Nicola Valletta
Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura

CICALATA IN DIFESA DEL FASCINO VOLGARMENTE DETTO JETTATURA

33. Epilogo

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33.

Epilogo

 

Se dunque avete, accademici amici, veduto che tutti i savi, in tutti i tempi, per continui sperimenti di fatti costanti, han prestata credenza alla jettatura; ch'essa procede o da antipatia, che ci disturbi, o da effluvi, che ci nocciano, o da occulta potenza, cui siam necessariamente soggetti, e che v'è benissimo modo da conoscerla ed evitarla, non siete piú balordi e dappoco se ci credete; né la vostra filosofia deve estendersi a negar tutto stolidamente.

Avete inteso bene? Che cosa è jettatura? Il male che ci viene dal guardo degli altri uomini da' loro effluvi o dalla catena dell'universo, che ad alcuni è ligata: sendo il mondo fatto per l'uomo. Chi ha creduto alla jettatura? Tutta l'antichità, i savi greci, i romani, e tutte le nazioni, ne' mezzi tempi ancora fin oggi. Chi ci ha scritto? S. Tomaso fra tanti. Dond'è la filosofia della jettatura? Dall'antipatia, dagli effluvi nocivi, dall'occulto filo del mondo. I fatti sono certi e costanti, tuttoché talvolta la cagione sia latente. Qual è la sua forza? Abbassare, danneggiare l'uomo, e le cose sue. Almanco da questo mio discorso, e da tante ragioni finora recate, potete porvi in dubbio, se ci sia, o no. E gioverà dubitarne ancora, acciò niuno fidi molto le sue speranze alle cose fugaci; e pensi che possa la jettatura venire inter os, et offam.184 In tal dubbio farne esperienza su di noi sarà cosa di uomo prudente?

 

 





184        Gellio, XIII 17.



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