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CICALATA IN DIFESA DEL FASCINO VOLGARMENTE DETTO JETTATURA 20. La patente proviene o dalla fisionomia degli uomini |
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La patente proviene o dalla fisionomia
degli uomini
Ogni uomo per la società è nato; e, se lo scordi, fuori d'essa non può ritrovar mai la sua felicità. Tutte le membra che la società compongono hanno tra loro un rapporto immediato e necessario; e ciascuno all'altrui dolore, o piacere contribuisce. Sente perciò chiunque, sia vestito ancora di ruvide lane, e d'aspri cilizi cinto, gl'irresistibili impulsi della natura, ed ha come due lumi, co' quali indebolisce la forza di quel pregiudizio, che, imbevuto nella puerizia, dura fino al termine de' giorni nostri, e sarà sulla terra finché regnerà la regina degli uomini, l'opinione. Il primo lume è il gusto del piacere, onde per le piacevoli sensazioni la natura ci fa distinguere ciò ch'è proprio alla conservazione della nostra esistenza. L'altro è il sentimento del dolore, pel quale conosce ciò che può tendere alla sua distruzione. In conseguenza madre natura, sempre costante a seguire le sue leggi ed i suoi principi, ha infuse nell'uomo certe conoscenze naturali, non chiaramente sviluppate, alle quali può la ragione coll'esperienza supplire. Noi le sogliam chiamare istinti, che invano gli orgogliosi uomini tentano distruggere fino alla radice, e sostituire in di loro vece de' sistematici ragionamenti, che han per base l'ignoranza e la vanità.110 Ascoltiamo dunque il senso interno, che ci si risveglia alla veduta degli oggetti; egli ci parla: e cosí aver potremo da' nostri sensi ogni possibile utilità e vantaggio.
Ma come i sensi sono troppo deboli per penetrare fino all'interno de' corpi, giudichiamone almeno dall'esterno per gli segni caratteristici e fisionomici, per gli quali gli uni dagli altri distinguiamo. Conosceremo cosí le loro proprietà relative alla conservazione della nostra esistenza, pel piacere ch'eglino son capaci di procurarci, od alla nostra distruzione, pel dolore e per la iettatura che cagionar ci possono: onde seguiremo gli uni per gioire e fuggiremo dagli altri per non dolere. La scienza fisionomica passa per problematica e dubbiosa. Ma si sa che nello spirito della maggior parte degli uomini le cose piú reali passano per chimeriche.111 Ogni oggetto ha un esteriore ed un interiore, di cui le parti sono combinate in maniera che hanno un rapporto immediato, e delle quali la combinazione forma la differenza, che fa che una cosa sia tale, e non altra. Nell'uomo v'è quest'armonia. Ma la differenza infinita che si trova nella maniera di pensare degli uomini dee operare una differenza infinita nell'esteriore: e l'esteriore de' corpi varia secondo i caratteri e le figure. Mazzocchi, Martino, Genovese, Cirillo non aveano la figura di uno stupido Lapponese.112 Le passioni, colla violenza degli spiriti, portano differenze sull'esteriore dell'uomo, con differenti segni. Il fisico dipende dal morale, e su di questo si modifica.
Un uomo oppresso dalle torbide idee della malinconia non ha l'esterno di un uomo sanguigno, sempre gaio ed allegro. La disposizione alla collera rende la bile piú suscettibile di effervescenza, e secondoché le impressioni si ripetono, ed i movimenti si multiplicano, essendo intimamente ligati alle affezioni dell'anima, cagionano tali pieghe, e tal configurazione ne' muscoli esteriori, che l'abito ne diviene ancor permanente. I Cotugni, i Sementini, i Gammaioli, i Cappelli, e tanti altri nostri valentissimi medici, alla vista d'un uomo giudicano dello stato di sua salute: ed i vari temperamenti da' segni esteriori ravvisano. Il carattere fisico dunque ci dà certi indizi, su de' quali possiamo ben fondare un giudizio fisionomico.
Di ciò parla ad ognuno anche interiormente la Natura: e la Natura stessa è giudice, se tale o cotale fisionomia d'uomo sia idonea a jettarcela, e farci del male. La scienza perciò della jettatura è tanto reale quanto quella della fisionomia, alla quale, come a sua base, questa sorta almeno di patente jettatura si appoggia. Ed è istinto naturale quello per cui, quando l'uomo è colpito da un inaspettato disastro, il suo primo moto machinale è di voltarsi intorno per vedere chi ce l'ha jettata. Ecco, uditori, fratelli miei dilettissimi in jettatura, un argomento dedotto dal fondo della natura umana per l'esistenza della jettatura.
Non sentite voi, all'aspetto di un uomo, una voce al core, che vi dice di fuggirlo, o di trattarci: cioè, ch'è jettatore, o no? Voce che si fa sentire nelle selve, nelle città, per tutto l'orbe; voce della natura; voce dalla quale deriva il consenso universale delle nazioni sulla jettatura: voce, che, per qualunque ragionato chimerico sistema, non s'impedisce giammai: benché piú si faccia sentire dove meno il rumore delle letterarie disputazioni ci assorda, e dove gli uomini sono semplici ed hanno piú senso che ragione: non altramente che dabbene sono coloro che meno dalla naturale semplicità son distaccati, e piú dalle trappole cittadinesche e dalle sofistiche scuole lontani.
Or come sulle varie fisionomie degli uomini si sono ordite delle dotte riflessioni, cosí sarebbe da desiderarsi che qualche sacro ingegno, dietro queste mie prime riflessioni (non voglio cedere il primo onore), una scienza ragionata della jettatura tessendo, scuola ne aprisse negli Stati meglio regolati, e gli uomini di tutte le condizioni a conoscer bene e fuggire i jettatori istruisse; anzi che fare de' nuovi sistemi, e rovinare l'uomo, e 'l mondo, per riformarlo.