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François-Marie Arouet de Voltaire La pulcella d'Orléans Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Canto grigio = Testo di commento
6008 XVII| all'ombra in seno,~quando sparve l'incanto in un baleno.~ 6009 V| piomba su me meschin come sparviero.~XXXVI. Caro Satana mio, 6010 I| ciò l'affanno vaglia~di spatriarsi per cercar quaggiù~questo 6011 VI| reato;~che un mentitore, uno spavaldo degno~di mille forche, un 6012 XI| del ciel le colubrine,~che spaventano i topi e le galline.~XXXI. 6013 IX| scilleo~non son più l'aure spaventate e rotte.~Gli sbalzan dove 6014 VI| Di sì strana avventura spaventato,~frusta il cavallo e grida: – 6015 XII| fate altrettanto, ed or si spazia~fra i diletti la vostra 6016 XVIII| valor d'un pavolo,~tutto è spazzato, e se le porta il diavolo.~ 6017 VI| dentro intonacata~di fidi specchi la parete è tutta;~sì che 6018 VI| ognuna in quelli come vuol si specchia.~XLII. Mille strade fan 6019 VI| gloria, e l'asino divino~di specchiarsi egli pur si compiacea;~tronfio 6020 | specialmente 6021 IX| operava che nel giro~e nello speco dello scoglio santo.~Appiè 6022 III| accorre il cieco, e torna allo spedale~brancolando più cieco, e 6023 II| nel più forte~della notte, spedì senza periglio~tanti trojani 6024 IV| ciurma che ancor non si spedìa~d'impalar quella coppia 6025 II| guardato e sopra e sotto,~spedir le fece nelle forme, e in 6026 II| esame alla donzella,~le fa spedire il breve di pulcella.~ ~ ~ 6027 V| impalato;~possa il cielo spedirli ad uno ad uno~per mio piacer 6028 VII| sarà vero~che tua bontà spedisca a darmi ajuto~il braccio 6029 I| amor (la cosa è antica)~speditamente vanno al fatto loro.~Agnese, 6030 VI| tromba onesta;~in quei lucidi spegli figurato~ti contemplasti; 6031 XIX| vendette~di cento verni. Una spelonca oscura,~nel suo mezzo, con 6032 I| la patria la vita oggi si spenda,~ma caro il sangue a quei 6033 V| Giove e Delo~il culto io spensi e su' lor santi altari~fui 6034 VII| un mitrato da galea,~uno spergiuro, un ladro, una cancrena~ 6035 VI| d'amor: ma le perdono,~e spero che del pari alla donzella~ 6036 XVIII| birbante ora qua ora là. Sperò invano in Napoleone. Caduto 6037 V| inginocchia e gli bacia lo sperone.~Poi s'alza e tristo il 6038 II| questo brando. –~Sì parla, e spessa intorno le s'avvolve~de' 6039 XIV| adulterii, gli stupri così spessi,~l'empietà, le bestemmie, 6040 VII| strage vermiglia~vola, morde, spetezza e calci tira,~e col pie' 6041 III| e prenderò~quel che mi spetta, ovunque il troverò.~LVIII. 6042 XVI| sangue ascosa.~XLVII. Allo spettacol rio sul suo fedele~non traboccò 6043 XIV| raggio di sol che ne conforta~spezzar la nube, e dar vita e colori~ 6044 IV| lance ai disperati~scontri spezzarsi in cento schegge e cento;~ 6045 XIV| parti al nemico avea ferita~spezzata la corazza, e con ardire~ 6046 VII| sull'erta, sempre sulla spia,~scoprì ben tosto che già 6047 XVI| immagino una via, se non vi spiace,~di terminar le vostre liti 6048 XII| gli occhi giocondi?~quali spiagge il suo sguardo rasserena?~ 6049 II| onnipossente;~XXVII. secca il mar, spiana i monti, e a suo talento~ 6050 XVI| franco~dell'inglese, si spicca, e in un baleno~l'asta incontro 6051 II| egual candore~fan sul labbro spiccar rose d'amore.~VIII. Ir da 6052 XXI| protettor, pietoso e saggio,~non spiccava dall'alto il suo bel raggio.~ 6053 XIV| strozza a quel tremendo,~e ne spiccia di sangue una fontana.~Sandò, 6054 II| Sciampagna, che avea pochi spiccioli. Il suo castello era presso 6055 XV| E caggion come le mature spiche~sotto l'avide falci in valli 6056 III| Orlean con passo ardito~a spiegate bandiere è già partito.~ 6057 VII| ferì quell'impudico.~XXIII. Spiegossi: e chi può dir la mia sorpresa?~ 6058 IV| massimamente poi degli spietati.~XLVI. Con grandezza regal 6059 I| ufficiali ad una ad una~le spigolàr sì bene e belle e brutte,~ 6060 XIX| penzolone e tutto pesto,~spingendo il carro d'un bel rosso 6061 XVII| Poitù, che tanti a morte~spinsero d'Albion figli sdegnosi,~ 6062 XI| bestemmie, ira e tumulto~e spinte d'ogni parte e ria tenzone.~ 6063 II| predicatore, confessor, spione.~XIII. Di più stregone e 6064 XIX| cor che l'adorava: ella spirante~cade, e chiama cadendo il 6065 VII| morte che m'appella:~qui spirar mi conviene, e qui di venti,~ 6066 XIX| ha la sua face, e par che spiri anch'esso,~più spezza il 6067 IV| il suo sterno e la verga spiritale~d'un mago consiglier di 6068 V| egro che patisca il morbo splenico,~la man ponendo sulle rase 6069 XIV| guerriero~del nemico la spoglia sanguinosa,~ch'egli disdegna 6070 XXI| era la carogna~di cervello spogliata e di vergogna.~XXII. Tale 6071 XVIII| un moschetto starà bene.~Sporcàr finora inette carte e futili;~ 6072 XVIII| tolta, alquanto~sotto lo sporto, il grifo ugner potesse;~ 6073 VII| ritornarmene a Milano~a sposar la mia cara Dorotea. –~Così 6074 XII| disdegnosa.~XXVII. Due sorelle sposò Giacobbe il giusto,~ed ogni 6075 XV| e come augelli~fa volar spranghe arpioni e chiavistelli.~ 6076 XVIII| religione.~Ivi, v. 3-6:~Spregevole uomo fu questo Sabatier, 6077 VIII| d'onestà, questo fior de' sprepuziati,~e gentilmente al quaranta 6078 XI| orto~diserta e del padron sprezza le grida.~Visto il brutto 6079 XVII| veloce.~Ella meschina, che sprezzar si vede,~gli va dietro, 6080 VII| a Belzebù rendea l'alma sprezzata,~ecco in piazza arrivare 6081 III| sfrondati da un rival, ch'egli sprezzava.~IV. Un bel segreto a mio 6082 IV| vóti il ciel tradiva.~XLIV. Sprezzi, onte, villanie d'ogni maniera~ 6083 IV| poca polve prende;~al mulo sprizza il culo, ed al grand'astro~ 6084 VII| acqua salsa con la qual si sprizzano~in giro all'assemblea la 6085 I| alla caccia,~due ginnetti spronando di pel sauro~degli abbajanti 6086 XVIII| cavalieri erranti~di cui vuolsi spronar l'alto valore.~Questi gran 6087 XXI| eroe che dolce invita.~Amor spronava l'alma virtuosa~terribilmente: 6088 XIV| in cappella,~segna in tre spruzzi d'acqua santa il viso,~s' 6089 XIV| ne fu abbattuta e quasi spulcellata.~ ~ ~NOTE AL CANTO QUATTORDICESIMO~ ~ 6090 XVI| del Nilo le propizie onde, spumanti~orribilmente di sanguigni 6091 XXI| di Gianni e di Frerone?~Spunta il giglio d'accanto alla 6092 XIV| Sandò, se non lo sai,~che squadra i culi e il suo non mostra 6093 XIII| Dice che questo all'angle squadre è morte,~e vittoria de' 6094 VIII| favella onesta,~dai piedi lo squadrò fino alla testa.~XXXVI. – 6095 XIII| questo d'amanti eroi scelto squadrone.~Presso ad Agnese il re 6096 IX| mena in sicurezza~dentro squallida ròcca al mar vicina:~casa 6097 VIII| una stoccata~non fóri e squarci al suo gagliardo Achille~ 6098 VII| malefizio,~opprimendo chi può squarciarne il velo:~ma, se il mondo 6099 I| abbandonato~la diserta, la squarta e la macella;~mentre lungi 6100 VI| profonda nube~l'una udissi squillar delle due tube.~LII. E lo 6101 I| fur pompe e profumi,~ma squisitezza ed accoglienza onesta;~Bonello 6102 III| suore di Fontevrauld, c stabilì il suo ordine in tutta la 6103 XVII| la disputa in persona~han stabilita la lor sacra sede,~ove mai 6104 XIII| ad eguali estremità, e si staccano~in una curva, e a un tempo 6105 XIV| alfin tutti fur messi~sulla stadera dell'empirea corte~e pesati 6106 IV| fan sentire, e quaranta staffieri~con trine d'oro e lucide 6107 VI| faccia.~A forti colpi di staffil la ria~turba dal santo luogo 6108 XVII| applicarti sulla larga groppa~lo staffile finché faccia la stoppa. –~ 6109 V| sella, e dai lucenti~aurei staffili dell'arcion pendea~una gran 6110 | stai 6111 V| me, l'opre mie fur della stampa~d'un gran furfante, e, se 6112 II| proponimento ho fatto~un volume stampar di forza e peso,~nel qual, 6113 III| Carré di Montgeron fece stampare una grossa raccolta che 6114 XVIII| Libro sì santo fu di poi stampato~ed arricchito d'un dotto 6115 III| grande dirò sostenitore~di Stanislao? Vo' dir quel re soldato,~ 6116 VII| diabolico,~danniamo al foco, stante la verifica~ch'egli è mago, 6117 | starà 6118 XIII| alle corte,~pigliatelo, e staremo indi a vedere. –~– Sì, rispose, 6119 XXI| in bocca, sullo stile~di starnotti a cui dànno i can la caccia,~ 6120 III| tutta la notte, oh Dio, sola starommi?~sola senza il mio amante? 6121 XVIII| dové durante il terrore starsene nascosto per un bel pezzo, 6122 XIX| scaglia, e tanta è l'ira,~che starsi in mezzo Dorotea non mira.~ 6123 IV| Al fin di questo~giorno statevi pronti, egli dicea;~pronto 6124 VIII| di cercar la sua donna statuisce.~IX. Fra mille rischi adunque 6125 XVI| femminino;~un sopratodos, statura divina,~visetto bambolesco, 6126 | Stavo 6127 XVII| dentro il passo porta,~finché stavvi, riman senza intelletto.~ 6128 VI| popolazzo l'entrar nello steccato.~LVI. Dappertutto le dame 6129 XVI| agl'irati lioni, e fra gli stecchi~col nudo illeso pie' schiaccia 6130 VIII| Voi levatevi, amico, alle stellate~pianure, e al campo di Blois 6131 XI| adamantino,~e degli archi stelliferi uscir fuora~si vide Gabriel 6132 XIII| si scolora,~e su l'arido stelo il capo inchina.~Mentre 6133 XVI| pria.~Vi si vedeva il sole stemperarsi;~la luna in polve, il mare 6134 III| nuda come Dio l'ha fatta,~stender la bella ond'ire al suo 6135 II| essa il sonno verrà l'ali a stendere,~e noi vicissim veglierem 6136 XVI| che, quando le vostre ali stendete,~di tutti i cieli lo splendor 6137 XVI| nostri re cristianissimi,~stendi su loro i tuoi favor santissimi.~ 6138 II| generoso ed incorrotto.~La stendon nuda, e Monsignor Decano,~ 6139 XX| eccesso la memoria ingrata,~stentò co' suoi tre diti a tener 6140 XV| veloce il suo soldato~con stentoreo polmon Louvet gridando.~ 6141 III| pastor romano,~e con decreto sterminar la razza~d'un certo Ignazio 6142 IV| guerra,~il fier Michele e lo sterminatore,~che in man la pèste e la 6143 VII| facie Dei.~Or dunque Dio ne stermini il peccato~nella madre e 6144 IX| ultrici,~soccorrendo al pudor, stesero a terra~coll'ajuto del cielo 6145 IX| fiamme avrìa scordata~finché stésse in quel luogo benedetto;~ 6146 II| ch'altri porrìa,~mentre stiam disputando, portar via.~ 6147 | Stiamo 6148 IV| per lo severo~fiume di Stige, pel dimon tuo padre,~pel 6149 XVII| presso~i pagan l'onda dello stigio lago.~Scintillò la sua pelle, 6150 I| XXX. Tale un lupo da fame stimolato,~assalendo la greggia meschinella,~ 6151 VI| alle ciglia:~l'arcivesco, stipato a manca e a destra~dalla 6152 III| dominar i popoli sommessi,~stirpe di Giove si chiamaro anch' 6153 VII| stupito restò, quando una stiva~vide intorno di sgherri, 6154 I| l'elmo in testa, le gambe stivalate,~in alto la visiera, in 6155 XVIII| le fa ridere a forza di stizzirsi.~– Oimé, gridava, in tante 6156 VIII| il suo lunario,~mansueta, stizzosa ed insolente;~alfin, di 6157 VIII| Teme che d'Arondello una stoccata~non fóri e squarci al suo 6158 XI| Van le crude percosse e le stoccate~al collare alla nuca ed 6159 XIII| vediam chi meglio adopra~lo stocco e l'asta e sa restar di 6160 III| assiste al soglio~una balorda stolida famiglia,~l'Ostinazion, 6161 I| consiglier di corte,~qualche stolido duca militare,~piangendo 6162 III| scrive~pesante e basso, e più stoltezze addensa,~chi più raglia, 6163 III| impuro;~e voi del par che stolti il proteggete;~ah nessuno 6164 II| il rivale un ignorante e stolto~mulattier che il servigio, 6165 XVII| staffile finché faccia la stoppa. –~XX. Al parlar che da 6166 XVI| che di tai cose ebbe a stordire,~disse a Bonel: – Chi m' 6167 XIII| e sulle groppe caddero storditi.~Credé morti ciascuno i 6168 XX| che lor veglia a lato,~la storna in tempo da sì gran peccato.~ ~ ~ 6169 XIV| rauca monacal voce nasuta,~storpia una messa, ed un fanciul 6170 IV| stelle~nomate Grazie, cotanto storpiate~dai pedanti scrittor di 6171 IV| dunque alla città tornarsi~storpiati tutti quanti e porsi in 6172 IX| ritrova sucida e babbea,~storta, sgarbata, e voltale il 6173 XXI| fende e serra e taglia e straccia:~pari è il Bastardo, e Carlo 6174 XV| scoppia, si dilata, e fa uno straccio~di tutto che riscontra, 6175 XVIII| zitto zitto~per segreti stradelli il malandrino~stuolo nettando, 6176 VI| consiglia.~Prendiam questo stradello, e in men d'un'ora~v'arriverem, 6177 XIX| siffatte entra il pungente~strale del duolo, va più dentro 6178 I| baci che parean di foco strali,~– Cara Agnese, dicea, cor 6179 VIII| seguirla i due lor drudi;~ma stramazzano al suol feriti e nudi.~ ~ ~ 6180 VIII| sciocca-~mente ci diamo orrendi stramazzoni.~Corriam dietro al ladron 6181 XVII| maniera.~Non rissosi, non strani, e sottintendi~che pur qualcuno 6182 XVIII| sentenze in nome di padron straniero,~quando voi sol lo siete, 6183 VII| assemblea la fronte e il petto.~Strapazzano il demonio e l'esorcizzano,~ 6184 XIV| impura~corse sdegnosa a strapazzar l'inferno.~Tal morì come 6185 XVI| vinca la tua bontà tanto strapazzo;~dacci le chiavi del real 6186 VIII| combattenti, e ciascun si fóra e strappa~coll'impugnate fulminanti 6187 VII| mentre leggea;~e, con rabbia strappando e con orgoglio~lo scritto 6188 II| paraggio.~Che giova, oimé! strappar di forza un fiore?~La rosa 6189 X| qui la sorte a maledire?~a strapparmi i capegli? Oh cara Agnese!~ 6190 II| A sentir dopo pranzo si strascina~le prediche, i sermoni, 6191 XII| abbominevol corpo maledetto~strascinato e sepolto entro il canale;~ 6192 XXI| stessa il fier Talbò~per stratagemma entrare in Orleano.~Una 6193 XIX| zampillo,~e vi nutre uno strato tenerino~di melissa tessuto 6194 I| cangiàrlo in fuso, somma stravaganza~il furor della gloria reputando.~ 6195 X| lupo talor che con le zanne~strazia nel bosco un innocente agnello.~ 6196 II| penitente, fu accusato d'averla stregata soffiandole sopra. (V. le 6197 II| cose del braghiero,~come stregon nell'arte sua ben dotto~ 6198 XVII| smarrito il portamento;~le strepita sul petto e sulla spalla~ 6199 VII| afflitto.~Corre gente allo strepito, e l'indegno~giunge al primo 6200 XV| cose~che severe, sublimi e strepitose.~II. Avrei voluto coronar 6201 I| toglierolla a così dure strette,~e darò fine alle miserie 6202 I| grazie possedea,~sì che stretti legar ne' lacci suoi~filosofi 6203 XVII| striglia quell'altro che strigliava~Bonel, che a stento tuttavia 6204 XX| emblema d'ogni frate.~Con striglie d'oro il signor mio strigliommi,~ 6205 XX| striglie d'oro il signor mio strigliommi,~e di nèttare e ambrosia 6206 XIII| lacci che Pafo ordisce e strigne.~XLVII. Tale al tornar di 6207 XX| stupefatto ascolta quella~stringente eloquentissima favella.~ 6208 XIX| intanto al sen tremante~stringesi il re che le piangea sul 6209 XIII| LX, v. 1-2:~Un tempo si stringevano i calzoni con un legacciolo; 6210 XVII| dea;~io ti veggo, io ti stringo: oh che fiorita~buona cera 6211 XX| perfetta amistà meco si strinse,~celeste porco emblema d' 6212 VI| una venale~politica che strisciasi per terra.~Dei devoti il 6213 XVI| pindarica, dich'io,~con strofe ed antistrofe, nella quale~ 6214 II| brache più non vede:~si stropiccia la vista e sbuffa e schioda~ 6215 V| gozzoviglia,~gorgheggiando e stroppiando allegramente~canzonette 6216 XIV| scrupolosa o umana~immerge nella strozza a quel tremendo,~e ne spiccia 6217 X| Morso il lupo rimorde e a strozzar tira~l'altier nimico che 6218 XIV| Divisione dell'Averno è figlia.~Strugga il foco le leggi e vane 6219 XVII| Bonel che tutto in acqua si struggea.~Altr'uomo al mondo in tutta 6220 XI| verso l'enorme orribile strumento,~con che l'iniquo profanò 6221 XI| santa Sionne empiean di strupi,~il buon Dionigi dagli eterei 6222 V| edificarli, ed io~senza pietà gli strussi e ne fui boja;~arrostir 6223 X| ogni canto?~La morale mi stucca. Una novella~semplicemente 6224 XXI| una marcia eseguì saggia e studiata~qual la farìa Scipione e 6225 XI| già per voi diviso,~gli è stufo omai di vostra prepotenza,~ 6226 VIII| scudiero,~e riman come cosa stupidita.~La sua spada, il suo braccio, 6227 V| del figlio l'assassino.~Stupir più dunque, o Grisbordon, 6228 I| di quest'una per certo stupirete,~che intatta per un anno 6229 XVI| dormì poco; e non ne vo' stupirmi.~Vegliava tuttavia, quando 6230 II| fortuna portamento altero:~ne stupiscono i Grandi, riverenza~gli 6231 XX| sotto questo or quel fece stupori,~e fu di regi e di donzelle 6232 XIV| peccati;~gli adulterii, gli stupri così spessi,~l'empietà, 6233 IV| di Chervaldo~e le suore stuprò di Fontebraldo.~V. Ambo 6234 I| coronate e spesse~del cervel stuzzicando le fibrille,~fan l'ingegno 6235 XVIII| Voltaire a chi poco o molto lo stuzzicasse, gli scatenò contro tutta 6236 I| imprestarmi vorresti al gran subbietto~la tua musa, o buon vecchio. 6237 VIII| fracasso,~un concorso, un subbuglio disonesto:~ognuno a gara 6238 IV| giglio aurato,~preparata a subir morte sì trista,~l'incostanza 6239 VI| Ambo d'un foco ardean, che subissata~la comun causa avrebbe e 6240 IV| crudel d'ira ripieno~vuol subita vendetta; onde a quei cani~ 6241 XXI| oscura e crassa.~XXXI. Del subitano suo discernimento~stupisce 6242 XII| dolce nel core~la pietà che sublima il vincitore.~XXI. – Ah 6243 XV| metter cose~che severe, sublimi e strepitose.~II. Avrei 6244 VII| che un eretico, un dannato~subornator, consenziente lei,~l'onor 6245 XVI| assassinò Nadad, o Nabab, e successe al medesimo. – Achab aveva 6246 IV| lui. Durante la guerra di successione, richiesto dal Desmaret 6247 XIII| Enrico:~di Carlo nono il successor delira~d'un altro gusto, 6248 X| canne~stassi il sangue a succhiar del meschinello,~se un can 6249 X| e senza vanto,~nuda vera succinta è assai più bella.~Poco 6250 IX| solea parere,~or la ritrova sucida e babbea,~storta, sgarbata, 6251 X| solita cercar l'antichità:~sudano, fanno; alfin, la bocca 6252 III| quei padri non già le cui sudate~ed immense fatiche hanno 6253 XI| ragione è forse questa, che il suddetto Newton sospetta uno spirito 6254 XVIII| il pubblico ben del suo sudore,~e mescolando l'utile al 6255 III| per allusione alla grazia sufficiente e versatile, sopra cui egli 6256 III| Molina è chiamato nel testo suffisant per allusione alla grazia 6257 XXI| il volto e la cuffia di Sufona,~serva antica di casa e 6258 X| che la bocca alla critica suggella.~Dunque alla buona. Di gentil 6259 XX| primiero~la favola inventò, gli suggerìa~esempi così forti, che il 6260 III| il suo gran sacco.~LXII. Sugl'Inglesi lo scosse e versò 6261 XVI| Benabad;~e Joas ammazzato alla sultana~da Josabad figliuolo d'Atrobad;~ 6262 XX| una nave che cammina~per Sumatra, Bengala o Ceilano;~or la 6263 V| con perfida ferita~sino al suocero mio tolsi la vita.~XXI. 6264 II| eterno il suo nome al mondo suoni.~O Doremì, del sol l'invido 6265 XXI| la mente.~Voi visto avete superar lo spalto~l'orrenda cannonata, 6266 II| né disgrazie temer, ché a superarle~io sarò teco: il giuro, 6267 V| ala movea~con che volava e superava i vènti.~Grida Giovanna 6268 IV| genio era figliuol di quei superni~che son dell'aria abitatori 6269 XX| alle stampe, col titolo di Supplemento alla filosofia della storia, 6270 XII| allorquando due amanti, supponete~giovani entrambi e di sembianti 6271 XVI| vescovo di Poitiers, poeta, supposto autore del Pange lingua.~ 6272 III| sempre a un'altra donna nella suprema dignità dell'ordine, stendendo 6273 XI| Newton sospetta uno spirito supremamente elastico esser la causa 6274 II| v. 4:~Talbot, generale supremo degl'Inglesi.~ 6275 XVI| incontro indizio manifesto.~Surse allora Dionigi, e rispettoso~ 6276 XII| salta in piedi Giovanna, e surta appena,~con la terribil 6277 XIV| l'eterea luce.~XXXVIII. Surti in piedi gli eroi, con igneo 6278 II| suo bigio corsiero in gran sussiego~salta Giovanna, e sul suo 6279 XIX| con fresche penne~increspa sussurrando al mar la faccia,~poi sorge 6280 X| ed alquanto la furia fu svanita~del dimon della gloria, 6281 XX| l'Eroina,~sentì nel cor svegliarsi una scintilla~di quella 6282 XX| talor còlto al suo posto~svegliasi al primo allarme un buon 6283 II| sopita~non han la carne, ma svegliata e fiera,~han già tolto in 6284 III| credenti allora enfatici~svenìr di gaudio ed esclamàr: – 6285 XIII| che vede, dal piacer si svenne.~Ma che a ruina quel breton 6286 XIV| braccio lo si tien mezzo svenuto,~l'eremita che l'alma fuggitiva~ 6287 II| dal letto mezzo nudo, e svia~celandosi qua e là: di questo 6288 II| il frate incantatore,~e svignano, portando in cor l'impura~ 6289 III| e più abortive~le idee sviluppa; in somma chi men pensa.~ 6290 IV| aggio;~dir come il nodo sviluppossi, e quanto~di Giovanna operò 6291 XVII| L'equivoco d'intorno le svolazza,~il losco enimma, il frizzo 6292 VIII| cento,~un gomito dirotto e svolto un braccio.~Per le mura 6293 III| Dopo aver piantato i suoi tabernacoli nella foresta di Fontevrauld, 6294 III| fanatici,~del beato baciavo il tabernacolo.~Fra' Capocchio, a man giunte 6295 X| ingannate, tutto dite, e nulla~tacciasi al vostro re sul suo destino. –~ 6296 XI| amore con ferocia il frutto.~Taccio l'orribil fiato abbominando,~ 6297 XXI| esso, e parlò chiaro:~il tacer sempre è sempre da minchione.~ 6298 IV| pensiere~facea lo stesso Dunoè tacere.~LXXIV. Col ciglio in pianto, 6299 XIII| morto cadea d'apoplessia.~Tacerò; ma se fossi oso, o portento~ 6300 XII| franchezza~narra a sua regia taciturna altezza~XLVIII. qualmente 6301 I| digerire~a ridere a dir fole a tagliar panni~alle spalle del prossimo, 6302 XVI| Ottava XXII:~Fineo fece tagliare a pezzi ventiquattromila 6303 I| che per farlo chetare gli tagliaron la testa; che, toltasi questa 6304 XI| loro a zuffa iniqua e rea,~tagliarsi il naso e scardassarsi il 6305 V| addosso e col brando pulito~tagliarti a suon di busse il pan pentito.~ 6306 IX| quell'ammirando~d'orecchie tagliator, la manca pone~stretta all' 6307 V| una gran scimitarra a due taglienti:~ogni spalla una grande 6308 XVII| Ma dov'è il tuo sottil taglio di vita?~quel che tutto 6309 VI| ella giurò che in simile tagliuola~più non cadrebbe; al re 6310 II| Sciampagna.~Ottava LXXI, v. 4:~Talbot, generale supremo degl'Inglesi.~ 6311 XVII| spalla~un gran manto di talco oro ed argento;~ride e piange, 6312 IV| Sabei la regina e la captiva~Talestri nelle persiche maremme~cotanta 6313 IV| dalle care e belle~man di Talìa d'Aglaja e d'Eufrosine,~ 6314 XII| punta di piedi, alto il tallone.~Agnese, Agnese, egli entra; 6315 II| rutti~di trombe invece e di tamburi ascolti;~imbriache le guardie 6316 XIV| fiato appena.~Lo stupor di tant'occhi e la presenza~della 6317 VIII| vecchia, e, visti i due tapini~nudi, secchi, arrabbiati, 6318 X| guerra, e gli par troppa~ogni tardanza, e allegramente preme;~ma 6319 II| conosciuta.~Se il buon santo tardava anche un momento,~tutta 6320 XVIII| sciolto da' suoi vóti e non tardò ad ammogliarsi. Quanto all' 6321 III| piglia il brando, chi la targa imbraccia:~la tromba marzial 6322 XII| un rozzo mantel, con un tarlato~collare al collo, un grosso 6323 VII| e a calata visiera alto tarocca;~ma poi rincula, ché morir 6324 IX| lasciagli far tutto,~finché, già tartagliando e barcollante,~s'alza, gli 6325 VII| mirando~che per un messo del tartareo regno~costor l'han preso; 6326 XXI| capponi,~starne, fagian, tartufi, salsiccioni.~XXXIV. E boccioni, 6327 III| suo cor rise assai,~del tartufo Telliè sporca farina,~ma 6328 VI| Ottava XXXVI, v. 4:~Verso del Tasso (Gerus., c. II, ott. 16).~ 6329 XVII| intanto con pesante braccio~va tastando Giovanna di gran botta,~ 6330 II| maniera~or di dietro la tastano, or davanti:~travaglia e 6331 IX| lubrica e rea,~Rosamora tasteggia e Dorotea.~XIII. Piange 6332 VI| alla distesa~darògli un tasto nel memento mei. –~In così 6333 XVII| dispendio infinito un'altra tatica.~XLIX. Il palazzo fu poscia 6334 XXI| L. – O tu che un dì nella taverna oscura~di Doremigi alla 6335 XII| fan gemere del ponte il tavolato.~Il panciuto Bonel tutto 6336 XIV| tremoli battelli e di consonte~tavole vecchie fatto a discrezione,~ 6337 XXI| vostro affar. – Sì disse, e a tavolino~corse senza indugiar la 6338 II| natura~per lo bordello, o il teatral diletto.~La buona mamma 6339 III| mura di Loudun, quai negre tede~v'empion d'orrida luce? 6340 III| decider saprà se il paziente~tedesco allo spagnolo innanzi vada?~ 6341 XII| tremante in cor dietro le tele.~Vola re Carlo, e salta, 6342 III| rise assai,~del tartufo Telliè sporca farina,~ma nobile 6343 XIII| amazzone, senz'arco e senza tèlo.~Ricco d'oro e di piume 6344 VIII| Agnese l'avventura~per suo tèma pigliò questo erudito;~ed 6345 XIV| scettro, e mesta e truce~temé l'ombra infernal l'eterea 6346 XIV| sicché privi tuttor d'ogni temenza~sì franco il brando e l' 6347 XI| paradiso?~Oh sempre duri e temerari inglesi,~sul cui labbro 6348 XX| Giovanna al letto,~e con temerità che non ha paro,~le favella 6349 V| guerra senza giudizio, e non temesti~punto de' tuoni suoi l'alto 6350 II| caldi rivali~l'un l'altro ci temiam: da buoni amici,~veniamo 6351 II| Giannetta destò. Quanto è temibile~la presenza d'un santo al 6352 XIV| colori~con le sue dolci temperanze ai fiori.~XLIX. Carlo, Agnese, 6353 XIX| uman petto~onde li orgogli temperarne e l'ire,~a quell'alma crudel 6354 XIV| ciel, la terra e il mar temprando,~spargi i piaceri, che tuoi 6355 XVII| di Dio, quando soggetti~teneasi il sole il mare e la natura,~ 6356 XXI| gran donzella,~la ragion tenebrata e la memoria,~arse d'amor 6357 III| cocchio d'ebano costrutto~la tenebrosa dea spande su noi~papaveri, 6358 XXI| possiam, disse, corbellar tenendo~dietro all'incanto, e còrlo 6359 VIII| vivo, e il mio vóto ho da tenere;~altrimenti la vergine Maria~ 6360 III| pesta, ammacca la carne tenerella.~Bonel sostienle il braccio 6361 XI| Non san qual sia dolor per tenerelle~timorose beltà, per delicati~ 6362 X| che tu pur tenera a quelle~tenerezze in quel bieco atto non sia?~ 6363 XIX| zampillo,~e vi nutre uno strato tenerino~di melissa tessuto e di 6364 X| fra le braccia~una bella tenersi che si lagna,~che disvia 6365 III| in fondo a queste brache tenevasi un arancio da regalarsi 6366 XIII| nella lizza,~e delle tre si tenga il vincitore~la donzella 6367 XXI| alla bella parlò di tal tenore:~XXV. – La mia capacità, 6368 X| saetta,~poiché propizia e tentatrice è l'ora,~della mesta sua 6369 XIII| Agnese~con quel bocchin, che tenterebbe un santo.~Alfin l'illustre 6370 IV| in me d'ogni brama ho la tentigine.~Io dunque tutta in grado 6371 V| condanna,~perché sfiorar tentò con onta e scherno~il pulcellaggio 6372 X| grado.~Quei vati il san tenuti in reverenza,~il buon Virgilio, 6373 VII| Quindi il trionfo fu da lui tenuto~il più facile e men pericoloso;~ 6374 XI| sì buon, tu che la fiera~tenzon vedesti, piacciati al mio 6375 XI| spinte d'ogni parte e ria tenzone.~Ecco in fuggendo che riceve 6376 XIV| sue tempeste in calma e le tenzoni.~IV. Apri il labbro rosato, 6377 XVII| se n' vanno alla Sorbona,~teologica tana, a la qual drento~la 6378 III| quei furenti,~che filan teologici argomenti.~XIV. Per ire 6379 II| Maccabeo. –~XXVIII. A questo teologico e tremendo~parlar Giovanna 6380 XII| avvisato:~quello per un teologo s'intende,~che un giovane 6381 VII| voi non me le dite. –~VI. Tergendo Dorotea le lagrimose~stille 6382 VI| dico gli afflitti~a cui tergesti generoso il pianto,~onde 6383 VI| spesso che giunge all'arduo tergo~di quell'Olimpo, e 'l come 6384 XVI| via, se non vi spiace,~di terminar le vostre liti in pace.~ 6385 XI| talvolta ai nostri~mali un termine pon. Mentre quei lupi,~quei 6386 VII| sentimenti,~concepito nei termini seguenti:~XVIII. – Io giuro 6387 XVI| suoi mesti~veli la terra, e terminò per ora~questo bel corso 6388 II| par vostro in catene ognor terrà?~né in fronte porterete 6389 IX| tristezza~fra Gaeta sepolta e Terracina.~L'insolenza v'alberga e 6390 XXI| venièno~costeggiando il nemico terrapieno.~XLIX. Sopra un magro caval 6391 XVI| e trombe,~sangue, ruine, terremoti e tombe.~XXV. Miri intanto 6392 X| io non son che una povera terrena,~e, se giammai mi tocca 6393 IV| gran padre de' numi alle terrene~amanti, a Giuno ancor moleste 6394 XIII| noti ben poco a gli asini terreni.~XLIII. D'altra parte, di 6395 XXI| spronava l'alma virtuosa~terribilmente: insomma era finita,~se 6396 VI| la tua, dipinte in quelle terse~lastre mirando tue virtù 6397 XVIII| alto, e non contento dei terzi né dei secondi onori, mutò 6398 XI| XXXVIII. ed in Parigi col tuo teschio in mano~rimandarti al sobborgo 6399 XIV| combattenti.~XXXIX. Con tesi colli, immote ciglia e senza~ 6400 VIII| nudo voglio sostener la tèsi.~XLI. Le due belle cagion 6401 VIII| ferro dritto, il braccio teso e il piede,~ciascun la spada 6402 XXI| e in qual germe venefico tessuta~fu poi quella di Gianni 6403 XIX| strato tenerino~di melissa tessuto e di serpillo;~e la giunchiglia 6404 XIV| passatempo e non per zelo.~Con la test'alta nel passarle accanto~ 6405 II| addormenta.~Quei tre punti, quei testi, quella fina~eloquenza il 6406 III| volete,~giudici, scribi e testimon, l'impuro;~e voi del par 6407 XX| Ne sia d'Eva il marito testimone,~e il buon vecchio, che 6408 XV| citar l'arcivescovo Turpino;~testimonio siffatto ogni credenza~acquista 6409 IV| incappucciato, smisurato e tetro,~cinto le reni d'un grosso 6410 XIII| offrire maraviglia.~Senza tiara e caldo dentro il nervo,~ 6411 II| Reso,~XLII. quando d'un tal Tideo l'audace figlio~coll'ajuto 6412 XV| salvarli, e il duro~destin qui tienmi con le mani in mano. –~– 6413 VIII| amor Trimuglio lunga pezza~tiensela in braccio, dolce peso e 6414 XV| gridando.~Louvet lo sente e tiensene onorato,~e tutti, a coro 6415 XVI| che sai quanto m'adora,~tu tienvi sopra la tua mano. – E in 6416 IX| sbalzan dove sotto Etna Tifeo~più non gitta dal sen piogge 6417 IV| puledre mie sovra un pratello,~tigrata i peli inegualmente gai,~ 6418 XIX| lagrimosa e fiera.~Quelle tigri devote in tal momento~sentìr 6419 X| il re dolente, né sì rei timori,~va tosto a consultar sul 6420 XIII| XIII. Con la tenera mano timorosa~ti stava intorno ad aitarti 6421 XI| sia dolor per tenerelle~timorose beltà, per delicati~cuori, 6422 VI| core,~ma umil lo rende e timoroso amore.~XXXV. Verso quel 6423 XIV| puttana tondo e netto~il timpano percote al cavaliero.~– 6424 V| votavano i demonii orci e tinelli.~VI. Eravi un papa, un cardinal 6425 XVIII| sicuro asilo ed armi e buon tinello.~Fanno mezzo equipaggio 6426 XIV| il sangue e del Bastardo~tinge l'armi in vermiglio e la 6427 IV| degli anni sull'april! Sorte tiranna!~Legan nudo il Bastardo 6428 VIII| infinito stento~dalla gora tiràr di quel fossaccio~l'eroe 6429 XII| merli, dalle quali si può tirare sopra i nemici, mentre sono 6430 XI| nefando~lavor cessate, non tirate avanti.~Temete Iddio, profani, 6431 IV| assai,~imperocché s'avea tirato addosso~nel suo viaggio 6432 VII| campion tu temi, e quindi il tiri~nell'artiglio, se il puoi, 6433 XII| gli fecero in cerchio un tiritera~che non finiva: alfin, come 6434 IX| marinari,~nel tranquillo Tirreno il legno sciolse~presto 6435 XX| XXXI. Quando Bacco portò tirsi ed allori~e buon vino sul 6436 V| rovello~mette Antonino e Tito, amor del mondo,~e Trajano, 6437 XIX| procura,~e, con debile man toccando il seno~del suo Trimuglio, 6438 XII| furor condotta~una pistola e toccane il grilletto:~cade il cane, 6439 VI| pedanti, gente che si crede~toccar le stelle e mena alti romori:~ 6440 IV| si tenea,~che spesso si toccàr, desiderose~parlar più presso 6441 XIII| Testamento~è questo tempo: chi toccarla ardìa,~dal ciel punito per 6442 XVII| mantenete,~di questi maghi non toccate i peli,~e, se bisogno pur 6443 XIV| pene.~Ei rinviene a quei tócchi, e più non sente~che d'amor 6444 XV| sé vi chiama.~Votiamle, togliam l'oro a que' furfanti,~e 6445 I| lumi,~ebbri d'amor che lor togliea la testa,~si vibravano sguardi 6446 I| Francia salverò per lui;~io toglierolla a così dure strette,~e darò 6447 VIII| sul divin somiere.~Voi mi toglieste alla feral catasta,~per 6448 I| sciampagna e l'ingiallato~Tokay con tazze coronate e spesse~ 6449 X| direttor spirituale:~mi si tolga quel poco di corona,~che 6450 IV| e unghiate come raffi~le tolgon la camicia, e nuda tutta~ 6451 XXI| accensi~ferrei dardi che tolgono la mente.~Voi visto avete 6452 XIII| vittoria di quel rio sopra sé tolle:~ma come farlo? Ovunque 6453 V| ferita~sino al suocero mio tolsi la vita.~XXI. Vil, crudel, 6454 VI| benedetto; e i derelitti~orfani tolti al ladro artiglio e santo~ 6455 XVI| sangue, ruine, terremoti e tombe.~XXV. Miri intanto di latte 6456 VIII| di naso~in Loreto era il tomo ch'io vi dico,~di quelle 6457 XI| timor di Dio s'alzan le tonache.~XIX. Vieni, vola. – Sì 6458 I| eccellenza~con che natura a tondeggiarle intese.~Ma la virtù che 6459 X| gli occhi tenea sul suo tondino;~poi l'uno e l'altro arditi 6460 I| argento e d'òr contesta.~La tonicella va in balìa de' vènti;~tien 6461 XVI| altrettanti ancor fatti una tonnina,~perché un di lor facea 6462 XII| per la vita,~quel ladron tonsurato e discortese~giva cercando 6463 XIV| onda~d'Acheronte al fragor torba si fea,~cadde a Pluto lo 6464 XXI| balordi e dei pezzenti,~torbidi in pace ed intriganti in 6465 XI| quaggiù la Fiordiligi.~Gira torbido il guardo in ogni canto,~ 6466 VI| e fa il bravaccio.~LXI. Torcea gli occhi e la bocca sozza 6467 IV| e involontario il guardo~torceva alla Pulcella il buon Bastardo.~ 6468 XVIII| quando Carlo osservò due torcicolli,~i quali s'ascondean con 6469 XXI| tratto in un cantone il torcimanno,~– Per caso avreste voi, 6470 I| Talbò, che capo è delle torme~assediatrici, amava alla 6471 X| d'un benigno calor che vi tormenta.~La carne è frale e il diavolo 6472 VI| deluso amante~di sempre tormentar quanti francesi~nella sua 6473 VII| queste fiamme incesa e fra i tormenti.~Questo è il letto di morte 6474 VII| mio stile un cor porre in tormento:~e, se benigno io sono alle 6475 XI| scardassarsi il pelo.~Ma per tornare a noi, se si vedea~restituirsi 6476 III| canto~le siede, e studia di tornarla in vita.~Apre i begli occhi 6477 IV| Bisognò dunque alla città tornarsi~storpiati tutti quanti e 6478 VI| meritarti un tanto onor procura.~Tornarti in mulo a me non è concesso,~ 6479 XX| il Re, il Bastardo eran tornati~vèr' la notte del forte 6480 XIII| graziosa, gentil, dolce Tornella.~LVIII. Qui finalmente il 6481 VIII| lor begli occhi all'arme torneremo. –~LII. Piacque l'avviso, 6482 XII| fiori di giglio, in sul tornito~cul di Monroso disegnati 6483 XX| moglie? Anch'ella d'un bel toro ardea,~e pospose di Creta 6484 XXI| appena.~XLVIII. Era questo torpor parte l'effetto~del soverchio 6485 II| entrando,~in braccio si torrà quella sdrucita,~quella 6486 IV| allorquando~l'orgoglio uman la torre di Babelle~per alta bizzarria 6487 XI| santo convien, si seppe tòrre~ai sospetti inquieti, all' 6488 XIX| Già da lungi apparian le torreggianti~cime del forte; e a trotto 6489 IV| culatte.~XXIV. Quai due gonfi torrenti, dall'estreme~selvose cime 6490 XII| riviera,~con ponti levatoj e torricelle~e le sue caditoje in cima 6491 VIII| addutto~fu il paladin per torte vie segrete;~città che il 6492 XX| reciso con un colpo giusto~il tosato occipizio avea dal busto.~ 6493 IV| già da tre anni sullo stil toscano~facea l'amore in Francia. 6494 IV| schizzerete voi sempre il tòsco in seno~a gli amanti siccome 6495 VI| cui prende pietà delle tosette.~ ~ ~NOTE AL CANTO SESTO~ ~ 6496 XVIII| o mio Bonel, pazienza;~tostate pel signor questa castagna;~ 6497 XVIII| de Versailles,~Caressait tour-à-tour et volait ses ouailles;...~( 6498 XVIII| povero tesoro.~Camicie, tovaglioli, argenteria,~abiti, calze 6499 XVIII| diventa per buscarsi il tozzo.~XV. O somiglia piuttosto 6500 XII| Bonel v'accorre ansando, traballando;~salta in piedi Giovanna, 6501 XIV| asta movea,~la terra tutta traballava, e l'onda~d'Acheronte al 6502 XVII| loda Dio con cuor verace~tracannando e mangiando in santa pace.~ 6503 XI| rugiadosa~piena una tazza a tracannar lor diede.~Più d'un lettore 6504 III| lasciato dietro a sé delle tracce funeste, e li effetti ne 6505 XVIII| buon Fineo~principe della Tracia e il pio trojano~l'uno e 6506 IV| sì gentil desire~non li tradì che in punto di morire.~ 6507 XXI| innocente e leggero~non tradisce un amor casto e sincero.~ 6508 IV| allora i suoi vóti il ciel tradiva.~XLIV. Sprezzi, onte, villanie