando, e sul mostaccio~una nube 5290 XVII| che va fino all'immenso;~e ronzano qual fanno intorno ai tufi~ 5291 X| XVII. Punge egli il suo ronzon, che va dirotto~e fa la 5292 III| vuota hanno la tasca:~e rosacroci, e tutti quei furenti,~che 5293 III| ripien gli contrappesa~di rosarii, novene e giubilei,~d'indulgenze, 5294 XIV| tenzoni.~IV. Apri il labbro rosato, e alla tua voce~le discordie, 5295 IV| la bella alba foriera,~le rosee porte d'oriente aprìa:~lettor 5296 I| vorrei la sera in letto~una Rosetta dolce come agnella;~Giovanna 5297 XVII| animal che li guardava,~roso d'indivia, allor con gran 5298 XVI| feriti e d'estinti ingombre e rosse.~XLII. Fu a questo che ti 5299 XV| che gli travaglia~e nei rossi mostacci ancor traluce,~ 5300 XI| spadaccia, e, questa~terribile rotando, incalza e serra~Giorgio, 5301 XIII| somaro~si mesce il lampo del rotante acciaro.~XXXIII. All'orribile 5302 XI| e quei soli costrinse a rotearse~a traverso il gran vòto 5303 XI| XLVII. La sanguinosa punta rotolando~cade sopra l'arcion. Giorgio, 5304 XVI| ingegni in terra.~XI. A tavola rotonda immantinente,~perché del 5305 XIII| cui l'anima sospira,~mezzo rotonde, separate e lisce,~con due 5306 VI| pianura,~bestemmiando la sua rotondità~e quel leggiadro viaggiar, 5307 VIII| che pugnando s'è consunto:~rotti, deboli, entrambi per l' 5308 IV| partito erano nella città di Rouen. Si condannò poi a un nuovo 5309 V| che la Chiesa all'infernal rovello~mette Antonino e Tito, amor 5310 IV| gli scudieri e i cavalli rovesciati~e ridrizzati in piedi in 5311 XIV| Sul nemico andar lascia un rovescione~che via gli porta il brando: 5312 III| scozzese, che dal 1718 al 1728 rovinò in Francia tante fortune, 5313 VI| Ottava XXV, v. 4:~Rubo, rovo.~Ottava XXXVI, v. 4:~Verso 5314 XX| forma e spirto e lingua e la rozzezza~gli addolcisce del tuon 5315 XX| le conseguenze vide~sui rozzi sensi d'alma sì villana,~ 5316 XVI| Dio, che ride e canta~e ruba del padron l'argenteria,~ 5317 XVIII| confessava~i moribondi e poi li rubacchiava.~XXVII. L'altro è il nostro 5318 VIII| Breton) Dio mi perdoni,~n'han rubate le donne; e noi qui sciocca-~ 5319 IX| si trovàr gabbati.~E il rubator tenea cammino opposto;~sì 5320 IV| non è poi tanto a Dunoè rubella.~LXI. Oh calunnia! oh di 5321 XVI| argenteria,~e che per questa ruberìa sì santa~del ciel la grazia 5322 XIII| scherzo del grande francescan rubesto,~che quasi il tuo bel fiore 5323 XXI| l'almo licore,~il liquido rubin ch'alle beate~cantine di 5324 II| non aspiri a rapirle il rubinetto,~ch'ella tien del pudor 5325 IV| e grosso~son di perle e rubini una tempesta,~che la fan 5326 VI| fiordalisi.~Ottava XXV, v. 4:~Rubo, rovo.~Ottava XXXVI, v. 5327 XI| signor de' tuoni mormoranti e rudi,~preparano del ciel le colubrine,~ 5328 XXI| intrigar; di più~eccellente ruffiana, a segno che~spesso a un 5329 I| nella provincia, chiamasi ruffiano.~Ma questo nome inverecondo 5330 XI| gli occhi ha di pianto una rugiada.~Giovanna in questo fulminando 5331 XI| sede,~ove di dolce ambrosia rugiadosa~piena una tazza a tracannar 5332 X| latte~bianco è di carni rugiadose intatte.~LV. L'Abbadessa 5333 XXI| le porte e i parapetti,~ruinar vide addosso a' suoi campioni~ 5334 XVI| sdegno, e trombe,~sangue, ruine, terremoti e tombe.~XXV. 5335 XI| pieno di rabbia gli disserra~ruinoso tre colpi sulla testa;~ma 5336 X| com'ella, e però lesto~gira ruota s'impenna, e su la sella~ 5337 XIII| mio bel clima dall'eteree ruote.~II. Corre allor la tua 5338 I| Sorello.~Amor la fece e poi ruppe il modello.~VI. Di Cinzia 5339 IV| guerra.~Di parlar in parlar ruppero tutte~convenienze e vennero 5340 X| monastero;~presso al bosco un ruscel con lunghi errori~volge 5341 XVI| Miri intanto di latte i ruscelletti~volger fra verdi clivi onde 5342 X| bella Agnese in riva al ruscelletto~tra' fior posò la travagliata 5343 III| corsier normando asceso,~russa al suo fianco e dondola 5344 XVIII| Francesi, andò ad abitare in Russia; dove Caterina, quantunque 5345 VIII| conducea,~ancor più irosa e rustica; un cervello~che poco parla, 5346 XII| robusto,~la vecchia e buona Ruth, dopo mietuto.~Senza contar 5347 II| campo, e, còlti in letto~i Rutoli, inviolli in beccheria;~ 5348 II| Inglesi, e rauchi ronfi e rutti~di trombe invece e di tamburi 5349 IX| le dice, e caccia un rutto.~Così con lo splendor di 5350 XII| Trabocca il prete sulla sabbia impura.~Il paggio, che lo 5351 IV| raccoglie; ed in Gerusalemme~de' Sabei la regina e la captiva~Talestri 5352 XIV| Dorotea tutta sola in un sacello~entra, e v'ascolta la seconda 5353 III| faccenda~ben mi ricordo) sacramento ha fatto~il ladro castigar, 5354 XI| Cristo un'empia schiera~fa sacrilego stupro. In loro aita~scende 5355 XI| Suor Rebondi, che stata in sacristia~era sotto quell'empio, al 5356 XI| Giusta il bell'uso inglese sagratando,~e tirando a Dionigi di 5357 XIV| Sei tu di questa chiesa il sagrestano? –~XXI. – Molto di più, 5358 X| vergognosa~che un uom di sagrestia l'abbia polluta,~e più ancor 5359 XVII| poema epico; Desmarets Saint-Sorlin, autore del Clodoveo, poema 5360 IX| la strada che mena alla Sainte-Baume.~ 5361 X| fosse? Io non vi metto~né sal né olio, e vado con candore.~ 5362 XVII| veruna innovazione~nella sala da pranzo e da festino.~ 5363 IV| Il figliuol, ch'era nato salacissimo~e degno in tutto di sua 5364 I| faran cappa d'acciughe e salamoni~le decretali della Santa 5365 IX| divozion Trimuglio. I paladini,~salendo il sasso, videro prostese~ 5366 X| intanto e una lor figlia~salgono a quel rumor con la famiglia.~ 5367 IX| quattro vènti, a mo' di saliscendo,~or portanli a' bei lidi 5368 XX| asino d'oro, in tanto onor salito~per la sua metamorfosi famosa,~ 5369 XVIII| sta sempre in lutto;~e chi sallo, mio re, meglio di voi? –~ 5370 X| fior posò la travagliata salma,~e, i begli occhi fissando 5371 XIII| confessor vien loro appresso,~salmeggiando e dicendo l'ordinario~di 5372 V| Mitocca.~IV. Si raglian salmi in barbaro latino,~si mena 5373 IX| cercarle s'avvisàr dolenti.~Salpan dunque da Genova, correndo~ 5374 VII| il secchietto~dell'acqua salsa con la qual si sprizzano~ 5375 II| inesorabile,~bottiglie e salse e fin l'odor ne vieta.~Il 5376 XIII| nettareo vino,~di presciutti, salsicce e poltarelle,~di cappon 5377 III| impegno.~«Primo inventor della salsiccia fina»~fama lo canta, e a 5378 XV| Breton posti avièno~due salsiccion non già di sanguinaccio,~ 5379 XI| come nell'ovil lupi feroci,~saltano dentro a quelle sacre mura,~ 5380 X| Agnese a rischio di cascar saltella.~XXXIX. Al rumor delle spade, 5381 XIII| mille montoni in fretta saltellare~sulle lor mogli che lasciavan 5382 IV| pel dimon tuo padre,~pel salterio di suora Alì tua madre,~ 5383 X| altro scartabella il suo saltero~ed in segreto brontolando 5384 VIII| calenzuolo,~e in quattro salti, o in meno, per dir vero,~ 5385 XIV| alta nel passarle accanto~saluta la beltà ch'è assòrta in 5386 XI| scosse l'asta e drizzògli per saluto~queste parole sullo stil 5387 VIII| Per le mura assediate a salvamento~portando lo venian brutto 5388 VI| l'onore.~Tu m'assisti, tu salvami. – E qui parme~che dir oltre 5389 XII| in gran periglio,~ma gli salvano il cul tre fior di giglio.~ ~ ~ 5390 I| mette,~ed egli, invece di salvarla, i sui~giorni consuma nel 5391 XXI| perder può un regno e può salvarlo ancora.~XXXIX. Ricorda i 5392 XIII| ogni detto scocca:~– Mio salvator, mia vita, idolo mio, –~ 5393 XVIII| dimostrò~che la sua penna salverìa lo Stato~senza l'armi adoprar. 5394 I| tette.~Or io la Francia salverò per lui;~io toglierolla 5395 XI| vendicator degli aurei gigli,~salvi le figlie mie. Vedi là sotto~ 5396 XVI| monarca in nome del Signore;~Samuel, che un coltello da cucina~ 5397 XVI| trattando vegno,~ciò che in Sancta sanctorum or si fa,~e scusate 5398 XVI| vegno,~ciò che in Sancta sanctorum or si fa,~e scusate la mia 5399 VIII| ferisce alla coscia, e di sanguigne~stille il candido avorio 5400 XV| due salsiccion non già di sanguinaccio,~né di quei che Bonel, cervello 5401 V| e di vizi, era un umore~sanguinario, bisbetico e spietato,~né 5402 IX| XXIII, v. 4:~Il testo: Où Sannazzar est trop pres de Virgile.~ 5403 XXI| concubito,~come un dì còlto fu Sanson tremendo.~Bella Agnese, 5404 V| cervello?~che giova andar di là santificati,~se qui siamo arrostiti 5405 IX| effetto,~e quel luogo d'allor santificato~l'odio vi desta dell'oggetto 5406 XVI| stendi su loro i tuoi favor santissimi.~XXX. I lor dritti son puri, 5407 I| Ottava XXXVII, v. 5:~Poton di Santrailles, La Hire, grandi capitani; 5408 XVII| avea dormito,~venne in bel santuario convertito.~L. Ma l'ordine 5409 XX| qualche tempo tutti e tre sapeano~qual è il palladio che rapir 5410 XVII| il pensier: se si desìa~saperne il nome, il nome è Fantasia.~ 5411 XX| per vostro bene è tempo da sapersi~l'error che di Giovanna 5412 XVII| visiera: oh sventurato,~se sapessi che questo è il tuo signore!~ 5413 V| state ad arrostir laggiù,~sapiente Platon, divino Omero,~e 5414 I| consesso, ove parlarono~sapienti ed eroi di core altissimo,~ 5415 V| san Remigio avea ranno e sapone~pel bucato d'un re così 5416 XIV| bordelesi;~l'altre vivande di sapor squisito~son per le... per 5417 XII| mena:~Cuttandro in questa saporitamente~se la dormiva e non sentiva 5418 XX| per proprio esperimento~sappia cosa in sé stessa ella si 5419 XVIII| cenno nell'originale, non sappiamo; ma senza dubbio il Monti 5420 XVIII| eroi.~VIII. Animo, Dunoè: sappian le genti~chi sei tu, chi 5421 XVII| ferma, Giovanna!~Quando saprete, oimé, chi vi bastona~e 5422 III| curvati~sul dorso a cento saputelli abati.~XXIII. – L'ire civili 5423 XII| onde gelosa~a ragion ne fu Sara e disdegnosa.~XXVII. Due 5424 | saranno 5425 XIX| pure un dì nel cataletto~sarem portati in modo somigliante~ 5426 | sarò 5427 XIX| poi sorge e mugge e rompe sàrte e antenne~e di spavento 5428 XVI| mertano che gli urli e le sassate:~la cosa va più lesta in 5429 IV| madre del celebre conte di Sassonia.~Ottava XXXII, v. 3-4:~Roberto 5430 IV| tutta in grado perfettissimo~satisfar del piacer vo' la prurigine.~ 5431 XI| e, tosto che la vede,~a satisfare il suo desir s'appresta.~ 5432 IV| ancor sopra la quale~di Saulle la strega a cavalcione~presentossi, 5433 III| nell'Anjou, a tre leghe da Saumur, noto per un celebre convento 5434 I| ginnetti spronando di pel sauro~degli abbajanti cani sulla 5435 VI| VIII. Vide ei dunque con savio accorgimento~che sol l'assenza 5436 III| di Piemonte, Eugenio di Savoja. – A Malplaquet, presso 5437 XI| cominciava ad apparire,~ambedue sazi de' piacer vietati,~tranquillamente 5438 II| cèra,~viene in teatro a sbadigliar la sera.~XXI. Del frate 5439 XVII| sogno, il controsenso,~lo sbaglio, la bugia, tutta la razza~ 5440 XIII| oh vista che rallegra e sbalordisce!~due gran tette in cui l' 5441 XIV| dirupo~sanguinosa rimansi e sbalordita~la pastorella che veduto 5442 XXI| non vede.~Fuggon per tutto sbalordite e rotte~l'avverse schiere, 5443 XIII| con otto zampe all'aria, e sbalorditi,~uscìr netti d'arcione i 5444 V| augusto nome~Grisbordon sbalordito, in atto scenico~cinque 5445 IX| spaventate e rotte.~Gli sbalzan dove sotto Etna Tifeo~più 5446 VI| trasvolanti e sciocchi~si sbarazza l'intrepida donzella.~Tremante 5447 XVI| pudore.~Quindi con un decreto sbardellato,~dato sotto l'anel del pescatore~ 5448 XII| Cuttandro, ove il bel paggio~sbatte i pensieri della luna al 5449 X| di suor Faccenda un po' sbattute~si fur le forze in quel 5450 IX| riva~la compagna menò che sbigottiva.~XXXV. Poi come in un caicco 5451 VII| furia Dunoè, che l'insolente~sbirraglia uccide e salva l'innocente.~ ~ ~ 5452 XIV| ponte,~e una cappella al suo sboccar s'oppone.~Era giorno di 5453 XIV| agghiaccia,~d'ogni parte sbranato o fuor di traccia.~XXIX. 5454 II| si stropiccia la vista e sbuffa e schioda~bestemmie che 5455 XVII| amplesso si stringea?~Era Bonel sbuffante e polveroso,~Bonel che tutto 5456 II| nequizia,~ma d'imitarlo, ve', scaccia il desìo;~sii coraggiosa 5457 XI| poltrone.~XLII. Indi sovr'esso scagliasi feroce,~come sopra un piccion 5458 XII| la botta:~vola il piombo scagliato, e senza effetto~sibilando 5459 XIX| quinci venne~e li orgogli a scaldar quella minaccia,~si sfidàr 5460 V| XXVII. Tal che in inferno scaldasi la zampa,~lassù ha cappella 5461 V| largo, entrate, o caro,~scaldatevi qui, padre Grisbordone. –~ 5462 V| sì gentile,~di pronta si scaldò fiamma novella.~Io non credea 5463 II| al busto come salda cosa.~Scaltra, gagliarda, ogni faccenda 5464 V| sangue, gl'intrighi e la scaltrezza~de' cristiani e la lor sete 5465 V| insomma avrei conquiso,~perché scaltri eran gli atti e bello il 5466 II| padrona assume,~protezion lo scaltro occhio già rende;~lo spirto 5467 III| Fontevrauld, egli percorse a pie' scalzi le province del regno, a 5468 XVIII| vuole,~con un pie' mezzo scalzo e l'altro al sole.~ ~ ~NOTE 5469 XVI| santi rivali ad ispiarsi~scambievolmente i fatti lor si stavano.~ 5470 XVIII| per un bel pezzo, se volle scamparla. Passata la burrasca, ottenne 5471 IV| dico, e fa prodigi;~né voi scampo v'avete incontro ad ella.~ 5472 III| fra noi cagion di liti,~di scandali, di colpe e di partiti:~ 5473 X| il monaster! Ciò fòra~uno scandalo, massime in quell'ora.~LVII. 5474 I| amato~Carletto m'ha per Dio scandolezzato.~XLVIII. Il nemico la Francia 5475 XVI| empia e villana,~perché scannar non volle Benabad;~e Joas 5476 XI| furtivo tu discendi in terra~a scannarmi gli eroi dell'Inghilterra?~ 5477 XXI| cucina in corte a prender scanno.~XXXVI. Monarchi dei balordi 5478 II| diletto~per la gloria di Dio scannò nel letto.~XXXIV. Dico Giuditta 5479 XVI| Dicea Carlo al Bastardo alla scapata:~– Dimmi, di grazia, dov' 5480 XVIII| padre Chiappa,~che d'inferno scappando a codon basso,~e nascoso 5481 XVIII| rivoluzione, ecco che bisogna scappare e andarsene a fare il birbante 5482 VI| in segreto ispirò questa scappata.~– E perché, mi dirai, questo 5483 XII| nella cucina;~come a Sandò scappato era bel bello~per prodigio 5484 XIV| provarsi~i migliori pennelli e scapricciarsi.~XX. Grida irato Trimuglio 5485 XII| affilato suo becco leggero~scarabocchiando va velocemente~ciò ch'egli 5486 II| vena,~dolci versi il garzon scarabocchiava~per la cara beltà che l' 5487 X| can, che l'assalta e lo scardassa.~Morso il lupo rimorde e 5488 XI| rea,~tagliarsi il naso e scardassarsi il pelo.~Ma per tornare 5489 XVI| piacea~pescar non triglie e scardove al Signore,~come fece nel 5490 XVIII| deve andar senza lusso e scaricato.~XLI. Fatto il suo repulisti, 5491 VIII| bòtte~belle a vedersi, or scarse ora ridotte.~XLV. Tale in 5492 XV| sprezzo tutti quanti e v'ho in scarsella,~perché meglio di voi so 5493 X| Mercurio.~XIII. Un altro scartabella il suo saltero~ed in segreto 5494 II| peggiorato il mondo!~XIV. Scartabellando le sue carte, trova~che 5495 VII| per unico~zelo dal ciel la scarto e la scomunico.~XXX. Sappiate 5496 XVIII| molto lo stuzzicasse, gli scatenò contro tutta la muta degli 5497 I| aria vola.~LIV. A ogni modo scavar, dove pur sia~fattibil cosa, 5498 XXI| saputo~ne' suoi giudizi, ei sceglie il più batocchio.~Un baleno 5499 XX| cavalcatura.~XXXIII. Mi scelse, mi chiamò, d'ali mi cinse.~ 5500 XVIII| Siamo in un tempo che i più scelti allori~del Cimiter van tutti 5501 XIII| mirando~questo d'amanti eroi scelto squadrone.~Presso ad Agnese 5502 VII| preservar da sì crudele e rio~scempio una tanto bella creatura.~ 5503 XIII| vede e si figura~ch'ella scenda in quel punto alla battaglia,~ 5504 XIV| Marte a difesa de' Trojan scendea,~e Pallade a rincontro furibonda~ 5505 VIII| a cui non si contrasta,~scender qui fece sul divin somiere.~ 5506 IV| disse, io ti son padre e scendo~qui per vederti. Or tu parla, 5507 XIII| curva, e a un tempo istesso scendono.~I grossi corpi s'urtano,