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In conseguenza della varia fisonomia umana, chi può mai porre in controversia l'antipatia e la simpatia? Ben si conosce cosí all'istante un uomo, una donna, che ci sia simpatica e geniale, o antipatica e avversa; e con ciò, che ci piaccia, o ci disturbi l'economia de' nervi e degli umori. Dunque chi ci è antipatico, perché ci cagiona infallibilmente del male, è, senz'ombra di dubbio, jettatore. Ad occulte qualità l'antipatia e la simpatia attribuivano gli antichi. Oggi si rapportano alle cause del diverso moto de' nervi e del cerebro: secondoché l'oggetto tocca cosí gli organi de' sensi di un uomo, che il moto proveniente, secondo l'abito diverso de' nervi, o, dolce ed equabile, reca nell'anima una piacevole e gioconda percezione, della quale è figlio il desiderio e l'amore; ovvero desta ne' nervi un moto irregolare ed ineguale, che ottiene dall'anima una percezione ingrata, e molesta, alla quale l'odio e l'abborrimento corrisponde.
Né solo dagli uomini l'antipatia e la simpatia si sentono; ma in tutto il sistema delle cose naturali si ravvisano manifestamente; e formano l'unità e l'ordine costante dell'universo tutto quanto è. Basterebbe osservare le corde ottave e consonanti d'un cembalo, come oscillano al toccarne una. E cosí ciascuno al colpo dell'oggetto simpatico toccar si sente le fibre del cuore: e viceversa, mirando qualche antipatico, già si sente addosso jettare una sciagura, uno sconcerto di umori, un disturbo, un male. Sono vari i volti degli uomini,113 come varia la voce, i caratteri: nella qual cosa la provvidenza del divino Artefice traluce, e si ammira. Anzi soglio dire che il solo naso dell'uomo, cotesta piccola isoletta,114 in tanti milioni di uomini e donne varia all'infinito di forma, e di struttura. Osservate: trovate mai un naso simile ad un altro? No, certamente.
Sono dunque le diverse modificazioni fragli uomini come le diversità de' vari tuoni nella musica, e da esse poi deriva la simpatia, se si combaciano con armonia e consonanza, o l'antipatia, se si oppongano dissonanti. Ecco un genere di jettatura. Chi c'è antipatico, lo conosciamo, perché gli effluvi suoi, toccando la nostra tela nervosa, la sconcertano, e ci cagionano del male. Avete mai sperimentato in voi che innanzi a certi uomini perdete il brio, e l'allegrezza? Vi sconcertate di fantasia? Vi viene dolor di viscere? Quanto scrisse bene Marziale a Sabidio! sia per contraposizione d'astri, sia per dissomiglianza dei costumi, sia per mal'augurio e jettatura, o per antipatia, io non ti posso vedere affatto:
Non amo te, Sabidi, nec possum dicere, quare.
Hoc tantum possum dicere, non amo te.115