Parte, Cap.

 1    -,     I| Signore Iddio, perdonate. Ma è triste cosa avere un mondo qua
 2    -,    II|      giorno deluse.~Ed era più triste che mai; ed anche più solo
 3    -,   III|    contro le galere veneziane; triste guerra fraterna! Ma noi
 4    -,   III|       mi abbandonarono in quel triste frangente, ed afferrai a
 5    -,   III|     moglie era morta. Povero e triste presi il mio unico figliuolo
 6    -,    IV|   reale.~– Ma un’ora prima del triste punto in cui cadde ferito; –
 7    -,    VI|       sovrani. Il Genovese era triste all’aspetto; non era dunque
 8    -,    VI|      da far altro. Ma egli era triste, uscendo dal palazzo reale
 9    -,    VI|        reale di Cordova, assai triste di quella avventura inaspettata,
10    -,    VI|   Cristoval, che affettuoso ma triste s’era inchinato a baciare
11    -,   VII|   vecchia casa di Cordova? Ah, triste cosa, la povertà, che riesce
12    -,  VIII|       i conti non tornano più. Triste cosa! – soggiunse il Quintanilla,
13    -,    IX|        a sostenerlo, in quella triste occasione, don Alonzo di
14    -,     X|       ne compenetra. E allora? Triste esistenza, in quell’altra
15    -,    XI| fortunato; il destino è sempre triste. E se fosse stato il destino,
16    -,   XII|      talento... dei più? Ben è triste, e mi duole, che tra quei
17    -,  XIII|     Certo, egli era sempre più triste che alla marchesa di Moya
18    -,  XIII|        disse. – Io andrò molto triste alla Vega di Granata, pensando
19    -,    XV|     Ditele che mi avete veduto triste, assai triste, e più per
20    -,    XV|     avete veduto triste, assai triste, e più per quanto le accade,
21    -, XVIII|   ospitale del Quintanilla, fu triste per lui e per i pochi ma
22    -, XVIII|   senza voltarsi più indietro. Triste chiusa al suo soggiorno
23    -,    XX|    nostromo di Moguer. La nota triste predominava, in quel concerto
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