Nicola Valletta
Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura

CICALATA IN DIFESA DEL FASCINO VOLGARMENTE DETTO JETTATURA

31. Sua forza

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31.

Sua forza

 

La jettatura, dunque, da donna o uomo si scaglia, siccome una mina da guerra, che spesso non si vede donde viene, e si conosce quando già scoppiando abbia cagionate ruine. Passa poscia in noi

 

Come elettricità passar si mira

In altri corpi dal cristal, che gira

 

ed entrando invisibile per tutt'i forellini minuti della corporatura è facimale potente. Sembra però che non a tutti egualmente noccia. Ella è a guisa del fuoco, che, se trova materia poco idonea alla combustione, la dissecca prima e la rende simile a sé, e poi vi s'introduce. S'insinua, perciò, maggiormente pel viso o per la voce che non pel fatto, che maggior resistenza ritrova: ed i corpi piú duri sono atti a produrla; siccome i piú delicati, che hanno i meati molto ampi, sono piú atti a riceverla. Lucrezio disse:

 

Fit quasi paulatim nobis per membra ruina.

 

Sempre però la forza del fascino, che gli antichi Greci credettero potere ammazzarci (ϕάεσι ϰαίνω oculis occido), si è creduto consistere, massime se da lodi deriva (perché alla jettatura par che piaccia spesso di operar per contrario), nella depressione ed abbassamento della persona. Onde il Sannazzaro dice che pel fascino altrui gli agnelli s'abbassavano. Il Cange, alla voce fascinare, reca autorità d'Isidoro, e Papia, scrittori de' bassi tempi, per la quale nuovo argomento prendo per mostrare, che nella mezzana età, come di sopra abbiam osservato, simile idea regnava: «Glossa Isidori: fascinat, gravat. Papias: fascinat, adulando impetit, landando decipit (forse dovrà leggersi deprimit), gravat: Idest nocet fascino; quo significatu Latinis notum verbum fascinare».

Ma come agli uomini particolari, gravissimi mali altresí da' jettatori si cagionano nel corpo della società umana. Simmaco,166 uomo saggio desiderava lontana la jettatura meno dagl'individui, che dalla pubblica felicità: «Nullo fascino felicitas publica mordeatur». Non rispetta la jettatura né i potenti uomini, né i nobili, né i magistrati, e fin nelle alte Regie audace s'inoltra, e del male altrui solo gode e si pasce. Ben potrebbe uno jettatore, cattedra ottenendo, l'intera università degli studi ruinare. Jettatore un togato, tutto il Tribunal collegiato abbagliare, sicché la bilancia della giustizia piú non si vegga.

La jettatura può nel politico teatro del mondo debaccare: essere di ostacolo all'interno commercio ed all'esterno, un esercito ben disciplinato avvilire e la sorte della guerra in un momento mutare: far perdere la bussola ne' grandi affari, ammutolire un eloquente orator, che favelli, i trattati fragli Stati sovrani impedire: e che non può fare questa occulta potentissima forza? Questa, fralle infinite miserie delle nazioni, questa dovette esser cagione della sconfitta di Dario: questa dell'oppressione di Annibale: questa del sangue versato a Canne, e del vergognoso avvilimento de' Romani per l'inganno felice de' Sanniti, ecc.

 

 





166          Lib. I, epist. 13.



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