Parte

  1      1|        accorsi1 che nel lettuccio c'era qualche cosa. Un piccino.
  2      1|        fanciullo. Nella luce fredda era una testa d'un sol tono
  3      1|        della madre, e vi si posava. Era Fortunata che pativa di
  4      1|      scomparve con la manina in cui era stretto, sotto le coltri.~-
  5      1|             contento; il ritratto m'era venuto somigliante non pure,
  6      1|       giorni il mio piccolo amico s'era più stretto a me con tutte
  7      1|              in un sabato, il tempo era bello. Uscii, tornai al
  8      1|             voce. Cercai Fortunata. Era  in casa a lavorare all'
  9      1|            volto, singhiozzando. Io era rimasto in piedi, dinanzi
 10      1|             Il ritratto del piccino era accapo al letto, tra un
 11      2|             la campanella di avviso era sonata due volte - un tocco
 12      2|              tre: ferito moribondo. Era stata trasportata su, alla
 13      2|         gran cortile dei Pellegrini era tutto preso dal sole, così
 14      2|           comentando. Il brigadiere era salito in sala di medicatura
 15      2|             avreste dovuto vederla! Era un fiore. Tutti si voltavano
 16      2|       pensavo sempre a lei che se n'era fuggita. Tre mesi senza
 17      2|          chiamava una ragazzetta ch'era fuori nella via a giocare -
 18      2|          dirvelo...... Le verità, m'era messo in giro per chiedere
 19      2|          Non mi guardò neppure...~- Era lei.~- Sarrafina.~Il vecchietto
 20      3|         Andremo a vedere insieme...~Era morta donna Nena la romana,
 21      3|          della via, senza occhiali. Era venuta da Roma, al sessantacinque;
 22      3|       caserma.~Il cortile, deserto, era triste. Sotto l'arcata,
 23      3|           seggiola sconquassata, ch'era deposito di straccetti d'
 24      3|           bocca. Qualche passero ch'era venuto, saltellando sui
 25      3|             la brunitura al fucile. Era una voce di tenorino, che
 26      3|           anno da quando donna Nena era venuta a stare lassù, in
 27      3|            via Gaetanella, la quale era occupata a riasciacquare
 28      3|            Nena fuori della coperta era steso rigidamente verso
 29      3|            ridendo, un calzolaio ch'era uscito a vedere dalla sua
 30      3|          con lo stivale.~Il tempo s'era fatto grigio. Di faccia
 31      3|            nel porto una gran nave; era una striscia tutta nera,
 32      3|             una scarpa il piede non era entrato tutto, ne scappava
 33      3|           fra le case. Una cometa s'era impigliata tra i fili, la
 34      4|             Dentro alla gabbietta c'era un canarino giallo. Le suppellettili
 35      4|           soggoli biancheggianti: c'era un antico monastero. Il
 36      4|             canarino poeta pur lui, era stato tolto piccoletto al
 37      4|              niente più. L'adozione era stata larga di cure e, dapprima,
 38      4|           mani.~La casa dalla quale era sloggiato era scura e silenziosa.
 39      4|           dalla quale era sloggiato era scura e silenziosa. Le finestre
 40      4|            Dal lampeggiare continuo era tutto illuminato il cortile,
 41      4|           male del vicinato. Quello era bello, quell'altro era brutto,
 42      4|       Quello era bello, quell'altro era brutto, la tal signorina
 43      4|             dei piccoli colombi non era soddisfatto. I colombi grandi
 44      4|             avuto tanto da fare e s'era così impensierito di certi
 45      4|          muratori se ne andarono.~C'era una luna bianca che faceva
 46      4|             settimana. La gabbiuzza era vuota. Ma c'era ancora,
 47      4|           gabbiuzza era vuota. Ma c'era ancora, sulla finestra,
 48      4|     coraggio di portarsela via.~E c'era un chiaro di luna quella
 49      5|           nella bottega, e quando c'era don Procolo accosto a Fortunata,
 50      5|        occhio.~Fortunata, poverina, era magruccia, pallida, con
 51      5|        bastoncino di bambù in mano. Era un impiegatuccio a mille
 52      5|          cosa. Di fuori il marito s'era addossato allo stipite e,
 53      5|            ragazzo di Stella Farina era corso a chiamare la guardia
 54      5|           saccoccia.~Il calzolaio s'era chinato sul corpo inerte
 55      5|            da nolo, poco lontano, s'era dovuta fermare. Il cocchiere,
 56      5|     cocchiere, le redini in mano, s'era levato in piedi sulla serpe
 57      5|       stesso. Allora un marmista ch'era arrivato l'ultimo, un grosso
 58      5|          che si trovava nel vicolo. Era diventato pallido il povero
 59      6|             Otto Richter.~ ~*~* *~ ~Era una lieta mattina primaverile.
 60      6|    crogiuola i guai suoi.~Il vicolo era pieno di buon sole e di
 61      6|           si spandeva. Il vecchio s'era mosso; passava al sole dall'
 62      6|        procuravo di non far romore; era così assorto poverino! L'
 63      6|        assorto poverino! L'ombrella era passata sotto l'ascella,
 64      6|            bottone del panciotto ch'era in cima carezzato dalla
 65      6|           prime confidenze, ch'egli era venuto di Germania in Italia
 66      6|         seppi, pure da lui, ch'egli era a Napoli da tempo, che abitava
 67      6|            Poi non ne parlammo più. Era un vecchietto pieno di delicatezze.~
 68      6|              un poco pittore - egli era un po' di tutto. Sopratutto
 69      6|          cavalierini in galanterie. Era un romore di stivalini saltellanti
 70      6|        amico Richter impressionava. Era una figura originale, di
 71      6|     vermicelli. E in un'ora egli si era provvisto di tutto il mangiabile
 72      6|             dove musica si facesse. Era la sua grande passione.~
 73      6|             di un capitano suicida. Era accanto alla banda musicale,
 74      6|          nuove!~ ~*~* *~ ~Una sera, era qui la regina, si dava in
 75      6|             Quartetto. Il vicoletto era pieno. Eravamo in parecchi
 76      6|      Boccherini, Beethoven. La sala era certamente affollata, ma
 77      6|            aspettando. Accosto a me era seduto un uomo occhialuto,
 78      6|           sempre, mi disse che egli era tedesco, ch'era professore
 79      6|            che egli era tedesco, ch'era professore di lingua tedesca,
 80      6|          vicino pensò ancora. Ecco, era morto così - e si batteva
 81      6|          sua carta e me la porse. C'era su scritto, a mano: Corrado
 82      7|          andiamo a trovare Peppino.~Era venuto l'inverno a un tratto,
 83      7|           sciallo nero che a quello era servito di coverta, nella
 84      7|           un gruppetto di femmine s'era raccolto a ciarlare, trovò
 85      7|            gran freddo, ma il tempo era sereno e la via asciutta.
 86      7|             lo renda!~Il segretario era un uomo assai maturo, molto
 87      7|         carta rossa.~Nella camera c'era la stufa, che vi spandeva
 88      7|            Sissignore.~Nanninella s'era avvicinata a guardare il
 89      7|            bella mia...~La vedova s'era levata, traendo indietro
 90      8|     cassiere avea ragione, la somma era giusta; 14,780. Vi dirò
 91      8|          lumi. Un grande silenzio s'era fatto per la via. La dolcezza
 92      9|             all'ospedale dei matti. Era un giovane pallido, un po'
 93      9|           al banconcello. Disotto c'era la banca Battimelli. Niente
 94      9|     monellucci del vico Marconiglio era stupendo. Nella controra
 95      9|      aspirarne il profumo. Quando c'era di sotto Peppino Battimelli
 96      9|  splendevano, ancora la bella bocca era rosea. Che importava la
 97      9|        voluto mangiare, non bere; s'era spogliato nudo e voleva
 98      9|        addietro. Il giovanotto se c'era fissato. Domenica scorsa,
 99      9|              Intorno alla vecchia s'era radunata gran gente. Quando
100      9|         Nzurateve!~Il mistico matto era dimenticato. Le femmine
101      9|          altre il desiderio luceva. Era, in quest'ora, ancor tutto
102     10|           Nel verno, quando il sole era dolce, la poverina s'addormentava
103     10|           strada e che una volta le era corso appresso, urlando.
104     10|           ci dormivano la Malia, ch'era ballerina a una baracca,
105     10|        giorno col primo venuto, che era una vita infame e così non
106     10|          camera taceva. Chiarinella era sempre l'ultima ad addormentarsi;
107     10|           ripetuta una piroetta e s'era affaticata. A volte la coglieva
108     10|         Guai grossi. Il marito se n'era andato a Palermo. sopra
109     10|          sistema, senz'amore. Non c'era più niente, Malia avea saccheggiato
110     10|            tutto, il Monte di Pietà era pieno dei panni loro.~-
111     10|          com'è cattivo!~Ma in fondo era per questo, che alle cenette
112     10|               La notte della Befana era fredda, ma chiara e stellata.
113     10|      stellata. Un grande silenzio s'era fatto nella viuzza solitaria,
114     10|     profumate giarrettiere di seta. Era stata Befana a  stessa,
115     10|         forte.~Ma nella calza non c'era niente.~Malia si lavava,
116     10|         intorno. Ancora il sole non era arrivato alla stanzuccia,
117     10|          piccola calza bucherellata era caduta sulla coverta del
118     11|            nel sangue.~Alle quattro era venuta giù un po' d'acquerugiola
119     11|       divertimento ah? - La gente s'era scordata d'andare in carrozza.
120     11|         passi, e poi col sole che c'era veniva la voglia di farsela
121     11|      smisuratamente, spandendosi. C'era poi, sopra l'insegna di
122     11|            romanzo nuovo, di cui si era annoiato a morte, fra le
123     11|           cinque e le sei di sera s'era buttato sul letto, volendo
124     11|          buona e intelligente che s'era ridotta in provincia a seguire
125     11|             a seguire il marito e c'era rimasta perchè lui contava
126     11|             eredi, fra i quali egli era primo. Con le buone parole,
127     11|     sacrificii e la pazienza lui si era fitto in capo di spuntar
128     11|   aspirazioni di fanciullo nervoso, era stato sempre il desiderio
129     11|           quando la signora Maria s'era lasciata scappare una maglia
130     11|           all'altro, così, solo com'era, in quel silenzio, in quella
131     11|             facendone a meno, tanto era un'acqueruggiola minuta
132     11|            daccapo settanta gradini era una cosa che lo seccava
133     11|           lui stesso non lo sapeva: era un malessere, un'oppressione,
134     11|             di marmo, trovò ch'essa era deserta, e andò a sedervi
135     11|     pigliava ogni sera. Nel caffè c'era una piccola orchestra che
136     11|            tutto, con  stesso che era tanto ingenuo da contare
137     11|             della compagnia.~Costui era un uomo in su i quaranta,
138     11|            scriveva per i giornali, era tenuto in molta stima nel
139     11|        guaio e, piccolo piccolo com'era, col gran cappello su gli
140     12|          Benedeto! Benedeto da Dio! Era veneziana, tutta piena di
141     12|          del veneto son pieni.~Come era divenuta monaca? Nessuno
142     12|      sinistra, stando in bolletta s'era salvato allo spedale. Veneto
143     12|             Dopo una settimana egli era impiedi. Ma ancora zoppicava
144     12|          tre o quattro altri giorni era necessario che rimanesse
145     12| chiacchierato a lungo; lo spedale s'era messo a dormire - Dove se
146     12|      succedeva, infatti. Lo spedale era sossopra, la segreteria,
147     12|         incamminandosi, zoppicante.~Era successo questo: Il figliuolo
148     12|           un bel ragazzetto biondo, era stato morso dal cane del
149     12|         cane del guardiano. Il cane era idrofobo, palesava tutti
150     12|        ammazzato. Ma il ragazzetto? Era perduto. Tutto questo lo
151     12|          veleno!..~La piccola suora era diventata grande. Era accorsa
152     12|         suora era diventata grande. Era accorsa al grido del piccino,
153     12|           mio amico notizie di lei. Era stata una terribile operazione.
154     13|           terrore e si rintanarono. Era caduto il corpo d'una giovinetta:
155     13|          bianca...~Quella ragazza s'era buttata da un terrazzo al
156     13|       terrazzo al quarto piano, ove era salita per sciorinare i
157     13|     Canserano, aveva diciotto anni, era molto bellina. Quel corpo
158     13|           gridi femminili. L'orrore era grande, e il sangue!...
159     13|      Incurabili. Perchè la poverina era ancor viva. Respirava, lentamente,
160     13|             ha il padre in America. Era stata affidata a una zia
161     13|             gli occhi lucevano. Ell'era così felice, così felice
162     13|         stupita non capiva che cosa era il mondo e tu ti ni approfittasti
163     13|              Come non gliela spedi? Era scritta col lapis. Niente
164     15|            si raccorciava.~Di certo era qualche pittore mattiniero,
165     15|           una quaglia sonnecchiava.~Era la via così silenziosa a
166     15|           una folata di venticello. Era l'alba. Ma quei vicoli,
167     15|      rifaceva il silenzio.~L'ometto era tutto affaccendato a copiare,
168     15|            posizione di scimmietta, era strano. Poi gli passò accosto
169     15|             pareva un micino, tanto era grosso. Era uscito da una
170     15|           micino, tanto era grosso. Era uscito da una feritoia,
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