Nicola Valletta
Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura

CICALATA IN DIFESA DEL FASCINO VOLGARMENTE DETTO JETTATURA

24. D'onde le malattie dell'animo e del corpo

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24.

D'onde le malattie dell'animo e del corpo

 

Per la jettatura, come la fantasia si guasta e corrompe, ne seguono ancora le malattie dell'animo.125 L'anima, siccome il corpo, ha le sue malattie; le quali o da morali cagioni provengono o da fisiche. La sola forza dell'anima può produrre alcune di queste malattie; come quelle che sono l'effetto delle meditazioni troppo continue e profonde o delle passioni scappate da' loro giusti confini; e che producono il disseccamento del cervello e del corpo. Non potendo il corpo sostenere il travaglio comandato dall'animo, o l'impeto delle passioni, cade, e trae nella sua ruina lo spirito stesso.126

I difetti dell'organizzazione, sulla quale operano le cause puramente fisiche, influiscono nelle operazioni dell'intelletto, e della volontà. Quanti son divenuti stupidi per la sola causa dell'impedita circolazione del sangue in alcune viscere? Non produce nell'animo vari ed incostanti pensieri la varietà frequente de' cibi? Non destano in noi l'ipocondria alcuni venti, che allo spirar de' venti contrari termina, ed il buono ed allegro umore succede?127 Il dolore, o sia una molesta sensazione, la quale se dura, dicesi infelicità, è il principio di tutte le infermità dello spirito.128 E le passioni tutte muovono gli spiriti, che sono nelle cavità del cervello, verso i nervi del cuore, come dice Cartesio.129 E non essendo tutt'i cervelli disposti nella medesima maniera, di qui è, che una stessa causa può destare in diversi uomini passioni diverse. Ma lascio a Vairo, a Petagna, a Dolce, a Bagno, e ad altri dotti professori di Medicina il tesser catalogo di tutti quei mali, che, per la guasta fantasia e pel fluido nerveo corrotto, nel nostro corpo possono prodursi: e chiudo questa parentesi, acciò la mia frottola molto lungi non vada.

 

 





125          Le passioni sono l'amore di noi stessi intento a fuggir ciò che nuoce, e seguir ciò che giova. Lo spirito umano vive nell'azione; e da quelle, come da vari venti, è mosso ed agitato. La passione dominante viene insiem con noi, Dio per essa compie i disegni della sua sapienza, volendo che ad oggetti diversi ciascuno si volga; ed egli, l'Autor nostro, dalle passioni trae gli atti eroici, e separa il misto di virtú, e vizio, ch'è nell'uomo, come già le tenebre separò dalla luce; anzi sendo da se l'uomo solo debole, e bisognoso, della sua debolezza stessa si serve per farlo felice nella società. Pope, Saggio sull'uomo, epist. 2.



126          «Melancolia maniae initium, et origo est», Aretaeus, III 5; Boërhave, aphorism. 1119; Fernel, de morbis cerebri, pathol. III 2.



127          Observations sur les maladies de l'ame, che formano il terzo tomo della Connoissance de l'homme, etc. di Pernety. «Animus adeo a temperamento, et organorum dispositione pendet, ut si ratione aliqua inveniri possit, quae homines sapientiores et ingeniosiores reddat, credam illam in Medicina quaeri debere» (Descartes, Dissert. de Med., 6, § 2). «Omnes hominum animae dignitate naturae omnino uniformes sunt. Quod si interdum videamus hominem alterum alteri ingenii acumine, et intelligendi vi excellere, hanc varietatem ex organi dispositione, et aptitudine diversa proficisci certum est» (Ant. Zara, Anal. ingenior). Pernety, tom. 2, ragiona dell'influenza dell'esterne cose su de' costumi e sullo spirito dell'uomo.



128          Due sette di filosofi antichi sulla morale furono quella degli Stoici, che volean l'uomo insensibile; e quella degli Epicurei, che la felicità dell'uomo riponevano nel piacere. Però i difensori di Epicuro dicono che sotto nome di piacere la virtú s'intendesse. È bellissimo un libro intitolato Epicuro difeso. Osservazioni critiche sopra la di lui Filosofia.



129          Des Passions, part. I, artic. 38.



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