Nicola Valletta
Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura

CICALATA IN DIFESA DEL FASCINO VOLGARMENTE DETTO JETTATURA

6. Come da un luogo di Gellio

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6.

Come da un luogo di Gellio

 

Per vedersi però quanto antica sia l'opinione della jettatura, basterà leggere il solo Aulo Gellio; il quale racconta che ne' suoi viaggi, giunto a Brindisi, ritrovò sul lido alcuni volumi antichissimi che si vendevano, e li comprò: sapete perché? perché, com'e' dice, il prezzo era dolce. Credo che il pover uomo stava, com'oggi sto io, con pochissima moneta; e mi diverto i flati discorrendo. Basta! non parliamo di questo punto, ch'è generalmente doloroso.

Di quegli antichissimi libri in poche notti fece lo spoglio Aulo Gellio; come oggi fanno i nostri barbagianni forensi il foliario, o sia lo spoglio de' processi: se non che il fanno di giorno. Le notti si riservano ad occupazioni tutto diverse da quelle di Atene. Fralle cose ritrovate scritte da Gellio vi fu questa: che nell'Africa alcune famiglie erano, che colle parole di lodi mandavano a male i fanciulli, le vaghe campagne, i cavalli superbi: e nell'Illirico eranvi degli uomini, grandissimi jettatori cogli occhi. È bello assai il luogo di Gellio.14

 

 





14            «Id etiam in iisdem libris scriptum offendimus, quod postea quoque in libro Plinii Secundi Naturalis historiae septimo legi, esse quasdam in terra Africa hominum familias voce, atque lingua effascinantium; qui si impensius forte lauda verint pulchras arbores, segetes laetiores, infantes amoeniores, egregios equos, pecudes pastu atque cultu opimas (altri legge «optimas». V. Gronovio su di questo luogo), emoriantur repente haec omnia nulli alie causae obnoxia. Oculis quoque exitialem fascinationem fieri, in iisdem libris scriptum est: traditurque esse homines in Illyriis, qui interimant videndo, quos diutius irati viderint; eosque ipsos mares, feminasque, qui visu tam nocenti sunt, pupulas in singulis oculis binas habere». Noct. Act., IX 4.



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