'l-arcad | arcan-bront | bruci-conco | concu-dirut | dirve-filos | filza-imper | impet-lieo | lieta-nomar | nomas-poite | poito-rescr | resis-scend | scene-spart | sparv-tradi | trado-zucch
             grassetto = Testo principale
     Canto   grigio = Testo di commento

5508 XVII| pulpito, nel fòro e su le scene.~VIII. Le siede al fianco 5509 V| Grisbordon sbalordito, in atto scenico~cinque o sei passi rincular 5510 XII| equilibrio e per timore~di scer male, di fame alfin si muore.~ 5511 XVII| perde il cervello~né più scerne le pecore da' buoi.~Ma Bonifazio 5512 VIII| nostri amanti di cavallo scesi~contriti si gettaro al suol 5513 XVIII| XXIII. S'è venduto, ma scevro di vergogna,~al migliore 5514 IV| scontri spezzarsi in cento schegge e cento;~gli scudieri e 5515 XVI| lesto, Agostin, vatti a schermire~in versi, e diamo a Londra 5516 III| te la diselma: Agnese si schermisce~con moltissima grazia, e 5517 X| dibattea fremendo, e si schermiva~dall'amoroso ardente giovinetto;~ 5518 VII| giogo cerca più dolce: amor schernito~per tutto trova medicina 5519 I| si fa parole,~con lor si scherza fin che muore il sole.~XXV. 5520 XIII| alla dolce Poitiers si mira~scherzar la voluttà col viso amico,~ 5521 XVII| si sentì tutta ammaccata, schiacciata:~urla, grida, e alcun poco 5522 V| Morte fatale,~col suo naso schiacciato e col falcione,~a visitar 5523 III| proscritti essi pur: piange e schiamazza~Chesnello, e Ignazio ride 5524 IV| cagnoletto~che s'accosta schiattisce e fa lor festa,~dimenando 5525 XVIII| XXXI. E qui sopra due piedi schiccherò~contro gl'Inglesi un discorso 5526 VI| sella e di vettura~la tua schienaccia in questo punto istesso:~ 5527 XVIII| bisogno di braccia e gambe e schiene:~costoro han tutto, e noi 5528 V| qui son dannato,~a dirla schietta, mi sta ben, ché offesi~ 5529 XIV| Questa preghiera, a dirla schiettamente,~poco a un guerrier cristiano 5530 XIII| assisti e presenta umili e schietti~al tuo compar Dionigi i 5531 IX| in lui scorgea,~l'odia lo schifa e più nol può vedere:~e 5532 IX| insolenza v'alberga e la schifezza,~l'indecenza la gola e la 5533 II| stropiccia la vista e sbuffa e schioda~bestemmie che fan foco, 5534 VI| sangue avendo una fucina,~e schiodando bestemmie, entra protervo,~ 5535 VI| fra i singulti al parlar schiude la via.~LVIII. – O caro 5536 IV| a Giuno ancor moleste e schive,~porge il nèttare eterno 5537 II| un garzone~d'un gigante schizzar fe' le cervella,~ve' il 5538 IV| maldicenza, bugie, serpi inumani,~schizzerete voi sempre il tòsco in seno~ 5539 III| sulla muraglia un lungo schizzo~delle umane sciocchezze 5540 VI| che menzognera~venal penna schizzò, vo' dir di quella~d'ascrei 5541 II| a quella ria~faccia uno sciame di ragazze tènere~salta 5542 I| suo serbò la rosa.~IV. O Sciapelene, o tu, lo cui negletto~gotico 5543 IX| Cariddi il mare, e dal latrar scilleo~non son più l'aure spaventate 5544 XXI| terra,~or volpi, or lupi, or scimie, ora serpenti,~e tutto che 5545 XX| sentì nel cor svegliarsi una scintilla~di quella elementar fiamma 5546 III| ossa,~e ne' suoi sguardi scintillar si mira.~Poscia repente, 5547 XXI| specchio dell'alma, gettano scintille.~III. L'onda, che al foco 5548 XVII| l'onda dello stigio lago.~Scintillò la sua pelle, e un buio 5549 VIII| rubate le donne; e noi qui sciocca-~mente ci diamo orrendi stramazzoni.~ 5550 III| lungo schizzo~delle umane sciocchezze a ghiribizzo.~XVI. La pittura 5551 XII| all'incendio che par vi sciolga in cenere;~non è egli ver 5552 VIII| tu vieni, alma beltà,~a sciorre il vóto. Un altro io qui 5553 VIII| a quei romanzi di gusto scipito,~che, di vuoto cervel languenti 5554 XII| partorito,~mentre Marte fra' Sciti il carro aggira~e in un 5555 XI| guerriera, a mezza via trafitto,~sclamavano: – Gesù ne sia lodato,~che 5556 XIII| chiama, e quasi ad ogni detto scocca:~– Mio salvator, mia vita, 5557 XI| la bocca indegna~è solito scoccar quando si sdegna.~XXII. 5558 XIII| ristringe le sue foglie e si scolora,~e su l'arido stelo il capo 5559 XII| su cui l'anima infame era scolpita.~Trabocca il prete sulla 5560 I| Questo è il demonio, ci scommetto,~che ne vien dall'Inferno 5561 IX| discordie le risse e li scompigli.~VII. L'impudicizia sporca 5562 XIII| servi del Signor, ch'alto scompiglia~tutta la terra: vedesi il 5563 V| il portone,~mettendo lo scompiglio in sul più bello~ne' lor 5564 II| monti, e a suo talento~tutta scompone e ricompon la terra.~Precederatti 5565 VI| portando,~un pensier concepì scomunicato,~e fu di portar via di contrabbando~ 5566 VII| dal ciel la scarto e la scomunico.~XXX. Sappiate che un eretico, 5567 II| o seguite costei che dée sconfiggere~tutti i nemici, o andate 5568 X| si stendea che sopra i re sconfitti.~Prese Enrico la Francia 5569 VII| raccapriccio e d'uom tutto sconfitto,~la mia nipote è un'empia; 5570 XIV| questi amanti, o Diva, io ti scongiuro,~per Giovanna non già, che 5571 V| se qui siamo arrostiti e sconsacrati?~XXVII. Tal che in inferno 5572 XIV| culo; ma col suo morire~sconta al Bastardo il temerario 5573 X| sarebbe dell'altrui trascorso~scontar la pena? Raffrenate il pianto. –~ 5574 XX| XXII. Potete immaginar come scontento~restò il Santo di simile 5575 IV| hanno il tuo sdegno,~io sconterò per lor la tua ragione.~ 5576 X| o due mastini a vista,~o scontransi due amanti a naso a naso,~ 5577 X| ciel s'imbruna,~venne a scontrarsi in un drappel francese:~ 5578 IV| avreste le lance ai disperati~scontri spezzarsi in cento schegge 5579 XIII| acciaro.~XXXIII. All'orribile scontro le gementi~rupi d'intorno 5580 XXI| cause, effetti, armonie, sconvolgimenti.~Conclude alfin che un rendez-vous 5581 XXI| gabinetti de' potenti,~e sconvolgono alfin tutta la terra,~or 5582 IV| consiglier di Faraone:~avea la scopa ancor sopra la quale~di 5583 XV| suo paese,~sull'imbrunir scoperse un piccol forte~trascurato 5584 II| quattr'anni e diece,~che scoperti mostrava e rilevati~due 5585 XIII| piacere.~LXI. Tale in campo scoperto un fior talora,~quando il 5586 XVII| e manca poco~che non ne scoppi. Il padre allor s'avvide~ 5587 XV| salsiccioni di cotal ripieno,~che scoppia, si dilata, e fa uno straccio~ 5588 I| fibrille,~fan l'ingegno scoppiar tutto a faville.~XXIII. 5589 III| dàn bòtte~che somigliano scoppii di vesciche.~Che scritti, 5590 I| dieder tutti in un gran scoppio di riso.~E Riccamonte, che 5591 XVI| nella morte erranti,~tutto scopre a La Hiro una beltate~di 5592 VII| erta, sempre sulla spia,~scoprì ben tosto che già madre 5593 XIV| il malaccorto gonnellin scoprìa~le bellissime gambe, a cui 5594 VI| aperta vesta a gli occhi suoi scoprìo~due cosce, opra d'Amore, 5595 IX| circonfusa;~poi la costa scoprìr dall'ignorante~mussulmano 5596 V| primi che poté l'occhio scoprire,~fu del re Clodoveo la reverenda~ 5597 XXI| VENTUNESIMO~ ~ ~ARGOMENTO.~ ~Si scoprono a vicenda il loro affetto~ 5598 III| di speme e d'amor, te la scorazza,~te la diselma: Agnese si 5599 IX| cagion di sue fiamme avrìa scordata~finché stésse in quel luogo 5600 IV| vedovelle.~XLII. Ma che pro, se scordossi quel folletto~chiedere un 5601 II| è bassa gloria. –~XLIII. Scorge in ciò dire al lume della 5602 IX| re de' minchioni in lui scorgea,~l'odia lo schifa e più 5603 V| quel bujo con eterna offesa~scorgevasi il famoso Costantino.~– 5604 XIII| coraggio.~Così frate Capocchio scornerete,~il qual dice che questo 5605 II| alle prime città potrìa far scorno,~ché da lui la salvezza 5606 XII| pari, ecco uscir fuori~le scorrenti due travi, ecco abbassato~ 5607 VII| pianto e 'l duolo.~XXXII. Scorsi tre giorni, traggonmi da 5608 XI| scorta il saggio, e un scortava Amore;~vive in corte ed 5609 XIII| supino,~basso l'orecchio e scorticato il muso,~languidamente il 5610 II| fare il suo fatto e trar la scorza al fico,~giurò per Satanasso 5611 XXI| sotto le sue gran pedate~scoscende il mondo, fa minor fracasso~ 5612 III| suo fianco e dondola e si scoscia:~e Amor, che tutto per la 5613 II| angelo così da Dio mandato,~scotendo un giorno l'universo intero,~ 5614 XII| corca il bel garzone,~che, scoverto da Carlo, è in gran periglio,~ 5615 III| ch'arso volete,~giudici, scribi e testimon, l'impuro;~e 5616 VI| tristo e pensoso ad uno scrigno accanto~vende al più forte 5617 XV| istoria veramente bella,~scritta in lettere d'oro tutto pretto~ 5618 IV| madrigali talvolta anche scrivea.~Come poscia la notte a 5619 XVI| quel giorno Poton finì di scrivere.~XLIX. Ma il bel La Hiro 5620 XVIII| noi,~Freron ve 'l giura, scriverem per voi. –~XXXI. E qui sopra 5621 I| sentirete.~Ma, fra tante da scriverne al paese,~di quest'una per 5622 XVI| né operò meno di quanto scrivesse. Versi non si trova che 5623 XXI| vostra convenienza.~XXVI. Scrivetegli, Madonna. Il mio cugino,~ 5624 XVIII| di cui lo stesso Federigo scriveva: – Ci vorranno dei secoli 5625 III| lor salute ai penitenti scrocca;~l'altro tutto ripien gli 5626 XIV| così dicendo,~la punta poco scrupolosa o umana~immerge nella strozza 5627 X| brulla~mano, e attento la scruta, altro indovino~un quadrato 5628 XVII| affanni~a Moine, Desmarets e Scuderì;~or serve nell'Italia al 5629 XVII| 1.~Ottava VII, v. 1-4:~Scudéri, autore dell'Alarico, poema 5630 XII| certo ciuccio illustre nelle scuole.~IV. Fùro esposte da pranzo 5631 XX| occasione~di vendicarsi e scuoter bene il pèsco~all'altera 5632 XVII| tutti in miscuglio~chiedersi scusa delle lor pazzie,~e fare 5633 XX| e certi gusti che non so scusare.~IV. Per esempio, vedute 5634 XVI| Sancta sanctorum or si fa,~e scusate la mia curiosità.~III. Questa 5635 XX| in sé stessa col pensier sdegnato.~Tal da sonno talor còlto 5636 XVII| spinsero d'Albion figli sdegnosi,~e braccio avean del tuo 5637 V| diavoli al mercato. –~Così sdegnoso Grisbordon parlava,~e l' 5638 XXI| ma più ardite d'assai che sdoganate.~XVII. Oh Amore! Oh potente 5639 IX| turba digeriva~la crapula, sdrajati entro il cortile.~Soletta 5640 | sebbene 5641 I| celebratissimo scrittore del sec. XV, segretario prima di 5642 II| soffio onnipossente;~XXVII. secca il mar, spiana i monti, 5643 XV| vi fanno venir male,~e vi seccan la parte genitale.~ 5644 XIII| tornar quando bisogna;~ma seccar non vorrei, per dirti il 5645 XVI| appena di più certo pedante,~secco come Tersite e tutto lezzo,~ 5646 XVIII| scriveva: – Ci vorranno dei secoli prima che la natura produca 5647 XVIII| contento dei terzi né dei secondi onori, mutò improvvisamente 5648 VIII| imperturbata~porge ardir con secure alte pupille:~non conobbe 5649 XVI| allor che verso il cavalier securo~un demonio a gli amanti 5650 XVI| si distingua,~Dionigi fe' seder primieramente~il così detto 5651 XVII| presiede, e già molt'anni~sedette in trono di vesciche piene~ 5652 XX| cotanto affaticarsi,~per sedur d'una donna la virtù!~Da 5653 XX| la nostra cara madre~già sedusse una sera in un cantone~del 5654 XVII| cari amici,~d'ingannatori e seduttor possenti,~d'ostro e di gloria, 5655 IV| orrendo ragliar dava il segnale~alla ciurma che ancor non 5656 XVIII| amendue~le palme i volti da segnar coi bolli.~– E chi son, 5657 XII| man di rabbia e d'ira~mal segnata da lungi avea la mira.~XX. 5658 XVIII| filosofi; molti dei quali, segnatamente il Morellet e il Voltaire, 5659 VI| disse Dunoè; qual mano~segnò sentenza di cotanto orrore?~ 5660 XX| quindi il Serpe vecchion segretamente~la dirige, l'incende, e 5661 I| celebratissimo scrittore del sec. XV, segretario prima di Carlo VI e poi 5662 XV| dolce idea~che l'idol suo lo segua da lontano~con Bonifazio, 5663 XVI| diffamar le bell'arti e' suoi seguaci.~XXXVIII. Pietro intanto 5664 VII| sentimenti,~concepito nei termini seguenti:~XVIII. – Io giuro per l' 5665 II| abbia la coda.~Ma la coppia seguiam che l'aria fiede~sovra un 5666 VIII| disse l'Inglese:~il ladro seguirem, poiché trovato~avrem buoni 5667 VIII| portasi via.~Fan pace per seguirla i due lor drudi;~ma stramazzano 5668 XVI| Bonel: – Chi m'ama, ha da seguirmi.~Domattina sull'alba vo' 5669 III| tutte le turbolenze che ne seguirono, esiliato durante la reggenza. 5670 XIV| de' cuori,~dalle Grazie seguìta e dagli Amori.~III. Scendi 5671 VI| corse all'armi; or dico~seguitando che Agnese al suo partire~ 5672 VIII| non altro s'ha da far che seguitarle. –~LIX. Trimuglio del discorso 5673 VII| facesse,~questo consiglio seguitato avesse!~IV. All'afflitta 5674 IV| senza scomporsi a gridar seguitava:~– Io son martire, Inglesi; 5675 IV| qua, signor, il passo mio seguìte,~ché buona avrete l'osteria. 5676 XXI| imitiam la lor garrulità,~e seguitiam Capocchio. Ei dunque acquista~ 5677 III| donna d'alto grado, del séguito della regina Maria dei Medici 5678 VIII| m'aspetta. –~XIX. – Io vi seguo a cavallo in sull'istante, –~ 5679 III| A quel grido feroce~la seguon cento cavalieri armati,~ 5680 III| cavalieri armati,~e dopo lor seicento e più soldati.~LXI. Fra' 5681 II| Ottava LI, v. 1:~Orig. Roger, seigneur de Baudricour. Veramente 5682 V| lo gongola, lo pesta,~e sel porta in un battere di ciglio~ 5683 I| Riccamonte, che ha un cor di selce in petto~ed è bestemmiator 5684 II| le si mostra~ben ferrato, sellato ed imbrigliato.~Pelo grigio, 5685 VIII| un cavallo~con bellissime selle, e cinque o sei~muli carichi 5686 V| questa Giovanna alfin, questo selvaggio~ribelle topo è nelle branche 5687 IV| gonfi torrenti, dall'estreme~selvose cime dei monti cadendo,~ 5688 IV| ad or ad or la testa,~dir sembrando in suo muto dialetto:~– 5689 XIX| viola e l'asfodillo~dir sembrano alla ninfa ed al pastore:~ 5690 XII| a quelle sante suore era sembrato~più bello ancor nel garbo 5691 XIII| che invitto non sei qual sembri in vista;~vedi che in sì 5692 V| per te la Francia n'era un seminario:~or perdo nel vederti ogni 5693 XI| pazzi per non so quai re~seminate la guerra e la discordia.~ 5694 I| cromatica procede per parecchi semitoni consecutivi, la qual cosa 5695 V| degno albergo degli empii in sempiterno.~V. Tempo è, lettor, di 5696 X| morale mi stucca. Una novella~semplicemente detta e senza vanto,~nuda 5697 XVII| altro stile, altra condotta,~sendo il meno turbato il suo capaccio:~ 5698 XVIII| migliore oblator sopra la Senna,~trafficando, com'io, qualche 5699 XV| scelta, seco egli conduce.~Senonché per lo vin che gli travaglia~ 5700 XXI| Eran gl'Inglesi allor teste sensate,~ma più ardite d'assai che 5701 XIV| ne dirà dopo il suo parer sensato. –~XXVIII. All'orrende parole 5702 XXI| più o men rende il cervel sensibile?~Conosco io bene l'atomo 5703 IX| dell'animale,~che ronfar si sentia come un majale.~XIX. Gli 5704 XVIII| a quel parlar doglioso,~sentiasi tutta alla pietade inchina.~ 5705 XVIII| Senza indugiar, per taciti sentieri~inverso la città vanno al 5706 XXI| ronzino ne sentì la pésta:~sentilla e, l'ali con allegro suono~ 5707 XVI| il giro,~ché l'assemblea sentillo, e all'avventura~d'Agnese 5708 III| profondo,~mira i tuoi figli, e sèntine allegrezza,~ond'hai ripiena 5709 XVIII| traditor Carlo tradito,~pietà sentinne, e affabilmente, come~dèttagli 5710 XIX| tigri devote in tal momento~sentìr pietate anch'esse, e, se 5711 I| imprese~al racconto tremar vi sentirete.~Ma, fra tante da scriverne 5712 XVIII| o Sire, e sto posato~sul sentirmi illibata la coscienza. –~ 5713 XXI| morte: tutto questo~già sentiste, lettori; udite il resto.~ 5714 VII| desso, gran Dio? ch'abbia sentita~il ciel pietade del mio 5715 VII| foco m'infiammò non più sentito:~persi il parlar, la vista 5716 XII| saporitamente~se la dormiva e non sentiva niente.~ ~ ~NOTE AL CANTO 5717 IV| parola,~e beffati da Dio si separaro,~ed imperfetta l'opera lasciaro.~ 5718 XIII| sospira,~mezzo rotonde, separate e lisce,~con due vermigli 5719 XVI| spedita~dal vecchio busto separato avea~la grigia d'un ladron 5720 II| di birra e in sonno alto sepolti~giaccion gl'Inglesi, e rauchi 5721 V| chi deposta ha la carne in sepoltura.~Era lassù, il sapete, in 5722 VII| tutti gli occhi, al mondo,~seppellii nel mistero e nell'oblio~ 5723 IV| orrendo~e van de' campi a seppellir la speme,~tali, e con urto 5724 V| tomba alfine in cui giace seppellita~la veneranda e dotta antichitate,~ 5725 II| ora è del tutto nell'oblio sepulta.~Tempi infelici! tempi di 5726 XVII| tace,~detto un giorno il serafico dottore,~l'angelico, il 5727 XVI| XVIII. Allora i folgoranti serafini~con le lor teste prive di 5728 IV| Francia~pesò con man sicura il serafino.~I cavalieri della franca 5729 X| amica che pura~e immacolata serbagli la fede;~che Agnese è saggia 5730 XIX| lacrime e d'amore;~e un avanzo serbando d'amicizia~per Giovanni 5731 XI| Dionigi e Giorgio~più non serbàr nel corpo e nella faccia~ 5732 XI| mia Pulcella,~o Vergine serbata alla difesa~di fanciulle, 5733 VII| ed interi i favor vostri serbate~al tristo che v'ha fatto 5734 XIX| in ogni tempo avea~seco serbati con attenta cura.~L'uno 5735 VII| m'ha fido il suo gran cor serbato,~ch'ei m'ama ancora, perché 5736 XIV| ciel ricrei;~che col dolce seren della tua stella~tutte cose 5737 VIII| Tale in queta talor notte serena,~che veder chiaro in ciel 5738 VI| porta a Romafunesta,~che serene ha le cime e nella valle~ 5739 IV| la via di Cinzia al bel sereno;~vanno e vengono: cure indarno 5740 XVII| scaglia,~lo rabbuffa, e più seria è la battaglia.~XXXVII. 5741 XIII| mio lavor severo,~so poi serio tornar quando bisogna;~ma 5742 XXI| vegghiar, parte l'incanto~del sermon di Capocchio, e già l'ho 5743 II| strascina~le prediche, i sermoni, e s'addormenta.~Quei tre 5744 VIII| letto agnella, a tavola serpente,~e, secondo che mette il 5745 IV| veleno,~maldicenza, bugie, serpi inumani,~schizzerete voi 5746 XIX| di melissa tessuto e di serpillo;~e la giunchiglia intorno 5747 XIV| ad afferrar si vanno:~si serrano a vicenda i petti alteri;~ 5748 I| introduce,~e, vedi caso! di serrarlo oblia~l'esperta cameriera 5749 X| terra~ed entrano facendo un serraserra.~XXXIV. A gli amanti di 5750 XVIII| sguardi~sullo stuol che venìa serrato e stretto~per la foresta; 5751 XVIII| finora inette carte e futili;~servano Marte, e non saran più inutili. –~ 5752 III| Orleano in compagnia~della servente e di Bonel s'avvia.~XLIII. 5753 XVII| Questa insipida diva già servì~di scorta in Francia ne' 5754 XVII| di modo giacea, che gli servia~di coltre Agnese e Dorotea 5755 XIII| grande grandissimo monarca~servidor senza prezzo e pellegrino!~ 5756 XXI| ivi furfelici i suoi servigi,~che frusta e ceppi vi buscò: 5757 XX| sul Gange, a questo dio~servii di tromba, e gl'Indi adoratori~ 5758 II| quando Vostra Maestà,~re servile e poltron (schietto vi parlo),~ 5759 II| gradita,~non sia presto a servirla da scudiero,~a portarle 5760 IV| asciugati ed a banchetto~regal serviti d'esquisite dapi,~fra lini 5761 II| allora di ventisette anni, e serviva in un'osteria: suo padre, 5762 XVIII| Caressait tour-à-tour et volait ses ouailles;...~(Voltaire, 5763 IV| fu creato con ambedue i sessi. In questa forma Adamo si 5764 X| furioso~per diabolico foco sessuale,~divora la sua preda, ed 5765 IV| fu da Dio confuso,~stato sett'anni bue, d'erba nudrito~ 5766 V| farìa di Zenon pazza la setta:~un sasso, un orso insomma 5767 XXI| dolente~e vendicar di Carlo i sette gigli,~e con essi l'onor 5768 IV| Malplaquet ventottomila settecento uomini stesi non già, come 5769 XVIII| puttana~rispose lo scrittor da settimana,~XXVI. eccovi i più prudenti 5770 XVIII| stampe un foglio tutte le settimane, e in quel foglio buttava 5771 VII| CANTO SETTIMO~ ~ ~ARGOMENTO.~ ~Del suo 5772 XV| persuaso~e ne vuol giudicar severamente,~se a certi passi gli si 5773 XV| anch'io non metter cose~che severe, sublimi e strepitose.~II. 5774 VI| mille forche, un partigian sfacciato~di delitti tu sei. Ma Dorotea~ 5775 XX| viva più che dolce arde e sfavilla;~che l'aria i monti i boschi 5776 VII| qualche cavalier di prima sfera.~XLVII. A quella vista Dorotea 5777 VIII| prece intese dall'eteree sfere,~e il valor vostro, a cui 5778 I| al c. XVII un'altra buona sferzata.~Ottava XXVIII, v. 3:~Questo 5779 III| tromba marzial che a morte sfida,~ il segnal di battaglia, 5780 XIX| scaldar quella minaccia,~si sfidàr fieramente, e a rio duello~ 5781 XIV| quando, alla pugna da Sandò sfidata,~ne fu abbattuta e quasi 5782 VII| di terrore è spoglio,~e sfiderebbe un papa in Campidoglio. –~ 5783 XIV| reo,~che in lor nome ti sfido e ti fo guerra.~Va', ricòrdati 5784 XXI| verso la sera alla città~sfilar cuochi con tutta la provvista~ 5785 V| branche al gatto.~Già si sfiora il famoso pulcellaggio;~ 5786 IV| appena un fuggitivo~piacer sfiorava il fier Sandò, che mosse,~ 5787 XXI| corso de' suoi fatti immensi~sfiorò a Giovanna il cor con innocente~ 5788 XI| dargli il pan col sale,~e sfogar meglio altrove il suo rancore.~ 5789 XIX| il loco~da baciarsi e dar sfogo al vostro foco?~XIII. Feccia 5790 XVII| volta~fatto ha l'ultimo sforzo il tentatore.~L'ispirata 5791 IV| anima perduta,~questa forca sfratata nella ragna~avrà Giovanna, 5792 III| lauri cader vide a Pultava~sfrondati da un rival, ch'egli sprezzava.~ 5793 IX| Giunto in quella biscazza, lo sfrontato~corsar si mette al desco, 5794 I| che il foco del core si sfuma~in brillanti concetti al 5795 V| sono,~a me non fùro che sgabello al trono.~XX. Ambizion, 5796 IX| sucida e babbea,~storta, sgarbata, e voltale il messere.~Ella 5797 III| piedi,~peggio eseguiti, e sghembi all'infinito;~le arroganti 5798 XI| comprese,~altrettante colombe sgomentate.~Senza voce, tremanti ed 5799 XVII| che fu tolto e dato.~Che sgomento fu il tuo, divina Agnese,~ 5800 IV| le mani,~sì bruscamente sgominàr gl'Inglesi,~che in breve 5801 IV| sua stella,~Dunoè non ha sgraffio per la vita.~Urta gl'Inglesi 5802 I| appresso intento è tutto~a sgranocchiarsi un osso di prosciutto.~XXXI. 5803 IV| forte gli affibbia uno sgrugnon sul muso.~LVIII. Tal ne' 5804 IV| privo in che tutto il mondo sguazza? –~Allor giurò per li quattro 5805 IX| a cavallo od alla scrima~siansi portate aspre percosse e 5806 XII| scagliato, e senza effetto~sibilando fuggì per l'aria rotta,~ 5807 | sicché 5808 XVIII| sempre digrigna.~Tal era il sicofante, e peggio ancora,~che al 5809 XI| Agnese, per Dio; questa è sicura-~mente Agnese, gridàr con 5810 IX| Fuor di strada la mena in sicurezza~dentro squallida ròcca al 5811 XVIII| di gran compassione~gli sicurò di sua protezione.~XXXII. 5812 V| fato:~bevi, amico, e mi siedi al destro lato. –~XI. Pieno 5813 VI| galoppando va.~Bonel la siegue a pie' per la pianura,~bestemmiando 5814 VI| visto un alvear dentro una siepe,~mentre mal cauto accostasi 5815 III| Gherardo, e assai ti lodo~di siffatta dolcissima avventura:~tutto 5816 XIX| generoso.~Quando in alme siffatte entra il pungente~strale 5817 XVII| Siccome coque de ver-à-soie significa bozzolo, il Monti chiama 5818 IV| palese~ciò che il cane venìa significando,~e seguìr lieti l'animal 5819 XIII| parola guantopeloso sta a significare i guanti di pelle e di pelo 5820 XXI| infiammata~ne divorava il signoril sembiante,~l'andamento, 5821 II| qualche piccola libertà con la signorina Cadière sua penitente, fu 5822 XIX| ombra romita~le Najadi e i Silvani al rezzo invita.~VI. Un 5823 XVI| un bel paggio o scudiero simigliante.~La corazza è d'acciar, 5824 VIII| per l'aria alto volare,~simiglianti a una nave che sicura~fende 5825 IV| attende altro banchetto.~XLIX. Simil banchetto di lussuria ardente~ 5826 VII| Fiordiligi,~che, a centauro simìl, senza gonnella,~senza cuffia 5827 IV| signor Ermafrodito, al padre~similissimo figlio ed alla madre.~XXXVII. 5828 XII| il ferro invita~con dolce simpatia la calamita.~XLIII. Il bel 5829 XIII| le belle dei re, di quel simpatico~favor vietato; e allora 5830 VI| Sacrogorgon si muore di paura;~pur simula baldanza. Anche la pelle~ 5831 XI| Corse ratto a trovare il simulato~Dio del mistero, Dio prudente 5832 IX| più bella la rendea.~X. Singhiozza, e sui begli occhi all'infelice~ 5833 XVI| ora~questo bel corso tutto singolare~d'alte imprese che il re 5834 VI| dolor che la ferìa,~fra i singulti al parlar schiude la via.~ 5835 XVI| re Eglon, ma con la mano sinistra. – Samuele ridusse in tanti 5836 XVI| condita, benché trista~sia la sintassi ed egli giansenista.~XII. 5837 XI| abbominandi mostri~la sua santa Sionne empiean di strupi,~il buon 5838 XI| fior delle devote,~del fier Sipunc, oimé, nei furibondi~amplessi 5839 XI| da lungi ebbe veduto~il sir Dionigi, dispettoso e fiero~ 5840 I| Citerea,~l'arte d'Aracne, di Sirena il canto,~tutte insomma 5841 XVI| compenso da Benhadad, re di Siria, come Saul n'accettò uno 5842 VIII| lascia le stelle,~quando di Sirio il sol l'ire disfrena~e 5843 V| voi qui? siete voi stesso?~Sissignori, correte; è desso, è desso!~ 5844 XII| allettano~le vostre fibre sitibonde e tènere,~che or quinci 5845 XIII| modestamente va verso un buscione~a slacciarsi il corpetto ed il giubbone.~ 5846 XXI| uno stuolo.~LXIII. Or si slancia di fronte, or, schiena a 5847 XIII| degg'io~dolermi che Sandò slarghi le penne~sulla brunetta 5848 I| ch'io lo dica,~voi già la smania del mio re vedete,~che pare 5849 XII| tasta Carlo il polso e si smarrisce,~ché la trova già fuor di 5850 VI| spirto, gusto e le belle arti smarrite,~del par che la virtù, son 5851 XIII| aitarti Agnese,~e la man si smarriva ed amorosa~errò sovente 5852 XIII| o Dunoè, quindi di sella~smonta per tosto contentar la vista~ 5853 XIX| il foco han già destato.~Smontano entrambi, e posano su quella~ 5854 XVI| formate~solo al piacere, or smorte e agonizzanti,~sospira, 5855 IV| pie' leggero e di garetto snello,~malamente cacciar con calci 5856 I| dimora~questa fenice che snidar diviso. –~Qui tacque il 5857 IX| il ladrone.~Rosamora lo snuda, ed invocando~Giael, Giuditta, 5858 VI| tacque, e poi d'un tuono~soavissimo: – O bella e riverita~de' 5859 XI| teschio in mano~rimandarti al sobborgo ov'hai la festa,~o de' baggiani 5860 XX| non cade, ché nascosto~la soccorre Dionigi, e al gran peccato~ 5861 VI| grido nel Bastardo sorge~di soccorrer la donna alto desire:~perché, 5862 XVI| troni di salire è degno,~soccorrete benigni alla fralezza~di 5863 V| facondo Cicerone, e tu,~Socrate, figlio dell'eterno vero~ 5864 II| raggio e un somier veloce e soda.~Bella cosa quel raggio 5865 XX| e il buon vecchio, che Sodoma fuggiva,~e l'accecato povero 5866 III| la Francia e Amore! – e soffermosse.~A tai nomi, che il ciel 5867 XIV| cielo invendicati~più non sofferse così grandi eccessi~e tanti 5868 XXI| tutta è vergognosa~d'aver sofferta la proposta ardita~d'un 5869 VI| stile~il tenor conta de' sofferti guai.~L'asino asceso in 5870 II| squassando~i papaveri suoi, le soffia in petto~un soffio indiavolato 5871 II| accusato d'averla stregata soffiandole sopra. (V. le note al c. 5872 X| fragranze peregrine olìa,~con un soffice letto: insomma, ornata~dalle 5873 II| gentil Cadiera,~di diavoli soffiolle per la vita~un formicajo, 5874 VI| del rio~dolor sul labbro soffocò l'accento.~Cadde, e cadendo 5875 III| Inglesi, e il suo pudore~ne soffre assai; ne piange, ma non 5876 VIII| del suo ronzin la perdita soffrire.~San Dionigi, non conto 5877 IV| opra verrà più fortunata;~soffrite, andate, mio signor, dicea:~ 5878 III| emblema. Ivi tu vedi~passi da sofo, frizzi da stordito;~progetti 5879 XVIII| l'insulto che morde e poi sogghigna:~alla bocca ha la schiuma, 5880 III| al suo gagliardo vincitor soggiace.~LVI. Ma il panciuto Bonel, 5881 X| quella cosa~l'abbia con onta soggiacer veduta,~piange, e guardarlo 5882 XXI| più non dite~che Giovanna soggiacque: in questi errori~nessun 5883 VIII| ripigliò. – Lo bramo anch'io,~soggiunge tosto la sua bella amante:~ 5884 VII| Dell'amor mio furtivo, soggiungea,~in quel segreto solitario 5885 VII| di nuovo s'avanza, e poi sogguarda,~fassi il segno di croce, 5886 IV| caso li guida alle tremende~soglie d'Ermafrodito, ove il tiranno,~ 5887 XI| nostro dia l'epiteto di sognatore al Newton, che ha dimostrato 5888 II| della ria dipartenza, ella sognava~il passato piacer; con dolce 5889 X| il ciarliero~pur ne' suoi sogni venerato Omero.~XXVIII. 5890 XVII| Languet, allora vescovo di Soissons. Siccome coque de ver-à-soie 5891 XII| XXXV. Era la notte, e il solco rilucente~di Boote era giunto 5892 XIV| l'eroe di quell'altero~(solean gl'Inglesi allor senza rispetto~ 5893 XVII| mentre Giovanna e Dunoè soletti~si spiegan con modestia 5894 XIII| Omero. Parimente li Ebrei solevano indovinare gettando le sorti. 5895 XI| conquistò l'empiro,~e quei soli costrinse a rotearse~a traverso 5896 X| a questo modo il vero~fu solita cercar l'antichità:~sudano, 5897 VII| soggiungea,~in quel segreto solitario esiglio~già dato in luce 5898 XI| vulgo con la bocca indegnasolito scoccar quando si sdegna.~ 5899 IX| con voglia (che so io?) di sollazzarse,~XXX. m'ottenete da Dio 5900 XVI| sembiante~ch'egli è per sollazzo e per diletto.~La fida al 5901 XII| maestro di cappella.~XLV. Con sollecita mano Agnese intende~a dispogliar 5902 XVIII| gazzettier mantese,~con sollecito zelo e pronta mano,~coprendo 5903 IX| come un majale.~XIX. Gli solleva la testa, che pesava~qual 5904 IV| frate, stato ucciso per aver sollevato il popolo contro l'imperatore 5905 V| giusto Aristide, e tu, probo Solone,~morti, oimé, tutti senza 5906 XVII| quella cui cacciaro inutil soma~fuor di casa il buon senso 5907 XX| per mia sorte non v'erano somare.~Così passai, contento del 5908 II| fiede~sovra un raggio e un somier veloce e soda.~Bella cosa 5909 VIII| scender qui fece sul divin somiere.~Voi mi toglieste alla feral 5910 III| cieco, e si dàn bòtte~che somigliano scoppii di vesciche.~Che 5911 XIX| cataletto~sarem portati in modo somigliante~all'altro mondo. Oh tristo 5912 XV| poi le replicare,~e poi sommarne i colpi e le ferite,~e poi 5913 XIX| spenti ha gli occhi dove Amor sommersa~ha la sua face, e par che 5914 XI| sospeso e rispettoso,~eserciti sommerse in un col duce.~– Che veggo 5915 XVIII| il troverai,~e sì tutto sommerso coll'ingegno~nell'opre sue 5916 II| la tua serva al tuo voler sommessa~ardisca vendicar la Francia 5917 III| figlio,~per dominar i popoli sommessi,~stirpe di Giove si chiamaro 5918 IV| è san Dionigi~che l'armi somministra alla donzella.~È pulcella, 5919 VIII| arnese. –~– Il tutto vi sarà somministrato,~la vecchia replicò, con 5920 XVIII| sulle vaste di Teti onde sonanti:~giusta mercede delle lor 5921 XVII| gran mole~che del fabbro sonar fa la fucina~sotto il martello 5922 XV| han messa pel ritorno mio!~Sonate han tutte le campane! Oh 5923 XI| A spettacolo tale, a la sonora~terribil voce del santo 5924 III| nei sensi~portan freddi sopor tutti apopletici.~Nuovi 5925 II| sopraggiunse in quel punto, e dal sopore~la Giannetta destò. Quanto 5926 III| e brando gli ha tolto di soppiatto:~e muso è ben da farlo, 5927 XVIII| colse:~ma il bonissimo re lo sopportò~con pazienza, e Dio gli 5928 V| dell'usato stile;~il nero sopracciglio e il duro aspetto~tosto 5929 XVIII| intitolato I miei pensieri. Sopraffatto e umiliato dal suo potente 5930 XVI| Hiro disdegnoso in faccia~sopraggiunge in quel punto, e al feritore~ 5931 II| portento non credibile!)~sopraggiunse in quel punto, e dal sopore~ 5932 XVIII| furiosamente il Voltaire, soprannominandolo Anticristo. Combatté in 5933 I| tre voci, tenor, basso e soprano.~Da cennamelle il canto 5934 XVI| cosa di gener femminino;~un sopratodos, statura divina,~visetto 5935 XIX| men, perché la sposa~pur sopravvisse: e ciò fu qualche cosa.~ 5936 XVIII| eran buoni che a guarire un sorbo.~Ma il gran Bastardo, più 5937 X| consultar sul proprio danno~sorbonisti, indovin, maghi, dottori,~ 5938 XI| brando. –~Ma parmi che sien sordi i lavoranti~tutti in quella 5939 I| Tours.~Ivi, v. 7:~Agnese Sorel, signora di Fromanteau, 5940 XIX| raddoppiaro i baci.~IX. Sorgea nel bosco istesso una chiesetta,~ 5941 X| fiori.~XLI. Un monticel sorgeva più lontano~a cui l'autunno 5942 V| Saldo nel suo dover già sorpassava~d'Ermafrodito i vóti oltre 5943 XXI| E qui Capocchio tenne un sorprendente~discorso al suo buon re, 5944 IV| finché gli ebbe la notte ambo sorpresi.~La buona coppia pei sanguigni 5945 III| ringraziando di sì pio spettacolo~e sorridendo un suo cotal sorriso,~nulla 5946 XXI| e caro fanciullo, e poi sorridi.~XVIII. Se Amor nel corso 5947 IX| visto quel baratto,~ne sorrise dal cielo e si die' pace.~ 5948 XIV| pianto, e la speranza è sórta.~Tal veggiamo sovente all' 5949 VIII| ma Dorotea di merto la sorvola.~Nol negate; del resto, 5950 III| abati.~XXIII. – L'ire civili sospendete ond'arse~il vostro cor, 5951 XVI| nicchiaro di sopra gli angiolini~sospesi sulle alette: indi in corona~ 5952 XI| che il suddetto Newton sospetta uno spirito supremamente 5953 XI| veggendo il confratel Dionigi,~sospettò sceso l'avversario santo~ 5954 VI| deserta guardaroba il piede:~sospettosa d'intorno il guardo volve,~ 5955 V| vita.~XXI. Vil, crudel, sospettoso e ne' più rei~piacer sepolto 5956 XXI| lietamente~si ricevette senza sospicione.~Son casi in cui non sanno 5957 XI| dalla lor propria gravità sospinti,~e in eterna armonia nel 5958 VII| dell'Arcivesco. – Ed un sospir profondo~trasse dal cor 5959 I| veloce,~guardar sottocchi, sospirar frequente,~perder tremando 5960 XIX| fecer plauso le Ninfe e sospiraro;~e le colombe e i passeri 5961 XXI| Giovanna in quell'istante~già sospirava per un altro amante.~VIII. 5962 XII| sempre aggrava,~giva cercando sospirosamente~la sua vagante Agnese, e 5963 XVII| assalito,~urla, grida, né sosta alcun minuto.~Agnese piange, 5964 IV| con la diritta in sella sostenea:~ella, stesa di dietro la 5965 III| III. Che del grande dirò sostenitore~di Stanislao? Vo' dir quel 5966 XVI| all'adorato~viaggiator, che sostenuto e duro~godea sentire di 5967 XXI| lo scudier lo seconda, e sostien solo~questo par di guerrier 5968 XVI| ma fàlla con giudizio,~e sostieni l'onor del tuo paese.~Val 5969 III| la carne tenerella.~Bonel sostienle il braccio e la puntella.~ 5970 I| di Carlo VII), il Monti sostituì mastro Barbagianni, alludendo 5971 XXI| Il nome di madama Audon è sostituito a quello di una gran dama 5972 XXI| che a tutto ponea mente~sottecchi, astuto, aggirator profondo,~ 5973 VII| di sol raggio non vede,~sotterraneo profondo, ove mio solo~amarissimo 5974 VIII| orizzon' balena~di mille sottilissime fiammelle~che fan barbaglio 5975 XVII| Non rissosi, non strani, e sottintendi~che pur qualcuno ha la sua 5976 II| destro e glie l'invola~per sottoporla a un re fra due lenzuola.~ 5977 VI| tal rispetto,~che modo di sottrarsi ella non vede;~ma nulla 5978 XI| ritorte~della misera carne già sottratti,~siete stanchi del ciel? 5979 IV| frate;~XLV. ed io, ricco, sovran, genio di razza,~il solo 5980 IX| Maddalena.~XXXVI. Oh virtù sovrumana, oh gran portento!~A ogni 5981 IV| oriente aprìa:~lettor mio, ti sovvenga che quest'era~l'ora in che 5982 XXI| e dell'onore.~XXVIII. Ti sovverrai, lettor, che san Dionigi~ 5983 XVII| al senno di lorica.~Gli sovvien che Bonel seco recava,~giusta 5984 VI| che fu? Di questa bella~sovvienvi il caso rio, quando impudico~ 5985 VI| Torcea gli occhi e la bocca sozza e nera,~sì che al feroce 5986 III| verginella~pur fra gli Angli spacciar la sua Pulcella.~VII. Perché 5987 V| nel punto di darmi il mio spaccio,~mi guarda, si commove e 5988 XI| terra~d'un morto inglese la spadaccia, e, questa~terribile rotando, 5989 II| dormìa supino;~Giovanna lo spadon ne distaccò,~e i calzon 5990 XI| coll'asta in pugno e lo spadone a lato,~l'orrendo trascorrea 5991 V| afflitte e pie~replicò lo Spagnol bianco e morello:~– Non 5992 III| il paziente~tedesco allo spagnolo innanzi vada?~Nella grand' 5993 XI| ciel. Le porte allora~si spalancàr del tetto adamantino,~e 5994 II| goffo borghese alto una spanna,~di qualche ricco vecchio 5995 XV| in terra.~XI. Poi la sera spararno sopra il fiume~un bellissimo 5996 XVI| sue piante a mano piena~sparga la bella e le rasciughi 5997 XVIII| letto, e intorno~rubicondo spargea per l'ombre il giorno.~VI. 5998 XXI| paese~della Sciocchezza a spargere i prestigi~del sogno e dell' 5999 XIV| terra e il mar temprando,~spargi i piaceri, che tuoi figli 6000 IV| in che il sesso femminil sparìa~dal campo di madama, e la 6001 XI| potero, e che poi ratti spariro,~quando più illustre sognator 6002 XVIII| ch'anche il ritratto già sparito vede~del suo reale amante, 6003 IX| gran bacio l'imbratta e la sparnazza.~– Viva, ei grida, le donne 6004 XI| che con rabbia infame~van sparnazzando quelle sante dame.~XX. Verso 6005 VII| Disse, e al vento non fu sparsa la voce~né la minaccia. 6006 IV| e vengono: cure indarno sparse:~alfin, di fame cascanti 6007 I| Terminata la cena, a uno spartito~di musica italiana si die'


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